Quarantine – Anteprima

Nel 2012 una neonata Ndemic Creations portava sui nostri smartphone un gioco che ha subito fatto parlare di sé, sia per il gameplay molto apprezzato sia perché lo scopo era distruggere la razza umana: Plague Inc.

Pochi giorni fa, invece, Sproing ha rilasciato la sua ultima creazione in Early Access su Steam, dove ci ritroviamo ad analizzare la situazione dal punto di vista diametralmente opposto: siamo infatti coloro che dovranno evitare l’espandersi di una nuova pandemia sulla terra.

Quarantine
Per il suo gioco lo studio austriaco ha deciso di concentrarsi sulla piattaforma PC, proponendo uno strategico a turni che vuole essere più profondo del gioco mobile con cui il paragone risulta inevitabile; vediamo insieme se questa prima versione interamente giocabile riesce nel suo intento.


Dall’altro lato della barricata

Come leader della Pandemic Defense ci troveremo quindi a dover gestire il nostro team per combattere e battere sul tempo l’avanzata della malattia del momento, che possiamo decidere essere causata da un virus, un batterio o un prione, ognuno con le sue caratteristiche di diffusione e mutazione. Dovremo quindi scegliere la zona del mondo in cui edificare la nostra prima sede operativa, per passare poi ad arruolare il primo membro della task force.

Abbiamo infatti quattro diverse specializzazioni fra cui scegliere: Medico, Scienziato, Diplomatico e Addetto alla Sicurezza, ognuno con la sua abilità caratteristica che andrà a definire in maniera netta l’approccio che si avrà sulla partita, soprattutto nei primi turni di gioco: ad esempio con il medico potremo curare più efficacemente i malati, mentre con lo scienziato potremo giocare in attacco, raccogliendo campioni più velocemente accelerando di conseguenza lo sviluppo di una cura.

Quarantine

Una volta presa quest’ultima decisione comincia la partita vera e propria e ci troviamo di fronte la mappa del mondo in cui il patogeno da noi scelto ha già cominciato a svilupparsi.

Come anticipato Quarantine è uno strategico a turni, all’interno dei quali dovremo principalmente dare ordini ai membri del nostro team, spostandoli sulle città infette per attuare il nostro piano di cura; ognuna delle 4 classi può svolgere le stesse azioni di base: mettere in quarantena la città, curare i malati, prelevare campioni o costruire una nuova sede così come riposarsi e curarsi; ogni azione infatti porta con se un rischio sia sul grado di successo della stessa sia sulla possibilità che infligga danni al volontario selezionato.

Ovviamente per avanzare nella nostra lotta non dobbiamo tenere conto solo delle questioni più operative, ma ci dovremo occupare dello sviluppo delle nostre tecnologie, spendendo denaro per ottenere alcuni bonus, mentre al tempo stesso studiamo la malattia per poterne produrre una cura sfruttando i campioni raccolti sul campo.

Tutti i nostri sforzi però saranno vani nel caso in cui la pandemia raggiunga il punto critico infettando una percentuale tanto alta di essere umani da impedire qualsiasi contromisura, e attenzione, perché questo punto critico non si raggiunge nel momento in cui tutte le città del mondo sono state infettate, ma varia molto a seconda della difficoltà scelta.

Quarantine


Squadra che vince non si cambia

Sulla carta quindi ci troviamo di fronte a un gioco che ci offre molte possibilità per personalizzare le nostre partite e per far sì che ogni partita sia effettivamente diversa l’una dall’altra; peccato però che tutto ciò resta appunto sulla carta al momento. Le uniche vere differenze si riscontrano nelle scelte che si fanno a inizio partita sulla tipologia di patogeno e sulla difficoltà generale, quest’ultima nemmeno calibrata troppo bene con picchi molto marcati fra un livello e l’altro. Le partite quindi si svolgono in modo molto lineare, inframmezzate solo da alcuni eventi casuali che ci aiuteranno o danneggeranno a seconda delle scelte che faremo.

Non troviamo varietà nemmeno nell’albero delle tecnologie, sempre uguale con bonus che poco centrano con il patogeno prescelto, non siamo spinti quindi a cambiare la nostra strategia di sviluppo una volta individuata quella che meglio si associa al nostro stile di gioco.

Infine, anche dal lato puramente strategico ci sono alcune lacune importanti, a partire dalla totale irrilevanza della posizione del proprio staff sulla mappa: non abbiamo malus di sorta, nemmeno un semplice costo del viaggio se trasferiamo un dottore situato a Los Angeles per prestare cure a Tokyo. Lo sviluppo della malattia poi risulta molto casuale, e, al di là delle connessioni fra le varie città, non è possibile prevedere con certezza come si svilupperà il patogeno, seppur gli sviluppatori asseriscano che la propagazione della malattia sia gestita da algoritmi che simulano il propagarsi delle vere pandemie.

Quarantine


Ci troviamo quindi di fronte a un gioco dalle forti potenzialità, con una base molto solida anche a livello tecnico, con davvero pochi bug riscontrati in questa prima build, se non qualche testo non ancora localizzato. Nonostante questo però nella versione attuale non vale i 15€ richiesti dall’acquisto dell’Early Access perché al di là delle prime divertenti ore di gioco, non riesce a mantenere alto l’interesse offrendo diverse possibilità di giocare la propria partita. Siamo solo all’inizio però, e se i ragazzi di Sproing faranno il loro lavoro nell’ascoltare i feedback dei videogiocatori potrebbero dar vita a un gestionale molto avanzato e appassionante.

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