Ratchet & Clank: Size Matters – Recensione Ratchet & Clank: L’Altezza non Conta

Dal 2002 al 2007: 5 capitoli in 5 anni

Nel 2002 Insomniac, sicuramente ricordata anche dagli appassionati di Spyro, diede vita ad una strana coppia di eroi col primo Ratchet & Clank per PS2: quello che inizialmente appariva come un classico platform e che segnò decisamente la storia con la sua battaglia a distanza col diretto concorrente Jak & Daxter, fu subito riclassificato data la solidità dell’elemento sparatutto presente in esso. Questo mix di non facile realizzazione riscosse molto successo portando gli sviluppatori a realizzare ben tre titoli per la console Sony. Ora quindi ci ritroviamo dinanzi alla decisione della SCEE, che visto il successo su console fissa, non voleva farsi sfuggire la console portatile. Il lavoro viene affidato all’High Impact Games, società che debutta sul mercato proprio con Size Matters contando tra le proprie fila alcuni membri di Insomniac già navigati su questo genere di giochi. L’iniziale timore per l’affidamento di quest’importante serie, che doveva in qualche modo confermare il successo avuto e riscosso a nuovi sviluppatori, svanisce in fretta dopo i primi dieci minuti di gioco: il passo falso di Gladiator viene oscurato e quindi eccoci dinanzi ad un quinto capitolo della serie, serie che nessuno si sarebbe mai immaginato di vedere così prolifica, ma ovviamente a nessuno dispiacerà godersi Ratchet & Clank formato portatile.

Il ritorno alle origini con un occhio al presente

Ratchet e Clank si stanno godendo il loro meritato riposo su una spiaggia immacolata, con tanto di sdrai e ombrelloni, prendendosi una meritata pausa dopo la loro ennesima impresa, che ovviamente ricorderete, tra la sconfitta di Nefarious e il reality al quale prese parte il Lombax, quando sopraggiunge una graziosa bambina di nome Luna. Questa altri non è che una fan del nostro beniamino (molto famoso dopo il buon esito della sfida organizzata dalla Deadzone) e desidera fotografarlo in pose eroiche. Il relax è bello che finito per Ratchet che non perde mai un attimo per mettersi in mostra, soprattutto se deve farlo dinanzi ad una accanita fan. Alcuni robot escono per affrontarlo facendo supporre che sia una messa in scena per stupire la pargoletta che invece è rapita dagli stessi. Così ha inizio la nostra avventura che ci porterà in giro per vari pianeti alla ricerca della bambina perduta, rivelando col passare delle ore una trama certamente meno banale rispetto all’inizio. Con una storia a base di umorismo da parte del famoso duo, sempre dovuta all’ottimo doppiaggio italiano, che non cambia rispetto ai capitoli su console fissa, affronteremo una storia che torna alle origini, lasciandosi alle spalle il mezzo passo falso fatto col Ratchet: Gladiator.

Platform e Sparatutto insieme

Consolidato con l’esperienza fatta su PlayStation 2, il gameplay del gioco arriva sulla PSP pressoché invariato. Questo punto forte della serie degli ultimi anni, mescola sparatutto e platform in maniera omogenea, andando incontro ad un numero sempre maggiore di note positive; infatti non è da poco conciliare il genere dedito ad acrobazie su piattaforma con un genere frenetico come lo Sparatutto. Durante la vostra avventura avrete la possibilità di usare molte armi diverse: pistole laser, lanciamissili, fucili a pompa e cannoni a risucchio ecc. Insomma, tutte le armi che avete potuto imparare ad apprezzare nel corso di ben quattro capitoli. Ciascuna di esse potrà essere potenziata svariate volte semplicemente utilizzandola spesso e, quindi, facendo crescere la barra d’esperienza. Questa gran varietà è alimentata dai venditori sparsi per il mondo che ci permetteranno di acquistare alcuni potenziamenti specifici per le armi. Muovendovi nei livelli non sentirete certamente la nostalgia delle caratteristiche che hanno fatto di Ratchet e Clank il miglior platform di questo periodo: Ratchet porta in spalla Clank e lo utilizza per compiere alcune azioni speciali, come ad esempio: planare, volare, prendere quota, ma comunque assistiamo già ad uno schema di gioco decisamente più classico. L’IA non brilla particolarmente ma conta sempre su un buon numero di nemici su schermo, che sparando alternativamente, riusciranno a metterci in difficoltà. Per aiutarci negli scontri gli sviluppatori hanno implementato alcuni movimenti aggiuntivi: usando il pad digitale ci muoveremo velocemente di lato, in avanti e indietro fissando nella stessa direzione; questa scelta è stata più che obbligata dalla PSP, menomata da alcuni comandi rispetto alla sorella fissa, e porta ad una scomodità nei controlli che prenderà diverso tempo per essere assimilata. I livelli scorrono in maniera lineare lasciandoci libertà di movimento negli ampi ambienti tridimensionali ricchi di Titanium bolts (la moneta) che sostituisce il bolts normale, utilizzato nel gioco per l’acquisto di potenziamenti. Il nostro eroe, durante i dieci livelli disponibili potrà collezionare vari set di armature, ciascuna delle quali sarà composta da quattro pezzi e, in seguito mescolarle per crearne di nuove, quindi un miglioramento rispetto ai capitoli precedenti che vedevano l’acquisto esclusivo del pezzo pre-preparato d’armatura. Queste non hanno puramente una funzione d’abbellimento ma ci conferiscono alcuni poteri speciali: assorbimento danni, invisibilità e chi più ne ha più ne metta. La ricerca di queste armature e dei loro relativi componenti, è uno degli elementi che renderanno Ratchet & Clank più longevo di quanto realmente sia, aumentando notevolmente il fattore esplorazione. Ad incrementare la durata e il valore del titolo vi è una solida modalità multiplayer che vi permetterà di affrontare online e offline fino a tre amici.

Addio Insomniac

High Impact Games è riuscita non solo a creare un titolo convincente, ma soprattutto a renderlo al meglio per le potenzialità della PSP: probabilmente l’Insomniac non ne sarebbe stata capace ed ecco perchè la vendita dei diritti, un po’ come accadde per la Naughty Dog quando "scaricò" il bandicoot alla Konami. La grafica è il fattore che salta più all’occhio con un buon dettaglio ed animazioni elaborate; è senza dubbio interessante l’utilizzo degli effetti speciali che sono curati minuziosamente, così come il design delle armature. Una piccola pecca arriva dalla gestione delle telecamere; la visuale fissa alle spalle di Ratchet è pressoché inutile, mentre per ruotare la visuale normale dovremo usare i tasti dorsali (L1 e R1) ovviamente, vista e considerata la menomazione dai tasti di secondo numero. Considerata l’assenza di un secondo pad analogico sulla PSP, sarebbe impossibile aspettarsi di più da Ratchet & Clank, platform che segnò la storia della Playstation 2 per la sua giocabilità, ma una volta trascorse le prime ore di gioco non baderemo più alla scomodità di certi comandi per poi iniziare ad elogiare anche l’audio del gioco che oltre alle musiche orecchiabili ci offre anche un ottimo doppiaggio italiano, menzionato poc’anzi, ed una buona campionatura d’ effetti sonori, che però, nel passaggio da console fissa a mobile, hanno perso molta consistenza e quindi difficilmente potremo capire se un nostro colpo è andato a buon fine solo dal sonoro: una pecca che però può anche passare inosservata.

Non c’è cinque senza sei

Una conclusione degna di nota è senza dubbio quella che ci porta a consigliare di dimenticare assolutamente il capitolo Gladiator, dimenticare l’assenza di Clank e tornare alle origini, ad una coppia vivace ed umoristica in ambiente sgargiante e felice, in una nuova pazza avventura all’insegna del divertimento. Mentre ci godiamo il quinto capitolo della serie su PSP c’è qualcosa che si muove nella SCEE, un qualcosa che fa capire che la serie non finirà qui: un sesto capitolo per PS3 sta nascendo e ancora una volta saremo pronti ad elogiare un Platform che ha già fatto la storia, spianandosi la strada senza problemi. Senza ombra di dubbio non dimenticheremo Ratchet & Clank e li affiancheremo facilmente a Crash Bandicoot, Spyro e, perchè no, anche a Jak & Daxter.

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