Red Dead Redemption: Undead Nightmare Pack – Recensione Red Dead Redemption: Undead Nightmare

Undead Nightmare (Terrore Dall’Oltretomba per la versione italiana) è il terzo Downloadable Content (DLC) rilasciato per l’acclamato Red Dead Redemption: il contenuto in questione riprende le stesse tematiche del capitolo originale, vale a dire gli stessi personaggi che abbiamo potuto apprezzare in esso e la medesima ambientazione, ma ponendoli alla mercé di una terribile piaga: i morti risorgono dalle loro bare per divorare i vivi, gettando ogni cosa nel caos più totale.
 



I morti sono tornati, e non sembrano contenti di rivedere i propri cari!

Negli ultimi tempi le interazioni videoludiche peculiarizzate dalla presenza di zombies non sono di certo mancate: basti pensare a Dead Rising o a Left 4 Dead, e risulta quindi necessaria la domanda: vale la pena acquistare un pacchetto del prezzo di circa dieci euro per affrontare una nemesi tanto sfruttata? Scopriamolo.

Dead Man Walking

La trama proposta da Undead Nightmare si inserisce a breve distanza dal termine della storyline originale, per cui risulta necessario avvisare chi ancora non l’avesse portata a termine della presenza di piccole rivelazioni riguardanti la stessa nelle righe a seguire di questo paragrafo.
John Marston è riuscito nel compito di recuperare i componenti della sua vecchia banda di banditi e di assicurarli (in modo più o meno ortodosso) alla giustizia, ed è quindi tornato dalla sua famiglia nel ranch di Beecher’s Hope, dedicandosi ad una vita da mandriano. Tuttavia, i guai sono come sempre restii a stargli lontano, ed ecco che sia che sua moglie Abigail che suo figlio Jack cadono preda dell’attacco di un infetto, venendo a loro volta contagiati dalla sconosciuta piaga in rapida propagazione per il paese. Senza indugiare, John parte quindi alla ricerca di una cura per i suoi cari: il suo viaggio lo porterà a reincontrare molti volti noti, come West Dickens, Bonnie McFarlane e Seth, nel tentativo di scoprire quale segreto si celi alla base dei terribili avvenimenti in atto. 

Apocalypse Now

Ecco, dunque, come le terre a nostra sempre libera disposizione esplorativa risultino sostanzialmente differenti rispetto al passato: i non-morti infestano le strade vicine alle città e gli animali, a loro volta contagiati, occupano i territori selvaggi.
 



Anche gli animali sono stati colpiti dalla piaga, e ora sono più aggressivi e pericolosi che mai

Compito del giocatore sarà quello di ripulire le città poste sotto assedio dalle orde di defunti in modo tale da potervisi riposare e far rifornimento di munizioni (unici modi per salvare e recuperare una quantità di colpi sufficiente a far fronte ad ogni evenienza, visto il considerevole decremento di scorte recuperabili al di fuori degli abitati), di seguire le missioni proposte dalla trama principale e di aiutare volti più o meno conosciuti, come in passato era possibile fare con gli sconosciuti.
Come la tradizione cinematografica impone, per eliminare gli innumerevoli avversari sempre pronti a sbranarci sarà necessario colpire gli stessi alla testa: ecco dunque che il sistema di coperture, invero piuttosto grezzo già nel titolo originale, perde d’importanza, andando a far risaltare la necessità di mantenersi in costante movimento e di essere quanto più precisi possibile; se da un lato il gameplay ne risente positivamente andando a risultare molto più dinamico, dall’altro è altresì vero che ciò rende praticamente inutile l’aggiunta delle nuove armi a disposizione: esse constano di un archibugio (arma pesante in grado letteralmente di annientare i non morti), di bocce di acqua santa (uguali alle molotov, ma che producono un fuoco blu che brucia la carne dei nostri avversari) e di una torcia.
 



Purtroppo l’uso della torcia è tutt’altro che raccomandato

L’introduzione di un’arma specificamente dedicata al corpo al corpo lascia intuire come la fisicità degli scontri sia necessariamente incrementata: l’idea di base è buona, ma la messa in atto non lo è a causa di una già criticata macchinosità insita nel sistema di controllo. Difatti la legnosità che contraddistingueva le animazioni di amici e nemici, protagonista incluso, ritorna e si rende più che mai frustrante a causa di molteplici bug di programmazione, che in più di un’occasione porteranno a far sì che il nostro alter-ego non segua le indicazioni impartitegli o che resti sprovvisto di un’adeguata guardia e muoia in modo del tutto evitabile. 
Fortunatamente per Rockstar però, il mix offerto funziona piuttosto bene: salvare le città, svolgere incarichi derivanti dalla trama principale o le varie side-quest risulta in un amalgama di situazioni mai noiose, malgrado una certa ripetitività dell’azione, che rende questo DLC piacevolmente scorrevole ed estremamente godibile, specie per gli appassionati dei vecchi B-Movie Horror
Inoltre, malgrado una necessaria riduzione delle attività eseguibili comprendenti un certo livello d’interazione con l’ambiente circostante, le cose da fare non mancheranno di certo: ritornano le sfide già proposte nel capitolo originale, atte a testare le capacità del giocatore e a permettergli di sbloccare nuovi oggetti e vestiti; sarà inoltre possibile dedicarsi alla ricerca di creature leggendarie come i quattro cavalli dell’Apocalisse od un Chupacabra, o persino di un Unicorno che lascia una scia arcobaleno al suo passaggio.
 



La fuga si rivelerà spesso una valida alternativa ad un rischioso spreco di pallottole

Tuttavia, a beneficiare particolarmente delle nuove aggiunte apportate da questa espansione, è il comparto multigiocatore: nuove modalità si fanno presenti, infarcite da zombies che richiederanno la nascita di un certo livello di cooperazione tra i giocatori; se dunque il multiplayer ideato da Rockstar era già qualitativamente elevato, Undead Nightmare riesce ad innalzare tale livello di almeno due spanne, andando a proporre intelligenti variazioni della formula di gioco e situazioni dello stesso davvero appaganti nel caso in cui si riuscisse a trovare un team adeguato, cosa che vista la popolosità dei server di gioco non dovrebbe risultare troppo difficile. 

It’s A Long Way Home

La durata del contenuto è estremamente soggettiva: a volerlo completare a gran carriera, saranno sufficienti tre o quattro ore per vedere il finale dell’opera; chi dovesse invece ricercare l’agognato 100% nelle proprie statistiche di completamento, si troverà impegnato a barcamenarsi tra orde di zombies per almeno una decina abbondante di ore, allungando quindi la sua esperienza in modo considerevole. Nota di merito in questo caso per le succitate aggiunte al comparto multigiocatore: esse saranno in grado d’impegnare i giocatori in nuove avvincenti sfide capaci di apportare novità interessanti e degne di nota ad una già ottimamente lavorata componente online.
 



In sella al suo destriero non-morto, Marston si prepara a far saltare qualche testa


Chi Muore Si Rivede

Rockstar Games si conferma capace di aggiungere qualità alla qualità: non solo Undead Nightmare è un’ottima ed intelligente variazione alla formula originariamente concepita in Redemption, ma risulta anche ottimo come prodotto a sé stante: potendo contare sul sempre carismatico John Marston, su di un cast di comprimari ottimamente caratterizzati, su di una importante variazione a livello di gameplay e su di una rinnovata colonna sonora d’eccezione, Terrore Dall’Oltretomba schiva le pallottole delle sue carenze tecniche e si fa apprezzare sia da chi giudicava il capostipite un gioco lento, sia da chi è amante di zombies, da un paio d’anni a questa parte di ritorno sulla cresta dell’onda. In definitiva, il pacchetto offerto merita l’esborso che richiede, e conferma la qualità e la capacità realizzativa della Software House più discussa di sempre.

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