Resident Evil 3: Nemesis – Recensione Resident Evil 3: Nemesis

Non c’è due senza tre

Eccoci a parlare del terzo capitolo di una delle saghe più belle e famose di tutti i tempi ossia Resident Evil. Coi primi due capitoli, la Capcom si guadagnò a tutti gli effetti gli onori della fama e il titolo di madre dei Survival Horror, visto che tutt’oggi la saga di Resident Evil è presa come termine di paragone per il genere. La Capcom nel 1996 creò un gioco di azione condito da parecchi elementi da film B-Movie. Esso trattava la storia di una speciale squadra della polizia di Raccoon City, ossia la squadra S.T.A.R.S, che doveva investigare su degli strani omicidi avvenuti nei boschi della città. Ben presto il team venne ridotto all’osso a causa di attacchi a sorpresa di strani esseri feroci. Nel gioco si controllavano i personaggi Jill Valentine e Chris Redfield. Durante lo svolgimento della trama, tra complotti e colpi di scena vari, si scopriva che dietro a tutto questo c’era l’industria farmaceutica Umbrella e i suoi esperimenti su nuove armi batteriologiche. Il gioco aveva diversi finali a seconda delle azioni che si portavano a compimento nel gioco. Un successo. Fu questo l’aggettivo con il quale in seguito venne descritto tale gioco. Senza lasciarsi sfuggire l’occasione quindi, Capcom si dedicò ben presto ad un sequel, che ebbe uno sviluppo molto travagliato, ma quando alla fine fu pubblicato, il mondo videoludico potè godere di una nuova perla: Resident EVil 2.
Il gioco era ambientato mesi dopo gli avvenimenti avvenuto nel primo capitolo. Due persone, un cadetto poliziotto di nome Leon S. Kennedy e una ragazza di nome Claire Redfield (sorella di Chris), si addentrano nella città di Raccoon City ognuno per motivi propri. Scoperto ben presto la verità che si cela nelle strade di Raccoon City, i due si incontrano e decidono di rifugiarsi nella stazione di polizia della città. Da lì in poi si evolverà la trama del gioco che porterà entrambi alla conoscenza di vari personaggi, ognuno dei quali, chi più e chi meno, collegato con i sporchi affari della Umbrella, fino a raggiungere la salvezza insperata scappando da Raccoon City. Con quasi 6 milioni di copie vendute, Biohazard 2 è tutt’ora da molti considerato il miglior gioco d’azione su PSX. Poteva la Capcom fermarsi al secondo episodio? Ovvio che no. Ed ecco che, prendendo spunto da uno dei tanti punti in sospeso della trama, arriva il III° episodio della saga, Resident Evil 3: Nemesis. L’eroina del primo gioco, Jill Valentine, dopo gli inutili tentativi di avvertire la popolazione del pericolo rappresentato dagli zombie, lascia la squadra S.T.A.R.S, ma disgraziatamente sceglie di rimanere in città fin quando non è completamente in mano agli zombie. Prendendone così i controlli, dovrete condurla alla salvezza tra mostri ed enigmi vari, prestando particolarmente attenzione al gigantesco Tyrant assassino di nome Nemesis.

La bella e la bestia

La serie di Resident Evil è da sempre un gioiello della Capcom per quanto riguarda il comparto tecnico. Molti sono gli elementi classici, tra qui gli sfondi prerenderizzati, disegnati ottimamente e dentro ai quali si muovono i personaggi costruiti in 3D poligonale. Bene, come sua abitudine, la Capcom ha ripreso tale schema e migliorandolo ulteriormente, sebbene con Resident Evil 2 si pensasse di aver raggiunto l’apice. Questa volta viaggerete per buona parte del gioco per le strade di Raccoon City e ognuna di essa, nei tanti sfondi che le compongono, suscita un senso di realismo e d’ispirazione, tanto sono ben dettagliate. Ammirerete così detriti per terra, persone morte, tabelle ancora in funzione e tante altre cose che vi sembrerà davvero di camminare in una città abbandonata e distrutta.
Non solo, nel gioco visiterete spesso delle locazioni, e anche se per breve tempo, non potrete fare a meno di rimanere a bocca aperta. Locali come il ristorante, oppure la torre dell’orologio, già dal di fuori sembrano reali, ma quando li visiterete all’interno, vi sembrerà di osservare delle fotografie oppure dei quadri artistici.
Gli unici problemi, che da sempre accompagnano la serie, sono il movimento dello schermo e l’inquadratura della telecamera. Ogni qualvolta andrete alla fine di uno sfondo per passare al successivo, lo schermo non vi segue in tempo reale, ma ci sarà un attimo di effetto "freeze" che rallenta un pò l’azione del gioco; l’altro difetto, ossia la telecamera, è costituito dal fatto che certe inquadrature sono troppo ambigue, non riprendono perfettamente nè la locazione di Jill nè quella dei nemici al di fuori del vostro campo visivo. Entrambi col passare del gioco scompariranno poichè ci farete l’abitudine, anche se, essendo il terzo capitolo, si sarebbe potuto fare qualcosina in più per limare questi aspetti.
Ritornando ai pregi del gioco, la Capcom si è prodigata ancor di più nel realizzare con tanta cura i personaggi poligonali.
Jill è più sexy che mai e non riuscirete a distoglierle mai gli occhi di dosso, per quanto dobbiate fare attenzione agli eventi del gioco; altrettanto dicasi per gli altri NPC che incontrete nella trama (pochini a dire il vero).
Ognuno di essi, complice anche il buon doppiaggio, tramette esattamente ciò che il suo aspetto grafico mostra. Così, se Carlos sembra un tipo alla mano con smanicato e capelli alla latin lover, così Nicholai, tutto bardato e dall’aspetto truce, sembrerà un tipo sospettoso seppur determinato.
Ovviamente il top lo si raggiunge nel design dei nemici. Questa volta gli zombie sono ancora più dettagliati e reali, sia nell’aspetto e sia nei movimenti, oltre ad essere in numero maggiore rispetto ai suoi predecessori. Altri nemici classici quali i cani ed i ragni sembrano gli stessi di sempre e tra le new entry ci sono delle nuove specie di Hunter (già visti nel primo capitolo) e di mutanti che sembrano un incrocio tra un alien ed un ragno. Ma il non plus ultra è lui, Nemesis. Tyrant dall’aspetto tutt’altro che amichevole, è davvero imponente e i suoi movimenti ben si adeguano a tale possenza. Si potrebbe quasi affermare che è stata riposta più cura nel costruire lui piuttosto che Jill.
Altra nota positiva, sono i filmati in CG. La presentazione è davvero qualcosa di strepitoso, raggiunta solamente dai filmati in cui si vede un Nemesis più arrabbiato che mai… piccola nota stonata è che Jill sembra un pò troppo robusta e meno affascinante in essi… ma lasciamo da parte queste considerazioni lascive. Quindi, come avete avuto modo di leggere, RE3 è dotato di un’eccellente grafica, anche se non ha fatto gridare al miracolo (così come fece Resident Evil 2) ed è sicuramente un ottimo esempio delle capacità della Capcom.

STAAAAAAAAAAAAAAARS!

Essendo un Survival Horror, il sonoro è una parte importantissima da realizzare in questi casi; anzi, si potrebbe dire che è addirittura più importante della grafica. Un mostro, per quanto brutto o orrido possa essere, al massimo vi potrà portare un senso di disgusto, ma per farvi venire un bello infarto, niente è meglio della mano di uno zombie che sbuca da una finestra per afferrarvi. Nei precedenti Resident Evil questo tipo di situazioni abbondavano. In Resident Evil 3 la tradizione continua? Più o meno. Ciò che aiutava i precedenti Resident Evil era il fatto che erano ambientati interamente (il primo) o quasi totalmente (il secondo) in delle locazioni al chiuso. In questo modo si potevano creare situazioni ricche di suspence. Ma in Resident Evil 3, per la maggior parte starete all’aperto e le locazioni, che vi prenderanno del tempo per essere superate, non hanno scene degne di nota. E allora cosa c’è di spaventoso? Nulla? Ma anche no. Ci sono un paio di scene che potrebbero farvi saltare dalla sedia, ma hanno un senso di già visto. Per ovviare a tale "mancanza", c’è lo spasimante tutto ciccia, brufoli e tentacoli di Jill ossia Nemesis. Questo bestione affettuoso sbucherà sempre quando meno ve lo aspettate e vi seguirà anche per varie schermate. Solo che a lui piace giocare al gatto con il topo e quindi potrebbe anche decidere di non seguirvi. Rimarrete così sempre in sospeso su quando aspettarvi la sua comparsa, la quale sarà sempre breve, giusto il tempo di sentir sbattere improvvisamente una porta e vedere un tir con un cappotto blu venirvi a sbattere in faccia. Inoltre, c’è da dire che Nemesis è anche doppiato bene, nonostante il suo vocabolario comprenda solo la parola S.T.A.R.S… ma è meglio che lo ascoltate con le vostre orecchie. Quindi, con Nemesis a dominare la scena, cosa rimane? Non troppo. Alcuni elementi, come i latrati degli zombie, sono ripresi tali e quali da Resident Evil 2. Invece, i rumori di fondo, come quelli che udirete per le strade di Raccoon City, sono ben fatti e immergono pienamente in un’atmosfera thriller più che horror. Altri effetti sonori, quali i rumori di spari oppure di esplosioni, sono nella norma, nulla di particolare da segnalare se non l’ottimo effetto "acido" e "congelante" di alcune granate e il rumore delle teste degli zombie che scoppiano dopo aver ricevuto un bel proiettile .44 dalla vostra fida e potente magnum.Continuando a parlare dei doppiaggi invece, emergono altre note positive. Così come detto prima, esso è adattato perfettamente per ogni personaggio, anche se di certo non sono da premio oscar alla fin fine.
Ciò che invece passa in sordina, sono le musiche in generale. Sarà che la componente d’azione è stata incentivata maggiormente rispetto al passato, ma in questo capitolo le musiche, a parte qualche occasione, non si impongono particolarmente, ma a conti fatti, vanno bene così.

The last escape

Siccome la protagonista di questo gioco è Jill, Resident Evil 3 non può che prendere luogo nel tempo immediatamente seguente a quello degli eventi del primo capitolo ed esattamente ventiquatt’ore prima degli eventi di Resident EVil 2, per poi finire ventiquatt’ore ore dopo quest’ultimo. Ma andiamo con ordine: dopo gli accadimenti della villa Spencer, nella quale buona parte del team S.T.A.R.S è stato decimato, i sopravvissuti hanno fatto rapporto al capo della polizia. Dopo aver scoperto che dietro a tutto questo si celava la Umbrella, l’industria farmaceutica che aveva politicamente in mano la città di Raccoon City, e dopo aver raccontato la tremenda esperienza vissuta, nessuno crede ai rimanenti membri della S.T.A.R.S.
Dopo questa bruciante offesa, Chris Redfield parte alla volta dell’europa per investigare nella sede europea della Umbrella. Jill invece decide di rimanere a Raccoon City, rifiutando l’invito di Chris di andare con lui, ma anche lei decide di lasciare la squadra S.T.A.R.S. Nemmeno il tempo di capire realmente cosa fare, che Raccoon City viene invasa dagli zombie e la povera Jill si trova al suo interno. All’inizio del gioco, dopo il filmato in cui viene mostrato la sconfitta della polizia, assisterete ad un breve monologo di Jill in cui racconta la sua breve esperienza e le azioni future che intende intraprendere. Così, dopo essere inizialmente fuggita da casa e rifugiatasi in un magazzino con un altro sopravvisuto, decide di mettersi realmente in moto per fuggire definitivamente dalla maledetta Raccoon City. Durante i primi minuti di gioco incontrerete una vecchia conoscenza che ha fatto la sua comparsa nei primi due capitoli, il quale, più disperato che mai, vi metterà in guardia contro una morte che sembra certa per tutti i membri sopravvissuti della S.T.A.R.S.
Dopo aver girovagato un altro pò per la città, tale mistero sarà presto risolto: la Umbrella, per far tacere definitivamente i sopravvissuti della S.T.A.R.S, ha sguinzagliato un enorme mostro per dar loro la caccia. Come molti di voi avranno capito, tale mostro altro non è che il Tyrant Nemesis. Dopo la sua prima, quanto breve comparsa, continuerete a viaggiare per la città di Raccoon City alla ricerca di una via di fuga, sempre braccati dall’onnipotente ed onnipresente Nemesis.
Durante lo svolgimento della trama verrete a contatto con uno speciale gruppo mercenario, tra i quali spicca Carlos Oliveira, l’uomo dall’accento che fa impazzire le donne. Per breve tempo coopererete con loro, ma non tutto è come sembra. Ad un certo punto del gioco poi, prenderete il controllo di Carlos e durante tale periodo avverrano gli avvenimenti di Resident Evil 2. Ancora dopo, ossia quando ritornerete nei panni di Jill e finirete il gioco (scoprendo nel frattempo altri macabri fatti riguardanti la Umbrella) passeranno altre ventiquattr’ore dopo Resident Evil 2.
Resident Evil 3, oltre ad essere l’ultimo titolo principale della serie per PlayStation, è anche l’ultimo gioco della saga ambientato a Raccoon City. Durante il finale del gioco infatti, si assisterà all’epilogo degli eventi della città dei morti viventi, epilogo che sarà poi ripreso all’inizio di Resident Evil 4.
Trama coinvolgente? Si, perchè no. Dopotutto molti si chiedevano che fine avesse fatto Jill e RE3 risponde appieno a tale domanda. Oltre alla trama principale poi, ci sono altri indizi che potrete sbloccare finendo il gioco molteplici volte alla difficoltà massima (cosa non da poco). Alla fine si tratta di brevi ma intensi epiloghi che spiegano parzialmente vari punti rimasti in sospeso coi precedenti capitoli (oltre a crearne di nuovi ovviamente). Un capitolo che porta ad una svolta della saga quindi; anche se all’apparenza sembra una specie di spin-off, così non è, in quanto è necessario giocarci per comprendere varie sfaccettature della trama in generale.

Nemesis, se ci sei, batti un colpo

Analizziamo il gameplay del gioco. Innanzitutto, il gioco si suddivide in modalità normale e difficile. Con la prima potrete partire con tutto l’armamentario del gioco a disposizione, godere di vari kit medici e di un nastro infinito per i salvataggi. Troppo facile? Ma anche no. Aspettate di affrontare Nemesis per la prima volta e poi capirete. É fortemente consigliato giocare un paio di volte con tale modalità, in quanto anche i più "esperti" del gioco potrebbero trovare dele difficoltà con il suddetto Tyrant. Cosa cambia allora nella modalità difficile? Poche cose, ma succose. Innanzitutto, giocando con la modalità difficile, ogni volta che "sconfiggerete" Nemesis (/me ride sotto i baffi), questo puffo un pò troppo cresciuto vi darà degli oggetti in regalo, molti dei quali sono parti per costruire armi nuove e più efficaci. Starà a voi capire quando vi converrà o meno affrontarlo. Poi, sempre in modalità difficile, potrete raccogliere armi come il lanciamine (divertente da usare ma con tante munizioni quanti sono i soldi in banca di un vagabondo in bancarotta); infine con la modalità difficile potrete sbloccare, una volta finito il gioco, uno degli epiloghi menzionati prima. Ah si, ci sono ben otto epiloghi… si avete letto bene, otto (8) epiloghi, quindi dovrete finire per ben otto volte il gioco e quindi affrontare Nemesis almeno una cinquantina di volte se siete davvero dei temerari. Questo per quanto riguarda le differenze evidenti tra le due modalità. Passiamo ad analizzare gli aspetti "normali" del gameplay, ossia i combattimenti e gli enigmi.
I primi non sono niente di nuovi per i fan della serie… come al solito dovrete equipaggiarvi con una delle tante armi che potrete raccogliere nel gioco, dalla semplice pistola di ordinanza al fucile mitragliatore, dal lanciagranate a un lanciamissili. Ovviamente avrete munizioni abbastanza limitate, di cui un 70% fisso andrà a finire nella pancia di Nemesis.
Ed a proposito di munizioni, è stata introdotta una bella novità, ossia il Kit del piccolo guerrafondaio, come io amo chiamarlo. In pratica, nel gioco, raccogliere vari flaconcini con della polvere da sparo, suddivisa in due tipi, A e B (originalità saltami addosso). Prevalentemente le prime danno munizioni per la pistola e le seconde per il fucile a pompa. Però potrete anche mescolarne ed ottenerne vari tipi come AAB, ABB oppure quelle di tipo C (basta mescolare A+B, sono le granate) e mescolare ancora fino a creare combinazioni di vario genere. I risultati delle combinazioni vanno dal darvi un quantitativo maggiore di un tipo di munizione, fino alla creazione di munizioni altrimenti introvabili nel gioco (come le granate acide oppure quelle esplosive per la pistola e il fucile. Davvero una trovata geniale.
Continuando a parlare di novità, una cosa che forse alla maggior parte di voi potrebbe sfuggire durante il gioco, è la "schivata": premendo al momento giusto i tasti opportuni, ossia prima che Nemesis vi stia per afferrare ad esempio, Jill schiverà l’attacco, facendole guadagnare tempo per attaccare, oltre che risparmiare molta energia, ma dovrete avere ottimi riflessi per utilizzarla al meglio.
Per curarvi poi, tornano in scena le care e buone erbe di Raccoon City (erbe medicinali senza nessun effetto stupefacente psicoattivo, casomai vi fossero venute in testa strane idee) ed anche i classici spray medici.
Anche questa volta poi, fanno il loro ritorno gli enigmi. Anche questa volta sono poco reali (nascondere una batteria di un ascensore dentro statua del municipio non è cosa di tutti i giorni), ma visto che sono un marchio di fabbrica della serie, ce li prendiamo così come sono, anche perchè sono stati ridotti rispetto al passato per favorirne una maggiore realisticità. Altra innovazione del gioco, sono le scelte in tempo reale. Durante il gioco, in particolari situazioni, sarete chiamati a scegliere tra due opzioni sulle azioni da farsi, altre convenienti ed altre un pò meno. Potrete anche decidere sul non decidere affatto, lasciando così tutto in mano al gioco… ma mentre alcune scelte coraggiose saranno premiate in vario modo, così quelle lasciate "al destino" potranno rivelarsi tutt’altro che piacevoli. Inutile dire che tutto va a beneficio della longevità. Cosa che forse solo i fan della serie noteranno, è che in RE3 non si può scegliere con chi giocare. Per la quasi totalità del gioco infatti, controllerete Jill e solo per una breve parentesi il mercenario Carlos. Ciò non deve far storcere il naso, poichè il gioco è comunque divertente e longevo. A proposito di longevità, oltre ai già citati epiloghi che si sbloccano finendo il gioco, sono disponibili vari bonus quali il minigioco dei mercenari "Operation Jackal" e vari costumi. Col minigioco, potrete impersonare uno dei mercenari del gioco allo scopo di raccogliere punti, uccidendo ogni cosa che vi si pari davanti. I punti raccolti vi serviranno per sbloccare poi armi speciali. I costumi invece, sono un appetibile modo per rigiocare l’avventura, ed è proprio il caso di dirlo, in altre vesti. Un costume in particolare, è collegato con una conoscenza alquanto "preistorica" per i fan Capcom. Ma non temete: Jill sarà sempre Jill, più sexy che mai.
Insomma, c’è parecchia carne (putrefatta e non) al fuoco in RE3, di certo non vi annoierete.

 

In the end

La Capcom ormai è esperta nel creare dei sequel per i suoi giochi, sequel che vedendo con un approfondito occhio critico, si rivelano essere gli stessi giochi di prima ma con dei miglioramenti più o meno vistosi. Sebbene ci siano delle novità nella meccanica di gioco, come le scelte di azione e la possibilità di esplorare effettivamente parte di Raccoon City, piuttosto che rimanere per ore nello stesso edificio, Resident Evil 3 non straccia di certo i suoi predecessori. É pur sempre un Resident Evil con i tratti classici del gioco, però si sente la mancanza di una vera e propria ventata di innovazione, cosa mascherata benissimo anche grazie alla caccia costante di Nemesis durante l’intero gioco. Tecnicamente invece, il gioco non possiede difetti rilevanti: graficamente è stupendo e tutto il resto è ok; anche i controlli, da sempre piccolo punto ostico della saga, sono stati migliorati grazie alla possibilità di girarsi subito di 180° gradi ad esempio. Il gioco è anche piuttosto longevo grazie ai tanti bonus che si possono sbloccare finendo il gioco molteplici volte e al minigioco dei mercenari. Giocateci quindi senza alcun dubbio, Nemesis vi aspetta.

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