Resident Evil 5: Desperate Escape – Recensione Resident Evil 5: Una Fuga Disperata

Chi ha seguito per filo e per segno la storia principale di Resident Evil 5 non può aver fatto a meno di porsi una domanda cruciale: che fine ha fatto Jill dopo la battaglia con Chris e Sheva ed essere successivamente svenuta? Come è riuscita a portare in salvo i due protagonisti insieme al capitano della Squadra Delta della BSAA africana, Josh? La risposta a tutti i nostri quesiti è nell’inedito DLC rilasciato da Capcom il 3 marzo sul Marketplace XBOX Live! e il giorno successivo su Playstation Network: Una Fuga Disperata.


Tramite Jill e Josh ci faremo strada tra i majini per fuggire

Duecentocinquanta majini andavano a Kijuju…

Una Fuga Disperata è il secondo di due DLC atti a far luce su degli avvenimenti chiave della storia di Resident Evil 5. Nel primo di questi, Incubo Senza Fine, analizzavamo gli eventi precedenti alla missione africana di Chris Redfield, mentre adesso dovremo avventurarci per i meandri di una Kijuju non più rurale e abbandonata a se stessa, ma simile ad un ben munito campo di  battaglia. Cronologicamente ambientato subito dopo il Capitolo 5-3 della storia principale, questo DLC ci farà partecipi della missione di Jill, ancora intontita a causa del dispositivo che Wesker, acerrimo nemico di Redfield e compagnia, le aveva impiantato per soggiogarla e controllarla mentalmente, e Josh, arrivato giusto in tempo per salvare la bionda, che tenteranno insieme di scappare dalla cittadina africana e, in contemporanea, portare in salvo i loro compagni Chris e Sheva: una modalità del genere venne introdotta per la prima volta anche in Resident Evil 4 dove, giocando a Separate Ways, dovevamo manovrare Ada in alcune missioni ambientate in contemporanea con quelle di Leon; in questo caso i due personaggi saranno le ombre dei protagonisti principali e noi ci sobbarcheremo il compito di "accompagnarli" durante quest’intensa esperienza.

L’episodio (che, ricordiamo, può essere svolto in co-op così come Incubo Senza Fine) inizierà concatenando alcune cutscenes già viste nella campagna ordinaria di RE5 con altre inedite che ci chiariranno le idee. Appena avremo il controllo dei personaggi  (inizialmente sarà possibile utilizzare solamente Jill) potremo da subito accorgersi di come il nostro inventario sia scarno, ma comunque utile: Jill sfoggerà una mitragliatrice Vz.61, ormai arma di rito della platinata in tuta blu aderente, mentre Josh farà affidamento sulla M92F a cui si accompagna un utilissimo spray di pronto soccorso. Non pensate subito al peggio però: come nello scorso DLC anche qui potremo trovare diverse armi nel corso dell’avventura, da pistole ordinarie ai lanciarazzi, che, a seconda della difficoltà, cambieranno locazione e renderanno il tutto più invitante, e anche snervante, talvolta. Inutile dire che quando armi e munizioni scarseggiano il corpo a corpo si rivela la strategia migliore, specie con la CPU e il suo (non sempre) tempestivo aiuto, così come l’onnipresente coltello.

La parte forte di Una Fuga Disperata si basa principalmente sull’avventura frenetica e senza un attimo di tranquillità che ci accingeremo ad intraprendere. Mentre combatteremo contro orde di majini che ci sembreranno infinite (più di 150 in una sola sessione, che non è affatto poco) dovremo cercare una via d’uscita, per fortuna non riassumibile in un blando "cerca la chiave – apri la porta – sconfiggi un miniboss", ma che invece ci vedrà affrontare diversi tipi di difficoltà lungo la strada per la libertà, condita di bossoli e sangue. Durante il gioco ritroveremo inoltre delle facce conosciute come il Boia, i majini col megafono (i Ribelli, che compariranno solo dover ucciso un certo numero di mostri ordinari in 3 aree diverse), quelli con la motosega e i gigantici gatling, per non parlare dei Reaper, gli insetti fumogeni, che verranno a salutarci con i loro gorgoglii per nulla simpatici.

 


Capcom riesce sempre a stupire con la grafica indescrivibile degli ambienti
 

Con una durata media di un’ora, Una Fuga Disperata si rivela considerevolmente più duraturo di Incubo Senza Fine, la cui durata si aggirava all’incirca sui quaranta minuti scarsi. Mentre nel primo DLC l’unico picco di difficoltà riscontrata era nell’enigma dei guardiani, in questo invece ci troveremo invischiati in un vero e proprio campo di battaglia dove i momenti di calma saranno rarissimi se non completamente assenti; per noi è stato un fattore più che convincente, tant’è che non riusciamo a staccarci dai magnifici gameplay che, in difficoltà elevata, tolgono il fiato per la loro freneticità,  anche se il fondoschiena di Miss Valentine dà il suo contributo all’opera di incollamento del giocatore allo schermo. 

Resident Evil 4… In Africa?

Se dovessimo confrontare questo DLC con un gioco della stessa risma di Resident Evil 5 allora dovremo chiamare in causa il suo predecessore. Se Incubo Senza Fine era stato pensato come un ritorno alle origini verso l’universo capcomiano della villa in mezzo alla foresta, perlopiù pensato come downloadable content dedicato ai fan nostalgici della serie, Una Fuga Disperata incarna più gli ambienti industriali e i macchinari bellici incontrati in Resident Evil 4, marcando inoltre alcuni passaggi molto simili a quelli del Capitolo 4 di Separate Ways, anche se non sappiamo se Capcom ha intenzionalmente fatto sì che questo capitolo extra sembrasse un vero e proprio tributo alla parte militare di RE4 (anche se ammettiamo che il setting non è dei più memorabili, a differenza della villa citata sempre e ovunque). Il primo dei dettagli che più si nota fra tutti è la presenza intensa, ma per nulla esagerata, di tantissimi majini in un solo quadro; a seguire si accompagnano dei lati minori del gameplay, come le porte blindate buttate giù dai cannoni che dovremo comandare noi, o il campo della battaglia cielo aperto che ricorda moltissimo lo scontro tra Ada e Krauser. Insomma, tanti piccoli dettagli che nel complesso onorano anche Resident Evil 4, senza dare tutta la gloria al capostipite della serie.

 

Una delle acrobatiche mosse eseguibili da Jill

 

E alla fine lanciarono razzi, felici e contenti

In definitiva, sia sul complesso grafico e sonoro (che poco differiscono da quelli del RE5 originario) che su quello di gioco, Una Fuga Disperata si prende la sua meritata fetta di gloria dalla torta dei DLC di Resident Evil 5. Non dobbiamo assolutamente paragonarlo a quello precedente però, visto il grande salto effettuato tra un DLC e l’altro e il cambio radicale di scenari: un ottimo diversivo per passare un’ora diversa dalla solita e divertirsi con orde di majini di tutto i tipi, magari sperimentando strategie in co-op o solamente scaricando caricatori interi sopra i petti pulsanti di qualche Reaper.

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