Resident Evil 7: La Fine di Zoe – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Una motosega, arti mozzati, la parola “evil” nel titolo: l’ultimo, terrificante, capitolo di Resident Evil (il settimo della serie) ha tantissimo in comune con il cult “Evil Dead” di Sam Raimi. Non è nemmeno una casualità che in terra nostrana il film sia stato localizzato come “La Casa”: quella dell’ultimo Resident Evil è decisamente più vasta e lussuosa rispetto al cottage nel bosco in cui l’Ash Williams di Bruce Campbell faceva a pezzi i propri cari a mano a mano che venivano posseduti dal male, ma siamo pronti a scommettere che ogni fan dell’horror vecchio stile ha pianto lacrime di gioia assistendo a come il reboot di Resident Evil abbia cancellato i passi falsi degli ultimi anni riportando il brand sulla strada dell’orrore vero.

È quindi un vero piacere ritornare a girovagare nelle paludi attorno alla casa dei Baker e reimmergersi – con o senza Playstation VR – nel terrificante universo di RE con il DLC Resident Evil 7: La Fine di Zoe.

Resident Evil 7: La Fine di Zoe

La narrazione di questo contenuto aggiuntivo – scaricabile al prezzo di 15 € o contenuto gratuitamente nelle versioni Deluxe e Gold di Resident Evil 7: Biohazard – inizia nell’esatto momento in cui Ethan e Mia abbandonano Zoe al molo, per addentrarsi con il gommone nelle paludi circostanti la casa. Iniziamo quindi con il consigliarvi vivamente di giocare a questo contenuto soltanto dopo aver concluso l’avventura principale: soltanto così potrete evitare fastidiosi spoiler e apprezzare appieno la caratterizzazione della sfortunata Zoe, unico componente mentalmente sano (perlomeno, rispetto agli altri) della squilibrata famiglia Baker.

Zoe – non aggiungiamo troppi dettagli per chi eventualmente non avesse ancora giocato a RE 7 – dopo aver aiutato Mia si ritrova malata e impossibilitata a muoversi. Il giocatore veste i panni di Joe Baker, fratello del temibile Jack e, nelle due ore abbondanti necessarie a terminare il DLC, è chiamato ad aggirarsi nell’area attorno alla casa principale per sconfiggere i nemici e trovare gli ingredienti necessari a sintetizzare una medicina che riporti Zoe in salute. Non è una trama memorabile ma, dato il gameplay di cui parleremo tra poco, sicuramente il focus di questa espansione non è il voler raccontare una storia importante, quanto piuttosto semplicemente colmare un piccolo buco lasciato nella trama e regalare ai giocatori un po’ di potere per vendicarsi dei mostri che tanto li hanno fatti penare nei panni di Ethan.

Resident Evil 7: La Fine di Zoe

Non troviamo un modo migliore per dirlo: Joe, tanto nei modi quanto nell’aspetto, è una sorta di Wolverine. Combatte contro i nemici a suon di pugni in faccia e, credeteci, i suoi ganci sono efficaci tanto quanto un colpo di fucile alla testa. Aggiungete che è addirittura possibile potenziare la forza dirompente di Joe con degli oggetti raccolti durante la breve avventura e capirete la nostra difficoltà nel giudicare quella che è la caratteristica più innovativa e snaturante di Resident Evil 7: La Fine di Zoe. Se da una parte il DLC riesce perfettamente nell’intendo di rinfrescare il gameplay offrendo un approccio totalmente differente rispetto a quanto visto nei panni degli altri personaggi dell’avventura principale, ritrovarsi con la forza fisica del miglior Bud Spencer allontana quella sensazione di terrore e impotenza che nei panni di Ethan faceva trasalire il giocatore al minimo rumore, soprattutto quanto i proiettili e le erbe mediche scarseggiavano.

Un minimo di componente survival comunque è ancora presente, per l’occasione riveduta e corretta per adattarsi ai rudi espedienti di sopravvivenza di un uomo simil-Logan come Joe: se ferito (con i mostri più forti succede anche a lui) quest’ultimo potrà recuperare le forze mangiando piccoli animali e disgustosi vermi di palude invece che le classiche erbe mediche. Aggiungiamo un lieve accenno di crafting, necessario a fabbricare delle lance per sconfiggere gli alligatori (tra i pochissimi nemici non riciclati dal gioco principale) e avrete il quadro completo di quanto offre questo contenuto.

Resident Evil 7: La Fine di Zoe

Il comparto tecnico è il medesimo – e ottimo – già visto in Resident Evil 7: Biohazard. Scendendo a leggeri compromessi per permettere la fruibilità del gioco sia in VR che in modalità “classica”, il RE Engine offre una buona fluidità e un’ottima gestione delle luci, che negli ambienti umidi della palude ricordano a tratti lo stile grafico della Rapture di Bioshock, cosa che sicuramente aiuta a riportare in auge un po’ del mistero e della paura che la forza spropositata di Joe non trasmette al giocatore.

Anche il comparto audio è curato come nel resto dell’avventura, con una colonna sonora minimale ma intensa al punto giusto, e un doppiaggio tutto sommato ben fatto, anche se non particolarmente memorabile.

Resident Evil 7: La Fine di Zoe


Resident Evil 7: La Fine di Zoe è un contenuto aggiuntivo per tutti quelli che hanno amato Resident Evil 7 e che vogliono tornare nella casa dei Baker, stavolta a far danni: dimenticatevi l’orrore e l’impotenza di Ethan, perchè nei panni di Joe potrete finalmente vendicarvi dei mostri del gioco prendendoli letteralmente a schiaffoni. La nuova prospettiva offre certamente un diverso approccio e rinfresca in parte il gameplay, anche se così facendo viene a mancare la componente di terrore che questo Resident Evil aveva faticosamente riportato in auge. A voi valutare l’acquisto in base a quanto qui scritto, fermo restando che se siete acquirenti della Gold Edition non avete scuse per farvi scappare queste due ore in compagnia di Joe Baker.

7.2

Pro

  • Finalmente colmato il buco nella trama di Zoe
  • Nuovo personaggio e nuovo approccio al gioco

Contro

  • La forza spropositata di Joe toglie la sensazione di paura
  • Longevità di poco superiore alle due ore
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