Resonance of Fate – Anteprima Resonance of Fate

Durante quest’anno SEGA si è fatta strada con la new entry creata da Hideki Kamiya, già padre della serie di Resident Evil e del platinato Dante di Devil May Cry, e della sua Platinum Games, portando ai videogiocatori la procace strega Bayonetta che si annuncia come il gioco che rivoluzionerà il genere action.

Non ancora sazia dalla notorietà ricevuta, la nota casa produttrice sta per augurarci un buon 2010 sfornando un nuovo rpg in collaborazione con tri-Ace, già famosa per titoli come Star Ocean: The Last Hope e Infinite Undiscovery: L’oggetto della discussione è ovviamente End of Eternity, che in occidente adotterà la nomea di Resonance of Fate. Programmato per uscire il 28 gennaio sul suolo nipponico, SEGA ha comunque confermato che nella primavera del prossimo anno anche in Europa potremo goderci questo piccolo capolavoro; nel frattempo chi può fare affidamento su un account giapponese di Xbox LIVE o PSN, può godersi la più che soddisfacente demo rilasciata sui Marketplace e PSN del Sol Levante.


La bellissima Reanbell, una dei tre personaggi utilizzabili nella demo

Senza introduzioni di sorta né video esplicativi che ci spieghino almeno di cosa tratti il gioco, saremo subito catapultati alla schermata di inizio che farà selezionare la modalità di gioco preferita, a scelta tra Newcomer, in cui un semplicissimo tutorial ci spiegherà le nozioni del battle system, il t-A-B, di cui parleremo in seguito, e Normal, dove le istruzioni saranno omesse totalmente. Premiamo quindi Start e iniziamo subito a combattere.

Nella demo di Resonance of Fate faremo la conoscenza dei tre personaggi del party al momento giocabili: Vashyron, un chiaro esempio di stereotipo del bello e dannato presente in quasi tutti i Jrpg, Zephyr, ragazzino efebico ma dal temperamento apparentemente ribelle, e Reanbell, una giovane donna dai capelli biondi. Uno diverso dall’altro, questi personaggi hanno solamente un punto in comune: usano delle pistole per attaccare; mentre Vashyron e Reanbell fanno affidamento al caricatore di una semplice calibro .45, Zephyr si dimostra il più sprezzante con la sua mitraglietta in mano, capace di far piovere una scarica di proiettili velocissimi in pochissimo tempo. Dopo aver fatto un giro per tutti i sottomenù nella schermata di pausa e aver analizzato al meglio le funzionalità di ogni tasto del joypad (nel caso vi perdiate qualche tutorial, premendo Start sarà comunque presente una legenda che vi permetterà di rinfrescarvi la memoria), possiamo dare il via alle danze.

Per domani, il tempo è: pioggia. Di proiettili.

L’arena che ci si presenta davanti agli occhi è semplicemente cinematografica, così come le azioni che i nostri personaggi  (a differenza dei nemici, che oltre a cadere per terra tramortiti non eseguiranno  delle azioni così tanto funamboliche) potranno compiervi al suo interno – i salti di 5 e più metri che tolgono quel poco di serietà alla fisica del gioco, ad esempio.

L’ambiente del campo di battaglia è semplice e spartano, ma anche ampio e in grado di ospitare qualsiasi movimento. Ogni personaggio (selezionabile tramite i grilletti del pad senza essere limitati dall’aspettare il proprio turno) potrà infatti muoversi tranquillamente per tutto il campo di battaglia nel momento in cui verrà selezionato. È proprio qui che entra in gioco il BS già accennato prima: il tri-Attack-Battle (che sia una coincidenza che il team che sviluppa Resonance of Fate si chiami tri-Ace?), ci permetterà di attaccare in tre modi diversi i nostri nemici. Il primo è un semplice comando d’attacco eseguibile una sola volta per turno, dandoci la possibilità però di fare ciò che vogliamo (ad esempio, muoversi per trovare una posizione favorevole, cambiare arma o usare oggetti) entro ovviamente il limite di tempo del turno. Se volessimo attaccare, dopo aver premuto A (o X per la versione Sony) sul bersaglio scelto (selezionabile tramite la croce digitale del pad), un mirino grigio comparirà sullo schermo, iniziando a riempirsi fino a quando non avrà completato i 4 quadranti che lo dividono e ci darà la possibilità di sferrare il nostro attacco.

Di primo acchito può sembrare un sistema simile a quello con gli anelli da centrare di Shadow Hearts o del più recente Lost Odyssey, ma quando vedrete che all’inizio del secondo, terzo o quarto giro le cifre a destra dello schermo aumenteranno esponenzialmente al numero di giri, allora capirete in cosa consiste veramente il BS di Resonance of Fate. Lasciando riempire il mirino, riusciremo infatti a sferrare attacchi "amplificati", che vanno dal x1.0 (lo standard) fino a che non deciderete di attaccare oppure venire interrotti da un attacco avversario. Il difetto di questa prima modalità di offesa è però uno solo: tutti i personaggi rimangono privi di difese e la probabilità di amplificare anche i danni ricevuti è alta, visto che i nemici ci attaccheranno in tempo reale.
 


La spettacolarità e il dinamismo degli attacchi mozza il fiato

 

Combattendo le leggi della fisica, nella seconda e terza modalità di attacco i nostri personaggi potranno esibirsi in eccellenti e coreografiche mosse condite da un pizzico di polvere.

La prima di queste viene chiamata Invincible Attack: il personaggio prescelto diventerà totalmente intangibile e non verrà attaccato mentre eseguirà questa tipologia d’attacco racchiusa nel t-A-B. Analizzando meglio l’Invincible Attack: alla prima pressione di X sceglieremo un percorso lineare da far seguire al nostro personaggio; premendo di nuovo X il nostro "eroe" percorrerà tale traiettoria, correndo velocemente per il campo finché non è arrivato a destinazione. Oltre a velocizzare i movimenti tradizionali, tramite l’Invincible Attack il nostro personaggio potrà sparare sia mentre corre che quando si alza in salto, rendendo ancor più cinematografiche le sequenze di attacco e arricchendo il tutto con spettacolari sparatorie. Purtroppo per noi però, l’Invincible Attack è limitato ad un numero massimo in comune per tutto il party: quando si azzererà, i personaggi correrrano nel panico e la scritta DANGER a caratteri cubitali apparirà sul nostro schermo. I nostri tre compagni inizieranno a tremare e a nascondersi la testa con le braccia, incapaci di muoversi e attaccare contemporaneamente, con altissime probabilità di subire gravi danni, chiamati Direct Damage e colorati in rosso (contrapposti agli Scratch Damage, colorati di azzurro).
L’ultimo tipo di offesa è il magistrale Resonance Attack, che ci permetterà, incrociando la traiettoria della linea dell’Invincible Attack con la zona dei personaggi rimasti, di effettuare degli attacchi sempre più spettacolari e concatenare delle combo sempre più devastanti.

Qualsiasi tipo di attacco del t-A-B si scelga di utilizzare avrà bisogno di un fattore comune impossibile da tralasciare: la distanza, che gioca un ruolo importantissimo nel BS, avrà un rapporto proporzionale con il mirino che ci aiuterà a fare più danni possibili al nostro nemico. Infatti, più il personaggio che attacca è vicino al bersaglio, più l’anello offensivo riempirà le barre moltiplicatrici di danno, dandoci modo di uccidere di colpi il povero destinatario di tutte le nostre pallottole.

Fine dell’eternità? No, fine della demo

Dopo 4 stage più un boss finale che passano lisci come l’olio, la demo di Resonance of Fate si rivela apprezzabile nella sua durata non troppo prolungata. La grafica è resa benissimo, senza episodi di lag o appesantimenti dovuti alle tantissime scene quasi estratte da una cut-scene che ci verranno proposte in game. Peccato per la musica dell’arena, che a lungo andare diventa una nenia tediante, ma confidiamo nelle altre tracce che troveremo nel gioco completo.

In definitiva, Resonance of Fate, previsto in Giappone per il 28 gennaio 2010, si presenta come un must per i fan dei jrpg, specie per coloro vogliosi di variare e provare l’impatto action così ben congeniato da tri-Ace.

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