Runaway: A Twist of Fate – Recensione Runaway: A Twist of Fate

La casa sviluppatrice spagnola Pendulo Studio torna nel mercato dei videogiochi con il terzo capitolo della sua apprezzatissima ed irreverente saga. Runaway 3: A Twist of Fate riesce, seppur la poca importanza data alle avventure grafiche negli ultimi tempi, a farsi sentire nel mondo videoludico, ricordando ai videogiocatori le fantastiche avventure grafiche degli anni ’90, riproponendo un gameplay per l’appunto di vecchio stampo.  In un’epoca dove dunque tale genere passa sotto tono rispetto ai "grossi" titoli con grafiche spettacolari e gameplay fuori dal comune, il nuovo Runaway è ben accetto nell’ormai dimenticato mondo delle avventure grafiche. Siete pronti a divertirvi ancora una volta con i mitici Brian e Gina?

  


 Riposa in pace…Brian

Entrati in gioco cominceremo a vivere i fatti conclusi nel secondo capitolo. Brian è stato accusato di omicidio, ma poiché durante le sue dichiarazioni in tribunale ha riferito ripetutamente di non ricordare nulla dell’accaduto,  viene rinchiuso nella clinica psichiatrica Happy Dale. Sfortunatamente Brian, durante la sua permanenza nella clinica, muore coinvolto in un incidente. Ed è qui che ha inizio la nostra avventura, nei panni di Gina (eh sì, questa volta impersoneremo anche la bella Gina) all’interno di un cimitero, subito dopo il funerale di Brian. Ma sarà davvero defunto il nostro simpatico biondino?
Non aggiungendo altro alla trama, si può benissimo affermare che quest’ultima si attesta generalmente su ottimi livelli. Con un ritmo incalzante non toglie mai la voglia di proseguire, ma aumenta costantemente la curiosità nel giocatore. Inoltre, per un neofita del mondo di Runaway, apprendere gli intriganti fatti di A Twist of Fate non sarà per nulla arduo, dati i pochi punti di collegamento con il precedente capitolo. Ad accompagnare la trama abbiamo poi, oltre ai due protagonisti carichi di sfaccettature caratteriali perfette ed esilaranti, un buon numero di personaggi secondari anch’essi caratterizzati ognuno in maniera ottimale, carichi di citazioni, in particolare verso il mondo del cinema, che sapranno divertire e approfondire il mondo demenziale proposto da Pendulo Studio. Brian e Gina, in questo terzo capitolo, hanno raggiunto la loro "fase caratteriale" finale rispetto ai precedenti episodi: Brian, lasciato per lo più il look spavaldo, è ora più trasandato, mentre Gina non si presenterà più come la classica ed "inutile" pupa di turno, ma sarà invece pienamente inserita nello svolgersi della storia.

  


Fuggiamo dagli indovinelli?

Il titolo, come sopra citato, ha un gameplay di base paragonabile alle più classiche avventure grafiche. Con il solo utilizzo del mouse ci muoveremo nello scenario e puntando il cursore sopra personaggi e particolari oggetti potremo interagire con essi in 3 modi differenti: osservandolo, parlandogli, prendendoli. Con il tasto destro del mouse si potrà scorrere tra queste tre possibilità, mentre con il sinistro si confermerà la scelta.
In questo terzo capitolo, in un menu in alto nella schermata di gioco, potremo accedere a due interessanti aggiunte. La prima è un sistema gradevole e ben accetto, seppur in alcuni casi semplificativo, che permette al giocatore di non infuriarsi contro i comuni problemi di pixel hunting, evidenziando istantaneamente tutti i punti interattivi presenti nella visuale di gioco. La seconda aggiunta è un sistema di aiuti utilizzabile in qualsiasi momento. Lo stesso sistema di aiuti è stato realizzato con uno sfondo comico, ci troveremo infatti a parlare con un simpatico ometto che ci fornirà attraverso semplici giochi di parole la soluzione dell’enigma. L’aver aggiunto tale sistema può rappresentare sia un bene che un male; i meno attenti e superficiali ne saranno contenti, mentre i puristi delle avventure grafiche ne rimarranno amareggiati.

  

Per quanto riguarda gli indovinelli stessi, la realizzazione risulta davvero buona. Il più delle volte saranno del classico tipo "cerca l’oggetto", "usa l’oggetto". I vari oggetti presenti nel nostro inventario potranno poi essere combinati fra loro o utilizzati con l’ambiente circostante, secondo puzzle di carattere logico e mai troppo complessi. Al riguardo si sottolinea la relativa semplicità della maggior parte degli enigmi che, grazie anche al suddetto sistema di aiuti, difficilmente bloccheranno un qualsiasi giocatore  lungo la trama. Saranno essenziali i dialoghi a scelta multipla con i vari personaggi presenti in gioco, sia per proseguire lungo la storia, sia per avere informazioni riguardo ad indovinelli da risolvere, o semplicemente per farsi qualche risata in seguito a stupide affermazioni da parte dei personaggi stessi.
La longevità si attesta sulle 14 ore circa, a seconda poi dell’abilità del videogiocatore e dell’uso o meno degli aiuti.

  


Dal lato comico al lato tecnico…

La grafica di gioco presenta un classico 2.5D, in stile cell shading. La componente cartoon che ha caratterizzato i precedenti capitoli è stata mantenuta, seppur l’uso dei colori sia passato a certi aspetti e toni più oscuri. I personaggi sono ben realizzati, con movenze per lo più fluide e piacevoli. In un periodo in cui il next gen domina tra i videogiochi, Runaway ha portato il proprio motore grafico a livelli davvero ottimi, con una risoluzione grafica a 1280×800. Gli scenari sono realizzati in maniera altrettanto ottimale, seppur non siano realmente molti e di per sé poco vari rispetto ai predecessori.
Sonoro d’alta qualità, con doppiaggi in lingua anglosassone ricchi di carattere e azzeccati per ogni tipologia di personaggio. Nella versione italiana purtroppo (o fortunatamente?) i dialoghi rimangono in inglese, ma sottotitolati nella nostra lingua madre. Inoltre, ancora una volta, Vera Rodriguez accompagnerà gran parte della colonna sonora del prodotto.

 



Conclusione

Insomma, Runaway 3: A Twist of Fate è un’avventura grafica lodevole che di questi tempi regala attimi di puro e sfrenato divertimento agli amanti del genere. Un gameplay vecchio stile ma pur sempre apprezzato, con enigmi ben pensati (seppur non troppo ostici pensando anche al sistema di aiuti), accompagnati da un comparto tecnico di tutto rispetto, che innalzano il titolo su ottimi livelli. A fare poi da cornice avremo l’atmosfera demenziale e comica della serie Runaway, che strapperà ai videogiocatori non poche risate. Questo terzo ed ultimo episodio della serie (ne siamo proprio sicuri?) chiude in bellezza la trilogia Runaway, intrappolando il giocatore negli intrighi delle sue variegate vicende. Un must per gli amanti dei due predecessori, ma altrettanto apprezzabile per i neofiti della serie, data la storia per lo più a sé stante. Cosa aspettate dunque a correre nei negozi ed andarvene via con questa nuova ed avvincente avventura grafica?

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