Ryse: Son Of Rome – Ryse: Son Of Rome

Tra i titoli mostrati allo scorso E3, Ryse: Sons of Rome, presentato da Crytek nel lontano 2010 con il nome di Codename Kingdoms, ha saputo catturare l’attenzione del pubblico anche grazie a un comparto tecnico di prim’ordine, fornendo un gustosissimo assaggio della potenzialità dell’imminente Xbox One (non a caso, ne è un’esclusiva).

Quo vadis, baby?

Nel gioco vestiremo i panni del giovane soldato romano Marius Titus che, dopo aver assistito allo sterminio della sua famiglia per mano dei barbari, decide di unirsi all’esercito romano in viaggio verso la Britannia.
La sete di vendetta lo porterà a scalare rapidamente i ranghi dell’esercito, fino a divenire un leader ed uno strenuo difensore dell’Impero.

Tra i tanti personaggi che costellano l’universo di Ryse, sono già stati resi noti i nomi di Vitallion, carismatico generale romano nonché mèntore di Marius; Nero, Imperatore di Roma; Commodus, figlio di Nero e temibile governatore della Britannia; Bassilius, lascivo, e più giovane, figlio di Nero; Oswald, Re dei Bretoni; Boudica, figlia di Re Oswald, e Glott, leader dei barbari, più simile ad una bestia che ad un uomo, acerrimo nemico tanto dei Romani quanto della tribù di Oswald.
Menzione a parte per The Spirit Gods, spiriti guida che, in forma mortale, accompagneranno Marius nel corso dell’avventura: l’uno ha sembianze femminili ed emana un’aura mistica, l’altro, Aquilo, brama invece la distruzione di Roma.

Peraltro, Microsoft ha da poco rilasciato un fumetto interattivo dedicato al gioco: intitolato “Son of Damocles”, si compone di tre uscite (I. CLAUDIUS, II. PORCIUS, III. HELVA), sebbene al momento sia stato reso disponibile soltanto il primo numero (lungo 31 pagine).
Inoltre, la lettura del fumetto dovrebbe dare accesso ad alcuni speciali contenuti da utilizzare nel gioco, in uscita a novembre (contestualmente al lancio della nuova console).

Premere un tasto per continuare…
Sul versante del gameplay, Ryse non si discosta dagli stilemi tipici del genere hack’n’slash (in terza persona), se non per un uso massiccio e, stando a quanto mostrato, quasi ridondante dei cosiddetti QTE (Quick Time Event): dopo una serie di colpi ben assestati, al giocatore verrà richiesto di premere, con il giusto tempismo, uno o più tasti, così da porre fine, alquanto coreograficamente, alla vita del malcapitato.

Un espediente che se per un verso esalta la spettacolarità del titolo, con un tripudio di sequenze truculente, per altro verso rischia di “castrare” l’esperienza di gioco, limitando enormemente la libertà d’azione: il pericolo, in sostanza, è di ritrovarsi tra le mani un gioco eccessivamente scriptato, un continuo susseguirsi di «Premi A», «Premi Y».

In una recente intervista, il producer di Crytek, Michael Read, ha però garantito che, nella versione finale del gioco, i combattimenti saranno ben più complessi e variegati, permettendo al giocatore di passare, tra un fendente ed una parata, da un nemico all’altro, analogamente a quanto visto nei Batman di Rocksteady.
Nello specifico, il sistema di controllo ruota attorno a quattro differenti tasti: un primo per l’attacco con la spada, un secondo per l’impiego dello scudo a scopo offensivo, un terzo per la parata e un quarto preposto alla modalità “esecuzione”; ovviamente, il numero di fendenti necessari ad attivare quest’ultima aumenterà proporzionalmente al livello di difficoltà prescelto.
Sarà inoltre possibile “agganciare” i nemici, utilizzare il fido Pilum (giavellotto, ndr) e impartire ordini (anche tramite il nuovo Kinect) ai propri compagni.

Per quanto concerne, invece, i QTE, Read ha precisato che saranno sì implementati, ma in modo differente: nessuna indicazione a schermo sui tasti da premere, starà al giocatore intuirli; solo col tempo potremo quindi acquisire piena padronanza delle oltre 100 esecuzioni (molte delle quali apprese attraverso un sistema di crescita del personaggio) presenti nel gioco, eseguendole come si conviene a un legionario!
Qualora sbagliassimo il QTE, l’esecuzione andrà comunque a buon fine (sia pure in maniera meno aggraziata), assegnandoci, tuttavia, un punteggio inferiore.

Quanto sei bella Roma!
Come anticipato all’inizio, Ryse porta in scena uno spettacolo visivo assolutamente appagante per dettaglio, pulizia grafica, effetti particellari ma, soprattutto, quantità di elementi a schermo.
Se il buongiorno si vede dal mattino, non possiamo che ben sperare per il prosieguo di questa nuova generazione!

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