Shadow Warrior – Recensione

Quando Shadow Warrior venne rilasciato nel 2013, e fu apprezzato da una buona fetta di fan per il suo stile da sparatutto molto old school. Nonostante la critica generale non abbia urlato al capolavoro, chi ha avuto il piacere di giocarlo senza badare a pretese, è riuscito ad innamorarsene follemente; sarà per l’ironia molto acuta del buon Lo Wang o per le continue esclamazioni di Hoji. Questa fortuna gli ha comunque concesso un porting sulle console di nuova generazione, Xbox One e PS4. Noi ci siamo dilettati nell’analisi della versione PlayStation 4, che di più, rispetto alla rivale di Microsoft, possiede la risoluzione (1080p a 60fps su PS4, rispetto ai 900p con 60fps su Xbox One) e qualche leggera accortezza grafica.

La dissacrante avventura del buon Lo Wang inizia durante la sua performance canora sulle note di “You Got The Touch” di Stan Bush, quando viene contattato al telefono dal suo capo, Orichi Zilla. Questi gli assegna un nuovo incarico: il recupero di un’antica spada, la Nobitsura Kage. Arrivato a destinazione, in un’enorme costruzione in stile giapponese, il signor Wang scopre che la spada non è in vendita, e l’accoglienza che riceve non è proprio una delle migliori. Costretto così a recuperarla seguendo modi poco civili, Lo Wang viene infine catturato. Risvegliatosi in un incubo di fuoco, farà la conoscenza di un demone, Hoji, il quale deciderà di accompagnarlo nella sua impresa. Ma il demone non è mosso da un senso di benevolenza: essendo stato esiliato dal mondo dei demoni, solo tramite la Nobitsura Kage riuscirà a tornare a casa. Fortunatamente questa collaborazione frutta al nostro eroe alcune abilità che lo aiuteranno a farsi strada tra le innumerevoli orde di nemici, anche se la rotta fino al raggiungimento della tanto desiderata arma sarà davvero lunga e ardua.

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Anche le armi comuni possiedono il loro fascino.

A qualsiasi difficoltà si deciderà infatti di approcciarsi al titolo, esso riuscirà a garantire sempre un certo livello di sfida. Con le sue buone dieci ore di gioco, infatti, Shadow Warrior riesce a spazientire anche al livello Facile: i nemici sono inferociti, e arrivano da tutte le direzioni, persino quelle più improbabili. In questo modo si dà la possibilità al gameplay di essere molto più ragionato, poiché è necessario prendersi del tempo per studiare la prossima mossa, soprattutto quando si avrà a che fare con gli enormi boss, i cui attacchi riusciranno a impietosirvi quasi certamente.
La prima parte del gioco, prima dell’incontro con Hoji, serve per prendere dimestichezza con il pad e la Katana, la vera arma di Shadow Warrior. Fare a pezzi le guardie del corpo, insomma, non garantisce solo grasse risate, ma si prospetta essere un tutorial abbastanza irriverente e diverso dal solito.

Tra arti mozzati e fiumi di sangue, Lo Wang troverà, col proseguire della narrazione, un numero sempre maggiore di armi, a iniziare dalla semplice pistola fino a raggiungere il lancia granate. Essendo poi il remake di un titolo degli anni ’90, anche in questa versione di Shadow Warrior è possibile equipaggiarsi con doppie armi. Utilizzando i punti karma, infatti, si andrà a migliorare diversi aspetti del personaggio, soprattutto il comparto abilità: apprendere skill nuove, gestire gli upgrade, e tanto altro ancora. Persino le armi possono essere potenziate, utilizzando il denaro racimolato in ogni livello. I nemici lasceranno al suolo loot abbastanza consistenti, ma il vero gruzzolo è nascosto nei vari armadi e scrigni che popolano i livelli di Shadow Warrior. Non dimentichiamoci delle teste mozzate, alcune delle quali potranno essere equipaggiate e utilizzate per sparare potentissimi attacchi di fuoco.
Infine, abbiamo la possibilità di spendere tempo e pazienza in altri tipi di abilità, quelle che si potenziano con i Cristalli KI. Particolare attenzione va fornita alle abilità curative del gruppo appena citato, poiché permetterà al nostro eroe di auto rinvigorirsi senza doversi dimenare alla ricerca di un medikit.

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Ci sono vari tipi di Katana. Eccone un’edizione molto egocentrica.

A differenza della versione PC, quella per PlayStation 4 ci è risultata molto più giocabile, anche se inizialmente prendere dimestichezza col pad ci ha fatto sudare qualche camicia. Lo Wang esegue diversi tipi di attacchi con la Katana, ma molti di essi provengono da diverse combinazioni di tasti. Per esempio, l’abilità curativa si esegue strisciando sul touchpad una volta verso sinistra e con la pressione del tasto azione (oppure premendo due volte il tasto direzionale sinistro e il tasto azione). Il fatto di dover concatenare gli attacchi, con un po’ di pratica, riesce a far immedesimare di più il giocatore nell’avventura, e il risultato è particolarmente appagante e divertente. Chi comunque non gradisce l’utilizzo della spada ha la possibilità di personalizzare il suo stile nel modo che più lo aggrada. Le munizioni non mancheranno neanche alla difficoltà Eroica, e quindi ci sarà sempre l’opportunità di fare una carneficina imbottendo il nemico di piombo. La maggior parte della armi, inoltre, a parte il lancia granate, hanno tutte più o meno la stessa potenza di fuoco, quindi la loro scelta proviene veramente dai gusti personali del giocatore.

Questo porting su console è carente di tantissimi achievement, motivo per cui potrà essere platinato del tutto finendo una volta il gioco al livello di difficoltà Normale. Obiettivi a parte non è stata inserita neanche la modalità Multiplayer, che di per sé non aveva già avuto un enorme successo. La vera perla mancante è la modalità cooperativa, che tanto avrebbe reso questo titolo un divertente must have: il sol immaginare di sconfiggere innumerevoli nemici in compagnia di un altro giocatore, online od offline, diverte tantissimo, e di sicuro non ci sarà una patch futura che riuscirà a realizzare questo particolare desiderio.
Dobbiamo accontentarci della modalità Sopravvivenza, non presente nella versione per computer, dove Lo Wang sarà chiamato a distruggere ondate di nemici sempre più forti e numerose. Non è particolarmente divertente, perché non riesce ad aggiungere nulla di nuovo rispetto alle azioni già presenti nella campagna. Può essere identificata tutt’al più come una modalità Practice, prima di irrompere nella difficoltà Eroica: il livello di sfida è praticamente altissimo, soprattutto a causa dell’introduzione della “Morte permanente”.

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Pieno di Easter Eggs. Non meravigliatevi se tutto d’un tratto vi ritrovate in una zona pixellata.

Graficamente questo porting non ha nient’altro di nuovo da dire rispetto alla versione PC. A parte le già citate differenze di risoluzione tra le console, abbiamo gradito l’opzione grafica riguardante il Motion Blur. Se disattivato riesce a donare quella tonalità vecchio stampo alle texture, e di sicuro i nostalgici potranno apprezzare questa scelta rispetto all’alta definizione. La veste grafica è resa molto accettabile dagli svariati effetti cromatici e dalla forzata illuminazione, anche se l’aliasing è abbastanza evidente. Molto fluido e stabile, Shadow Warrior va incorniciato per i suoi effetti spettacolari, come le esplosioni e gli squartamenti, che sono strutturati con grande fantasia e sono, tutto sommato, bonariamente credibili. Peccato per il design dei nemici, che non è per niente da ricordare: tralasciando i già citati boss, che riescono a convincere, i nemici comuni non sono molto diversi tra loro, soprattutto i demoni, e una migliore varietà tra gli opponenti sarebbe stata apprezzabile. La stessa chiave può essere usata analizzando il level design, che dopo qualche livello diventa ridondante e fin troppo ripetitivo.

[signoff icon=”quote-circled”]Would you like cake or death? I should mention we are out of cake.
Shadow Warrior, anche in questa sua nuova veste, punta tutto sul suo gameplay, che riesce a mescolare efficacemente uno stile classico e moderno. L’azione si adatta molto bene al pad, che immedesima di più il giocatore nell’azione. Inoltre, abbiamo la possibilità di gestire egregiamente la personalizzazione di Lo Wang grazie a un sistema di potenziamenti molto distante dall’essere banale. Purtroppo, a parte una modalità sopravvivenza, siamo qui carenti del multiplayer e di una tanto desiderata modalità cooperativa, che avrebbe di sicuro colmato le lacune di un level design non molto speciale. Resta comunque un titolo valido, con una storia non troppo impegnata, che riuscirà quasi certamente a divertire anche i più svogliati.[/signoff]

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