Shin Megami Tensei: Devil Survivor 2 Record Breaker

Il primo Devil Survivor su Nintendo DS riuscì ad aggiungere in maniera efficace una dimensione tattica alla già collaudata formula di Shin Megami Tensei. Anche se il suo stile era meno oscuro e più “metropolitano” rispetto ad altre incarnazioni della serie, la storia poneva il giocatore in un contesto apocalittico, portandolo a cambiare prospettiva su temi morali non indifferenti. Dopo la positiva esperienza, Atlus decise di proporre un seguito fortemente simile al primo, innestando qualche aggiunta al già solido gameplay, oltre ovviamente a una nuova storia, e il risultato fu Devil Survivor 2, che arrivò in Europa con un grandissimo ritardo rispetto al resto del mondo. Dopo il porting del primo capitolo, Devil Survivor Overclocked per Nintendo 3DS, Atlus propone anche per il secondo una versione potenziata e arricchita con questo Record Breaker.

Ecco quindi una recensione completa sia per chi non conosce l’originale Devil Survivor 2 e vuole farsene un’idea, sia per chi vuole sapere cosa porta di nuovo questa nuova versione.

Una settimana apocalittica

Devil Survivor 2 ci mette nei panni di uno studente di Tokyo in una giornata apparentemente normale. Dopo la scuola, l’amico Daichi mostra al protagonista uno strano sito internet, chiamato Nicaea, che mostra immagini e video di persone mentre incontrano la propria morte, prima ancora che questa accada. Neanche a dirlo, questione di pochi minuti e loro stessi ricevono le immagini della propria morte a causa di un incidente nella stazione della metropolitana, incidente che puntualmente si avvera. Scampati miracolosamente al loro destino grazie all’apparizione di alcuni demoni, i ragazzi riemergono in superficie per scoprire che la loro città è in rovina, colpita da un cataclisma di proporzioni nazionali.

Mentre il panico comincia a serpeggiare per le strade, scoprono che il sito Nicaea ha inspiegabilmente installato sui loro cellulari un programma per poter evocare e controllare demoni. Non passerà molto tempo perché i protagonisti incontrino sulla propria strada una misteriosa organizzazione governativa incaricata di gestire la situazione critica.

Ogni giorno il Giappone verrà attaccato da creature apparentemente aliene, capaci anch’esse di evocare demoni al loro seguito. Oltre a questi invasori, i protagonisti dovranno fronteggiare le reazioni della popolazione in questo contesto ostico, in cui il senso di sopravvivenza prende il sopravvento sull’ordine e la civiltà. Ben presto si formeranno diverse fazioni con diverse visioni e valori, sia all’esterno che all’interno del vostro gruppo.

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Per la mise-en-scène della storia, Atlus ha preso in prestito diversi elementi narrativi: alla base abbiamo sempre uno scenario pre-apocalittico fisiologicamente molto simile al primo Devil Survivor; le profezie del sito Nicaea appaiono tratte dalla cinematografia horror, mentre il susseguirsi dei misteriosi invasori alieni farà venire più di un déjà vu a chi conosce Neon Genesis Evangelion. Insomma, singolarmente gli elementi non brillano per originalità, ma l’idea di combinarli non è male e funziona discretamente.

Qualche problema affiora però nei dettagli. La prima cosa che si percepisce è un minore senso di tensione rispetto al predecessore. Anche se si trovano in un paese disastrato e sotto attacco, i protagonisti hanno dalla loro parte un’organizzazione paramilitare equipaggiata di tutto punto che li accoglie e dà loro man forte; finiscono quindi per essere praticamente degli agenti di supporto, piuttosto che dei ragazzi che devono lottare per la sopravvivenza. Sono comunque presenti dei dialoghi che servono ad approfondire i loro timori e il loro lato umano, ma il senso di apprensione è meno incisivo.

Anche la fatidica scelta tra allineamenti viene tranquillamente rimandata fino alla fine della storyline. E a proposito di allineamenti, il classico conflitto Dio Vs Satana Vs neutro è stato rimpiazzato da una contrapposizione più “umana” di un mondo ideale: egualitarismo Vs meritocrazia (nel senso originario del termine) Vs “va-bene-così”. È un approccio leggermente diverso, ma comunque valido per una riflessione morale.

La storia scorre dignitosamente, e anche al livello di script se la cava bene. Manca un po’ di mordente per la mancanza di validi colpi di scena volti ad appassionare il giocatore, mentre le poche rivelazioni importanti rimangono avvolte in un alone di dubbio e incertezza che permane fino alla fine del gioco.

Il cast di personaggi purtroppo lascia molto a desiderare dal punto di vista della caratterizzazione. È evidente che diverse personalità sono state fortemente ricalcate da protagonisti del capitolo precedente, qualcuno persino a livello di design. La differenza è che in questo caso la maggioranza risulta piatta o comunque parecchio stereotipata. Ci sono alcune eccezioni che si salvano, ma comunque niente di particolare.

La gestione dei dialoghi con i membri del party è stata inglobata nel gameplay tramite il Fate System, che premia il vostro grado di buoni rapporti con bonus di vario genere, da resistenze elementali alla possibilità di creare particolari demoni. Durante le giornate sarà possibile intrattenere dei dialoghi con chi vorrete e, a seconda delle vostre risposte, accumulerete “punti” che faranno alzare il livello del rapporto con gli altri compagni. Questo sistema, molto simile ai Social Link degli ultimi due capitoli della serie Persona, aggiunge una nota di importanza ai dialoghi, ma ha un difetto piuttosto ovvio: non lascia al giocatore una reale libertà di scelta delle risposte, in quanto l’opzione più amichevole sarà sempre la più indicata, riducendo il tutto a dover essere d’accordo e gentile con ognuno.

Vita (soprav)vissuta

La struttura del primo Devil Survivor è stata ripresa in toto e arricchita qua e là. Ancora una volta le battaglie si svolgeranno in arene organizzate a griglia (come consuetudine degli JRPG tattici) dove le unità si muoveranno approcciando gli avversari. Ogni unità schierata è costituita da un leader, nel nostro caso un umano, più due demoni di supporto. Attaccando le unità avversarie inizia la battaglia vera e propria, dove umani e demoni compiono le loro azioni a turno. Per eliminare l’unità avversaria è sufficiente abbattere anche solo il leader, che sarà comunque più resistente fintanto che i demoni di supporto saranno in vita; inoltre sconfiggere tutti gli elementi del gruppo in una volta ci ricompenserà con più punti esperienza. Di base ogni combattente dispone di un turno per scontro, ma è possibile ottenere un turno supplementare in base a vari fattori (non ultimo la mera fortuna), principalmente portando a segno colpi critici e colpendo le debolezze degli avversari.

Mentre i demoni posseggono già abilità personali o acquisite, i personaggi umani dovranno “crackarle” durante gli scontri. All’inizio del combattimento si dovrà decidere chi dovrà abbattere chi, in modo da ottenere una sua abilità; una volta che avrete vinto, l’abilità potrà essere assegnata a uno qualsiasi dei vostri personaggi umani. Questo aggiunge un notevole senso strategico alle battaglie, che costringerà il giocatore ad indirizzare le proprie mosse non solo verso la vittoria, ma verso specifici scontri tra unità.

Una delle poche novità rilevanti è il ruolo del Fate System durante i combattimenti. Se un personaggio possiede un livello di rapporto abbastanza alto col protagonista, potrà condividere con lui le abilità da crackare, o anche scambiare i demoni durante la battaglia, cosa abbastanza utile soprattutto nei casi in cui un’unità non abbia le abilità adatte per cavarsela contro avversari specifici. Tra un combattimento e l’altro, il giocatore potrà ancora una volta acquistare altri demoni e fonderli tra loro per ottenerne uno nuovo. Non solo i demoni ottenuti tramite fusione saranno più potenti di quelli acquistati, ma sarà possibile scegliere quali abilità, attive o passive, fargli ereditare, personalizzando così il nostro party e smussando i nostri punti deboli.

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Ancora una volta il gameplay funziona egregiamente, come la serie ci ha abituato. I combattimenti obbligano il giocatore a pensare in modo strategico e organizzare il party in maniera ottimale. Non troverete vittorie facili in questo gioco, ogni singolo scontro deve essere affrontato con attenzione, perché una o due scelte sbagliate possono mettere in serio pericolo le unità.

L’enorme varietà di demoni e abilità rende possibile proseguire nel gioco anche senza perdere troppo tempo a livellare il party. Spesso la chiave per abbattere un boss particolarmente ostico sta tutta nel creare tramite fusione uno o due demoni capaci di dare una svolta al combattimento. Gli incontri casuali saranno sempre disponibili e parte integrante delle vostre partite, ma non sono molto utili per accumulare punti esperienza a oltranza e ultra-potenziare il party; servono più che altro a portarlo al giusto livello e dare la possibilità di crackare le abilità. A parte questo, è chiaro che l’intento degli sviluppatori è stato quello di indurre il giocatore a impiegare tempo più nella personalizzazione strategica che nel grinding.

L’unico fastidio, che si accentua in occasione degli scontri importanti, risiede nel fatto che l’ottenimento del turno supplementare appare troppo affidato al caso. Spesso succede che, anche colpendo l’avversario con elementi a cui è debole, o rendendo i suoi attacchi inefficaci, il turno extra non si manifesti per noi, mentre per l’avversario sì, lasciando al giocatore una legittima stizza (e magari qualche parolaccia in bocca). La difficoltà si mantiene buona e la sua curva diventa sempre più ripida col proseguire dell’avventura, mettendovi via via sempre più alla prova. Ogni tanto è possibile trovarsi di fronte a dei picchi improvvisi, ma è il modo che ha il gioco di costringere il giocatore a fare un “salto di qualità” e impegnarsi man mano sempre di più. Il ritmo di gioco è scandito in sessioni da 20-30 minuti, perfette per un gioco su console portatile.

Completare l’avventura principale vi impegnerà tra le 25 e le 40-60 ore di gioco, che varieranno soprattutto in base alla vostra familiarità e abilità con le meccaniche tipiche di SMT. Una volta arrivati alla fine sarà comunque possibile ricominciare da capo il gioco mantenendo alcuni traguardi di gameplay. In questo modo potrete massimizzare i rapporti Fate con i personaggi, sbloccare eventi e battaglie bonus, e ovviamente puntare a un finale diverso tra i circa cinque disponibili. Tutto considerato quindi il gioco ha una longevità più che discreta e un buon valore di rigiocabilità.

Record Breaker

Questo remaster per 3DS di Devil Survivor 2 supera il predecessore Overclocked in quanto a contenuti aggiuntivi. Innanzitutto, chi è poco avvezzo al livello di difficoltà dei vari SMT sarà sollevato nel sapere che è stato inserito un livello di difficoltà per principianti. Ma soprattutto, è stata aggiunta una nuova avventura disponibile sin dall’inizio, quindi anche per coloro che hanno già giocato al gioco originale e non vogliono rigiocarci da capo. Proprio come il capitolo “The Answer” nella versione FES di Persona 3. Questa nuova storia, chiamata “Triangulum Arc” è una sorta di sequel agli eventi del titolo originale.

SPOILER
Di seguito vengono nominati alcuni dettagli che sono spoiler per chi non ha finito il gioco originale.

La nuova storia si dipana come conseguenza di un’ideale (e impossibile) partita all’originale Devil Survivor 2 in cui il protagonista riesce a reclutare tutti i personaggi disponibili e arriva alla fine del gioco con Anguished One per abbattere Polaris. Quest’ultimo utilizza l’Heavenly Throne per “riavvolgere” il tempo e riscrivere gli eventi accaduti. Purtroppo però qualcosa va storto in questo cambiamento del mondo. Ci ritroveremo quindi all’inizio dell’avventura, ma questa volta gli eventi saranno diversi, così come le situazioni tra i protagonisti. Ci sarà inoltre un nuovo personaggio, nuovi nemici e conseguenti nuove battaglie. Questa nuova storyline può impiegare anche 40-60 ore di gioco, quindi da sola vale bene il costo di questo remaster.

Per aggiungere carne al fuoco, Atlus ha aggiunto una serie di DLC, alcuni gratuiti, altri a pagamento.
Tra i DLC troviamo nuovi personaggi (alcuni dei quali provenienti dalla serie light novel Durarara!!), ma soprattutto delle mappe aggiuntive in cui combattere per ottenere più facilmente Macca, esperienza, particolari skill o incontrare nuovi demoni. Si tratta insomma di contenuti funzionali all’avanzamento di gioco, totalmente opzionali, ma che possono facilitare le cose soprattutto per i giocatori completisti.

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Nell’occhio del demone

Dal punto di vista visivo la somiglianza col primo Devil Survivor è palese. Lo stile generale è praticamente lo stesso, se escludiamo la diversa combinazione di colori del menù. Gli sprite nelle arene sono piccoli e con pochi dettagli; le animazioni sono ridotte al minimo; i design dei demoni sono stati riportati in blocco, con alcune novità esclusive per questo capitolo, comunque non eclatanti. Gli artwork dei personaggi sono ben disegnati, nonostante la scarsa varietà delle espressioni (che dopo un po’ risultano ripetitive), nonché la discutibile fisica delle anatomie femminili (leggasi: turbo-tette volanti). Il risultato generale è una grafica piacevole, ma a cui è difficile dedicare particolari lodi.

Per questo Record Breaker l’aspetto grafico è stato potenziato in modo da adattarsi alla qualità superiore della risoluzione del Nintendo 3DS. Sono state inserite anche delle cutscene animate ad accompagnare i punti salienti della storia. Il supporto 3D è presente, ma è poco fruibile considerando che la maggior parte dell’azione avviene sul touch screen. Il risultato è un comparto grafico piacevole quanto basta, benché sia palese che si tratta di un adattamento di un gioco di una generazione passata.

La composizione della colonna sonora è passata da Takami Asano (che, pur non raggiungendo i livelli di Meguro, era riuscito a confezionare un ottimo lavoro per il primo Devil Survivor) a Kenji Ito. Pur utilizzando uno stile diverso, il sound del gioco risulta ben incastonato nell’ambientazione. Purtroppo Ito non riesce ad eguagliare il lavoro di Asano in qualità. Intendiamoci, non stiamo parlando necessariamente di composizione scadente, anzi alcune tracce svolgono egregiamente il loro compito soprattutto nell’accompagnamento delle battaglie. Semplicemente la colonna sonora di Devil Survivor 2, vuoi perché molto meno rock, non possiede lo stesso grado di “potenza” ed efficacia.

Rispetto alla versione originale, troviamo dei buoni remix di alcune tracce che si adattano benone allo stile del titolo. Anche se la miglioria più significativa riguarda l’inclusione del doppiaggio per buona parte dei dialoghi.

Shin Megami Tensei: Devil Survivor 2 Record Breaker Recensione

8.3
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