Silent Hill 2 – Recensione Silent Hill 2

Il mistero della collina silenziosa…

Nel lontano 1999, la Konami, famosa per aver dato alla luce capolavori quali Metal Gear Solid e la serie di Castlevania, presentò ai videogiocatori un nuovo gioco di nome Silent Hill. Nei vari trailer e anteprime che circolarono del gioco, l’opinione comune fu una soltanto: si trattava indubbiamente di un clone dell’allora famoso Resident Evil. Infatti a quei tempi, visto l’enorme successo ottenuto dal gioco della Capcom, si pensava che fosse impossibile creare un Survival Horror capace di suscitare emozioni di paura così come solo Resident Evil era stato capace di fare fino ad allora. Si sbagliavano tutti. La Konami non si era limitata a "copiare" RE, creando un gioco pieno di mostri abominevoli da uccidere e che facevano saltare dalla sedia per le loro improvvise apparizioni in pieno stile da film horror, ma inventò una vera e propria pietra miliare del genere, che si basava molto su una trama intricata condita da violenza, mistero, esoterismo e psicologia. Il protagonista del gioco, Harry Mason, era un semplice scrittore, il quale organizza un periodo di vacanza nella cittadina di Silent Hill con la sua unica figlia, Cheryl, che aveva trovato con sua moglie proprio in questa località sette anni prima. Ma proprio prima di giungere a Silent Hill, un incidente (finisce fuori strada nel tentativo di evitare una ragazza in mezzo alla carreggiata) gli fa perdere i sensi. Una volta ripresosi dal trauma si accorge che sua figlia è scomparsa e una fitta nebbia sembra nascondere gli abitanti di Silent Hill. Il gioco si sviluppava in maniera abbastanza lineare ma ciò che più colpiva era l’atmosfera che stagnava in esso: terrore allo stato puro. Il gioco riusciva a far immergere totalmente nei panni di un uomo comune in balia di un vero e proprio incubo, descrizione che calzava a pennello per la città di SH. Molti erano i pregi del gameplay, quali l’utilizzo della torcia quando calava l’oscurità, oppure il ronzio crescente della radio all’avvicinarsi di un mostro, due elementi che non solo contribuivano ad aumentare il terrore che si provava nel gioco, ma che poi sono diventati elementi distintivi del gioco stesso. SH sconfisse ogni pronostico ed ottenne un successo inimmaginabile (basti pensare ad esempio che di Silent Hill sono state distribuite in Italia poche copie. Quando il gioco si è trasformato in cult è stato quasi impossibile trovare una copia del gioco, se non tramite internet) divenendo un capolavoro assoluto del genere. Sotto tali premesse, la Konami annunciò che per il 2001 avrebbe sviluppato SH2 promettendo che avrebbe mantenuto ed amplificato i pregi del capostipite della serie ossia di essere spaventoso, di avere una buona grafica e al contempo stesso di far divertire il videogiocatore ovviamente. Indovinate un pò: ogni promessa è stata mantenuta. Silent Hill 2 fu un altro grande successo per l’allora giovanissima PlayStation 2 ed è tutt’ora considerato il migliore SH di sempre. In SH2 impersonerete James Sunderland, il quale ha ricevuto una lettera da sua moglie in cui gli dice che l’avrebbe potuto trovare nel loro posto speciale a Silent Hill. Fin qua nulla di strano, se non fosse per il fatto che la moglie di James è morta. Strano? Misterioso? Impossibile? Non per James, il quale senza porsi nessun indugio, decide di partire alla volta di Silent Hill solo per scoprire che non c’è più nessuno e che l’atmosfera non promette nulla di buono… suona familiare eh? Entrate anche voi nella città degli incubi allora…

Con tutta questa nebbe non si vede un mostro nemmeno ad un palmo dal naso!

Parlando di un gioco del 2001 potrebbe sembrare scontato dire che allora la grafica non era ancora nulla di speciale, visto che la PS2 era uscita solo da poco. Invece non è così. Il salto tecnico che ha fatto la serie, approdando sul monolite nero della Sony, è stato davvero enorme.
I personaggi e il design dei mostri sono davvero ben fatti e sono proprio come ci si aspetterebbe da un gioco di tale fama. La PS2 ha infatti permesso di dare ai personaggi parecchie animazioni, soprattutto quelle facciali, che rendono i personaggi molto realistici e riescono inoltre a trasmettere quasi perfettamente le loro sensazioni del momento. I mostri invece, oltre a mantenere lo "stile" del primo gioco per quanto riguarda il loro aspetto (tutt’altro che normale), sembrano davvero dotati di vita propria, a differenza del primo SH, dove a causa di una grafica tutt’altro che eccelsa (ma comunque buona), sembravano solo dei conglomerati di poligoni semoventi.
Ma non solo, c’è una grande attenzione ai particolari nel gioco. Infatti camminando per la città non sarà raro osservare edifici con appropriati elementi. Ad esempio i muri saranno sporchi, disgustosi, quasi artistici a dire il vero, ma saranno anche definiti e realistici.Inoltre ci saranno anche altre finezze nel gioco che ben si adattano alla trama; ad esempio ci sarà una pompa di benzina nella cui insegna vi è scritto "Hell" invece di "Shell" e ci saranno tanti riferimenti a scrittori quali Lovecraft, S. King e Ray Bradbury (specialmente per quanto riguarda i nomi delle strade).
Le sequenza in CG sono un altro punto a favore del gioco, poichè sia i personaggi che il paesaggio di sfondo, sono davvero ben dettagliati. Forse non sono lunghissime, però sono in un discreto numero e rendono piacevole e fluido lo scorrere della trama). Comunque il pezzo forte della serie di SH è da sempre l’atmosfera che si viene a creare nella città degli incubi. La città viaggia tra il giorno e la "notte" e in entrambi i casi, a parte il senso di "thriller" che si viene a creare, si vengono a creare delle sensazioni diverse. Nella città di giorno, la solitudine e il senso di smarrimento la faranno da padroni ma ci sarà sempre quella paura di sottofondo perchè non si sa cosa c’è dietro l’angolo; ma sarete sempre consapevoli di stare in una "normale" città.
Parlando quindi di questa normale città, è indispensabile dire che ci sono davvero delle belle locazioni. Soprattutto all’inizio del gioco, capirete bene che tipi di scenari vi attenderanno durante la vostra avventura.
Il discorso invece cambia radicalmente quando passerete nella città "notturna", o per meglio dire, nel mondo degli incubi. A quel punto caleranno le tenebre che copriranno ogni cosa. A primo impatto, la cosa che subito noterete quando sarete al buio, saranno gli straordinari effetti luminosi del gioco. Ad esempio ogni oggetto genererà un’ombra di dimensione variabile a seconda della distanza dal fascio di luce della piccola torcia di cui entrerete in possesso.
Ma ciò che vi destabilizzerà sarà quello che la torcia illuminerà. Tutto l’ambiente circostante cambierà quasi totalmente e si materializzeranno cose che sembrano uscite dalla mente di un malato psiscopatico sanguinario; sbucheranno infatti grate, gabbie, cadaveri, muri imbrattati di sangue… roba che potrebbe disturbare le persone deboli di stomaco.
Nel considerare il comparto grafico è doveroso tenere conto di due punti fondamentali che sono l’effetto "granuloso" e la nebbia. Molti videogiocatori si sono spesso lamentati del fatto che la grafica di SH2 fosse davvero poco nitida per via del forte effetto di disturbo che si vedeva sullo schermo, ossia l’effetto granuloso. Ma c’è una ragione ben precisa dietro ad esso; infatti la ragione è che esso è un omaggio ai vecchi film horror del passato. I programmatori volevano far apparire il gioco come uno dei film "B-Movie" che c’erano nei primi anni ’80, visto che essi contenevano appunto questi tipi di effetti e che li hanno resi i classici del loro genere. Tale effetto riesce in pieno a svolgere la sua funzione, esaltando la già disturbante atmosfera che regna nel gioco e aggiungendo quindi altro terrore e incertezza durante il gioco (oltre a farlo sembrare ovviamente un vero e proprio film horror vintage in determinati punti).
Comunque la Konami ha ben pensato che tale effetto potesse non piacere a tutti ed infatti ha inserito un’opzione per disattivarla, ma ciò sarà possibile solo dopo aver completato il gioco almeno una volta (ed a quel punto potrete sperimentare la grafica del gioco al meglio delle sue possibilità). Quindi tale effetto non è dovuto all’incapacità dei programmatori di non saper sfruttare le potenzialità tecniche della PS2, bensì è proprio una cosa ricercata da essi.
Un altro elemento distintivo della serie è la nebbia. Essa è davvero fitta e realistica; inoltre lascia il giocatore in preda allo smarrimento nelle fasi iniziali e trasmette un basso ma costante senso di incertezza, poichè non si sa mai quando potrebbe sbucare fuori il prossimo mostro. In definitiva, la grafica di SH2 è davvero notevole in quanto trasmette benissimo un’atmosfera di paura, oltre ad essere molto dettagliata.

Cos’è stato quel rumore?

Se siete tra quelli che pensano che il sonoro abbia una parte indiretta nel fare il successo di un gioco, con SH2 sarete costretti a ricredervi.
Il sonoro in SH da solo contribuiva a rendere paurosamente pauroso il gioco, ma in SH2 riesce addirittura a fare di meglio. I suoni in SH2 sono fantastici e incredibilmente spaventosi. Se in parecchi casi saltarete dalla sedia solo al sentire il ronzio della radio, immaginate allora quanto sentirete dei suoni come lamenti sconosciuti, le crepe nel pavimento, gli echi di campane e via dicendo, quando magari siete al buio, camminando in mezzo alla città di SH con la sola torcia a illuminarvi il cammino… Non è escluso, anzi è sicuro, che pur rigiocandoci più volte, i suoni di SH sapranno spaventarvi a più riprese ed è proprio questo uno dei punti forti che hanno reso SH un successo nel suo genere.
Un esempio pratico? All’inizio del gioco, come nel più classico dei film dell’orrore, incomincerete a sentire degli strani rumori come se ci fosse qualcuno che vi segue di nascosto… non succede niente ma vi metterà così sotto pressione da indurvi a correre via il più velocemente possibile come se ci fosse davvero qualcosa da cui scappare!
Non c’è che dire, la Konami sa davvero come creare le atmosfere giuste; dico questo perchè anche le scene in cui regnerà il silenzio saranno terrorizzanti, cosa non da poco a mio parere.
Il merito di questo splendido lavoro ciò è dovuto sicuramente alla presenza di Akira Yamaoka come direttore del suono nel gioco. Egli è il creatore dei suoni e della soundtrack del gioco e parlando di quest’ultima, non si può fare a meno di dire quanto sia ottima, sia in termini di qualità, che in termini di accoppiamento. Durante il gioco infatti ascolterete differenti generi di musica al momento giusto, amplificando così le sensazioni del momento e l’immedesimazione nel gioco ne beneficia parecchio.
Probabilmente, la vera pecca del gioco, sempre che tale possa considerarsi, è il doppiaggio dei personaggi. Laddove ci sono voci che ben rendono l’idea di personaggi quali Laura e Maria, trovo che la voce di James sia alquanto poco carismatica. Ma non solo, certe volte sembrerà davvero che la qualità generale del doppiaggio sia davvero scadente, ma tant’è che farete più caso all’evolversi della trama piuttosto che all’accento di James, quindi si può chiudere un occhio su questo.
In definitiva, ottimo sonoro, contribuisce enormemente ad enfatizzare l’atmosfera del gioco.

Mary… dove sei?

Silent Hill 2 non riprende il filo del suo predecessore, seppur ambientato nello stesso luogo. La trama infatti ha come protagonista un nuovo personaggio ossia James Sunderland. Egli riceve una lettera da sua moglie Mary, che però è defunta da ben tre anni a causa di una malattia terminale. La lettera recita testualmente:

"In my restless dreams,
I see that town.
Silent Hill.
You promised you’d take me
there again someday.
But you never did.
Well, I’m alone there now…
In our ‘special place’…
Waiting for you…"

Il gioco inizia quindi mostrandoci un James che guarda se stesso in uno specchio, pensando a ciò che stà facendo e a ciò che gli è successo. Egli, dopo aver stranamente ammesso che i morti non possono scrivere lettere, cerca di pensare a quale sia il luogo speciale a cui fa riferimento la lettera. Allora egli si ricorda del "Rosewater Park", il posto in cui trascorse un intero giorno a rimirare il lago di SH assieme a sua moglie. Siccome la strada che porta alla città di SH è bloccata, egli decide di raggiungere la città a piedi usando il sentiero che attraversa il bosco vicino al lago. Ma Mary è davvero ancora viva? Oppure è solo l’immaginazione di James che gli fa credere cose impossibili? Non importa la ragione, ma quella lettera è tutto ciò di cui James ha bisogno per andare a SH. Ma ciò che troverà andrà oltre una semplice lettera…
La storia di questo gioco infatti è davvero ben congeniata. Nonostante la premessa che il catalizzatore degli eventi sia la fantomatica lettera (e quindi ci si aspetterebbe fin da subito di scoprire vari indizi su di essa), la storia si sviluppa in modo abbastanza sorprendente. Gli eventi che accadono durante la trama infatti, più che illuminare sul mistero della moglie di James, chiama in causa altri misteri che vi confonderanno ancora di più le idee. Questi saranno principalmente dovuti alla presenza di altri personaggi nella città della collina silenziosa e non riuscirete mai a capire se sanno veramente qualcosa su quello che stà accadendo in città oppure no. Ognuno di questi personaggi sarà caratterizzato perfettamente per il ruolo che ricopriranno nella vicenda e ognuno di essi avrà una propria ragione per trovarsi a SH. Ma mentre ognuna di questa possa sembrare una storia a parte, ogni elemento risulta invece essere ben collegato con gli altri in modo davvero impeccabile. La storia rimarrà sempre su dei livelli ambigui, lasciando molto spesso dei dubbi ai quali faticherete a rispondere qualora guardaste con superficialità i dialoghi del gioco oppure i vari oggetti chiave che raccoglierete durante la vostra avventura.
Comunque, la cosa più positiva dell’intera trama penso che siano i vari finali. SH2 è dotato di ben 4 finali (più uno scherzoso), ognuno dei quali sarà la conseguenza a determinate azioni che effettuerete nel corso del gioco (e non solo in determinati punti come avveniva nel precedente gioco). Ad esempio, se durante il gioco vi manterrete con dell’energia bassa ed esaminerete oggetti "deprimenti", otterete il finale triste. Ovviamente ci sono anche altri tipi di finali e tutto dipenderà sempre da come vi comporterete.
Una volta che li avrete visti tutti ed afferrato il vero significato della trama (magari informandovi più dettagliatamente con varie guide ai PLOT), apprezzerete ancora di più SH2.
In definitiva, SH2 è un gioco capace di suscitare vari tipi di emozioni nel giocatori, in una maniera tale che ben pochi altri giochi ci riescono. La trama è davvero qualcosa di unico ed è davvero così ricca di spunti di riflessioni che parecchi ignorano credendo che il gioco finisca con uno dei finali proposti dal gioco, mentre altri, una volta scoperto quanto sia profonda la trama, ne rimangono sopresi per via dell’intricata analisi di riflessione che si fa sia sui personaggi del gioco e sia per certi accadimenti. Notevole.

Sono Rambo e spacco tutto! Ma anche no…

Il primo Silent Hill non eccelleva certo per il suo gameplay. Tutto sommato era un semplice Survival Terror in cui si doveva cercare di sopravvivere fino alla fine, senza necessariamente uccidere tutti i mostri che ci si paravano davanti, risolvendo ogni tanto degli enigmi per proseguire avanti nel gioco. SH2 riprende integralemente tale cocetto e lo adatta perfettamente anche a questa nuova avventura. Cominciamo col dire che all’inizio, sarà possibile scegliere la difficoltà degli enigmi e quella dei combattimenti separatamente. Ciò significa che potrete impostare fin dall’inizio l’andamento del gioco, orientadolo così maggiormente verso l’azione, vero la risoluzione di enigmi complicati oppure entrambi per avere un’esperienza di gioco completa.
Il concetto base sui cui si basa SH2 è quello di esplorare in lungo e largo le aree della città al fine di trovare indizi per poter venire a capo del mistero che permea l’intera SH. Vi ritroverete quindi a camminare in giro per l’omonima e nebbiosa città che fa da sfondo al gioco e ad esplorare (nonchè combattere) all’interno di una delle tante locazioni particolari del gioco, ad esempio il Woodside Apartment complex e il Brookhaven Hospital, ma non mancheranno locazioni ancora più sinistre.
Nelle prime battute del gioco, inoltre, raccoglierete due degli oggetti che hanno reso grande il precedente SH ossia una piccola torcia ed una radio. James attaccherà la piccola torcia nella tasca della sua giacca e la userà per illuminare il suo cammino quando caleranno le tenebre sulla città e quando entrerete in delle locazioni al buio. La radio invece emetterà dei suoni statica quando ci saranno dei mostri nei paraggi e tali suoni cresceranno d’intensità proporzionalmente alla distanza che vi separa dai "vivaci" abitanti di SH.
Quindi ciò significa che dopotutto non sarete da soli a vagare per le immense strade della collina silenziosa, ma a tenervi compagnia ci saranno tutta una serie di "amichevoli" mostri, il cui scopo principale sarà quello di farvi amorevolmente a pezzi nei più svariati modi. Ovviamente, come è classico di questo genere, toccherà a voi scegliere se affrontarli con l’armamentario di cui entrete in possesso nel gioco oppure se scappare via, risparmiando così energia ed eventuali armi utili. Parlando di queste ultime, esse si dividono in due categorie (esattamente come nel primo SH) ovvero nella categoria del corpo a corpo (meele weapons) e quelle da fuoco. Tra le prime si annoverano un’asse di legno chiodata e un tubo di acciaio, mentre tra le seconde vi sono la classica pistola e vari fucili. Ovviamente dovrete sapere co6me usarle: con le meele infliggerete più danni ma vi espongono al rischio diretto di essere feriti; le armi da fuoco invece vi permettono di stare ad una ragionevole distanza di sicurezza, ma sono più deboli in certi casi e soprattutto si consumano troppe munizioni, le quali sono già di per sè rare nel gioco. Comunque in alcuni casi la fuga sarà la soluzione migliore, visto che potrete risparmiare munizioni e bevande energetiche.
L’unico difetto che si può riscontrare in essi è il fatto che la maggior parte di essi usa schemi di attacco molto semplici e le uniche cose che li diversificheranno ad ogni livello di difficoltà, saranno la loro potenza e velocità nell’attaccarvi, oltre alla resistenza ai vostri colpi. Comunque non posso non citare il fatto che durante il gioco affronterete più volte un determinato nemico, che già il solo design vi farà sorgere dubbi sulla sanità mentale dei disegnatori del gioco (e non parliamo poi dell’ambiguità della sua scena d’introduzione in perfetto stile stalker).
Altro elemento distintivo sono gli enigmi che dovrete risolvere. Nel primo SH erano davvero strani e alcuni, oltre a lasciarvi letteralmente basiti per le azioni che richiedevano per essere superati, erano davvero ingegnosi. Anche in SH2 ciò è stato mantenuto, infatti ci sono enigmi che sono incredibilmente elaborati e complicati (specialmente ai livelli di difficoltà elevati) che vi lasceranno con un senso di soddisfazione dopo averli risolti. Ma non preoccupatevi. anche se non sarete in voga di dare fondo alle vostre risorse celebrali, vi basterà raccogliere gli oggetti importanti per la loro risoluzione ed in questo non avrete problemi visto che James girerà automaticamente il suo sguardo verso di essi.
In generale quindi posso affermare che il gameplay, essendo ripreso quasi totalmente dal precedente SH, non è nulla di rivoluzionario (sebbene molto coinvolgente). Penso che la Konami ha fatto un buon lavoro nel riprorre nuovamente un uomo normale come protagonista del gioco, che non è un berretto verde alla Rambo ma, ma una "semplice" persona alla ricerca di sua moglie. Questo lo si vede chiaramente quando ad esempio si prende la mira con le armi da fuoco: sulle lunghe/medie distanze James ha davvero una pessima mira oltre ad essere lento nello sparare. Alla fin fine questo non conta più di tanto visto che non siete lì per spaccare tutto (lo stesso manuale di gioco vi dice di stare alla larga dai combattimenti ove possibile) e quindi si può dire che il gioco coinvolge proprio perchè propone un gameplay abbastanza realistico.

In conclusione

Tutti i giocatori che rimasero affascinati e si innamorarono del primo SH, non potranno che rivivere tali emozioni giocando anche a SH2. Molti sono gli elementi ripresi dal primo capitolo, tra cui spicca sicuramente la pesante atmosfera da incubo che si respira durante tutto il gioco. Sicuramente SH2 riesce ad essere una pietra miliare nel suo genere in quanto, seppur portando poche innovazioni, riesce comunque a coinvolgere pienamente il videogiocatore. Potendo contare su una grafica di buon livello, un sonoro impeccabile e una trama ricca di colpi di scena, l’acquisto è decisamente consigliato.

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