Silent Hill 4: The Room – Recensione Silent Hill 4: The Room

Ritorno alla collina silenziosa…

E così siamo arrivati al quarto capitolo. Che dire della saga di Silent Hill. Essa è una serie che nacque anni orsono sulla mitica PSX. A causa delle sue ambientazioni e atmosfere horror, tutti pensarono subito all’ennesimo clone del famigerato Resident Evil e che si sarebbe rivelato infine un flop come tutti gli altri. Ma le cose andarono decisamente in modo diverso. Il gioco andava oltre l’essere un semplice clone di Resident Evil, infatti divenne un successo che riuscì a risplendere di luce propria. Ma andiamo con ordine e presentiamo brevemente cos’è Silent Hill. Il nome, in teoria, è riferito ad una piccola città provinciale situata da qualche parte nel nord America. Come da tradizione delle piccole città che fanno da meta per il turismo, essa ha un lago, palazzi storici e una facciata da buona città popolata da gente affabile e provincialotta. Ma ciò che è nascosto sotto è tutt’altro che gentile e affabile. Il vero mondo di Silent Hill è popolato dal male e le innocenti persone che vi abitano sono state trascinate loro malgrado in un mondo di orrore da altre che definire malvage è poco. Da sempre nascosta agli occhi dalla gente da una foschia di nebbia permanente, l’aspetto malvagio della città sembra cambiarla a seconda della singola persona che la visita. Ogni persona, che sia venuta a contatto con la città di SH, a seconda delle sue azioni passate che siano esse malvage o buone, finirà per esserne irrimediabilmente riattratto. E quando ciò avverrà sarà a dir poco spaventoso, poichè la città sarà lo specchio dell’anima della malcapitata persona e vi lascio immaginare cosa aspetti a coloro che sono macchiati da colpe oscure.
Tutti pensavano che con SH3, la saga si fosse chiusa, poichè con tale gioco chiudeva il cerchio creato nel primo episodio. Ma dopo di esso, ecco che la Konami annuncia un altro nuovo capitolo ossia Silent Hill 4: The Room. Questo è principalmente puntato nel portare innovazioni a tutto piano nella storia e nel gameplay del gioco. Si può dire infatti che SH4 è ricco di tante belle cose come una storia ben congeniata e un "interessante" gameplay, ma anche dotato di elementi che lo trattengono dall’elevarsi a capolavoro. I fan della serie non potranno che dire che questo non è il solito SH a cui erano abituati a giocare e nemmeno il nuovo tipo di orrore che la Konami voleva mostrare. La domanda è: SH4 è meglio o peggio dei suoi predecessori? Risponderemo con calma a questa domanda, mettendo in luce i tanti nuovi aspetti implementati, visto che SH4 è di sicuro "diverso" da quanto visto finora nella storia della serie.
Iniziamo col dire che SH: The Room è una storia a parte che non riprende i precedenti capitoli. Voi impersonerete Henry Townshend, un abitante dei South Ashfield Heights apartment in una città poco distante da Silent Hill. Come scoprirete ben presto nel gioco, capirete che c’è qualcosa di veramente strano nell’appartamento in cui vive. Con il susseguirsi degli eventi, Henry scoprirà la verità sul suo appartamento in un viaggio in cui dovrà cercare di svegliarsi completamente dall’incubo in cui si è venuto a trovare o morire miseramente in esso…
Siete pronti ad entrare nell’incubo?

Oh my lord! Qualcuno ha fatto un buco nel muro del mio appartamento!

Il primo capitolo di SH non beneficiava certo di una grafica mostruosa su PSX, tanto che la si poteva definire obsoleta per quelli che erano i canoni del tempo. Per fortuna, con l’avvento delle nuove console, la Konami ebbe la sua rivincita. Già SH2 era uno spettacolo di grafica ed ovviamente con SH3 sono stati fatti altri passi in avanti. Con tale premessa vi aspetterete che la grafica di SH4 sia quindi ancora migliore. La risposta è… si e no. La Konami non ha creato un nuovo motore grafico; cosa errata visto che stiamo parlando del periodo in cui la PS2 dava il meglio di sè. La Konami s’è semplicemente limitata a riprendere il motore grafico di SH3 e di riadattarlo con delle modifiche a questo nuovo gioco. Però le modifiche non si sono limitate a migliorare la potenza grafica e basta, ma è stato cambiato l’aspetto generale della serie. Sia in SH2 che SH3 infatti, la grafica era piuttosto nitida e tendente a far notare al giocatore i minimi dettagli. Con SH4 invece si è andati nella direzione opposta: tutto sembra più grezzo e a tratti anche disturbante. Ma se consideriamo la trama del gioco, la scelta è stata quanto mai azzeccata. Analizziamo ora le parti più tecniche: i personaggi sono resi molto bene, sono dettagliati e sembrano realistici, infatti le loro espressioni e animazioni sono quasi perfette. Però nonostante il livello di dettaglio sia superiore rispetto ad altri giochi, non s’è riuscito a portare il gioco a 60FPS (infatti SH4 va a 30FPS) mentre ci sono altri prodotti che seppur di poco più vecchi di SH4, girano tranquillamente sui 60FPS. Le ambientazioni sono abbastanza variegate tra di loro. Viaggerete infatti tra universi paralleli, che hanno pochi ma forti punti di pregio e tanti ma lievi difetti. Un esempio è la metropolitana in cui viaggerete subito: a primo impatto sarà introdotta magnificamente e a prima vista appare alquanto strana e irreale; ma subito dovrete fare i conti con lunghi e noiosi corridoi. Certo altre locazioni cambieranno quasi ad ogni stanza, ma tale cosa sarà riproposta così spesso che finirete anche col perdere il senso dell’orientamento. Come se non bastasse, molte di esse sapranno di dejavu (la metropolitana appunto) e non si avvicineranno tanto alla stranezza dei giochi precedente e al terrore che queste sapevano trasmettere.
Le vere parti di gioco che potrebbero trasmettere terrore sono quelle in cui assisterete a delle orribili morti o quando incontrete inaspettatamente dei mostri nuovi. Quest’ultimi hanno sempre avuto una design originale in tutti i capitoli della serie. Come dimenticare infatti i "bambini indemoniati" del primo SH oppure la Pyramid Head di SH2 ad esempio? SH4 ha ovviamente delle new entry, anche se capiterà di rivedere delle vecchie conoscenze. Tra i primi figurano certamente le creature simili a gorilla con due facce di bambini mentre tra le seconde ci sono gli sfuggenti cani senza pelle. Ma la novità assoluta sono dati dai fantasmi, che ricoprono un parte importante del gioco. Essi sembreranno davvero tali con i loro lamenti e sfocata resa grafica. Uno in particolare sarà alquanto viscido e terrificante (ossia il primo personaggio che incontrerete nel gioco), anche se, già da prima, avevate validi motivi per rimanere a bocca aperta.
Una mancanza che si sente particolarmente nel gioco e che comporta un’ennesima diversità tecnica rispetto al passato, è quella della classica torcia tascabile. In SH4 non c’è e quindi non ci saranno nemmeno i luoghi oscuri tipici nel mondo da incubo. Al massimo potrete notare un calo di luminosità generale, ma l’oscurità non farà più la sua comparsa visto che il gioco è preilluminato per buona parte di esso. Un peccato, visto che tale scelta grafica ha da sempre caratterizzato la serie, divenendo una colonna portante di essa.

What… the… hell!?

Chi ha giocato ai precedenti capitoli della serie, sa bene che il sonoro era una parte quasi vitale nel gioco. Chi non si ricorda del terrore suscitato dal suono della radio quando si era immersi nell’oscurità totale, segno che c’era un mostro nei paraggi; oppure del semplice silenzio rotto soltanto dai vostri passi a simboleggiare desolazione e mistero allo stesso tempo. Silent Hill 4 purtroppo non riesce a continuare questa tradizione. Sebbene non possa considerarsi mediocre, non lo si può nemmeno considerare ottimo. Il comparto sonoro del gioco infatti non possiede particolari effetti sonori che possano impaurirvi o destare particolari emozioni. Si può solo dire che sono messi al posto giusto per ricreare il più possibile un’atmosfera da incubo così come ci si aspetta da un SH. Sarà così quindi che sentirete spesso dei rumori strani di sottofondo in alcune locazioni assieme a qualcosa all’apparenza innocuo, come il movimento metallico di una catena sospinta dal vento, ma che in realtà dovrebbe farvi saltare dalla sedia. Obiettivo fallito a quanto pare. I giochi precedenti in questo erano davvero IL top. A causa di questo, SH4 non emana lo stesso fascino che contraddistingueva le ambientazioni da incubo precedenti.
Passiamo alle musiche. Il tema portante della colonna sonora composta da Akira Yamaoka,  Room of Angel, è bellissimo. Lo ascolterete spesso nel gioco e nei momenti in cui accadrà, il pathos del gioco arriverà a livelli davvero eccezionali. A mio parere, le musiche di SH4 (non tutte ovviamente), per quanto diverse da quelle dei capitoli precedenti, sono belle perchè si adattano perfettamente agli eventi del gioco, però non trasmettono emozioni da gioco horror ma bensi più di un romanzo drammatico (ma comunque ben realizzate).
Analizziamo ora il doppiaggio dei personaggi: è semplicemente noioso. Forse i personaggi sono stati doppiati esattamente come volevano gli sviluppatori, ma il risultato è alquanto scadente. Il confronto col passato non regge: i personaggi dei capitoli precedenti erano doppiati ottimamente e trasmettevano carisma; in SH4, se non fosse per la loro leggera caratterizzazione e aspetto grafico, farebbero meglio a stare zitti, a parte le dovute eccezioni. Lo stesso personaggio principale, per quanto accomodante e di poche parole possa essere, sembra che parli sempre al rallentatore. Quando ascolterete il suo cavallo di battaglia "what the hell?" durante il gioco, capirete di cosa parlo. Gli altri personaggi che appariranno nel gioco, lo faranno per così poco che non farete nemmeno in tempo ad apprezzarli. Peccato, si poteva fare molto di più, visto l’ottimo input iniziale della Main Theme e la trama del gioco.

Corri Henry, corri!

Il gameplay della serie è stato rivoluzionato in parecchi punti. I precedenti episodi erano dei tipici Survival Horror, durante i quali controllavate il personaggio in una prospettiva in terza persona. Ovviamente dovevate raccogliere oggetti, indizi, risolvere enigmi, fare combattimenti e cercare di sopravvivere fino alla fine. SH4 riprende lo stesso concetto di base ma cambia fortemente nella fase di esplorazione innanzitutto. Il gioco è tecnicamente suddiviso in due ambienti: l’appartamento di Henry e i mondi paralleli. All’inizio del gioco sarete rinchiusi dentro l’appartamento senza poterne uscirne. La prospettiva non sarà quella in terza persona ma in prima. Potrete visitare ogni stanza dell’appartamento per trovare oggetti e indizi vari che compariranno di volta in volta. Nell’appartamento principalmente ritornete per fare uso del box di immagazzinamento degli oggetti. Si avete letto bene. In SH4 non potrete più trasportare un numero illimitato di oggetti ma solo un certo quantitativo. Ovviamente troverete altri oggetti durante la vostra avventura e dovrete stare attenti a come distribuire i posti disponibili per l’inventario. Se pensate che così si aumenta la tattica nel gioco, vi sbagliate. Ben presto troverete come sia frustante andare avanti e indietro tra gli universi paralleli e l’appartamento di Henry. La cosa non è solo frustante e obbligatoria di per sè, ma è sopratutto lunga e laboriosa. Per uscire e tornare dall’appartamento, dovrete trovare gli appositi portali di collegamento. Ma questi non solo scarseggiano nel gioco, ma sono posti in luoghi periferici nelle mappe, costringendovi così a fare chilometri su chilometri per trovare un portale e altrettanto cammino per ritornare nel punto in cui vi eravate fermati. Senza contare i lunghi (non molto) caricamenti del gioco nel fare questi andirivieni continui. Oltre a questo, nell’appartamento farete ben poco a parte effettuare delle azioni per proseguire nella trama e per determinare il finale del gioco. Già perchè SH4 è dotato anch’esso dei finali multipli e a seconda di due azioni che effettuerete durante il gioco (una riguardante l’appartamento, che dovrete "curare" il più possibile per ottenere i finali migliori e l’altra verso la fine del gioco che capirete da soli). L’altro ambiente in cui vi sposterete è costituito da tanti mondi paralleli. In essi vi muoverete nel modo classico della serie e compirete le stesse azioni che si facevano anche nei giochi precedenti. I mondi paralleli sono in discreta quantità e molto variegati, sebbene non raggiungono i livelli di terrore del passato. Comunque, sebbene ognuno di esso sarà unico nel suo genere, sarà monotono e confusionario a vedersi. A me è capitato molte volte di perdere l’orientamento anche consultando svariate volte la mappa.
Analizziamo altri aspetti del gioco come i combattimenti. Essi non sono per nulla diversi rispetto al passato. Anche qui entrerete in possesso di due principali tipi di armi ossia quelle corpo a corpo e le armi da fuoco. Le prime vanno da una bottiglia rotta fino ad arrivare ad un gigantesco piccone. Visto che in questo capitolo avrete a che fare con dei nemici particolari (di cui vi parlerò più avanti) esse saranno la vostra prima scelta. Da segnalare che sono state inserite delle mazze da golf "usa e getta". Ne troverete parecchie nel gioco; esse sono più potenti rispetto alla norma, ma dopo un determinato numero di colpi si romperanno e non saranno più utilizzabili. Le armi da fuoco sono in minoranza rispetto a quelle da corpo a corpo e saranno una pistola e un revolver; le munizioni per entrambe scarseggieranno in tutto il gioco e dovrete dosarle con saggezza per poter uscire dalle situazioni più ostiche e intricate. Ci saranno anche altri tipi di armi non convenzionali come un taser, un taglierino e udite udite, uno spray insetticida.
Parliamo allora delle malcapitate vittime di questo "terrificante" arsenale da guerra: i mostri. Come detto nel reparto grafico, ci saranno delle vecchie conoscenze ma anche delle new entry. Mi duole ammetterlo ma nessuno di essi mi ha dato molta soddisfazione, in termini di sfida e carisma. Il motivo credo che sia da ricercare nella trama del gioco e nei nemici particolari che ho accennato poc’anzi. Nel gioco affronterete infatti dei fantasmi. La loro origine e il loro "scopo" li capirete seguendo la trama. Ma per quanto riguarda il loro livello di combattimento (concedetemi questa licenza poetica presa direttamente da Dragon Ball) essi saranno di un altro pianeta rispetto a tutto quello che vedrete nel gioco. Innanzitutto essi sono invincibili ossia non muioiono mai. Quelli più deboli, che incontrerete all’inizio del gioco, richiederanno molti colpi per essere stesi al suolo, fermandoli così per un pò di tempo. Ma dopo un pò vi daranno nuovamente la caccia e cosa ancora più spaventosa è che vi seguiranno quasi dappertutto, anche se cambierete locazione, stanza o mondo parallelo. Cosa alquanto innovativa che non vi lascerà mai tranquilli, come tipicamente ci si aspetta da un SH. Solo che con l’avanzare del gioco, ce ne saranno di nuovi che saranno praticamente dei veri duri a morire. Sprechere decine di minuti a bastonarli a più non posso, dando sfoggio del vostro personale vocabolario di parole scurrili vedendo che i fantasmi proprio non ne vogliono sapere di cadere a terra. Dovrete quindi utilizzare delle apposite armi che troverete nel gioco capaci di bloccarmi permanentemente per tutta la durata del gioco; armi che saranno ovviamente in minoranza rispetto ai fantasmi nel gioco ergo dovrete sapere come gestirle. Se non fosse per i fantasmi, questo gioco sarebbe davvero ridicolo da finire, anche a livelli elevati di difficoltà. I boss nel gioco non esistono o meglio, ci sarà un solo nemico principale che incontrerete per la maggior parte del gioco (lo riconoscerete presto) che apparirà di tanto in tanto per cercare di accopparvi. State attenti perchè ogni tanto si presenta più forte che mai e potreste perdere in un lampo d’occhio.
Analizziamo gli enigmi. Se in passato SH era noto per la difficoltà elevata dei puzzle, in questo caso viene a cadere tale fama. A parte raccogliere semplici oggetti e spostarvi da un luogo all’altro per accedere a nuove stanze, non vi capiterà mai di non sapere cosa fare. Solo in poche occasioni, al massimo un paio, potreste rimanere dubbiosi ma saranno casi più unici che rari. Veniamo ad un altro aspetto fondamentale del gioco, ossia il personaggio di Eileen. Ella è la vicina di casa di Henry con cui verrete a contatto nel gioco. Non solo, in determinate circostanze, dalla metà del gioco in poi, ella vi affiancherà nei combattimenti, al punto tale che avrà un proprio piccolo armamentario, tra le quali spiccano un frustino per cavalli e una catena (questi giapponesi, sempre a fare doppi sensi). Il fatto è che vi sarà più di impiccio che d’aiuto e molto spesso cercherete di lasciarla al sicuro in qualche stanza per riprenderla quando le acque si saranno calmate. In generale, il gameplay di SH4 è innovativo per la serie, ma davvero frustrante in certi aspetti. Si poteva fare di più per far divertire il videogiocatore.

Da dove vengo? Chi sono? Dove vado? E perchè la porta non si apre?

Parliamo brevemente della curiosa trama di SH4. Henry Townshend si trasferì nell’appartamento 302 dei South Ashfield Heights, una palazzina di appartamenti in una città non troppo lontana da Silent Hill. Pochi giorni prima dell’inizio del gioco, Henry nota che stanno accadendo delle cose strane nel suo appartamento. Non solo continua ad avere numerosi quanto inquietanti incubi, ma qualcuno ha incatenato la porta del suo appartamento dall’interno in modo tale che non ne può più uscire. Le finestre sono sigillate e nessuno dei suoi vicini lo può sentire. Non ha nessuna via di scampo fino a quando non vede comparire un buco nell’appartamento. Con nessun altra alternativa se non quella di aspettare una lenta quanto agonizzante morte, Henry decide di varcare il buco per sfuggire ad essa e per scoprire la verità che si cela dietro a questa apparente follia. Così inizia il gioco. La trama è proprio atipica per la serie di SH. Questo quarto capitolo si rifà in parte al secondo nel senso che spezza il cerchio della storia che s’è venuta a creare precedentemente. Solo che ciò che spezza in questo caso è l’ambientazione di gioco. Non essendo più ambientato a SH, il gioco non propone più la storia di un personaggio arrivato anzi attratto da SH per espiare gravi peccati commessi in passato, ma la storia di un uomo, che seppur coinvolto involontariamente in una storia alquanto bizzarra, deve cambiare se stesso per potersi salvare. La città di SH fa comunque da preludio per la storia di Henry (si fanno riferimenti a quando l’ha visitata tempo prima del trasloco) e per gli avvenimenti che accadranno nel corso del gioco. Nel corso del gioco poi scoprirete in modo alquanto bizzarro ciò che è successo in passato nell’appartamento e toccherà a voi poi collegare i vari indizi che vi saranno forniti. Una cosa strana è appunto questa: nonostante la trama sia piuttosto prevedibile, è difficile fare chiarezza su ciò che accade e perchè. Un esempio di ciò sarà il fatto Henry verrà a contatto con altre persone invischiate in questa oscura storia, ma farete fatica a capire il motivo della loro presenza nel gioco. Insomma, la trama è abbastanza complessa e la si può capire pienamente solo se si fa una particolare attenzione durante il gioco. Ma anche questo potrebbe non bastare e vi consiglio quindi di leggere qualche analisi approfondita della trama per poterla apprezzare pienamente, cosa che io stesso ho fatto. Una nota di demerito va al cast di personaggi. Sono troppi e sebbene necessari per lo svolgersi della trama, non sono stati caratterizzati tutti pienamente allo stesso modo. Ma visto che la trama è incentrata sulla figura di Henry, Eileen e il losco figuro col cappotto blu, non si poteva fare altrimenti probabilmente. In generale, la trama di SH4 è buona se non ottima. Ma per poterla apprezzare pienamente dovete rigiocarci più volte e se avete tempo, informarvi su di essa nel caso in cui vi abbia incuriosito particolarmente.

Ultime parole…

Silenti Hill 4 è un valido gioco. Gli sviluppatori intendevano chiaramente creare un gioco nuovo e ci sono parzialmente riusciti. Ciò che delude è che mancano alcuni punti forte dei giochi passati come le paurose ambientazioni da incubo, ma anche il più accanito fan della serie ci può giocare normalmente senza considerarlo un’offesa all’intera saga. Tecnicamente non è nulla di eccezionale, ma si sa che la Konami non offrre niente di mediocre al suo pubblico quindi il gioco va bene così. Dopotutto la trama e il gameplay (per quanto questo possa essere abbastanza frustrante) vi spingeranno a rigiocarlo varie volte, sia per vedere tutti i finali e sia per poter capire più a fondo la complessa trama che c’è dietro. Consigliato vivamente.

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