Sniper Elite III – Recensione

La Seconda Guerra Mondiale è stata teatro di numerosi videogiochi, dai più classici Call of Duty ai più simulativi e reali Sniper Elite. Ed è proprio il videogioco di Rebellion che si evolve ancora una volta, non si tratta di una V3, come è stato per Sniper Elite V2, ma di un nuovo capitolo che prende il nome di Sniper Elite III. Abbandonate le più classiche ambientazioni di una Germania nazista che ha fatto da palcoscenico al precedente capitolo del videogioco Rebellion, ci ritroveremo nelle zone aride dell’Africa, dove con il nostro fucile dovremo mettere a ferro e fuoco le forze nemiche ed ostacolare i loro obiettivi.

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Afrika Korps

AFRICA DEL NORD 1942… La temperatura si sta facendo torrida. La Germania sta costruendo un’arma portentosa con lo scopo di schiacciare ogni forza Alleata si frapponga sul suo cammino. Incontra i tristemente famosi Afrika Korps con il loro temibili Tiger Tanks. Sabotare i loro piani è l’unica speranza per la resistenza degli Alleati”. Questo è l’incipit della storia narrata da Rebellion. Karl Fairburne è un agente segreto americano, inviato a Tobruk per sabotare i piani delle forze dell’Asse, che insieme al suo fucile ed al suo armamentario dovrà aiutare gli Alleati negli scontri della Seconda Guerra Mondiale.

Nelle lande africane inizieremo a capire cosa è Sniper Elite III. Il lungo livello iniziale che funge anche da tutorial, ci proietterà subito nelle dinamiche del videogioco, che ci appare diverso da Sniper Elite V2. La più grande innovazione è sicuramente la presenza di ambienti e livelli open world, certo non pensiamo ad un open world in stile GDR in cui ogni angolo è ampiamente esplorabile, tuttavia rispetto ai livelli lineari a cui eravamo abituati Rebellion ha sicuramente fatto un enorme passo in avanti che non può che fare piacere agli amanti delle esplorazioni. La possibilità di creare il percorso da seguire per raggiungere gli obiettivi, unita ai quattro livelli di difficoltà ed agli otto capitoli di cui è composta la storia, ci porranno di fronte ad un videogioco dalla notevole longevità, solo a livello Marksman che è il secondo dei quattro disponibili, infatti ci impiegheremo non meno di 8 ore con un approccio completamente stealth a completare la campagna che ai livelli più alti ci porrà in situazioni quasi estreme data la mancanza di HUB e di altri aiuti che ci vengono dati nei livelli più bassi.

La vastità degli ambienti inoltre non appesantisce il gioco rendendolo invece bello anche a livello estetico, oltre alle ampie ambientazioni africane ci ritroveremo anche attraverso cunicoli stretti tra le colline e i valichi di montagna della landa africana, in oasi verdeggianti e in fortezze enormi durante assalti notturni, che insieme al livello di dettaglio delle luci e delle ombre che compongono il videogioco, ci fa apprezzare il grande lavoro che Rebellion ha fatto su questo nuovo capitolo.

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Pensa e agisci come un cecchino

Il punto focale di Sniper Elite è come detto la presenza di enormi ambienti open world, che in certi punti ne deficitano un comparto tecnico non eccellente, e in altri aiutano a costruire strategie diverse su come affrontare il nemico. Il fido cannocchiale sarà infatti uno degli elementi cardine nel pianificare le nostre strategie, data la sua abilità nel marchiare i nemici e renderci noti i loro spostamenti anche quando essi non saranno direttamente visibili, rendendo quindi più facile capire come affrontare un determinato nemico piuttosto che un altro. Sniper Elite va preso per quello che è, un gioco in cui la strategia fa la differenza e in cui ogni azione deve essere pensata nei minimi dettagli, non un Run & Gun in stile Call of Duty e Battlefield. Quello che lo accomuna ai classici sparatutto di guerra è la presenza di un bagaglio di armi notevole, oltre al fucile da cecchino avremo infatti a disposizione una pistola con il silenziatore, il classico mitra e una serie di mine di terra utili sia contro la fanteria che contro i mezzi corazzati. A questi vanno aggiunte le solite granate e i kit medici che ci serviranno quando saremo accerchiati dai battaglioni nemici.

Altro elemento fondamentale di Sniper Elite è lo spostamento. Il videogioco consente un approccio completamente stealth, oltre a quello brutale alla Run & Gun che abbiamo comunque sconsigliato, in cui la possibilità di aggirare silenziosamente i nemici può aiutarci e non poco negli sviluppi della nostra strategia.

Ennesimo punto focale del videogioco è la possibilità di trattenere il fiato quando siamo in procinto di sparare, il che non solo rallenterà il tempo, ma ci offrirà anche la possibilità di una mira precisa ed efficace. Il rumore dello sparo potrà inoltre essere protetto dai rumori dello scenario, che faciliteranno la nostra fuga e renderà impossibilitati i nemici nel capire la nostra posizione e rendendoci facile la via di fuga, il che può sicuramente aiutare dati i numerosi nemici che andremo ad affrontare in ogni livello.

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Comparto tecnico

Un altro elemento che ci fa apprezzare il grande sforzo di Rebellion è la presenza di una Kill Cam completamente rinnovata. Le uccisioni saranno spettacolari, la presenza degli esoscheletri e delle fibre muscolari, unite agli organi interni rendono il videogioco meglio di una lezione di anatomia, uno spettacolo che alla lunga potrebbe essere di cattivo gusto ma che bene si confà ad un titolo il cui scopo principale è eliminare i nostri nemici con il fucile da cecchino, anche se la fisica dei corpi non è sempre impeccabile e in molte occasioni è quasi irreale.

Se finora abbiamo esaltato i pregi di un videogioco di ottima fattura, ci sono alcuni elementi che ci hanno fatto storcere il naso e che vanno a inficiare nella valutazione complessiva, stiamo parlando del comparto tecnico non eccezionale. Quello che sicuramente è un fattore abbastanza negativo del videogioco è la presenza di un IA di certo non impeccabile. Ci siamo ritrovati spesso ad uccidere serie di nemici senza che il compagno a fianco si accorgesse di nulla e ancora abbiamo notato una carenza di acume tattico dei nostri nemici, le ronde diventano quasi monotone e capita che i soldati ritornino ai loro compiti una volta finita l’allerta dovuta ad uno sparo, rendendo questo comportamento forse troppo irrealistico.

La versione PlayStation 4 che abbiamo provato mette in risalto anche alcuni problemi dovuti allo sviluppo di un videogioco Cross-Gen che non ci fa apprezzare a pieno il lavoro svolto in termini di grafica. Il grande lavoro svolto sulla versione PC riesce tuttavia a rendere migliore l’esperienza sulle console di nuova generazione, che possono godere di una grafica a 1080p e 30 fps, non riuscendo tuttavia a raggiungere i 60 fps che sulla console Sony si nota nelle texture e nella definizione inferiore di alcune immagini.

Discreto anche il comparto sonoro, uno dei punti sicuramente a favore del videogioco è l’ottima interpretazione di Roberto Draghetti che ancora una volta dà voce al protagonista, il resto dei dialoghi di sottofondo a volte è invece non tradotto, resta ottimo invece il resto dei suoni e rumori del videogioco, dagli spari alle esplosioni.

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8
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