Songbird Symphony – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

È incredibile come siano cambiati i tempi dal secolo scorso: oggi, grazie a internet e alla possibilità capillare di raggiungere tutti e in poco tempo, è possibile distaccarsi dai grandi publisher che dominavano il mercato console e PC per imbarcarsi in produzioni in piccolo che, con volontà ed entusiasmo, vogliono portare le proprie creazioni a una platea sempre più numerosa e assetata. È il caso di Joysteak Studios, una casa di sviluppo di Singapore formata da sole tre persone che appena laureatesi si sono gettate nella creazione di videogiochi e, dopo aver chiesto aiuto alla rete tramite Patreon, hanno debuttato nel mondo videoludico con l’ausilio di PQube qualche anno dopo con Songbird Symphony.

Un indie che più indie non si può, quest’avventura musicale in pixel art 2D approdata su PlayStation 4, PC e Nintendo Switch (versione da noi recensita) narra di Birb, un uccellino allevato da un pavone ma che è stato chiaramente adottato. Ignaro delle proprie vere origini, Birb si imbarca in un viaggio per conoscere i suoi genitori e scoprire così a quale specie di uccello appartenga tra le tantissime catalogate.

Come è possibile intuire dal titolo e dalla parolina chiave “musicale” scritta in precedenza, il centro attorno a cui ruota Songbird Symphony è la musica. Birb infatti sarà presto iniziato dallo zio, Uncle Pea, alla danza e all’arte musicale; da lì “l’arma” principale di Birb per la scoperta della verità sarà proprio la musica, coadiuvata all’aiuto dell’uccello più intelligente di tutta la foresta, il Gufo.

Songbird Symphony Birb
È un nuovo giorno per Birb l’uccellino, protagonista del gioco.

Lo scopo del gioco sarà quello di raccogliere le diverse note sparpagliate nella foresta padroneggiate da altre specie di uccelli. Birb dovrà guadagnarsi queste note ascoltando e replicando al meglio la tradizione canora dei singoli volatili a cui fa visita premendo i tasti su schermo rispettando il ritmo della canzone. Songbird Symphony offre un interessante campionario di aves, dai più blasonati pinguini fino ad arrivare a specie meno conosciute come i sula piediazzurri o i casuari, dipingendo gli abitanti della foresta con i rispettivi usi e costumi e con una storia di sottofondo sottile ma recepita da chi sa ascoltare.

Songbird Symphony casuaro
Essere più grande non vuol dire non avere sentimenti.

Songbird Symphony è un videogioco all’apparenza leggero, ma che restituisce se ascoltate le sue tenere note un messaggio tipico di (quasi) tutte le produzioni indie, ovvero un piccolo lascito con il giocatore, un messaggio che prova come ci sia “cuore” dietro la storia narrata su schermo.

Nel caso del titolo Joysteak viene trattato il tema del bullismo attraverso l’uccellino protagonista e un suo compagno d’avventure, Egbert, rei entrambi di essere diversi dalle specie con cui sono cresciuti, e di riflesso dell’appartenenza a una specie e cosa significa essere figli e genitori.

Songbird Symphony bullismo
Il bullismo è un tema importante che affronta il titolo.

Risatine, commenti (e anche qualcosa di più) sono all’ordine del giorno per Birb e Egbert, un simpatico uovo non ancora schiuso con le gambe, che trovano nella gentilezza e nell’accettazione una ragione per diventare amici.

Con Egbert si introduce anche il discorso dei puzzle, anch’essi rigorosamente musicali: basterà premere la giusta sequenza di note per muovere ora quella piattaforma, ora comandare il nostro nuovo amichetto a rimanere fermo in un punto per fungere da peso e attivarne un’altra. Come le piattaforme presto insegnano, infatti, il gioco è basato sul ritmo: sia nei puzzle che con i diversi “boss” pennuti è fondamentale padroneggiare il ritmo della canzone. Le piattaforme, infatti, non si muoveranno se non verranno premuti i tasti quando si illuminano e i boss restituiranno un punteggio negativo se adottato lo stesso metodo.

Songbird Symphony puzzle
Un puzzle musicale con l’aiuto di Egbert, fedele compagno.

Funziona così: per ottenere una nuova nota, come delineato, Birb dovrà ascoltare e ripetere i tasti che compongono la canzone tipica della determinata specie volatile a cui fa visita sotto direzione del Gufo, che conosce la foresta come le sue tasche. Una volta partita la sfida, la musica inizierà e questa verrà intrallazzata con le parole che formano il componimento. Le parole, a mo’ di karaoke, tracciano il ritmo della canzone, da rispettare premendo i tasti richiesti con l’aiuto dei Joy-Con o del controller per Nintendo Switch.

Alla fine dello spettacolo, Birb verrà ricompensato con la nota qualunque sia il risultato, conteggiato con le classiche lettere su una linea a là Cuphead, che vede Birb saltellare fino al risultato raggiunto. Ci sono canzoni per tutti i gusti, che spaziano a seconda dei generi preferiti degli uccelli: la timidezza del casuario significherà una canzone più intima e nostalgica, mentre l’esplosività dance dei pinguini porterà a ballare sul divano (o dovunque, data la portabilità tipica Switch).

Songbird Symphony canzone
Uncle Pea inizia Birb alla danza. Da lì è tutto in discesa (o in salita).

Tutte le canzoni dell’album videoludico “Songbird Symphony” sono coinvolgenti per un motivo o un altro e mostrano perfettamente due pregi o due limiti del gioco, a seconda dei punti di vista. Il primo è che è impossibile perdere o morire. Come detto, Birb avrà la nota a prescindere dal risultato ottenuto, che sia una caritatevole C o una sfolgorante S, quindi non c’è pericolo di fallire e rimanere bloccati, ma solo di migliorare. Allo stesso tempo, nella foresta si vive assolutamente in armonia: nessuna minaccia o mostro farà del male a Birb e il compito di intrattenere l’uccellino spetterà ai puzzle – che sono comunque di semplice risoluzione. L’estrema facilità data dal no death lo rende un gioco leggero e quindi ideale per l’estate o come side game da affiancare a qualche titano del genere.

Allo stesso tempo, per chi è amante delle sfide, il gioco viene incontro con una difficoltà progressiva delle canzoni: più Birb raccoglierà note più diventerà al limite dell’impossibile prendere il massimo dei voti. Ogni specie non solo ha un proprio ritmo, ma anche un mini gioco ritmico peculiare, al punto che a volte ci è parso quasi inutile premere la pioggia di tasti che inonda lo schermo, preferendo invece che le acque si calmassero. La difficoltà musicale piuttosto esigente che si infrange contro l’apparente leggerezza porta quasi a desiderare un controller apposito ma appare come una precisa scelta degli autori singaporiani, che hanno deciso di sopperire alla mancanza di difficoltà generale la possibilità di ripetere ogni quando lo si desidera tutte le sfide musicali di Songbird Symphony, sia nella modalità avventura che nella sezione extra una volta che saranno scorsi i brevi titoli di coda, per migliorare così i propri voti. In ogni caso, ci si dovrà scontrare con i diversi modi di premere i tasti dei diversi pennuti: dal replicare semplicemente i tasti, aspettare che cadano dall’alto fino a imparare a memoria la combinazione e a un minestrone di tutto ciò che Birb ha imparato nella selva, è sicuro che Songbird Symphony impegnerà le dita di tutti, dal novellino all’esperto di rhythm game.

Songbird Symphony salto
Birb non sa volare, per aiutarsi nel platforming può solo saltare e planare.

Purtroppo le canzoni inventate dai tre ragazzi di Joysteak non sono accompagnate da una voce, maschile o femminile che sia, che le rendano più concrete. Non è la fine del mondo, considerando anche e soprattutto le risorse monetarie limitate del piccolo studio della repubblica malese, che attualmente siedono al centinaio di dollari al mese via Patreon più i lavoretti part-time che Tan Kang Soon, Chue Sai Hou e Muhammad Hanif Bin Ghazali (questi i nomi degli autori) fanno per alimentare la loro passione. Il doppiaggio (solo per le parti cantate) avrebbe comunque reso Songbird Symphony più duraturo nella memoria e non avrebbe sfigurato in una playlist da canticchiare attorno al fuoco col sorriso sulle labbra.

I livelli in cui si muove Birb e compongono la foresta sono variegati e riflettono le specie che vi abitano. L’uccellino che muoveremo per tutto il corso dell’avventura semplicemente saltando o planando si sposterà da habitat in habitat, scoprendo così una macro-storia di fondo che avviluppa tutta la foresta e che coinvolge la scomparsa dei songbirds, uccelli che a causa ai loro canti melodiosi hanno fatto sedere sugli allori tutti gli altri “compagni di classe” e che si stanno rimboccando le maniche per ritornare a guadagnarsi il cibo che prima saltava letteralmente nei loro becchi grazie alla sinfonia degli uccelli canterini.

A riprova di come il gioco non sia un mero andare in avanti per raggranellare note, Joysteak Studios ha nascosto nei livelli selvatici delle piume colorate che con un po’ di esplorazione riveleranno il carattere e l’animo dei volatili che Birb incontra lungo il cammino contribuendo a una piccola lore in cui gli esseri umani non trovano posto. Ogni livello, inoltre, presenta un numero di note variopinte da raccogliere. Queste, oltre a scatenare una transizione musicale che si collegherà ai motivetti simpatici e calzanti di Songbird Symphony, serviranno per poter procedere verso i livelli più avanzati o scoprire qualche segreto nel mondo di gioco.

Songbird Symphony foresta Birb
La foresta vive a suon di musica.

Il cuore del gioco – la musica – è assolutamente promossa, e il tutto si può racchiudere in un titolo che proposto a un giusto prezzo mette di buon umore, allietando questi caldi giorni d’agosto e che intrattiene con la simpatia di Birb, messa in evidenza ogni qual volta inizia a ballare o arruffa le penne quando è contrariato. Songbird Symphony si comporta in maniera similare in modalità portatile essendo leggero anche per dimensioni che occupa sulla console. I joy-con hanno la stessa risposta di un Pro Controller firmato Nintendo (se non seguite il ritmo siete spacciati comunque) ed essendo stato sviluppato in un’ideale pixel art il titolo non soffre di un downgrade vistoso, anzi, oseremo dire quasi nullo.

Tirando le somme bisogna avere il cuore di pietra per non sentire un senso d’appartenenza al termine di questa fanfara forestale: tutto è musica nella foresta senza nome, e l’uccellino senza specie ne è il menestrello ideale, capace di captare tutte le note del creato e trascinare il giocatore fino al dilemma finale: di che specie fa parte Birb, il tenero uccellino? La risposta arriverà non senza colpi di scena e non senza qualche momento commovente.

Songbird Symphony polli
La gentilezza apre cuori e porte.

Songbird Symphony è una leggera avventura musicale in cui bisogna ripercorrere un’incontaminata foresta nelle piume di un uccellino di nome Birb alla scoperta delle sue origini. Nonostante le premesse il titolo indie riesce a non scadere nel banale, tenendo sempre alta la soglia d’attenzione con musiche entusiasmanti, una trama profonda e importanti temi come il bullismo e la famiglia. Questo videogioco plasmato da soli tre ragazzi mette allegria e dimostra come la musica sia un elemento fondamentale in ogni titolo videoludico che si rispetti, permettendo di mostrare pregi e difetti di questi meravigliosi animali alati che abbiamo l’onore di veder svolazzare sopra le nostre teste o appollaiati pacificamente in una foresta.

7

Pro

  • Leggero ma significativo
  • Le musiche (e Birb) sono irresistibili
  • Buon prezzo

Contro

  • Un solo file di salvataggio
  • Un po' esigente (ma "la pratica rende perfetti")
Vai alla scheda di Songbird Symphony
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