SoulCalibur VI – Recensione

Recensito su PlayStation 4

La storia di anime e spade più combattuta del XVI secolo è tornata a distanza di sei anni dalla sua ultima apparizione videoludica con un nuovo attesissimo capitolo. Cancellando con un colpo di spugna gli eventi successivi alla sua seconda incarnazione, propone un reboot in grado di rilanciare le sorti dei combattenti all’arma bianca di Bandai Namco.

Ecco quindi, senza indugiare oltre, la nostra recensione dell’atteso SoulCalibur VI.

Dove eravamo rimasti

Il cavaliere azzurro Siegfriend erra per l’europa seminando distruzione, brandendo la spada maledetta Soul Edge dalla quale è consumato, la sua mente vinta dalle spire oscure del seme maledetto. Mossi da differenti impeti, ma col fine comune di portare pace e bandire la malefica mietitrice d’anime dalla terra, prodi guerrieri si uniscono sotto un sol vessillo e partono alla cerca dei perfidi figuri capitanati dal colossale Nightmare, icona della saga.

Tramite la cronistoria delle anime, potremo vivere le avventure di Kilik, Maxi e Xiangua nell’avventura principale, o selezionare gli altri personaggi e svelare le loro vicende in quegli anni di grande tribolazione. Ogni storia viene narrata tramite delle piacevoli ma presto ripetute schermate fisse in cui i nostri beniamini dialogheranno, creando una linea narrativa in grado di comporre il binomio contestualizzazione/combattimento. La qualità narrativa non presenta picchi di eccellenza, limitandosi a fornire un valido contesto al fragore di lame che si scontrano su schermo.

SoulCalibur VI

La bilancia dell anima

Scostandoci dalle avventure dei noti eroi e malviventi della saga SoulCalibur, la vera corposa esperienza giocatore singolo proposta ruota attorno all’avventura della bilancia dell’anima. Prima di gettarci nelle nostre personalissime peripezie saremo chiamati alla creazione di un personaggio. Questa feature caratterizza ormai la saga e offre la possibilità di creare un guerriero potendo scegliere fattezze, stile di combattimento e armi in un’incredibile varietà di opzioni, facendosi vessillo della personalizzazione all’interno del genere picchiaduro.

Oltre alle scelte estetiche, dovremo ponderare perfino una sorta di background per il nostro avatar, perché la modalità bilancia dell’anima ci offre un’esperienza che ammicca al gioco di ruolo.

SoulCalibur VI

Durante il peregrinare ci verranno ad esempio proposte innumerevoli scelte di dialogo in grado di modificare il nostro allineamento tra benevolo e malvagio, in un’avventura che ci permette di esplorare un grande tabellone raffigurante i più remoti angoli del globo, muovendoci di tappa in tappa tra missioni principali e secondarie, aumentando di livello a ogni scontro e missioni completate.

Sebbene siamo lontani dal compromesso narrativo di schermate fisse e filmati di altri picchiaduro come Tekken 7, i contenuti single player sono ben nutriti e promettono svariate decine di ore di gioco, in un universo dall’indiscutibile carisma.

SoulCalibur VI

Ogni frame conta

SoulCalibur VI si attesta sui 60 FPS, come il genere richiede. I modelli tridimensionali sono tutto sommato ben realizzati, senza mai far gridare al miracolo, in una disparità poligonale altalenante tra personaggi e scenari. La colonna sonora spazia dalle tonalità barocche fino all’epica senza mai rendersi protagonista, limitandosi a sottolineare e accompagnare armoniosamente l’azione su schermo.

Come se non bastasse l’ampiezza dei contenuti proposta dalle due modalità single player e dal tool di creazione del personaggio, è presente un museo in grado di offrire un valido approfondimento circa la storia dei vari personaggi, tanti artwork e preziosi consigli circa le meccaniche di gioco.

SoulCalibur VI

Il cuore pulsante di anime e spade

Come in ogni picchiaduro che si rispetti, il cuore pulsante di SoulCalibur VI è rappresentato dal combattimento, spogliato di qualsivoglia fronzolo. Spesso i giochi di questo genere tendono a centrarsi su una meccanica specifica e innalzarla a vessillo del brand: ci sono titoli incentrati sul juggle, altri su particolari sistemi di combo, combattimenti aerei e perfino fusioni di generi. SoulCalibur rende da sempre la fase di gioco neutrale il suo punto di forza.

In un sistema tridimensionale dove non esistono colpi deboli, medi e forti, ma attacchi orizzontati, verticali e calci, trionfare significa ruotare attorno all’avversario tentando di punirne gli errori di spostamento e traendolo in inganno tramite repentini scatti.

SoulCalibur VI

Forte della possibilità di gettare il nemico fuori dall’arena per aggiudicarsi il round, la meccanica del movimento e della gestione delle distanze è l’elemento principe della serie.

La velocità d’azione su schermo è notevolmente migliorata dagli ultimi titoli della serie, ammiccando alla fluidità del secondo capitolo, senza tuttavia rinunciare alle novità implementate negli scorsi episodi. Torna dunque la barra della super utilizzabile per sorprendere l’avversario fuori guardia con una splendida e potenzialmente fatale animazione e per esibirci nella Soul Charge: un potenziamento temporaneo alle nostre statistiche, che all’attivazione ci permette di spingere via l’avversario lasciandoci recuperare una posizione di sicurezza.

SoulCalibur VI

Reversal Edge, Guard Impact e Break Attack

Il gameplay si arricchisce inoltre di importanti novità protagoniste di nuove opzioni offensive e difensive: con la pressione di un tasto, saremo in grado di scatenare la temibile Reversal Edge. La R.E. si manifesta tramite un parry seguito sempre da un attacco verticale, quindi schivabile muovendoci lateralmente. Nel caso l’attacco vada a segno, saremo chiamati alla pressione di un tasto durante uno spettacolare slow motion, in cui sfideremo l’avversario in un duello di sasso carta e forbice.

Abbiamo già affrontato l’argomento concernente le componenti casuali all’interno del genere competitivo e nel caso siate curiosi di approfondire, potete trovare qui l’articolo.

SoulCalibur VI

A difesa della Reversal Edge possiamo dire che le meccaniche e i danni a essa relativi sono stati bilanciati in maniera consapevole dal team di Bandai Namco, quindi dimenticate gli output visti in fase di beta.

Per rompere il parry offerto dalla Reversal corre in nostro aiuto il Break Attack, mossa caratterizzata da lampi blu in grado di trionfare, spezzandone la difesa. Le opzioni difensive offerte da SoulCalibur VI confermano il tecnicissimo Guard Impact, la nota parata a impatto che ci offre l’opportunità di passare in attacco se eseguita con il giusto tempismo. Naturalmente l’attacco successivo al Guard Impact può essere contrastato con l’esecuzione di un ulteriore Guard Impact.

SoulCalibur VI

Lo strigo si unisce allo scontro

Il roster di combattenti è ben nutrito, presentando all’uscita 22 combattenti tra cui scegliere con Geralt di Rivia come illustrissimo ospite.

A un’occhiata preliminare il bilanciamento generale non risulta omogeneo, con alcuni personaggi addirittura privi di opzioni da 10 frame, ma per un analisi adeguata dovremo attendere il rilascio ufficiale e degli studi approfonditi sulle tempistiche di start up e ending lag delle mosse.

SoulCalibur VI


SoulCalibur VI ha le carte in regola per riaccendere la passione nei confronti dei combattenti cappa e spada di Bandai Namco, vantando un ottimo comparto single player e abbastanza mordente per entusiasmare gli appassionati delle competizioni all’ultimo sangue. Purtroppo alcune delle meccaniche come la gestione della barra risultano particolarmente ingenue, mentre la qualità grafica è poco al di sotto delle aspettative. Piccole pecche che impediscono a questo gioiellino di risplendere al massimo delle sue potenzialità.

8.9

Pro

  • Tantissimi contenuti
  • Combat System solido...

Contro

  • ...ma con qualche ingenuità
  • Qualità grafica altalenante
Vai alla scheda di SoulCalibur VI
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