Splatoon

È difficile, per chi abbia a che fare con il panorama videoludico attuale (e con “attuale” ci riferiamo proprio a questi ultimi giorni) non avere proprio mai sentito parlare del “fenomeno” Splatoon. Parliamo di fenomeno perché sarebbe riduttivo incasellare questo gioco nel più vicino genere di riferimento che comunque, tanto per la cronaca, dovrebbe essere a occhio e croce: “sparatutto multiplayer in terza persona” (e già l’uso della parola “sparatutto” accoppiato a quelle “Nintendo” e “Wii U” è degno di un salto sulla sedia a sè stante). Il motivo del suddetto condizionale risiede nel fatto che Nintendo, che da un po’ di tempo a questa parte sembra essersi arroccata in una sua posizione “fondamentalista”, rinunciando del tutto a sviluppatori di terze parti e affidandosi interamente a progetti creati in casa per mantenere, sempre più forte e decisa, la sua “identità”, con questo titolo si è presa la briga di rivedere gli standard del genere, per trasformarlo in un autentico concept indipendente.

Splatoon Recensione

Splatoon non è “solo” uno sparatutto. È un caleidoscopio di colori tradotto in arena multiplayer dal sapore competitivo. Due squadre, composte da quattro giocatori ciascuna, si contendono il dominio su un’arena che può, in larga parte, essere dipinta con i colori della propria fazione, con il duplice effetto di favorire la propria squadra e ostacolare quella avversaria. Durante la nostra prova abbiamo percorso in lungo e in largo gli stage di Spaltoon, pittandone pareti e pavimenti e confrontandoci con avversari provenienti da tutto il mondo, mentre analizzavamo e valutavamo l’offerta di contenuti inizialmente proposti dal gioco, anche se in verità il piatto non si rivelava molto ricco.

La parola “inizialmente” suggerisce che un giudizio compiuto su Splatoon potrebbe essere espresso solo a distanza di un certo tempo dall’uscita per via di un curioso modello di pubblicazione che andiamo a spiegare: i contenuti con cui Splatoon è stato pubblicato al lancio, vale a dire cinque mappe e un’unica modalità multiplayer, sono solo una piccola parte del totale previsto. Per il gioco è previsto infatti un costante aggiornamento con DLC gratuiti (che al momento in cui viene pubblicato questo articolo è già cominciato) i quali, uscendo a cadenza più o meno regolare, andranno a triplicare l’offerta complessiva in termini di mappe, equipaggiamenti, armamentario etc. Una scelta senza dubbio volta a tenere alto l’interesse della community e i riflettori sempre puntati sul gioco, ma che non favorisce di certo noi redattori nel formulare un giudizio completo su un prodotto in cui la varietà è un elemento importante e che potrebbe rivelare potenzialità ben maggiori di quelle visibili al momento. Assegneremo dunque a Splatoon un voto provvisorio, riservandoci di riesaminare il titolo a distanza di qualche tempo per meglio valutarne le potenzialità complessive.

Splatoon Recensione
Fatta questa premessa, iniziamo col dire che la base di Splatoon è sicuramente solida. Il concept tipico dei fps viene largamente rivisto in funzione di un gameplay originale, che potrebbe spiazzare il giocatore proveniente dagli arena shooter “tradizionali” a causa di dinamiche del tutto nuove. In Splatoon, infatti, lo scopo è quello di colorare il terreno e le “uccisioni” nude e crude hanno un ruolo certamente ridimensionato rispetto a qualunque altro gioco appartenente a questo genere: l’eliminazione di un avversario, infatti, conferisce solo un vantaggio tattico, ma non è di per sè funzionale a vincere la partita. Così i giocatori si muovono sul campo di battaglia, conquistando porzioni di terreno e utilizzando le maniere forti solo per liberare un’area dai nemici e poter così continuare a colorare. Chi cerca la mischia a tutti i costi rischia di dimenticarsi lo scopo principale della partita finendo, in definitiva, per penalizzare la propria squadra.

Le Mischie Mollusche (unica modalità online presente al momento del lancio) sono caratterizzate da una sorprendente profondità tattica, resa possibile dalla varietà di armi e di ruoli a disposizione di ciascun giocatore: le armi a ripetizione, ad esempio, costituiscono un compromesso bilanciatp tra l’esigenza di eliminare gli avversari e quella di colorare il territorio; i rulli, per contro, permettono di dipingere sezioni di livello estese, ma sono lenti e scarsamente efficaci in battaglia; i fucili a carica, invece, hanno un potenziale offensivo decisamente maggiore, ma non consentono di colorare. Le armi sono alimentate a vernice, una risorsa di cui potremo approvvigionarci trasformandoci in una sorta di calamari e “navigando” all’interno dell’inchiostro del nostro colore. Una volta comprese a dovere le varie funzionalità della propria arma e la gestione della trasformazione in calamaro, ogni giocatore può specializzarsi in un ruolo diverso, per rendersi utile in vario modo alla propria squadra nel corso della partita.

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Dopo alcune ore di gioco si iniziano a comprendere anche le meccaniche avanzate: come sfruttare i vantaggi tattici offerti dagli scenari o utilizzare a dovere le armi secondarie (quali granate o rilevatori dei nemici), per non parlare delle armi speciali che permettono, dopo una fase di caricamento, di attivare degli effetti speciali (no, Michael Bay non c’entra!), che ci consentiranno di eliminare nemici e colorare vaste regioni in modo molto più agevole. I loadout dei personaggi si possono acquistare nei negozi di Coloropoli, ma solo dopo aver raggiunto un certo livello e ottenuta una somma di denaro sufficiente attraverso le partite online. Infine è possibile, sempre in questi negozi , acquistare anche accessori come scarpe, magliette, ecc per ottenere in battaglia bonus di diversa natura.

Una delle cose più originali in Splatoon? Sicuramente l’impatto della vernice. La trasformazione in calamaro e la conseguente navigazione nella vernice, consentono di muoversi più rapidamente o di sorprendere un nemico alle spalle. Altra dinamica originale è costituita dalla mappa tattica disponibile sul Gamepad, che ci consente, ad esempio, di raggiungere direttamente una zona in cui si sta svolgendo un’azione concitata in seguito a un respawn. In merito alla gestione del multiplayer, abbiamo trovato discutibili alcune scelte, come quella di non inserire un party vocale, che avrebbe reso possibile una maggiore coordinazione tattica della squadra.

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Le modalità con cui competere online in compagnia dei propri amici presentano qualche elemento che fa discutere. In primis per via di un meccanismo di assegnazione alle squadre semi-casuale, che non garantisce al giocatore di ritrovarsi in partita sempre nello stesso team del proprio amico (cosa senza dubbio fastidiosa). Un’altra cosa che alcuni potrebbero apprezzare, ma che non necessariamente si rivelerà universalmente gradita è da ricercarsi in un ruolo decisamente cruciale degli Amiibo: anziché offrire nuovi contenuti a sè stanti, gli Amiibo sbloccano modalità aggiuntive per i livelli della campagna single player, tramite le quali è possibile ottenere una ragguardevole somma di denaro da spendere per potenziare il proprio equipaggiamento, oltre a concedere l’uso di gear esclusivi per il proprio personaggio. Il tutto può arrivare ad avere un impatto significativo in termini di gioco consentendo, potenzialmente, ad un giocatore che sia in possesso di un Amiibo, di accorciare significativamente i tempi entro i quali approvvigionarsi di equipaggiamenti avanzati . Tutto ciò  fa degli Amiibo dei veri e propri “power up sotto falso nome”, con un impatto potenzialmente decisivo, almeno per quei giocatori dediti ad uno stile di gioco altamente competitivo.

Anche la modalità multiplayer locale, almeno al momento, si limita ad un 1 vs 1, che vede un giocatore muoversi impegnando lo schermo televisivo e l’altro utilizzando il GamePad. Piuttosto limitato e limitante. Il single player, per contro, ci ha stupito, rivelando un potenziale di divertimento molto superiore al previsto: muovendo i propri passi da un hub che compendia tutte le varie modalità, il giocatore si lancerà in scenari decisamente ben congegnati, in cui bisognerà misurarsi contro gli Optariani, una razza di cefalopodi che hanno ben pensato di prendere in ostaggio alcune creature, dalla forma simile a quella di piccoli pesci, che forniscono energia alla città; l’obiettivo, inutile dirlo, è liberare tali creature, splattando senza pietà le maligne piovre: in questa modalità, infatti, a differenza che nel multiplayer, è l’uccisione dei nemici l’obiettivo principale necessario al completamento di ogni livello. Sono presenti, alla fine di ciascun mondo, anche dei boss da affrontare risolvendo dei semplici puzzle con combattimenti articolati a fasi: in cascuna fase dovremo studiare accuratamente i punti deboli del nemico per riuscire a prevalere. Per un titolo che, almeno nominalmente, fa del multiplayer il suo punto di forza, dobbiamo dire di essere rimasti piacevolmente sorpresi dalla modalità di gioco in singolo: mai stancante o ripetitiva, ci consente di goderci al meglio le coloratissime atmosfere della città anche con l’aiuto di un’ottima colonna sonora (le cui tracce presentano stili variegati e possono essere riascoltate nella lobby) e una caratterizzazione visiva davvero niente male.

Splatoon Recensione

Come già accennato, la valutazione che daremo a Splatoon in questa sede non è definitiva e potrà essere passibile di revisione a distanza di qualche tempo in funzione dei contenuti ulteriormente pubblicati per il gioco: al momento attuale, comunque, essa riflette il fatto che, sia pur con qualche difetto e qualche scelta un po’ infelice, Splatoon si rivela un titolo coinvolgente, graficamente ben fatto e, in sintesi, può essere riguardato come uno dei migliori shooter usciti per Wii U.

[signoff predefined=”Signoff 1″ icon=”quote-circled”]Se volessimo dare un verdetto finale alla produzione targata Nintendo, potremmo dire che Splatoon non ci ha soddisfatti a pieno. Se da una parte l’originalità la fà da padrone, mixato a un party di colori vivaci e sgargianti con un sano e frentetico multiplayer, dall’altra parte ci troviamo in possesso di un gioco davvero scarso contenutisticamente parlando. La grande casa di Kyoto ha annunciato che Splatoon avrà i suoi aggiornamenti costanti, scelta che può essere vista come cosa positiva, ma che comunque non giustifica i 40 euro che il videogiocatore va a spendere. Rimaniamo in attesa quindi dei nuovi contenuti aggiunitivi che potranno eventualmente farci rivalutare il gioco.[/signoff]

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