SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Molti racconti iniziano con un nonno che davanti al camino racconta le fiabe al suo nipotino e SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech non fa eccezione. Ma se anche la scena è familiare e facile da riconoscere, a cambiare sono gli interpreti: difatti nonno e nipote sono automi meccanici in stile steampunk alimentati da vapore: il pargolo robotico in ogni caso vuole una storia, “Una storia di pirati?” chiede il nonno, “No, una storia di cavalieri!” risponde il nipotino.

In questo modo prende vita – da un libro che sfoglia le pagine al vento, come la più classica delle favole – la storia di SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech.

I ragazzi di Image & Form Games sono stati abili a costruire un universo che funziona e affascina senza però essere necessariamente legato a un contesto specifico: partendo dai minerari  SteamWorld DigSteamWorld Dig 2, attraverso il piratesco SteamWorld Heist per giungere fino a SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech l’atmosfera regalata è sempre la stessa pur essendo rappresentata in ere e modi differenti. Questa volta ci si ritrova nella più classica delle fiabe con draghi, cavalieri, donzelle e orde di nemici da abbattere, il tutto senza perdere in nessun modo l’anima steampunk che caratterizza il filone e sopratutto senza risultare fuori luogo. Difatti mentre aspettarsi robot nello spazio o su pianeti lontani può sembrare ovvio, potreste storcere il naso a vedere automi contestualizzati nel medioevo: eppure l’umanità infusa ai personaggi rende tutto facilmente accettabile al punto che si dalle prime battute di gioco ogni elemento appare fluido e ben concepito grazie anche all’immancabile humor che pervade la serie.

Armilly e Copernica sono le prime protagoniste con cui faremo conoscenza mentre si addentreranno nel folto del bosco alla ricerca di funghi. La prima è avventata e avventurosa, sempre pronta a cacciarsi in qualche guaio, mentre la seconda – più assennata e giudiziosa – ha il compito di tenere in riga l’amica, e possibilmente anche lontano dai guai. Purtroppo questo obiettivo viene immancabilmente mancato quando, tornando nel villaggio dopo aver svolto la prima missione, mero tutorial di base, trovano le abitazioni in fiamme, con tutta la gilda dei cavalieri scomparsa. Il duo si unisce al pigro Galeo e inizia quindi l’avventura che vedrà il nostro trio alla ricerca dei cavalieri scomparsi e alla soluzione dell’affascinante storia di SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

Il titolo di image & Form Games ha un gameplay sfaccettato e vario, anche se a tratti banale. Si tratta di muoversi in un dedalo, capitolo dopo capitolo, al fine di ritrovare tesori e giungere a uccidere il boss di fine livello. Muovendo un personaggio posto a simbolo del team e intercambiabile con il tasto L, potremo interagire con l’ambiente circostante e attaccare i nemici trovati sul percorso. A questo punto in automatico si trovano schierate le due fazioni in lotta ai lati dello schermo, mentre sotto compaiono le carte pescate dai nostri deck. In alto abbiamo un indicatore luminoso di ingranaggi, necessari per svolgere le azioni, e che si consumano mano dopo mano.

Le carte (qui ovviamente rappresentate come carte perforate per lettori steampunk come è ovvio che sia, N.d.R.) sono selezionabili prima della battaglia, e vengono girate otto alla volta. Ogni carta reca un costo in ingranaggi per essere giocata, e in ogni caso possono essere giocate solo tre carte per volta, tutte relative a un personaggio o miste per tutti. Nel primo caso otterremo un bonus automatico, dato dall’arma equipaggiata al personaggio, che prende forma di una quarta carta che si attiva in automatico.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

Diventa imperativo quindi non riempire il deck di potentissime carte dal costo elevato, che sarebbero inutilizzabili dato il numero limitato di ingranaggi disponibili per ogni mano: meglio dosare con intelligenza utilità a basso costo e attacchi poderosi in modo da ottimizzare il risultato finale.

Meccanismo semplice che viene assimilato in fretta, cosi come appare subito lampante la necessità di bilanciare azioni speciali di protezione e cura ad attacchi e offensive.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

Niente che non si sia già visto in milioni di card game più o meno complessi e decisamente meglio articolati. Difatti pur contando su oltre 100 carte utilizzabili ci si ritrova a selezionare sempre gli stessi attacchi e azioni speciali, una volta capito quali sono le più efficaci in battaglia; per fortuna abbiamo la possibilità di cambiare i personaggi in gioco con altri incontrati lungo il percorso, anche se saranno sempre e solo tre quelli che scenderanno in campo, al contrario dei nemici che possono essere più numerosi.

Questo escamotage di cambiamento del team di gioco offre una maggior varietà al gioco, anche se purtroppo permane la sensazione di déjà-vu. Troviamo poi interessante veder variare il parco mosse di alcuni personaggi in base all’utilizzo di alcune carte maschera, che portano allo stesso tempo bonus e Malus ai personaggi in gioco, ma anche in questo caso rimane la sensazione che manchi qualcosa per potersi appassionare a lungo.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

Purtroppo, infatti, SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech non esplode mai, pur mantenendo un livello buono di interesse per tutta la durata dell’avventura: niente però fa gridare al miracolo o porta a quella dipendenza inconscia che i lavori precedenti infondevano a piene mani.

Probabilmente gestire un card game con elementi RPG in un contesto steampunk è stata un’operazione rischiosa che possiamo considerare riuscita solo in parte: a nostro giudizio si poteva porre un accento maggiore alla componente RPG del titolo implementando maggiormente effetti sugli item equipaggiabili o pensare a roster più complessi e con un’interazione maggiore.

SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech

Un plauso come sempre va alla rappresentazione grafica: SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech propone splendidi personaggi e fondali interamente dipinti a mano e dall’enorme impatto. Ogni nemico è magistralmente disegnato e rappresentato con una varietà e un gusto sorprendenti grazie anche al nonsense e alla comicità di cui il titolo è permeato.

Anche i dialoghi tradotti in italiano offrono spunti divertenti e sorrisi dovuti alla caratterizzazione ineccepibile dei protagonisti, mentre la colonna sonora è semplicemente perfetta per il contesto. Sotto il profilo della realizzazione tecnica forse l’unica cosa che abbiamo apprezzato meno, ma potrebbe essere considerato un parere personale, è la mappa di gioco, troppo lineare e frammentata per essere realmente godibile.


SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech in esclusiva per Nintendo Switch è un card game con elementi RPG dalla storia convincente e magistralmente disegnato che, percorrendo il filone dei titoli precedenti di Image & Form Games, prosegue nella rappresentazione di un magico universo steampunk. Ottimi spunti e dialoghi divertenti, uniti a una trama già vista ma sempre affascinante, sono il perfetto contorno per un card game divertente e bilanciato, non esente purtroppo da alcune lacune. La vastità dei generi in gioco sarebbe potuta essere rappresentata con maggiore profondità ma questa, e altre piccole mancanze, alla fine non pregiudicano un titolo che riesce ad appassionare. Inutile dire che la portabilità di Nintendo Switch è, per l’ennesima volta, un punto in più in grado di esaltare i pregi di SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech, come di moltissimo altri titoli.

7

Pro

  • Atmosfere steampunk squisite
  • Grafica interamente dipinta a mano
  • Ottima caratterizzazione dei personaggi
  • Buon comparto tecnico

Contro

  • Componente RPG che manca di spessore
  • Card game poco profondo
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