Steep – Provato

Negli anni abbiamo avuto la possibilità di divertirci con una buona quantità di videogiochi dedicati allo snowboard: restando nell’era 3D si possono tirar fuori dai cassetti della memoria serie come 1080°, Amped, SSX e, per restare in casa Ubisoft, Shaun White Snowboarding. La casa francese ha deciso di far tornare la neve sulle nostre console, ma non con una rischiosa azione nostalgia, che avrebbe potuto portare ai risultati di Rock Band e Guitar Hero, ma dando una nuova visione al tutto e soprattutto un nuovo nome.

steep_news-explore-mtn-header_271376

Aprire la porta e andare fuori

Così Ubisoft Annesy ha solo dovuto aprire la finestra per guardare il Monte Bianco (dal loro versante Mont Blanc) per dare vita a Steep. Osservando la montagna, gli sviluppatori si sono resi conto che non è solamente fatta di piste ben battute e di snowboard che la percorrono: c’è la neve fresca, ci sono crepacci insidiosi, ghiacciai, correnti ascensionali, luoghi sconosciuti e quant’altro. La montagna non può quindi essere confinata a un livello chiuso e controllato, deve espandersi e dare al giocatore la possibilità di scoprirla in ogni suo dettaglio. Per questo Steep si basa su un motore fisico che gestisce la neve, gli elementi del fondale e i personaggi che si muovono a schermo; così facendo è possibile andare a creare un mondo vasto che non ha la necessità di essere dominato da leggi ferree in ogni suo centimetro deve essere scritto dagli sviluppatori, ma si lascia che il gioco in sé sia in grado di capire che comportamento devono avere le lame in quel preciso spazio.

hf2usd9dh9gz63agyqllwb

Con un sistema così è facile farsi prendere la mano e tendere ad allargare sempre di più la mappa e in effetti i ragazzi di Ubisoft si sono lasciati abbastanza andare: oltre al sopra citato Bianco, che ovviamente rappresenta un pezzo grosso dell’end-game, in Steep sono presenti anche Aravis, facile preda delle fasi iniziali, il Tirolo e parte delle Alpi svizzere (ed è facile immaginare che altre montagne arriveranno nei mesi che seguono l’uscita del gioco). Chiariamo subito, non si sta parlando di una ricostruzione 1:1, ma di un’approssimazione che si pieghi alle necessità di gameplay mantenendo comunque le caratteristiche e la riconoscibilità della montagna originale.

La montagna è sacra

Quindi tutto questo ben di Dio è esplorabile solo con lo snowboard? No, perché la montagna non è fatta solo questo ma è anche sci ovviamente, e nelle meccaniche di gioco non sono poi molto dissimili dalla cugina tavola e lasciano giusto al gusto del giocatore la scelta tra uno e gli altri. Le aggiunte più dirompenti invece risiedono nel parapendio e soprattutto nella tuta alare: con quest’ultima è possibile lanciarsi da altezze folli e passare a centimetri di distanza dalle rocce.

steepCombinando queste quattro discipline l’essenza open world di Steep viene finalmente a galla; nonostante le montagne siano disseminate di gare accessibili a seconda del livello raggiunto dal giocatore, c’è ancora tanto da scoprire: bisogna fermarsi e contemplare la montagna. Tralasciando le frasi a effetto lo scopo del gioco è quello di scoprire tutte le drop zone presenti sulle varie montagne e per farlo bisogna fermarsi, prendere il binocolo e scrutare le cime; una volta scovata una nuova zona si sbloccheranno le gare relative a quell’area e potremo anche lanciarci liberamente da quel punto. La progressione è quindi tutta in mano al giocatore che deve vincere gare, fare acrobazie, prendere rischi e scoprire nuove zone per accumulare esperienza e salire man mano di livello per portarsi su nuove varianti delle montagne e lì scovare con binocolo nuove zone.

Questo potrebbe essere il punto forte del gioco e allo stesso tempo quello debole perché molti giocatori potrebbero non essere disposti a vagare in giro, gara dopo gara, senza una esatta meta e un filo conduttore che segni la via. Il tutto è lasciato alla voglia del giocatore di esplorare e mettersi in gioco ogni volta con una pista nuova e a migliorare se stesso provando e riprovando.

I racconti della montagna

Presso gli studi di Ubisoft abbiamo avuto la possibilità di mettere mano per qualche ora a una versione non ancora definitiva del gioco, ma comunque vicina alla conclusione dei lavori. Ovviamente il tutto comincia con un corposo tutorial (accompagnato da una rilassante musica lounge) che ci guida per mano facendoci impratichire su tutti e quattro gli sport, ma soprattutto ci spiega come muoverci all’interno della montagna per esplorarla al meglio. Una volta eruditi sulle meccaniche  di gioco, a separarci dalle vette migliori è solo il livello del giocatore e quindi viene naturale prendere le gare nelle zone basse e iniziare a macinare punti. Il tutto, come detto prima, condito da una componente importante di esplorazione e ricerca delle nuove drop zone.

moonligth_header_263667Il gioco dà anche la possibilità di partire dalla cima della montagna, senza fare riferimento a una gara precisa, e da lì scendere, magari alla ricerca di un punto d’interesse segnalato nelle vicinanze. Pur non essendo presente una componente narrativa, nonostante i più recenti giochi sportivi siano riuscita a incorporarla, in Steep è possibile vivere degli onirici “racconti della montagna”, in cui dovremo ad esempio seguire un narratore dalla suadente voce femminile che ci racconterà le leggende di quella cima mentre si scende in piena notte, con la luna sopra di noi e con le sole torce montate sul casco. Si tratta evidentemente di un’aggiunta che non ha le pretese di tenere incollati i giocatori in attesa di sapere cosa succederà dopo, ma è comunque un gran tocco di stile che va a sottolineare come Steep non sia solo competizione ma anche rispetto e interesse verso la montagna stessa.

Infiliamo gli scarponi

Pad alla mano si capisce subito come il motore fisico porti il gioco in un ambiente tendente al reale, piuttosto che alla pazzia di tricks di alcuni suoi predecessori. Certo ha comunque poco senso che delle persone sfreccino a quella velocità sulla neve fresca e che riescano a restare in piedi nonostante gli impatti scomposti, ma ovviamente stiamo parlando di una tendenza al realismo e non a un mantra. La sopravvivenza del nostro alter ego è legata alla forza G con cui prenderemo gli impatti: se sarà troppo alta il malcapitato sverrà e rotolerà a valle in ragdoll fino a che non riuscirò a riprendere i sensi.

Se invece subiremo un colpo estremamente violento, apparirà su schermo un sarcastico “KO” che ci costringerà a ricominciare. Tenendo premuto triangolo (nella versione PS4 da noi provata) in ogni momento è possibile ricominciare immediatamente la sfida, senza alcun caricamento di sorta; se invece vogliamo cambiare completamente gara, basta tener premuto cerchio e tornare alla visuale della montagna e da lì spostarci. Il tutto può anche essere fatto online, ma ognuno ha la gestione della propria partita, quindi in ogni momento può scegliere di ricominciare una gara senza infastidire gli altri o di prendere e spostarsi da un’altra parte in piena libertà.

Steep provatoOvviamente se possiamo giocare online e i nostri amici possono vedere il nostro ghost durante le loro discese, è fondamentale avere un abbigliamento adatto. In Steep è possibile personalizzare il personaggio per tutti gli elementi tecnici: scarponi, pantaloni, giacche, sci, tavola, tuta alare, paracadute e un sacco di altri dettagli. Alcune di queste personalizzazioni sono create in collaborazione con marchi reali come Salomon e The North Face, ma altre sono disegnate dagli sviluppatori e tendono a sdrammatizzare un po’ la situazione, come cappellini di lana con le orecchie o caschetti con una mannaia piantata in mezzo. Tutte queste personalizzazioni sono sbloccabili arrivando a medaglia nelle gare oppure acquistandole con la valuta in gioco e, per chi non fosse disposto ad aspettare per potersi comprare l’outfit desiderato, sarà possibile comprare la valuta in gioco con soldi reali.

Steep porta sul mercato videoludico qualcosa di nuovo, un’esperienza multisportiva che mancava fino a ora, ma soprattutto porta l’esplorazione libera da caricamenti di un’area estremamente vasta. Se il videogiocatore medio potrebbe restare deluso dalla mancanza di follia nelle acrobazie, chi è più abituato a vivere la montagna ci troverà un parco giochi sconfinato e pieno di segreti da sviscerare. Se avete ancora qualche dubbio c’è sempre la beta pubblica che partirà il 18 novembre o il 10 per chi si iscrive su http://steep.ubisoft.com/

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments