Tekken Tag Tournament – Recensione Tekken Tag Tournament

La serie di Tekken è una tra le più gettonate tra i videogiocatori, grazie soprattutto al largo successo conquistato su Playstation. Tekken 3 ha consolidato, degnamente, il successo della serie su livelli indiscutibili ed è probabilmente il principale responsabile della diffusione della saga.
Ormai la popolarità di Tekken ha raggiunto e in parte superato, soprattutto tra i giocatori più giovani, quella di mostri sacri del genere come Street Fighter e Virtua Fighter, anche se molti veterani dei beat ‘em up obiettano sulla pari qualità, considerando Tekken inferiore in profondità e livello di abilità necessaria rispetto ai due esempi citati.
Dopo Tekken 3, la Namco iniziò a lavorare a questo Tag Tournament che al principio venne concepito esclusivamente per le sale giochi. Solo in seguito si è deciso di portare il gioco su PS2 con un congruo adattamento.

Iron fistS

Parliamoci chiaro: a conti fatti Tekken Tag Tournament è una sorta di upgrade di Tekken 3. Ci sono più personaggi (ripresi da Tekken 2), più mosse, e soprattutto (e da qui il nome) la particolarità di combattere due-contro-due in alternanza, come già visto in giochi della serie Vs della Capcom o in Dead or Alive 2.
Il giocatore potrà scegliere ora due personaggi che potranno darsi il cambio in qualsiasi momento. Questo permetterà all’altro di recuperare energia per farlo tornare in un secondo momento, oppure è possibile combinare le mosse dei due combattenti per dare vita a combo ancora più devastanti.
Oltre alla modalità Arcade troviamo i classici Time Attack, Team Battle e Theatre; inoltre ci sarà anche una modalità uno-contro-uno per chi preferisce combattimenti normali. In ultimo è presente la modalità Tekken Bowl, che consiste in un mini-gioco di bowling. Cosa è cambiato rispetto a Tekken 3 oltre al “fattore Tag”? Pressoché nulla. Le meccaniche generali di gioco sono sempre quelle, anche se ai personaggi sono stati implementate nuove mosse.
Non aspettatevi dunque grandi cambiamenti, ma solo grandi dosi di solido gameplay a cui siete probabilmente già abituati.

Seconda generazione

Rispetto alla versione da sala giochi e a quella per console giapponese, l’aspetto grafico delle versioni USA e PAL è stato perfezionato da un implemento di anti-aliasing. Il risultato è un aspetto dei modelli poligonali più pulito.
Visivamente Tekken Tag Tournament sorprende molto; praticamente tutto, dai personaggi alle arene, è stato ben curato e la differenza rispetto a Tekken 3 risulta netta.
Le texture applicate ai modelli dei personaggi riproducono bene le superfici non solo della pelle, ma anche dei diversi tipi di vestiti (basta osservare quelli in pelle per accorgersene).
Il gioco utilizza gran parte del motion-capture di Tekken 3, quindi, anche se le animazioni sono sempre fluide, i movimenti rimangono un po’ irrealistici.
Gli ambienti sono molto curati e arricchiti da effetti atmosferici e di luce davvero notevoli, soprattutto considerando che ci troviamo di fronte a uno dei primissimi giochi sviluppati per questa console.
Il vero grande difetto grafico rimane quello dell’incongruenza tra suolo e sfondo. Come già visto in passato (e in altri giochi), la superficie su cui poggiano i personaggi e lo sfondo sono evidentemente separati e, anche se durante i combattimenti stenterete a notarlo, il risultato stona abbastanza, soprattutto considerato il buon livello visivo di tutto il resto.
Peccato inoltre che per accorciare i tempi di sviluppo, la Namco abbia scelto di affidare le ending dei personaggi allo stesso motore grafico del gioco, invece che a dei filmati FMV pre-renderizzati. Essi purtroppo sono brevi e spesso deludenti.
D’altro canto l’intro e il finale del boss del gioco sono stati eseguiti in FMV e sono davvero spettacolari. Il reparto sonoro rimane sugli standard a cui la serie ci ha abituati. Ad accompagnare i combattimenti troviamo brani techno e upbeat, di solito puntanti sul ritmo e scevri da virtuosismi sonori.

Per concludere

La pecca più grande di questo gioco è senz’altro il fatto di non costituire una grande innovazione rispetto al predecessore. Questo è da attribuire sicuramente al fatto che inizialmente era stato concepito non come un seguito vero e proprio (e difatti non lo è), ma come una versione Tag, arricchita da vecchi personaggi e ritoccata graficamente dell’ultima incarnazione della serie, che aveva raggiunto un grande apice. Se la Namco avesse avuto più tempo a disposizione probabilmente avrebbe potuto apportarvi altre migliorie, ma con la data di uscita della PS2 in tutto il mondo questo non è stato possibile.
Perché comprare questo gioco?
Sicuramente vale l’acquisto per coloro che non hanno mai giocato ai primi due Tekken, i quali potranno provare vari altri personaggi (in tutto più di 24). Per i neofiti è il gioco perfetto per iniziare a scoprire la serie.
Non tutti coloro che hanno già avuto modo di giocare ai precedenti titoli potrebbero voler scegliere di comprare anche questo Tag Tournament, che a conti fatti propone ben poco di nuovo.
Da segnalare comunque che per molti, soprattutto esperti e appassionati della serie, anche in seguito alle uscite di Tekken 4 e 5, Tekken Tag rimane il miglior capitolo della saga. Questo perché molti considerano le “vecchie” meccaniche e collisioni (che sono state ritoccate nei capitoli successivi) ancora le migliori, quindi Tekken Tag Tournament risulta un “asso piglia tutto” per questo tipo di giocatori.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento