Terraria

Piaccia o meno, è innegabile che quello dei sandbox sia un genere che negli ultimi anni è riuscito a dare una ventata di aria fresca nel panorama videoludico, conquistando milioni di giocatori. Essere all’interno di un mondo imprevedibile e non scriptato, pur sacrificando il lato narrativo, avere i mezzi per plasmarlo dando sfogo alla propria creatività, e poter condividere il tutto con una community online è una formula che innegabilmente ha attratto giocatori di ogni genere, anche tra i più giovani. Innegabile è anche il fatto che dietro a questo fenomeno di massa ci sia principalmente Minecraft.

Uscito originariamente su PC ormai quasi quattro anni fa, Terraria venne inizialmente banalizzato come un clone 2D di Minecraft. I meno superficiali però riuscirono ad andare oltre le apparenze, e capirono che il sandbox di Re-Logic, nonostante abbia caratteristiche in comune, ha un’individualità propria, che pulsa di una struttura adventure e platform senz’altro diversa dal colosso Mojang.
Dopo l’ottima accoglienza su PC, il titolo è approdato nel 2013 su PS3, PS Vita e Xbox 360, e persino su dispositivi mobile (con le dovute limitazioni di interfaccia), e finanche su PS4 e Xbox One nel 2014, ora è la volta di analizzare la versione per Nintendo 3DS, in attesa dell’en plein quando arriverà anche su Wii U il prossimo aprile.

Terraria Recensione

Un mondo a portata di click

Nonostante il grande successo e diffusione, potreste non aver mai sentito parlare del titolo in questione, o persino dei sandbox in generale.
Terraria vi metterà nei pixellosi panni di un anonimo esploratore, in un mondo generato in modo procedurale dal gioco, il che vuol dire che viene generato con parametri che cambieranno a ogni partita; quindi ogni volta che inizierete una nuova partita in un nuovo mondo questo sarà diverso da quello precedente.

Il gioco propone nella schermata iniziale una delle cose che mancavano alla versione originale su PC: un tutorial in cui vengono spiegate le meccaniche di base e l’utilizzo degli strumenti e dei menù. Semplice ma tutt’altro che scontato per chi vuole addentrarsi nel gioco per la prima volta.
Iniziando una nuova partita potremo creare il nostro alter-ego tramite un semplice editor, per poi iniziare le danze lasciando che il gioco crei un mondo per noi. Una volta immersi in questo immenso ambiente non ci sarà una storia da seguire, missioni prestabilite, NPC chiacchieroni. Sarete solo voi e il vostro senso dell’avventura.

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Con voi avrete solo una spada per difendervi dalle creature ostili, un piccone con cui scavare il terreno e un’ascia per abbattere gli alberi. I materiali minerali e il legno ricavati in questo modo potranno essere poi riutilizzati per costruire altre strutture. La prima cosa da fare sarà senz’altro costruire una casa per metterci al riparo per la notte, quando creature ben più pericolose come zombie e occhi demoniaci cominceranno a gironzolare in massa mettendo in serio pericolo la vostra incolumità. Nella vostra casa potrete poi sbizzarrirvi sul vostro tavolo da lavoro a creare i primi oggetti, e magari una fucina per lavorare i metalli.

Ben presto vi accorgerete che vi serviranno altri tipi di materiali, magari più resistenti, e dovrete quindi cominciare a esplorare più approfonditamente il mondo. In particolare, la vera avventura giace nelle viscere della terra, entro cui potrete addentrarvi grazie al vostro fidato piccone e dove, continuando a scavare, potrete imbattervi in filoni di rame, ferro, argento e così via. Ovviamente il poter riutilizzare i materiali scavati vi sarà utile anche per l’esplorazione, creando un ponte su un lago ad esempio, o creando una pedana rialzata per raggiungere una piattaforma troppo in alto; tutto dipende dal vostro estro e intelligenza.

Nel sottosuolo troverete zone nascoste da esplorare, minerali via via più preziosi e utili, ma anche nuovi nemici, sempre più temibili man mano che vi spingerete in avanti (o in basso, in questo caso); vi occorreranno quindi armi più forti e protezioni più resistenti, che potrete ovviamente creare con i materiali scavati per strada. Tutto può essere utile.

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Da qui in poi si innesca un circolo virtuoso di esplorazione e potenziamento, per cui con i materiali scoperti potrete creare via via nuovo equipaggiamento con cui potersi spingere sempre più oltre nell’enorme mondo di gioco, spinti dalla vostra curiosità e spirito dell’avventura pura e semplice. Non solo, ma potrete creare nuove case in cui accogliere degli NPC che creeranno o venderanno nuovi oggetti.

Proseguendo con la vostra espansione potrete creare un autentico villaggio, e lasciarvi andare alla personalizzazione estrema con i più svariati oggetti di arredamento. Superate le condizioni iniziali, il resto del gioco poggerà completamente sul vostro ingegno, sul senso dell’esplorazione, la curiosità di conoscere cosa c’è “oltre”, in un mondo passivamente pieno di cose da scoprire.

Nonostante sia assente una storia e la libertà sia pressoché assoluta, esistono comunque dei dungeon piazzati ad arte e alcuni boss da evocare tramite speciali oggetti. Per affrontare queste sfide avanzate dovremo prepararci a dovere con i migliori equipaggiamenti possibili, e per questo saranno fondamentali gli NPC da accogliere.

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Esplorazione portatile

La formula di gioco è molto più incisiva e addictive di quello che può sembrare da una mera descrizione. Dietro il gameplay essenziale e privo di sovrastrutture c’è un gioco con un ritmo irresistibile, che dà grande spazio alla creatività e la fantasia del giocatore, trascinandolo in un vortice di esplorazione, looting e crafting da cui vi stacchereta tra “altri 10 minuti”. Insomma questa incarnazione per 3DS di Terraria mantiene il fascino dell’originale praticamente intatto.

Questo porting sulla console portatile Nintendo, però, soffre di alcuni cambiamenti rispetto alla versione originale per PC. Innanzitutto, i limiti di potenza della console hanno costretto gli sviluppatori a ridurre parecchio l’ampiezza del mondo di gioco. Mentre su PC la grandezza della mappa più piccola è di 4200×1200 blocchi, su 3DS l’area massima è di 1750×900. Intendiamoci, stiamo parlando comunque di un’area di esplorazione vastissima, solo non così vasta come in altre versioni.

Altra grave mancanza è la mancanza di una modalità multiplayer online, sostituita da una in locale per un massimo di quattro giocatori nello stesso mondo. Questo risulta limitante soprattutto per affrontare i boss più ostici del gioco che hanno bisogno di diversi giocatori per essere sconfitti.

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Reazioni contrastanti invece suscitano l’adattamento dell’interfaccia e dei controlli alla console portatile Nintendo. Purtroppo lo schermo, più piccolo rispetto a un monitor, rende meno visibile la vicinanza di nemici ed elementi circostanti, e allunga i tempi quando serve di scorrere le voci nei menù; cosa che può diventare seccante nei momenti in cui bisogna sbrigarsi per gestire dei nemici nelle vicinanze.
C’è da dire però che in quanto a interfaccia i comandi sono stati ben mappati, e sia il d-pad che lo stylus aiutano molto nei momenti in cui serve maggior precisione. Il touchscreen infatti può essere adibito al Precision Mode, in cui vedremo l’area zoomata e suddivisa in caselle, dove potremo agire con precisione assoluta per scavare o piazzare blocchi.
Insomma il sistema di controllo è stato adattato al 3DS in modo ottimale. Senza contare che, considerando il coinvolgimento che Terraria è capace di suscitare, poterci giocare anche fuori casa lo rende ancora più accessibile.

Estetica rétro

Il comparto grafico rimane ovviamente fedele all’originale, in tutto il suo stile nostalgico a 16 bit. Le animazioni sono classicamente legnose, gli sprite degli elementi sullo schermo semplici ma ben definiti e colorati. Ovviamente lo stile grafico strizza l’occhio ai classici del passato, quindi o se ne sa apprezzare il fascino o difficilmente potrete passarci sopra. Il tutto gira a 30 fps, che arrivano a 60 su New Nintendo 3DS.

Anche il sonoro rimane fedele nella sua essenzialità. Le poche tracce presenti fortunatamente sono piacevoli accompagnamenti e non intrusive alle lunghe sessioni che vi aspettano.

7.2
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