The Bible Game – Recensione The Bible Game

Che il panorama videoludico sia sempre più utilizzato anche con scopi propagandistici non è una novità e ritrovarsi con giochi atipici che vanno ad arricchire il parco giochi di alcune console non è più una cosa sconvolgente.
Stavolta andiamo ad analizzare The Bible Game, in italiano Il gioco della Bibbia. Inutile dilungarsi ulteriormente su cosa sia la Bibbia e cosa rappresenti sia per l’ambiente cristiano che non, quindi passiamo subito ad analizzare la versione per GameBoy Advance e cerchiamo di capire in che modo la Bibbia dovrebbe interfacciarsi con i videogiocatori.

Arriverà la fine del Mondo

La scena si presenta con una famiglia, uno dei capisaldi del concetto cristiano, che in maniera molto semplice narra della lotta tra le forze del bene e del male ai proprio figli. Terminato il racconto entreremo nel menù principale che ci permetterà di iniziare una nuova partita o inserire una Password per cominciare da un determinato livello: le password ovviamente ci verranno fornite ogni qualvolta porteremo a termine qualche punto saliente della nostra avventura.
Iniziando una nuova partita ci verrà data la possibilità di scegliere se vestire i panni di un ragazzo o una ragazza, che, a scelta effettuata, verranno vestiti da chierichetti e gettati nella valle del peccato per debellare le forze del male. I nemici che vi si pareranno contro saranno esclusivamente insetti: ragni, formiche, e tutto ciò che può rientrare nella famiglia di questi mostriciattoli poco cari agli aracnofobici.


La giocabilità risulta molto banale e si legherà esclusivamente a 3 tasti, lasciando il tasto X completamente inutilizzato nelle prime battute di gioco. Con A si salterà, con la pressione di B si eseguirà uno scatto e tramite Y potremo abbassarci per evitare degli attacchi aerei. Non avremo armi, com’è logico che sia in un gioco che vuole trasmettere il messaggio di pace e annullamento del male: per sconfiggere i nostri avversari, quindi, dovremo saltargli addosso, a volte anche più di una volta, per vederli scomparire e lasciare qualche oggetto da raccogliere, che spesso può essere un cuore, che andrà a recuperare l’energia persa, o altre volte dei collezionabili che aumenteranno il vostro punteggio a fine livello.

In nome di Dio

Ovviamente non solo gli insetti cercheranno di intralciare la vostra scalata alla beatificazione: dopo aver attraversato il vasto spazio adibito per i vari livelli e dopo aver seguito le indicazioni degli NPC che si attiveranno non appena sarete a pochi passi da loro, arriverete allo scontro col mini boss, spesso rappresentato da un diavoletto volante che lancia palle di fuoco dalla bocca. Non appena vi avvicinerete questo inizierà a scappare e dovrete rincorrerlo fino a toccarlo: una volta fatto ciò inizierà la battaglia. Ovviamente niente che preveda l’uso di armi o di altri oggetti, ma semplicemente la vostra conoscenza contro la vostra ignoranza. Partiranno serie di domande a risposta multipla sulla Bibbia, la religione cristiana e tutto ciò che concerne i Testamenti: in basso vi verrà indicato quante risposte esatte dovrete dare per vincere la battaglia, ad esempio al primo tentativo dovrete rispondere correttamente quattro volte su sei, lasciandovi quindi un margine di due errori. Le domande spazieranno da "Cos’era Paolo in gioventù?" al "Cosa si ricollega all’albero del Paradiso Terrestre?". Una volta vinta la battaglia riceverete un frammento di croce: raccolti tutti i frammenti avrete terminato il livello. Innovativo ma anche ripetitivo dopo un po’.

Il Paradiso me l’aspettavo più bello

Graficamente non ci sono tentativi di eccellere dato che la grafica risulta molto vecchia nonostante la data di uscita del gioco (2006). I modelli sono privi di caratterizzazione e privi di qualsiasi dettaglio fisico o facciale. L’ambiente è spoglio di decorazioni se non per qualche alberello o qualche cappella messa qua e là per non lasciare tutta la zona interamente verde.
Per il sonoro non c’è molto da dire se non che alcuni effetti sonori sono ben riprodotti e le musichette di accompagnamento sono soffici e leggere, tanto da non sentirle affatto. Ma non era certamente qui che si voleva prevalere con The Bible Game e lo capiamo anche, però se si voleva puntare ad un buon risultato si poteva fare qualcosa in più.


Tirando le somme ci troviamo dinanzi ad un gioco che ha un suo perchè: cercare di dare un’impronta giocosa alla conoscenza cristiana. L’idea di annullare la presenza delle armi e di risolvere gli scontri con i boss a suon di domande bibliche è una cosa interessante che sicuramente strapperà un sorriso a chi non s’aspettava nemmeno un gioco sulla Bibbia. L’idea di base colpirà, insomma, sia i credenti che non, riuscirà a regalare qualche oretta allegra nel tentativo di misurare la propria conoscenza in campo religioso, ma sicuramente senza esagerare.
Consigliato a chi è davvero molto curioso di capire come la Bibbia può diventare un gioco, sconsigliato a chi cerca giochi di qualità e non un’esercitazione sulla materia biblica.

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