The Guest – Recensione

The Guest è un’avventura esplorativa in prima persona, come viene definita dagli stessi sviluppatori, frutto del lavoro del Team Gotham, un giovane studio con sede a Madrid. Distribuito da 505 Games, tramite Steam al concorrenziale prezzo di 9,99 €, The Guest ha ricevuto un importante riconoscimento di gioco dell’anno, come titolo indie, al Reboot Develop 2015 tenutosi in Croazia. Dotato di atmosfere oscure e intriganti, questo titolo fa dei puzzle la sua arma vincente unitamente a una trama abbastanza intrigante come vedremo nel corso di questa recensione.

Benvenuti all’Oak Wood Hotel

The Guest è ambientato negli anni Ottanta e vede protagonista il dottor Evgeni Leonov, anziano scienziato russo invitato al 9° Congresso Scientifico Internazionale dell’Università di Boston. Il suo alloggio, in vista degli impegni alla conferenza, è l’Oakwood Hotel di Belmont, un albergo abbastanza rustico nel quale Evgeni si risveglierà nel cuore della notte a causa di alcuni colpi che arrivano dall’interno del bagno. Sono circa le quattro del mattino e l’anziano dottore, a corto delle sue pillole, si ritrova chiuso all’interno della sua stanza con inquietanti rumori a circondarlo. Qui comincia la nostra avventura di quello che, apparentemente, potrebbe essere il più classico degli escape room ma che, ben presto, nasconderà diversi colpi di scena una volta usciti dalla nostra camera da letto.

The Guest - Recensione
Ecco la nostra stanza, un po’ oscura ma dallo stile molto anni Ottanta. Inquietantemente affascinante.
Non solo escape room

A livello di gameplay ci troviamo a fronteggiare un titolo d’avventura in prima persona, spiccatamente punta e clicca, che segue un filone sempre più di successo come quello inaugurato da Gone Home. La peculiarità e la sostanziale differenza di The Guest è quella di avere al suo interno tutta una serie di puzzle game impegnativi, non limitandosi, quindi, a una semplice storia interattiva. La difficoltà degli enigmi è varia e, salvo rare eccezioni, saremo in grado di risolverli aguzzando l’ingegno e sfruttando oggetti o indizi trovati nell’esplorazione. Dunque, per proseguire nella nostra avventura sarà importante anche osservare e leggere i documenti disseminati a partire dalla camera da letto in cui ci risveglieremo, utili inoltre all’approfondimento della trama. The Guest, nonostante sfrutti alcune trovate tipiche da gioco horror, non fa spiccatamente paura e, dopo un inizio abbastanza oscuro, si tramuta ben presto in qualcosa di diverso e più interessante. Non siamo di fronte a un livello grafico eccelso da titolo blasonato, probabilmente per agevolare il supporto di Oculus Rift, ma il Team Gotham è riuscito a fare buon uso dell’ormai famoso motore grafico Unity, realizzando degli ambienti curati e degli oggetti dettagliati senza appesantire troppo il tutto.

The Guest - Recensione
Un oggetto utile in caso ci si trovi bloccati con un’enigma..il suicidio però non è una soluzione contemplata in The Guest.

Una peculiarità del titolo è senz’altro quella di poter prendere e portare con sé quasi tutti gli oggetti interagibili che saranno, per la maggior parte, diversi tra loro. Dunque non avremo una sfilza di classici doppioni di oggetti (eccezion fatta per i libri), piazzati giusto come riempitivo, ma tutta una serie di accessori tipici di un hotel unitamente agli effetti personali, documenti e riviste sparsi da Evgeni nel suo misterioso pernottamento. Nel menù, tipico dei giochi di questo genere, avremo un classico diario, sostanzialmente inutile, dove verranno annotati i commenti del protagonista e l’utilissimo ma poco pratico inventario dove osservare gli oggetti raccolti, combinarli ove possibile e utilizzarli.

Nota dolente del titolo, come diversi suoi simili, è la scarsa longevità. Infatti, a seconda delle personali abilità nel risolvere enigmi, sarà possibile terminare The Guest in circa 4-5 ore mantenendosi larghi. Ad aumentare l’esperienza di gioco concorrono solamente i classici Achievements di Steam, che saranno per l’esattezza venti.

A livello sonoro il lavoro dello studio di Madrid non spicca molto sia per le musiche che per i pochi dialoghi che risulteranno per lo più registrazioni. Naturalmente non mancheranno dei sottofondi inquietanti e disturbanti che potremo definire azzeccati per la situazione, ma non memorabili.

The Guest - Recensione
L’Oakwood Hotel è un posto rustico e accogliente ma sconsigliato a chi è allergico alla polvere e al disordine.
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