The Last Guardian – Recensione

Più il tempo passa, più le aspettative crescono. L’ombra delle grandi attese incombe sempre su determinati titoli, specialmente quelli rimandati più e più volte. Final Fantasy XV, uscito pochi giorni fa, rientra proprio in questa cerchia, così come The Last Guardian, in uscita il 7 di questo mese. L’ultima fatica del maestro Ueda infatti è stata annunciata nel lontano 2007 e doveva già essere sugli scaffali per il 2011 su Playstation 3. Il titolo non ha però avuto molta fortuna e, per un motivo o per un altro, è stato più volte rimandato. L’attesa tuttavia è finita e il titolo del Team ICO è arrivato in mano nostra: l’avventura fra le rovine del Nido ha finalmente inizio!

The Last Guardian

Dispersi nel Nido

Il mondo è popolato da una miriade di esseri viventi: anguille, topi, giraffe, cavalli e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia c’è una specie che ignorate di sicuro, il Trico: una sorta di grifone gigante, a metà fra un uccello e un gatto. Sarà proprio Trico ad “accoglierci” dopo il nostro risveglio: incatenato e ferito, avrà sin da subito un atteggiamento ostile nei confronti del bambino che impersoneremo. Tuttavia, seppur piccolo, il ragazzino saprà come prendere la situazione di petto e, dopo averlo sfamato ed estratto le lance dal suo corpo, cercherà di farsi strada in sua compagnia, fra le rovine della città nella quale si è ritrovato dopo il più strano dei risvegli.

Come nei passati titoli di Ueda e del team Ico, la trama non sarà articolata e complessa, anzi. La semplicità però non è affatto sinonimo di scadente o deludente: nella sua linearità, The Last Guardian sa comunque catturarci e farci stare incollati allo schermo, anche grazie ai numerosi rompicapo da risolvere per farci strada fra le rovine e le lotte contro delle misteriose armature senzienti.
Nelle rovine non saremo soli.

L’elemento centrale che catturerà però l’attenzione di tutti sarà il legame fra il bambino e Trico che, passo dopo passo, crescerà sempre di più: dopo la diffidenza iniziale fra i due nascerà un sentimento unico e inimitabile, un’amicizia capace di superare ogni ostacolo e ogni limite. Trico non sarà soltanto il nostro fedelissimo compagno di viaggi, sarà la nostra metà, la nostra luce nel buio (letteralmente!), un amico con la A maiuscola.

Cosa che ancora di più colpisce è come questo rapporto si rafforzi, Trico e il bambino non diventeranno amici “parlando”: saranno i piccoli gesti, le piccole attenzioni a far fruttare quello che praticamente diventerà la colonna portante dell’intero titolo, il rapporto d’amicizia indissolubile fra i due personaggi. Con ciò non stiamo di certo a dire che il titolo sia pieno di “carezzine e moine”: la strana coppia dovrà fronteggiare ostacoli e pericoli tutt’altro che banali, durante i quali sia Trico che (soprattutto) il bambino mostreranno un coraggio più unico che raro, tanto da farci tenere più volte il fiato sospeso. Preparatevi a vivere dunque situazioni che potranno passare da una dolcezza sconfinata alla tensione più pura. Insomma tutto si può dire tranne che l’esplorazione del Nido risulti noiosa!

The Last Guardian

Trico-sitter

Un elemento comune nei titoli di Ueda è l’interfaccia grafica spoglia ai minimi termini: non vi saranno barre, linee, contatori e nient’altro di simile, solo noi, Trico e le rovine. Niente ostacolerà o nasconderà la nostra visuale, consentendoci di ammirare le rovine, la vegetazione, i meccanismi di trasporto della cittadella in ogni minimo particolare, dando così un taglio molto più artistico al titolo, cosa che per Ueda&Co. non è di certo una novità. Soltanto di tanto in tanto, nei momenti di “incertezza”, comparirà in sovrimpressione una sagoma del joypad (rigorosamente in trasparenza) che ci indicherà quali tasti premere per compiere le azioni più elementari, a mò di brevissimo tutorial.

Le azioni che potremo compiere nei panni del bambino saranno semplici: saltare, abbassarsi, tirare/spingere oggetti e lanciarsi. A queste, successivamente, se ne aggiungerà un’altra, cruciale ai fini del gioco: impartire comandi a Trico. Tramite la pressione del tasto R1 infatti potremo suggerire a Trico dove dirigersi e, in seguito, anche dove saltare, cosa colpire e via dicendo. Sarà tramite l’uso di questi semplici comandi e azioni che dovremo fronteggiare i vari rompicapo che il Nido ci riserverà: dietro ogni stanza, sala, cortile e ala dell’immensa città, che a prima occhiata sembrerà senza via di fuga, ci sarà sempre un modo per farla franca, basterà soltanto aguzzare l’ingegno e non dimenticare che sarà il lavoro di squadra a farla da principe. Spesso infatti ci toccherà sfruttare la stazza di Trico per raggiungere appigli o cunicoli altrimenti irraggiungibili, sfruttando il suo piumaggio per scalarlo in pieno stile SotC: più volte tuttavia, proprio durante queste mini-Trico-scalate abbiamo notato che i comandi non erano molto precisi ed efficienti, costringendoci a circumnavigare il corpo del nostro amico quando invece sarebbe bastato molto meno.
Il bambino, grazie alla sua piccola statura, riuscirà a infilarsi in molte aree proibite a Trico, aprendo poi la via a quest’ultimo, mentre toccherà al Colosso in miniatura, farci strada durante gli attacchi dei nemici, durante i quali noi avremo ben poco da dire.

Tuttavia dovremo anche prenderci cura del nostro piccolo (si fa per dire) amico: dopo le lotte, Trico sarà nervoso e toccherà calmarlo con qualche carezza al punto giusto ed estrarre le lance dal suo corpo, per non parlare invece dei morsi della fame che lo affliggeranno. Data la sua stazza infatti, Trico avrà spesso bisogno di mangiare e ci toccherà procurargli dei barili (di cui ignoriamo il contenuto) per placare il suo appetito e consentirci di proseguire la nostra avventura.  A volte, addirittura, sarà proprio la golosità di Trico a tirarci fuori dai guai!

The Last Guardian


Muta del piumaggio

Graficamente, The Last Guardian, non può che convincere soprattutto grazie alla cura quasi maniacale per l’ambientazione: le rovine del Nido sanno regalare panorami mozzafiato, ambientazioni bellissime non solo da esplorare ma anche soltanto da vedere. Anche il piumaggio, gli occhi e i movimenti di Trico cattureranno più volte la nostra attenzione. Tuttavia c’è un ma: più volte ci è capitato di riscontrare dei cali di frame, soprattutto nel passaggio fra una location e l’altra.

Il comparto sonoro merita invece di essere lodato sotto ogni aspetto: le musiche evocative del maestro Furukawa risultano sposarsi alla perfezione con l’ambientazione e il loro andamento cangiante, a seconda degli avvenimenti, non ha fatto altro che convincerti ancor di più.Sorprendenti anche i versi di Trico: vedere un gattone piumato alto svariati metri ruggire in modo assordante per poi fare quasi le fusa di fronte alle carezze di un bambino è favoloso.

The Last Guardian


Dopo anni e anni di attesa, Trico e il suo piccolo guardiano hanno finalmente visto la luce e, ci sentiamo di dirlo, lo hanno fatto senza deludere le aspettative: solo l’assistere al cammino di crescita dei due personaggi vale il prezzo del “biglietto”. L’esperienza di gioco segue in tutto e per tutto i classici capisaldi del Team ICO: taglio del titolo molto artistico, dialoghi quasi assenti e narrazione che va avanti proprio a “frasi non dette”, ma il bello sta proprio lì. Ovviamente il titolo non è esente da difetti, quali controlli un po’ imprecisi e svariati casi di cali di frame, niente però che non possa essere corretto in seguito con qualche patch.  Se avete amato i capolavori passati del Team ICO è inutile dirvi cosa fare, se invece non li avete mai giocati, beh, è arrivato il momento giusto per iniziare a farlo.

8.8

Pro

  • Ambientazione mozzafiato
  • Bellissimo il legame fra i due personaggi
  • Narrazione con taglio artistico

Contro

  • Svariati cali di frame
  • Controlli un po' imprecisi
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