The Last Of Us: Left Behind

The Last of Us è stato eletto gioco del 2013 all’unanimità da praticamente qualsiasi redazione, compresa quella di Gamesource. Il pluripremiato prodotto della Naughty Dog ha scalato le classifiche mietendo vittime illustri in più generi, anche grazie al suo collocarsi in un limbo tra l’avventura grafica, il film interattivo e l’action-stealth. A ricevere premi è stata anche la trama, cruda e diretta al punto giusto, ma allo stesso tempo non esente da un difetto di fondo che molte volte riscontriamo nei titoli che fanno della narrazione il loro punto di forza: un gioco non è un film e, nonostante duri mediamente di più di quest’ultimo, la maggior parte delle volte restano buchi nella trama che non trovano spiegazione una volta raggiunti i titoli di coda. In TLOU la carne al fuoco era molta e, dando giustamente la precedenza al rapporto tra Ellie e Joel, alcune sottotrame sono state trattate in maniera superficiale e appena accennate. Proprio per questo, la software house ha realizzato il DLC Left Behind, per raccontarci un punto oscuro del passato della ragazza: perché la giovane è protetta dalle Luci? Come ha scoperto la sua immunità alle spore? Cosa ha passato per essere, alla sua giovanissima età, già così cinica e sboccata? Accendiamo le nostre PS3 e pazientiamo il tempo del download, più di 5Gb di dati, nella speranza che almeno alcune delle nostre domande abbiano risposta.

the last of us left behind

Cosa successe quell’inverno?

Il DLC Left Behind tratta di un momento ben particolare nel passato di Ellie, che vi spiegherà come mai Joel, all’inizio di The Last of Us, la troverà con le Luci. Il titolo non ha certo vinto a caso il premio per la miglior narrazione del 2013 ed è così che, per rendere più interessante gli eventi del passato, questi sono presentati sotto forma di flashback all’interno di una scena non narrata nel gioco originale: in TLOU non ci veniva mostrata la reazione della protagonista dopo che il suo amico veniva ferito in combattimento durante l’inverno. In questo capitolo potremo assistere a qualla parte di storia lasciata in sospeso, giocando nel contempo nei panni della ragazzina scoprendo lati oscuri del suo passato.

Più nel dettaglio – evitando come al solito gli spoiler – sappiate che il DLC vi permetterà di impersonarla nel giorno che ha cambiato la sua vita, ovvero quando, in compagnia della ritrovata amica d’infanzia Riley, lascia la sicurezza (mischiata ad una velata prigionia) per abbracciare l’avventura. Dimostrando ancora una volta una maniacale cura per i dettagli, i Naughty Dog danno vita ad un intreccio di dialoghi e di situazioni tanto semplici quanto profonde e toccanti. Confessiamo di essere rimasti colpiti alla battuta “Cos’è un Facebook?”, quando entrata in una cabina per fototessere ancora funzionante e il computer le chiedeva di pubblicare gli scatti sul social network. E’ questa sconcertante semplicità che ha fatto della narrazione di The Last of Us un must e siamo ben felici di averla ritrovata. La crudezza di un mondo post-apocalittico non è data tanto dalla violenza e dall’essere costretti ad uccidere gli infetti, quanto piuttosto dal vedere un’adolescente privata del diritto di parlare di gossip, di ragazzi e di social network. A proposito di ragazzi e di innamoramenti, in Left Behind c’è anche spazio per una rivelazione che non possiamo anticiparvi, ma che comunque dimostra ancora una volta che la casa produttrice ha voluto osare. Pollice alto per la trama e lo storytelling insomma, a (ri)conferma degli elogi spesi nei confronti dell’avventura principale durante tutti gli ultimi mesi del 2013.

Una piccola tombarola

Giocare nei panni di Ellie riporta inevitabilmente alla mente la giovane Lara Croft, recentemente tornata indietro nel tempo grazie al magico lifting che solo i videogiochi possono offrire: l’approccio stealth, le armi utilizzate, il concetto di sopravvivenza e – perché no – la coda di cavallo nella quale sono raccolti i capelli della protagonista non possono essere tutte semplici casualità. Sorvolando sull’ispirazione più o meno palese, ammettiamo che il sistema di base del gioco non è stato cambiato di una virgola: così come The Last of Us non era Uncharted, Left Behind non è di certo Tomb Raider, pertanto aspettatevi molte esplorazioni e pochi combattimenti, tutti da affrontare nell’ombra a meno che non vogliate andare incontro a morte certa. Il ritmo è costituito da un climax, dove all’esplorazione e alla ricerca di strade alternative per raggiungere la meta necessaria a proseguire (esattamente come nell’avventura principale) si alternano sempre più frequenti combattimenti contro umani e infetti, a culminare in un’ultima grande battaglia contro più avversari che porta alla fine del gioco.

Passando all’analisi del gameplay in senso più stretto, segnaliamo una perfetta corrispondenza con quanto visto in TLOU: pochissime arrampicate e ancora meno salti, molta esplorazione, crafting per realizzare medikit e oggetti utili al combattimento, poche risorse e tanta azione nell’ombra, per cogliere i nemici alle spalle ed eliminarli silenziosamente uno dietro l’altro. Ritornano anche gli utili mattoni, da utilizzare per stordire i nemici o per fare rumore lontano dalla sua posizione. Nel corso dei Falshback con Riley ci si imbatte in un paio di minigiochi in stile Heavy Rain (macchina per le fototessere, sala giochi, ecc), ma non si tratta comunque di momenti degni di nota, se non per i sempre ottimi dialoghi.

Un mondo pericolante

Un altro dei punti di forza dell’originale The Last of Us era l’altissima qualità grafica, che ritroviamo anche in Left Behind: le scene ambientate nel presente, in inverno, presentano gli effetti sulla neve che abbiamo già imparato ad apprezzare nel mai troppo osannato Uncharted 2, che si sommano ad una miriade di altri piccoli particolari – fiocchi di neve tra i capelli, vento, ecc – capaci di rendere vivo ed estremamente realistico il mondo di gioco. Per quanto riguarda i flashback, invece, oltre ai soliti ambienti interni ed esterni distrutti e in rovina, gli sviluppatori si sono sbizzarriti ricreando un centro commerciale con svariati negozi che le due adolescenti attraverseranno. Quando la protagonista riuscirà a ridare corrente al complesso, sarà possibile apprezzare ancora una volta la capacità della PS3 di gestire l’illuminazione colorata delle diverse fonti di luce, ricordandoci ancora una volta perché il titolo principale abbia primeggiato anche nei premi 2013 relativi alla grafica e al comparto tecnico.

Un gustoso antipasto… senza la portata principale

Fin qui tutto bene. Una volta analizzato quanto c’è di buono in questo DLC, ci troviamo però costretti a passare al punto più dolente, che ne penalizzerà il voto finale: Left Behind dura veramente poco. Siamo consapevoli che un capitolo di questo tipo non può avere chissà quale longevità, ma considerando la struttura stessa del gioco e il suo essere poco rigiocabile, l’averlo finito in poco più di un’ora ci ha lasciato di stucco. Rispetto al principale, in cui la lunghezza sopra la media permetteva anche un dipanarsi regolare della trama, in questo ci è parso che il (poco) tempo a disposizione sia anche stato gestito male, utilizzandolo per dialoghi pieni di pathos ma che, alla fine, non hanno aggiunto molto di più rispetto a quello che già sapevamo sul passato di Ellie. Raggiunti i prematuri titoli di coda, la nostra impressione è stata di aver provato una lunga demo, o comunque una serie di interessanti spunti narrativi che alla luce dei fatti potevano benissimo essere inseriti in The Last of Us, non giustificando la realizzazione di un DLC ad hoc. Siamo stati troppo pretenziosi? Forse. Sinceramente, nei confronti di un prodotto videoludico che ha spazzato via la concorrenza a tutti gli award di settore nello scorso anno ci sentiamo in diritto di pretendere il meglio, o comunque di mettere in guardia i nostri lettori relativamente a quelle che sono state le nostre impressioni, in positivo e in negativo.

Verdetto finale

The Last of Us: Left Behind è un DLC che contiene tutto quanto di buono conteneva l’avventura originale: comprato tecnico da urlo, dialoghi da film (con ottima localizzazione italiana), gameplay fluido e crudo quanto basta da renderlo immediato e distinguibile dalla massa di semplici action-adventure ad oggi sul mercato. Aggiungeteci che Ellie assomiglia sempre più ad una giovane Lara Croft e capirete quanto può essere stato divertente impersonarla in questa breve avventura. Purtroppo è proprio questa scarsezza a farci storcere il naso, obbligandoci a mettervi in guardia sulla bassa longevità di Left Behind, si finisce in un pomeriggio e non lascia le stesse emozioni del dialogo finale prima dei titoli di coda di TLOU. Ci dispiace che Naughty Dog abbia dichiarato che questo DLC sarà l’unico in single player per la serie, così avremmo potuto rivedere la nostra posizione con i successivi episodi. Così a sé stante perde buona parte della sua forza e resta un semplice satellite del quale potete tranquillamente fare a meno. Se non considerate il prezzo di acquisto troppo alto e se avete apprezzato il titolo principale, questo sarà per voi una breve ma comunque intensa piccola avventura.

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