The Lord of the Rings: Aragorn’s Quest – Recensione Il Signore degli Anelli: l’avventura di Aragorn

Tolkien è da molti considerato un genio del fantasy, divenuto famoso grazie alla trilogia de Il Signore Degli Anelli. La saga ambientata nella Terra Di Mezzo ha riscosso un notevole successo, almeno in Italia, solo dopo la trasposizione cinematografica a opera dal visionario Peter Jackson. Numerosi sono stati i giochi basati su questa saga, e il titolo di cui vogliamo parlarvi oggi, sebbene non riprenda direttamente gli avvenimenti raccontati nei romanzi, propone una storia particolare che vede protagonista, oltre che Aragorn, il piccolo Frodo Gangee. Sì, avete capito bene, il figlio di Sam, grande amico di Frodo Baggins protagonista della Trilogia.

 

Oggi vi racconto una storia

Dire però che il protagonista dell’avventura sia solo Frodo è sbagliato: attraverso una serie di flashback, gli sviluppatori raccontano gli avvenimenti più importanti che hanno portato Aragorn a divenire il Re di Gondor. Grazie all’alternanza di questi due personaggi, Frodo e Aragorn appunto, il gioco riesce a intrattenere l’utente con i racconti di Sam, che legge ai propri figli le avventure che hanno portato alla distruzione dell’Anello e alla pace nella Terra Di Mezzo. Insomma, la storia non offre chi sa quali spunti, ma è comunque piacevolissimo ascoltare le letture di Sam, tra l’altro doppiato dallo stesso attore del film.

The Legend of the Ring

A livello di gameplay, ciò che distingue maggiormente Frodo, che comunque controlleremo per un tempo minore rispetto ad Aragorn, è la sua fisicità nei combattimenti. Grosso modo le armi utilizzabili sono le stesse in entrambi i casi, ma negli scontri con i nemici più grandi è potenti, si sente e si vede che il Re ha molta più esperienza e forza del piccolo Gangee. Le meccaniche che caratterizzano il titolo sono riprese per larghi tratti da un classico Zelda, con zone esplorabili liberamente, combattimenti e piccoli enigmi da risolvere. La differenza maggiore sta però nella infinita disparità che c’è tra questi due titoli nella qualità del gameplay: in Zelda la profondità dei combattimenti (mai stati il punto di forza della serie) è molto maggiore, e ancora più grande è il divario tra le fasi esplorative e quelle puzzle solving. Quest’ultime sono davvero messe in secondo piano e risultano davvero semplicistiche e a tratti banali, soprattutto per gli utenti più esperti. Forse ciò che rende un minimo più interessante il gameplay è la possibilità di giocare in cooperativa l’intera avventura: il primo giocatore controlla Aragorn, mentre il secondo Gandalf. Tra i due personaggi non ci sono sostanziali differenze, sia nel sistema di controllo che nelle azioni effettuabili.

 

Il controllo dell’Anello

Il sistema di controllo è affidato come sempre all’accoppiata Wiimote e Nunchuk, con il primo adibito al controllo della spada e il secondo a quello del personaggio. Insomma, una classica disposizione dei tasti, figlia anche dell’ultimo Zelda uscito per Wii. Gli sviluppatori hanno ritenuto opportuno non supportare il Wii Motion Plus, già utilizzato con successo da Red Steel 2 e pochi altri titoli, appoggiandosi al Wiimote liscio. Dobbiamo dire, però, che con nostra grande sorpresa il sistema funziona discretamente e permette un buon controllo nelle situazioni meno caotiche. I problemi sorgono nelle battaglie più accese dove bisogna combinare vari movimenti per effettuare attacchi più potenti.

Quest’Anello è per te

Ora c’è bisogno di un discorso riguardante il target di riferimento per questo prodotto. Già dal punto di vista grafico, ancor prima di iniziare a prendere confidenza con i controlli, si nota una scelta stilistica molto caricaturale, e da questo è facile intuire che il gioco sia dedicato ad una fascia d’utenza molto giovane che non sta neanche attenta alla profondità delle meccaniche e alla qualità della narrazione. Alle persone che acquistano questo titolo interessa solo divertirsi, e Il Signore Degli Anelli: l’Avventura di Aragorn ci riesce in pieno. Lasciamo in secondo piano la profondità del sistema di combattimento, che comunque si rivela discreto andando avanti nell’avventura, e pensiamo all’atmosfera fiabesca che il gioco è in grado di trasmettere. Proprio quest’ultima, caratteristica di molti fantasy, è il punto di forza dell’intera produzione.

 

La bellezza (interiore) dell’Anello

Ad aiutare la sensazione di vivere una fiaba, per mondi dove si incontrano personaggi dai piedi grandi e pelosi che camminano scalzi, Nani che si dimostrano combattenti provetti e Elfi in grado di scoccare frecce con assoluta precisione, c’è un comparto tecnico, dal punto di vista artistico, molto buono. Nonostante a livello prettamente grafico il titolo non si dimostri all’altezza dei giochi usciti quest’anno, lo stile super deformed dei personaggi è davvero bellissimo e fortifica ulteriormente l’idea di trovarsi davanti a un titolo dedicato prettamente ai bambini. Qualche bell’effetto, però, è possibile osservarlo, soprattutto nel sistema che gestisce l’illuminazione: ci si trova davanti a scorci a tratti bellissimi (non per il livello tecnico) e a tratti inguardabili. Nel complesso la grafica del titolo è discreta. Davvero ottimo, invece, il comparto audio. A partire dalle musiche orchestrate, riprese dalla trilogia cinematografica, il prodotto si presenta a tratti eccellente, con picchi qualitativi soprattutto nel doppiaggio. Come detto, gli attori che prestano le proprie voci ai personaggi sono, per larga parte, gli stessi del film.

Commento

Il voto che potete osservare è frutto di una sorta di media tra il tipo di valutazione che riceverebbe il titolo visto con gli occhi di un hardcore e quello visto con gli occhi di un bambino. Nel primo caso il prodotto si rivela insufficiente in quasi tutti i suoi aspetti; nel secondo, il prodotto è più che discreto e assolutamente godibile e divertente. Inoltre, se siete appassionati della saga dell’anello, il titolo potrebbe rivelarsi anche per voi una piacevole sorpresa. In ogni caso, non andate con grandi speranze su questo prodotto: potreste rimanerne delusi.

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