The Maw – Recensione The Maw

Frank non verrà mangiato

Frank, specie aliena non troppo conosciuta (Teltarian), in fuga dai suoi carcerieri, fa presto amicizia col blob violaceo Maw con cui condivide la stessa sorte. L’apparentemente piccolo blob è tanto avventato quanto vorace, ma Frank lo terrà al guinzaglio, perciò non vi mangerà nel bel mezzo del gioco.
Dopo la rovinosa caduta dell’astronave che li teneva entrambi imprigionati, questo nuovo duo si trova su un pianeta sconosciuto, e Frank avrà la responsabilità di portare a "passeggio" il Maw.
Paradossalmente, la complessità ultima del titolo, il quale si posa fra il genere platform e i puzzle game, è proprio il guinzaglio elettronico che permette a Frank di controllare il Maw.
Quest’ultimo svolgerà tutto il lavoro “sporco” per i 9 livelli proposti nel gioco. Vorace come pochi, egli non disdegnerà di mangiare qualsiasi creatura dalla più buffa e minacciosa alla più tenera e docile. Nonostante la sua ingordigia, egli tende a mutare forma e caratteristiche a seconda di ciò che mangia, dando così maggior senso alla frase “siamo ciò che mangiamo”.
 

Mangiato un Gastro (creatura tutta roccia e fiamme) il nostro violaceo Maw acquisirà l’abilità di poter sputar fuoco; mangiando uno dei docili Yums, invece, tenderà ad aumentare di dimensione. E’ proprio sulla dieta del Maw che il gioco basa la sua variante maggiore in termini di gameplay, o quanto meno risulta la sua peculiare caratteristica.
Per quanto il videogame strizzi l’occhio non indifferentemente ai platform, non è sicuramente un purista del genere. Frank è indubbiamente colui che più evidenzia la caratteristica platform del titolo, ma il tutto si limiterà a delle brevi sessioni di gioco. Il protagonista si troverà fra le mani come strumento principale il particolare raggio traente, che funge anche da guinzaglio per il Maw. Lo stesso strumento verrà utilizzato sia come rampino che come raggio traente, a seconda dell’occasione.
I puzzle sono un’ulteriore parte del titolo, inseriti nel contesto in modo tale da far progredire il Maw. Questi non sono mai troppo complessi né impossibili da risolvere, tutt’altro, forse anche troppo semplici per chiunque.
Per continuare nell’avventura, il passaggio obbligatorio è proprio quello di far progredire il Maw, per abilità e grandezza. Il gioco in sé propone il suo arsenale per divertire i giocatori in modo vario ma non sempre del tutto completo. Gli extra sono sempre pochi, e l’avventura si limita alla semplice esplorazione dei livelli proposti, non sempre molti ispirati.
Tutto ciò che infine può rendere il videogame un titolo indigesto sono quei piccoli difetti tecnici insiti nel sistema di controllo. Il Maw non è semplicissimo da controllare e spesso si può dire ironicamente: che “faccia di testa sua”. Altra mina vagante è la telecamera, implementata benissimo per quanto concerne l’utilizzo del solo Frank, ma quando il Maw si aggiunge essa tende a divenire “ballerina”. Si può tranquillamente dire che il sistema di controllo non sia del tutto ben calibrato; che sia ispirato è però del tutto certo.
 

 

Tondeggiare sulla cresta dell’onda del mare dei pixel

Dal character design ispirato al livello tecnico della realizzazione grafica, The Maw, risulta come uno dei titoli che più si fa ammirare per l’impatto visivo che sa regalare. Personaggi tondeggianti per niente spigolosi è quel che su schermo possiamo notare. Frank ed il Maw sono realizzati in modo impeccabile quanto i nemici e tutti gli altri personaggi secondari. Decisamente inferiori sono invece le ambientazioni, che non mantengono sempre lo stesso standard qualitativo.
Colonna sonora ed effetti sono stati amalgamati nel contesto in modo magistrale; le stesse cut scenes ne sono la prova inconfutabile.
Per quanto concerne la longevità, The Maw propone una certa varietà di gameplay, accostata a propositi che fanno andare il prodotto finale fuori da quelli che sarebbero stati i binari migliori da seguire. Si finisce così col rimanere sempre con l’amaro sulle labbra. Dove infine il ritmo si fa concitante il gioco finisce.

 

Solo per alieni!

The Maw è un ottimo titolo con delle eccellenti credenziali. Ciò che però rende lo rende mediocre sono le scelte compiute dagli sviluppatori, o meglio, non si è scelto dove proporre in definitiva il titolo in base a gameplay e target d’utenza.
I ragazzi di Twisted Pixel hanno aperto un universo non del tutto completo ma comunque ampiamente apprezzabile. Fra quelle che sono le tante mascotte delle generazioni passate Frank e il Maw sono una coppia ben assortita. L’universo qui riproposto avrebbe potuto proporsi, con il dovuto budget alle spalle, sotto forma di vero e proprio gioco solido. Per rendersi pienamente apprezzabile dai giocatori, avrebbe dovuto mostrare le potenzialità inutilizzate che il titolo conserva nelle sue fondamenta.
The Maw rimane quindi un miscuglio di generi che comunque delinea una buona esperienza di gioco, godibile sia per i bambini che per gli adulti. Un videogame non troppo difficile, non troppo entusiasmante, non troppo divertente, dall’essenza moderata.

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