Tony Hawk’s Pro Skater 5

L’originale Tony Hawk Pro Skater, uscito nel lontano 1999, fu un titolo che portò una piccola rivoluzione nel panorama videoludico. Un titolo dotato di tutti gli elementi giusti per essere godibile sia per gli appassionati dello sport da tavola, sia per i neofiti. Grazie alle ambientazioni e allo stile azzeccatissimo, a una colonna sonora che contribuiva non poco al giusto mood, ma soprattutto a una giocabilità ottimamente bilanciata tra simulazione e arcade, l’opera della defunta Neversoft gettò le basi per una serie che ha appassionato milioni di giocatori in tutto il mondo. Così tanto che a molti per la prima volta venne la voglia di prendere in mano una tavola da skate.

Col tempo, mentre la serie di Tony Hawk aveva assunto varie incarnazioni alternative alla formula originale dei primi quattro Pro Skater, nel 2007 Electronic Arts si lanciò nella competizione con il suo Skate. Puntando più sulla simulazione e meno sull’arcade rispetto al rivale, la serie EA riscosse un buon successo, mentre le incarnazioni dei vari Tony Hawk risultavano via via sempre meno convincenti. Dopo diversi anni di pausa dall’ultimo capitolo, Activision torna ora in pista con Tony Hawk’s Pro Skater 5 nel tentativo di riportarla alla ribalta.

È probabile che il mondo non avesse bisogno di un nuovo capitolo “classico”, dopotutto le evoluzioni accadono per dei buoni motivi, ma l’idea degli sviluppatori di Robomodo non era malvagia: tornare alle gloriose origini del filone “Pro Skater” poteva essere davvero il modo migliore per restituire ai fan la formula della quale si erano innamorati e così facendo resuscitare il franchise. Peccato che l’esecuzione di questo tentato revival risulti parecchio goffo e assolutamente non all’altezza del compito.

Tony Hawk's Pro Skater 5 Recensione

Cambiamenti poco graditi

Il framework di base che troviamo è praticamente lo stesso dei predecessori: da un roster di una decina di personaggi scegliamo il nostro alter ego e veniamo catapultati in location da esplorare a bordo del nostro skateboard, esibendoci in trick e combo sfruttando le opportunità che che gli elementi architettonici ci presentano, mettendo alla prova i nostri riflessi e creatività. Il gioco è immediatamente familiare per chiunque abbia giocato ai predecessori, ma anche accessibile per i nuovi arrivati, grazie a un utile tutorial.

È stata anche introdotta una modalità special che può essere attivata dopo aver accumulato un certo numero di punti senza sbagliare tramite la pressione di un tasto; in questa modalità temporanea, ogni trick sarà più stravagante e sarà possibile attivare la Special Move del personaggio.

I momenti di nostalgica esaltazione ci sono, ma sono fugaci.

In primis ci accorgiamo subito che l’editor per creare un nostro skater personale è assente; o meglio, è stato sostituito da un sistema di elementi (facce, busti, vestiti ecc.) che andranno sbloccati durante le partite e con i quali potremo personalizzare uno skater già esistente. Non si capisce secondo quale logica i ragazzi di Robomodo hanno potuto pensare che questa fosse una buona idea.

Uno dei pochi cambiamenti alle meccaniche di gioco è la nuova funzione “slam”. Durante un salto, lo skater può ora “forzare” la gravità lanciandosi improvvisamente verso il basso con la tavola. Questa mossa può essere senz’altro utile per aggiustare un salto calcolato male; il problema è che lo slam si attiva con lo stesso tanto del grind (senza possibilità di cambiamento), quindi chi è abituato ad attivare un normale grind durante un salto e una combo si ritroverà spesso a fallire perché, appena premuto il tasto, si ritroverà spinto involontariamente verso il basso.

Tony Hawk's Pro Skater 5 Recensione

Tripping over

Le storture appena enunciate, da sole, non sarebbero neanche troppo gravi per rovinare l’esperienza di gioco. La sensazione di tornare in quelle care e adrenaliniche dinamiche, in quel ritmo familiare che fece la fortuna dei primi capitoli della serie è inizialmente piacevole. I problemi affiorano dopo un po’, quando ci si accorge lentamente dei veri problemi del gioco.

Le sessioni di skate sono divertenti quando le location in cui si svolgono sono ben fatte, e purtroppo gli ambienti di Pro Skater 5 hanno un level design decisamente blando e poco efficace. I livelli offrono solo una pallida ombra delle straordinarie soluzioni che avevano reso famosa la serie, dove trovavamo gli elementi  dei vari park sapientemente posizionati per stimolare la nostra creatività e creare una naturale fluidità di gioco. Gli ambienti sono poco spaziosi, semivuoti (fatta eccezione per alcuni sporadici effetti di power-up, più spesso fastidiosi che utili), e soprattutto mancano di vera attrattiva e identità; quasi nessuna di esse riesce a risultare davvero memorabile. Persino i rifacimenti di livelli classici come The Warehouse non sortiscono l’effetto sperato. I limiti delle zone praticabili poi non sono molto chiari, quindi spesso ci si troverà “fuori area” senza neanche rendersene conto, con relativo effetto frustrazione.

Tony Hawk's Pro Skater 5 Recensione

La struttura delle missioni è stata ritoccata. Invece di avere delle missioni pre-configurate all’inizio di ogni stage e avere un tot di tempo per portarle a termine, ora il gioco ci porta direttamente nella location, che vediamo popolata da altri giocatori online in quel momento, e dalla quale possiamo accedere alle varie missioni. Anche in questo caso, però, il design delle sfide non è all’altezza dei capitoli precedenti. Noiose, ripetitive e difficilmente divertenti, spesso si riducono al raggiungimento di un punteggio in determinate condizioni o al raccogliere alcuni oggetti sparsi per il livello.

L’unica motivazione che solitamente si ha per portarle a termine è per sbloccare altri location, oggetti e punti abilità. Peccato solo che, anche questi ultimi, sembra abbiano molto poco senso ai fini dell’avanzamento: anche dopo averlo potenziato, sarà davvero difficile “sentire” una reale differenza del nostro skater; non come nei predecessori, dove i miglioramenti erano evidenti.

Non solo le sfide mancano di mordente, ma sono organizzate con un’interfaccia terribile. Innanzi tutto non è possibile conoscere in cosa consistono dalla lista dalle quali vengono selezionate, dove vediamo solo il loro nome. Una volta scelta una, veniamo trasportati in una “stanza” apposita, identica al livello stesso ma esterna al server comune; dopo una descrizione a volte non troppo chiara, il gioco fa partire la missione. Se per qualche motivo si vuole interromperla e ricominciare daccapo (capita magari di sbagliare subito e sapere di non avere il tempo sufficiente per completarla) non si può fare; bisogna aspettare che il tempo si esaurisca da sé, oppure uscire direttamente fino al menù principale del gioco. Non solo tutto questo è scomodo, ma a ognuna di queste azioni il gioco si prende una manciata di secondi per i caricamenti. Considerato che il trial and error è parte integrante delle partite dei vari Pro Skater da sempre, sarebbe stato fondamentale creare un’interfaccia e un sistema di caricamenti adatto a reset veloci e semplici. Qui invece il tutto sembra fatto per spazientirci.

Tony Hawk's Pro Skater 5 Recensione Tony Hawk's Pro Skater 5 Recensione

Pro Skater 5 è stato concepito per essere un gioco che supporti l’online in maniera naturale. Come già detto, entrando in un livello si entra in un server dedicato, popolato da altri giocatori. L’idea di base sarebbe anche interessante per dare un senso di comunità, come può essere andare in un vero skate park dove si vedono altre persone praticare trick vari e prendere spunto da loro.

L’idea però non si attua, proprio perché nell’affrontare le varie missioni si viene trasportati in una “stanza” a parte che gli altri giocatori non possono vedere. Le sfide si possono affrontare con altri giocatori, ma il gioco non offre alcun incentivo per farlo, né un reale buon motivo.
Dulcis in fundo: non esiste un’opzione per un multiplayer in locale. Fantastico.

L’unica cosa un minimo appetibile è che ogni utente può creare dei park personalizzati da condividere online, e qualcuno di questi può essere anche interessante.

Tony Hawk's Pro Skater 5 Recensione

Lag park

Di questo esecrabile elenco di cose che non vanno, purtroppo il lato tecnico di Pro Skater 5 non è che l’ennesimo punto a sfavore. Volendo sorvolare sulla non troppo fastidiosa scelta stilistica di utilizzare il cel shading per i modelli degli skater (segno netto che la serie non punta al realismo ma allo stile arcade), graficamente il gioco risulta davvero mediocre.

Le texture dei modelli poligonali e degli ambienti sono blande e decisamente poco dettagliate. Si fatica a credere che sia stato utilizzato l’Unreal Engine (e ancora più faticheranno a rimanere composti gli utenti PS4 e Xbox One). La fluidità di gioco è perseguitata da cali di frame rate e improvvisi “singhiozzii” della visuale.

La fisica delle collisioni va dall’assurdo al grottesco. I corpi degli skater in velocità interagiscono con gli ambienti con effetti assurdi, schizzando per aria esageratamente, cadendo con movimenti innaturali, e non di rado dando luogo a effetti di compenetrazione di poligoni che farebbe vergognare un gioco per Psx. Certi peculiari effetti li avevamo visti nei primi capitoli della serie, ma rivederli ora a distanza di circa quindici anni è scandaloso.

La colonna sonora, storico punto forte della serie, è uno dei pochi aspetti decenti. Peccato che sia inserita in un gioco talmente poco piacevole che non ve la godrete come si deve.

Tony Hawk's Pro Skater 5 Recensione

4.5
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