Top Spin 3 – Recensione Top Spin 3

Australian open

Il primo Top Spin (specie la versione per Xbox) fu una piccola rivoluzione per i giochi di tennis, in quanto riuscì a coniugare in maniera convincente e divertente arcade e simulazione. Il secondo invece fu una mezza delusione, soprattutto perché fu ideato per le consolle di precedente generazione e poi successivamente convertito in fretta e furia per la 360, capace di ben di meglio. Diciamo che aveva il grosso limite di non osare abbastanza, rimanendo quindi in una specie di limbo che soddisfaceva pochi, anche se le recensioni non furono assolutamente sfavorevoli. Però agli sviluppatori sicuramente il risultato non doveva essere piaciuto perché per questo terzo capitolo hanno operato una vera e propria rivoluzione non solo per la serie, ma proprio per il genere a cui appartiene e adesso vi spiegheremo il perché.

Roland Garros

La rivoluzione riguarda in primo luogo il sistema di controllo. I tasti sono sempre quelli tipici della serie: uno per il colpo di piatto, uno per il top spin, uno per il back spin e uno per il pallonetto o la palla corta. A questi bisogna aggiungere quelli per i risk shot ( in pratica i tiri più difficili ma praticamente fondamentali per aggiudicarsi lo scambio), uno per angolare più la palla e uno per tirare più potente del normale. Già questo rappresenta un buon numero di variabili, ma adesso arriviamo al difficile: per la prima volta in un gioco di tennis la pressione di un tasto non corrisponde all’esecuzione del tiro, ma fa aprire il braccio al tennista per caricare il colpo. Il braccio viene riportato in avanti quando molliamo il tasto. Inutile precisare quindi che il tempismo ed il corretto posizionamento rappresentano requisiti fondamentali per la buona riuscita del colpo. Ecco la rivoluzione: con questo sistema di controllo sono assai rari gli scambi simil-flipper ed ogni colpo va sempre studiato bene. Le prime ore di gioco rischiano di diventare un po’ indigeste per chi è abituato ai controlli tradizionali ma, una volta presa familiarità con le modalità di esecuzione dei colpi (anche grazie all’esaustivo tutorial), vi divertirete moltissimo e riuscirete ad apprezzare l’enorme realismo degli scambi. Qualche difetto c’è per la verità: a volte è presente un leggero ritardo nei comandi e l’esito dei colpi può dare l’impressione di essere un po’ precalcolato, cioè se sbagliate un determinato colpo noterete che la pallina finisce sempre nello stesso posto indipendentemente da voi. Niente di grave ma può dar fastidio.

Wimbledon

Se dal punto di vista della giocabilità questo titolo rivoluziona il genere, dal punto di vista tecnico non si può affermare lo stesso. Per carità la grafica è di buonissimo livello ma di certo non vi farà cadere la mascella per lo stupore. I modelli degli atleti sono molto ben realizzati ed abbastanza ricchi di dettagli (specie nelle inquadrature ravvicinate) ed inoltre tendono a sudare anche parecchio in maniera molto realistica. Questo non è un dettaglio solo estetico ma aiuta anche a farvi capire il livello di stanchezza degli atleti (oltre ad un piccolo indicatore che compare prima del servizio). Anche i terreni di gioco “seguono” lo svilupparsi dell’incontro, venendo segnati dal continuo essere calpestati. Le animazioni sono ben realizzate eccetto qualche legnosità di troppo che unita ad una certa “staticità” dei dettagli di contorno (pubblico, raccattapalle, arbitri) sono forse gli unici problemi, graficamente parlando. Il sonoro si attesta su buoni livelli con effetti sonori che fanno il loro dovere e soprattutto con una colonna sonora di buonissimo livello. Per farvi alcuni nomi degli artisti le cui canzoni sono presenti all’interno del gioco cito Jamiroquai, Calvin Harris e Franz Ferdinand.

US Open

La longevità di gioco è estremamente alta. Innanzitutto perché il sistema di controllo essendo molto particolare necessita di tempo per essere digerito al meglio e, una volta padroneggiato, offre così tante variabili da divertire al lungo. Se questo non vi bastasse posso aggiungere che sono presenti le classiche modalità tipiche del genere: match singolo, torneo e carriera (dove finalmente sono spariti quegli stupidi ed alla lunga noiosi minigiochi per migliorare la statistiche, ora potenziabili semplicemente con i punti sviluppo che riceverete alla fine dei match), dove dovrete portare il tennista da voi creato al numero uno passando anche da categorie junior e così via. Ci sono tantissimi tornei disponibili (e quindi tante superfici differenti) anche se non tutti ufficiali. Tutti ufficiali sono invece i tennisti presenti, partendo da Federer e la Sharapova, oppure Nadal e la Henin per arrivare anche a vecchie glorie come Becker o la Seles. A tutto questo va aggiunta anche la buonissima modalità online. Insomma da divertirsi ce n’è, e anche per un bel po’.

Grande Slam

Questo Top Spin 3 è probabilmente il miglior gioco di tennis che il mercato offre e soprattutto si discosta notevolmente dai suoi predecessori dando nuova linfa vitale al genere più antico della storia dei videogiochi. Ma c’è anche da dire che sceglie la strada del realismo e a molti questa cosa potrebbe non piacere. Inutile girarci attorno, per giocare bene ed apprezzare veramente questo gioco deve piacervi molto anche il tennis vero, e avere quindi alcune nozioni di base e un minimo di senso del gioco. Se queste cose vi mancano ed i titoli dei paragrafi vi dicono poco o nulla rimanete pure al pur ottimo Virtua tennis 3, se invece il tennis vi appassiona in ogni sua forma benvenuti nell’era di Top Spin 3, che seppur non priva di incertezze, non vi deluderà.

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