Underworld Ascendant – Provato

Abbiamo parlato diverse volte di Underworld Ascendant, il primo titolo sviluppato dal team di Otherside Entertainment e pubblicato da 505 Games che arriverà su Steam il 15 novembre, mentre su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch per un generico 2019. Essendo l’uscita ormai prossima, Digital Bros. ci ha permesso di provare una recente build nei loro uffici al fine di valutare le potenzialità di un gioco che si porta appresso una pesante eredità, non solo per il nome, ma anche per chi lo sviluppa. Il titolo reca infatti le firme di gente come Paul Neutrah (Thief), Joe Fielder (BioShock Infinite), Tim Stellmach (System Shock), Ryan Lesser (System Shock 2), Will Teixeira (D&D Online) e Warren Spector (Deus Ex). Inoltre, il progetto si pone come terzo capitolo della leggendaria serie Ultima Underworld.

Vestiremo i panni dell’Avatar catapultato nell’universo dello Stygian Abyss e obbligato a compiere delle gesta per salvare il mondo dall’oscura e misteriosa entità che lo minaccia. Il prologo ci chiede di muovere i primi passi per assimilare le meccaniche e le regole che compongono l’universo di Underworld Ascendant. L’obbiettivo degli sviluppatori è quello di ribaltare completamente tutti gli stilemi e i cliche per andare incontro all’ingegno e alla fantasia delle persone. Detto in maniera semplice, Underworld Ascendant è costruito per mettere i giocatori al centro dell’esperienza e dare vita ai loro pensieri e alle loro soluzioni per poter proseguire l’avventura.

Sebbene i primi due livelli possano risultare relativamente lineari e parzialmente guidati, la verità è che il gioco permette di affrontare le varie situazioni con un sacco di approcci differenti, grazie ad un ottimo lavoro svolto sulla fisica degli oggetti e sull’interazione che questi hanno con l’ambiente di gioco. C’è una porta di legno che non si apre? Sfondatela a pugni, oppure datele fuoco. Non sapete come tirare la leva posta dall’altra parte di un baratro? Lanciatele addosso un oggetto abbastanza pesante. Ci sono dei nemici in un corridoio pieno di luci la cui fonte sono delle candele? Spegnete le candele con le frecce d’acqua e passate di soppiatto. Eh sì, se l’ultima vi ha ricordato Thief, non vi state sbagliando: il gioco attinge da un sacco di titoli storici come System Shock, Might & Magic e addirittura Skyrim.

Ovviamente ci sono anche momenti in cui sarà richiesto di combattere, ma nella build che avevamo a disposizione era possibile solo fare due tipi di colpi, uno veloce e di scarso danno, e l’altro più potente ma lento in quanto andava caricato. Sarà possibile anche usare degli incantesimi, a patto di averli appresi e di disporre di apposite rune per poterle sfruttare.

Il nostro Avatar può comunque evolvere durante il corso dell’avventura tramite l’apprendimento di nuove abilità attraverso un albero di mosse acquistabili tramite dei punti chiamate Memorae, apprendibili compiendo determinate azioni nel gioco. Le abilità si basano su tre rami principali: magia, combattimento e stealth. In questo modo il giocatore non sarà costretto nei limiti di appartenenza di una classe, ma sarà libero di progredire a seconda dello stile che preferisce. Un mix dei tre rami è assolutamente contemplato (e nel nostro caso addirittura consigliato, per far fronte a tutti i tipi di situazioni).

Dopo i primi due incontri con Underworld Ascendant, avevamo diverse perplessità riguardo al titolo, ma questo terzo e ultimo incontro (che precede la recensione) ci ha risollevato e ci ha fatto capire quello che il team di Otherside Entertainment voleva trasmettere ai giocatori. Nonostante qualche magagna tecnica e qualche difetto imputabile a un’interfaccia non proprio user friendly, possiamo dire che nelle due ore da noi provate, Underworld Ascendant ci ha tenuti piacevolmente incollati, dandoci modo di giocare con la nostra immaginazione per la risoluzione e il completamento dei livelli. Purtroppo la prova si è conclusa laddove il gioco si apriva e prometteva più varietà e libertà, motivo per cui consigliamo di attendere la recensione per un giudizio complessivo sul titolo che potrebbe andare ben oltre le nostre prime impressioni. Restate sintonizzati.

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