UNepic – Recensione

Un tavolo, un libro, dei fogli di carta e qualche dado. A chi sa apprezzare i giochi di ruolo cartacei non serve altro per divertirsi ore e ore per anni. Chi su Dungeons and Dragons, chi su Pathfinder e chi su titoli più underground, siamo sicuri che moltissimi di voi hanno affrontato numerose avventure armati solo di dadi e fantasia, ma vi è mai capitato di finire dentro una di esse? Beh al protagonista di UNepic si.

UNepic Recensione

Il bagno di Gnorock, nelle steppe di Fnarakir

Durante le sessioni di qualsiasi gioco di ruolo c’é una costante: si mangia e si beve come maiali. Il gruppo di giocatori presentati all’inizio di questo titolo non fa eccezione, con un tavolo pieno di birra e snack vari. Come prevedibile però un membro del gruppo nel bel mezzo della partita sentirà la necessità di correre in bagno, trovandosi in una situazione totalmente inaspettata. Così avrà inizio il viaggio di Daniel, non con una scalata del monte del destino superiore o attraversando la valle fluorescente del destino impetuoso, ma semplicemente percorrendo il corridoio verso il water più vicino.

Durante il suo impervio cammino tra il parquet della casa del suo master Daniel si troverà all’improvviso circondato dalle tenebre e si risveglierà in uno spaventoso castello. Dopo pochi passi farà la conoscenza di uno spirito malvagio nominato, dallo stesso protagonista, “Zera” che cercherà di impadronirsi del corpo del giovane, rimanendone però imprigionato all’interno. Durante il loro viaggio nel castello, lo spirito cercherà più volte di far morire Daniel, consigliandogli vie sbagliate o spingendolo nei peggiori pericoli, ma il nostro giovane amico resisterà utilizzando il potere dei cliché e delle citazioni.

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Cose che possono succedere uccidendo un serpente…

Fulcro di questo titolo è infatti la capacità del protagonista di sopravvivere all’interno di questo castello semplicemente ragionando sui luoghi comuni delle storie fantasy, parlando molto spesso, citando grandi opere del mondo videoludico, cinematografico e letterario, lasciando di stucco tutti gli NPC sul suo cammino.
I riferimenti ad altre opere sono uno dei punti di forza del titolo, che strizza l’occhio a centinaia di universi narrativi famosi o meno, con citazioni a volte palesi e a volte più ricercate.

Indietro nel tempo

Potremmo definire UNepic come un Metroidvania, ovvero: un Platform con fortissimi elementi RPG e un mondo aperto e ripercorribile in ogni momento.
Il castello dove passerete l’intera avventura sarà infatti esplorabile da cima a fondo e collegato tramite una stanza che conterrà molteplici portoni che condurranno tutti a una zona diversa dell’edificio (una scelta discutibile, forse avremmo preferito una connessione più “fluida”), ognuna ben diversa e abitata da mostri sempre più temibili e boss sempre più grossi.

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Come vedete dal numero delle porte le zone del gioco sono davvero tante. Quasi 200.

Durante il vostro cammino vi imbatterete in molteplici minacce che potrete far fuori con tante armi diverse: dalla più classica spada, alle magie, fino ad armi da lancio singolari e bizzarre. Potrete inoltre evocare diversi pet in vostri aiuto, ognuno di loro avrà abilità particolari risultando efficace contro diversi tipi di mostri (per esempio il pet rana uccide piccoli insetti e pipistrelli) e sopratutto avrà una barra della vita che una volta scesa sotto lo zero poterà alla morte del pet, che potrete resuscitare con l’ausilio di oggetti molto costosi.

Una particolarità che il gioco vi fa notare sin dalle battute iniziali è la diversa efficacia delle armi contro diversi tipi di mostri: colpendo uno scheletro con un arco il danno sarà praticamente nullo, mentre verrà potenziato enormemente colpendolo con un martello e così via. Nonostante ciò però, potrete anche decidere di specializzarvi su una singola arma, potenziando le vostre statistiche.

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Potrete salvare semplicemente tornando in questa stanza urlando “En Taro-Adun!”

Acquisendo esperienza e salendo di livello le vostre statistiche non aumenteranno automaticamente, bensì sarete voi a doverle potenziare in maniera manuale. A seconda della difficoltà scelta, salendo di livello otterrete fino a tre punti esperienza distribuibili tra le statistiche, fino a un gap massimo uguale al vostro livello (se sarete livello tre non potrete avere una statistica al di sopra del livello tre). I parametri aumentabili sono molti: armi (per le armi ne troverete uno per ognuna e aumentandolo vedrete salire il danno e la percentuale di critico con quel determinato equipaggiamento), magie (come per le armi), costituzione, armatura e pozioni.

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Una meccanica interessante del titolo è proprio l’implementazione delle pozioni e del loro crafting. Ottenibili in due modi, raccogliendole o craftandole, le pozioni una volta usate non scompariranno del tutto dal nostro inventario, ma lasceranno una boccetta vuota utilizzabile per crearne di nuove. Per apprendere come crearle basterà comprare l’apposito libro da un mercante e imparare la ricetta naturalmente a patto di soddisfare i requisiti nella statistica “pozioni”. Una volta fatto ciò potrete creare quante pozioni vogliate, una meccanica tanto semplice quanto affascinante.

Nes in tutto

Graficamente il titolo ricorda volutamente in tutto e per tutto un gioco di più di venti anni fa, aggiungendo solamente qualche effetto di luce più ricercato di quanto quell’epoca ci si potesse permettere. Non possiamo dire che a una prima occhiata UNepic sia piacevole, gli sfondi a volte mancanti e gli sprite dei personaggi realizzati appiccicando quattro immagini l’una con l’altra non donano sicuramente un effetto pregevole, ma aiutano sicuramente a creare un’atmosfera coerente con lo spirito del titolo (che sembra infatti un boardgame).

Una colonna sonora fantasy classica, con marce (un)epiche che sembrano uscite dal signore degli anelli, sicuramente non memorabile ma che, come per la grafica, aiutano a creare la giusta atmosfera per il titolo, spingendo il giocatore a forza nel fantasy più puro.

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Non dovrete combattere solo orchetti tranquilli
In Conclusione

UNepic ci ha colpito sotto molti aspetti e ci ha delusi in veramente pochi. Non ci aspettavamo sicuramente la profondità e la vastità che il titolo invece raggiunge, con centinaia di oggetti tra: armi, armature, magie, pozioni e libri magici. Ogni ala del castello nasconderà segreti e insidie, che potrete facilmente scovare ragionando come il protagonista Daniel: secondo i cliché del mondo fantasy. Ci sentiamo di consigliare fortemente agli appassionati del genere questa piccola perla indipendente, ma intimiamo di stargli alla larga a chi il fantasy non riesce a digerirlo nemmeno tracannandosi una bottiglia di amaro.  

8.5

Pro

  • Citazioni e battute divertenti a non finire
  • Veramente (e sorprendentemente) enorme
  • Atmosfera fantasy creata a pennello

Contro

  • Tecnicamente un po' povero
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