Unsolved Crimes – Recensione Unsolved Crimes

A caccia di criminali

Unsolved Crimes è un’avventura grafica con delle buone premesse. Visti i successi della serie Phoenix Wright e Hotel Dusk, entrambi giochi molto originali, si è pensato a qualcosa di più classico e moderno: sulla scia delle numerosissime fiction tv sui criminali, eccone una interattiva. In questo titolo siamo infatti chiamati a risolvere casi più o meno gravi, lavorando per una squadra omicidi a New York nel 1976. Chiaramente per realizzare un titolo del genere è stato necessario creare un forte background e degli intrighi ben sviluppati. Le premesse buone ci sono tutte: il touch screen è usato egregiamente, e le possibilità che offre il DS anche. Vediamo meglio come.


             Una scena intensa

Intuito, intelligenza, osservazione

Queste sono alcune delle caratteristiche su cui verte il gioco. Tali caratteristiche, mano a mano, andranno a caratterizzare il vostro personaggio: a seconda delle vostre abilità, infatti, un indicatore valuterà la vostra fermezza, capacità di osservazione e altro. La struttura di gioco è sostanzialmente sempre la stessa: il nostro capo, Abbot, ci assegna un caso. A questo punto, possiamo andare a controllare la scena del crimine e analizzare le prove in nostro possesso, oltre che i profili delle persone coinvolte e le loro eventuali deposizioni. Da segnalare, il menu ben strutturato, l’organizzazione del materiale che ricorda sempre il già citato Phoenix Wright (è possibile controllare gli oggetti, ed anche la suddivisione prove-profili ricorda il titolo Capcom), aggiungendo però altri elementi utili e interessanti, come il blocco note su cui prendere appunti (Hotel Dusk?). Durante questa fase, la nostra collaboratrice Marcy Blake ci aiuterà a ragionare attraverso delle domande a cui dovremo trovare risposta per mettere insieme piano piano i pezzi del puzzle, dopodiché sarà necessario fare un breve rapporto ad Abbot, per poi proseguire nelle nostre indagini. Fondamentalmente, si tratta di trovare cosa lega gli indagati agli indizi o capire se essi stanno mentendo e perché. Nel gioco ci sarà modo di osservare un intersecarsi di crimini e storie all’interno della New York anni ’70, qui riproposta in modo interessante. Il brillante e intuitivo utilizzo del touch screen per l’esplorazione degli ambienti favorisce l’immedesimazione: muoversi e investigare risulta molto comodo. Non aspettatevi però il nuovo CSI con strane analisi di laboratorio e tecnologie futuristiche: ricordatevi che siamo nel 1976. Quello che manca al gioco sembrano essere trame più complesse e intricate, in grado di alimentare la curiosità del giocatore a e spingerlo a proseguire. Sfortunatamente, troppo spesso i casi, otto in totale, non sono così lunghi e nemmeno particolarmente complessi. E’ anche vero che il gioco è unico nel suo genere "realista", visto che le altre avventure grafiche sono sicuramente più di stampo orientale, e questo potrebbe giustificarne l’acquisto. Nonostante il titolo offra qualche variante a questa struttura (minigiochi e vari puzzle da risolvere), non si riesce a introdurre nulla di particolarmente innovativo, se non i presupposti stessi del gioco.



                 
Un momento investigativo

Tecnicamente

Tecnicamente il gioco ha senza dubbio alti e bassi: i personaggi godono di un buon design, piuttosto classico e in linea con l’epoca in cui si svolge il tutto, ma nonostante ciò le texture sono per la maggior parte blande, soprattutto quelle dei terreni, e gli oggetti non brillano, in tutti i sensi. Lo stile generale sembra essere un misto di 3D realistico, con qualche sprazzo di tecniche fumettistiche, soprattutto sui personaggi, ma il risultato non convince affatto. Alcuni filmati rendono più piacevole l’esperienza, anche se un alone di grigio costante rovina parzialmente il gusto grafico. Il comparto audio fa il suo lavoro: difficilmente lo ricorderete a lungo, ma quantomeno accompagnerà decentemente l’azione di gioco. In conclusione, Unsolved Crimes è un’esperienza discreta, che riesce nell’intento di creare un gioco realistico d’indagine, ma fallisce nel tentativo di poter essere considerato un capostipite. Nonostante si differenzi nettamente da Phoenix Wright e Hotel Dusk sia a livello grafico che di tono, entrambi i titoli già usciti godono di una caratterizzazione nettamente superiore, di una trama più articolata e, complessivamente, di un’esperienza più duratura. Anche se alcuni elementi è possibile ritrovarli qui, e sicuramente sono state apportate delle migliorie: come già detto, l’organizzazione degli elementi è infatti ottima. Detto questo, il gioco è comunque altamente consigliato a chi ama le serie tv sul crimine: troverete sicuramente pane per i vostri denti.

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