Valentino Rossi: The Game – Recensione

Siamo giunti al secondo capitolo della nuova vita di Milestone: messi da parte i giochi su licenza per i campionati internazionali, si è passati a raccolte monografiche che ripercorrono le gesta di particolari campioni. Il primo è stato Sebastian Loeb, con il suo “Rally EVO”, che non ci ha convinto a pieno, ma ha dato l’idea di come si potesse creare qualcosa di diverso; oggi tocca a qualcuno molto più vicino alla cultura italiana, colui che è conosciuto da tutti come “The Doctor” (con buona pace dei fan delle serie tv britanniche): ovviamente stiamo parlando di Valentino Rossi.

Il prodotto Milestone, però, non vuole essere solamente un contenitore storico, ma vuole dare al giocatore la sensazione di ciò che è diventato attualmente il pilota di Tavulia.

Si torna a scuola

Come accennato, l’inizio del gioco non si sofferma quasi per nulla sulla storicità del personaggio da cui trae il nome, ma catapulta il videogiocatore all’interno della VR46 Riders Academy, una sorta di incubatore di nuovi talenti in cui Rossi ha la figura di mentore e guida. Questa è la modalità carriera, nella quale, GP dopo GP, scaleremo le classifiche per passare da wild card di Moto3 a campioni della MotoGp. La differenza rispetto a quanto abbiamo già visto nei precedenti giochi legati alla licenza di questo campionato, qui il tutto è inframezzato dagli eventi organizzati dall’Academy, e se vogliamo, da Valentino stesso. A questo proposito risulta simpatica l’idea di creare “una chat di gruppo” in cui tutti i piloti della scuola scambiano opinioni e in cui, ovviamente, il dottore incita tutti e ricorda i prossimi eventi; può sembrare una sciocchezza, che alla lunga diventa magari anche noiosa e ripetitiva, ma non è invadente, quindi c’è solo il piacere di andare a leggere e magare ascoltarsi il messaggio vocale lasciato da Vale. Gli eventi dell’Academy vanno a ripescare tutto il know how degli sviluppatori milanesi, in quanto metteranno il giocatore di fronte a gare di rally (sul circuito di Monza) o di motocross (qui in declinazione enduro, nel Moro Ranch dell’academy). L’unica novità è la modalità drift con la Ford Mustang, che però è anche la modalità meno divertente da giocare e meno rifinita nel gameplay.

Tutti questi eventi speciali, oltre ovviamente alle gare del campionato, conferiscono dei punti esperienza in varie categorie, andando così a migliorare le statistiche del pilota; in oltre vengono anche assegnati dei punti reputazione, utili per arrivare nei top team, e i VR Points i quali non sono altro che la valuta di gioco con cui sbloccare nuovi accessori per la personalizzazione.

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Storia contemporanea

Nonostante la modalità carriera dia un twist interessante alla formula classica dei MotoGP e risulti particolarmente godibile per chi cerca qualche ora da allievo di Rossi, ad attirare molto di più i fan è indubbiamente la modalità Rossi Experience: come già visto per Loeb, qui il pilota si racconta in prima persona, andando a snocciolare gli eventi più memorabili della sua carriera. A differenza del campione francese che peccava in una certa statuarietà, Valentino è molto più televisivo, la sua voce espansiva riesce a mantenere alta l’attenzione e a rendere partecipe lo spettatore: sentire Rossi che racconta di eventi che abbiamo guardato in TV, magari con il giusto pathos che richiedeva il momento, è un’esperienza eccezionale e che farà la gioia degli appassionati. Una volta finito il filmato sarà il turno del giocatore ricalcare quanto appena sentito, in sfide che non sempre richiedono di vincere, ma possono avere anche obiettivi particolari. Sempre facendo un parallelismo con il precedente titolo rallystico, in questo caso non si ha la libertà di entrare in un qualsiasi momento della vita del dottore, ma bisogna sbloccare man mano i vari eventi che, senza un esatto perché, non sono in ordine cronologico.

Una volta arrivati in fondo alla ventina dei momenti da lacrimoni della storia di Rossi, si può continuare con le sfide, dove sostanzialmente si deve andare a battere il record posto in essere nel mondo reale da Vale o proposto settimanalmente dagli sviluppatori.

Infine c’è la “Rossipedia”, dove è possibile vedere o acquistare con valuta del gioco, per poi vedere, le livree, i caschi e le tute particolari utilizzate nel corso degli anni, oppure una selezione dei più famosi festeggiamenti per la vittoria del campionato per cui Valentino è ormai celebre.

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Promossi e bocciati

Se dal punto di vista contenutistico abbiamo visto come Valentino Rossi The Game si difende più che bene, strizzando l’occhio sia alle nuove leve che hai fan storici, da quello del gameplay arriva invece a dei compromessi. Il titolo è espressamente dedicato a chi si affaccia sul mondo dei giochi di guida per la prima volta, tant’è che le impostazioni di base sono molto permissive; però, come già visto nella serie Forza, il gioco sprona il giocatore ad andare a lavorare sugli aiuti alla guida, ricompensandolo con moltiplicatori per i VR Points. Al di fuori delle modifiche dettate dalle opzioni di gara e dagli aiuti alla guida, il gioco è molto più morbido che in passato e quindi tende a dare una mano al giocatore evitandogli cadute e uscite di pista senza la possibilità di imparare dai propri errori. Se il modello di guida relativo agli eventi MotoGP risulta essere comunque interessante, sfaccettato e migliorato rispetto ai capitoli precedenti, il gameplay legato alle modalità del VR46 World sembrano invece una declinazione più arcade di quanto visto negli altri titoli Milestone; non che risultino brutte, ma di certo non riescono a tenere il passo per quanto riguarda immersività.

Uno dei punti deboli dei precedenti titoli della casa milanese è stato senza ombra di dubbio il comparto grafico. In Valentino Rossi The Game questa problematica la si avverte molto meno, benché rimano presenti diverse parti secondarie che non hanno la stessa mole di dettaglio utilizzata per piloti e moto. In particolare, in alcune piste e con particolari condizioni meteo, si ha la sensazione che le moto non tocchino l’asfalto e che quindi fluttuino ad alcuni centimetri: in questi casi è difficile concentrarsi sulla gara, ma restano comunque sporadici.

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Conclusioni

Valentino Rossi The Game è MotoGP 16 sotto mentite spoglie colorate di giallo fluorescente. Dà la possibilità di giocare tutto il campionato 2016 partendo dalla Moto3 fino alla vetta, ma offre tantissimo in più: la stagione 2015 e le moto più importanti degli anni passati di MotoGP, 500, 250 e 125. Come se non bastasse, è possibile rivivere la storia di Valentino ripercorrendo i suoi passi e partecipando alla VR46 Riders Academy.
Un quantitativo di contenuto che fa quasi spavento, su cui Milestone ha lavorato molto per dare al giocatore l’esperienza rifinita e pulita che mancava nei titoli precedenti.
Se dal punto di vista tecnico non siamo ancora ai livelli top, l’ottimo gameplay vi trascinerà nel loop di “ancora una gara, ancora una gara”

8

Pro

  • Una marea di contenuti dal campionato MotoGP 2016 e dalla storia di Valentino
  • Gare del VR46 World che spezzano il ritmo
  • Giocabilità che sa differenziare ogni moto e situazione

Contro

  • Gare del VR46 World non sono poi così tanto entusiasmanti
  • Grafica migliorata ma non troppo
  • Musiche banali e ripetitiva
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