Vampire Rain – Recensione Vampire Rain

Questi due formano un trio!!

Vampire Rain e xBox: è il caso di dire che questi due fattori ne cumulino un terzo che non passa inosservato; soprattutto se si prendono in considerazione molte peculiarità con famosi titoli del genere action come Splinter Cell, si nota in che modo le somiglianze tra i due siano effettivamente spettacolari, verrà da chiedersi se per errore non si sia inserito il cd sbagliato: lo stile high-tech del personaggio e le movenze stealth richiamano alla mente il capolavoro Ubisoft. Peccato però che VR non abbia ereditato dai “genitori” anche lo stesso stile e la stessa profondità ludica.
Ancora una volta la razza umana è a serio rischio estinzione: il nuovo pericolo è rappresentato dai vampiri. Quasi come abbiamo imparato a conoscerli, tornano sulla scena per accompagnarci in una nuova avventura horror. In un mondo parallelo l’uomo deve condividere le proprie giornate con la paura di diventare un temuto Camminatore Notturno. Parte della popolazione mondiale è formata dagli aguzzini della notte e fin qui nessun relativo problema (dato che il governo degli Stati Uniti ha pattuito una pacifica convivenza) finché si registra un forte aumento della razza “non-morti” sul globo, i quali, continuando a proliferare, mettono in all’erta l’AIB, corrispettivo dell’FBI.
Una scoperta sconcertante pone le basi per liberarsi definitivamente dei nemici dai denti aguzzi: l’esistenza di un Primo Camminatore, ossia un vampiro che ha generato la stirpe e che, se ucciso, può far si che tutti i discendenti muoiano, essendo legati direttamente a lui tramite un patto di sangue.
Qui ha inizio l’avventura che si svolgerà tutta in una notte fredda, buia e piovosa. La AIB si mobilita per debellare la minaccia formando una squadra speciale, cui è a capo Hank Harrison, che, recandosi nella cittadina di Point E9, dovrà eliminare la mente nemica, avvistata nelle vicinanze. Il soldato semplice John Lloyd controllerà la spedizione e sarà controllato dal giocatore; fuggendo per evitare morsi sul collo, con i suoi compagni dovrà raggiungere lo scopo per garantire una vita sicura al resto del mondo.

Lotta o fuga?

I punti forti di questo tipo di giochi sono l’agire nell’ ombra, il passare inosservati, colpire alle spalle: fin qui nessun problema, infatti siamo invitati a sfruttare lo scenario a nostro piacimento per adempire all’obbiettivo. Interagire con oggetti che possono fornirci difesa come auto o quant’altro non è difficile e la notte è in grado di dare la giusta atmosfera, aiutando non poco le caratteristiche sopra elencate. E’ possibile inoltre l’esplorazione del luogo di gioco, rappresentato da un intera città, anche se, tecnicamente, la via percorribile per raggiungere la meta finale è una soltanto. La perlustrazione può essere praticata sia da strade cittadine che dai tetti delle case, raggiungibili scalando o arrampicandosi su tubi, scale, muretti e recinzioni.
Ricordando emeriti titoli come Metal Gear Solid, o il già citato Splinter Cell, ci sarà facile ricordare come è possibile portare a termine una missione in diversi modi e soprattutto sfruttando diversi percorsi. Meglio non sperare in alternative vie di fuga o strategie troppo elaborate in questo caso: nessuno ci impedisce certo di scegliere altri itinerari, ma va tutto a nostro rischio e pericolo: complesso, zeppo di nemici e senza via di uscita si rivela il percorso. E’ richiesto magari un minimo di ragionamento in più solo durante gli scontri contro i boss ma poi nulla. I Camminatori inoltre sono nemici davvero ostici e sproporzionati, un attacco frontale può senza problemi portare al game over.
Il gioco inoltre presenta una linearità al limite dell’accettabile che, se nelle prime fasi si mostra interessante, a lungo andare diventa noioso.

I paletti in legno non servono più

La forza smisurata dei Camminatori è direttamente proporzionale alla loro stupidità, l’unico dotato di grande intelligenza è il Primo, in grado di provare persino veri sentimenti. I vampiri possono anche presentarsi sotto forma umana e, per individuarli e scoprire la loro vera natura, siamo invitati ad utilizzare il Necrovisore: un radar capace di aiutarci nell’obiettivo. In vesti umane non si direbbe davvero quanto possano essere letali poiché: da soli non fanno altro che fumare in continuazione, mentre in coppia ripetono perpetuamente le stesse quattro frasi in croce.
Attenzione però a non farsi scoprire, il minimo movimento può rivelare la nostra presenza, se ciò accade allora è finita: corrono, saltano, mordono in qualsiasi luogo si trovino e in qualsiasi luogo ci nascondiamo: sia anche un tetto, con un balzo sono da noi pronti a sbranare; fuggire è inutile data la loro velocità (più che camminatori sembrano corridori). Interessante? Forse durante le prime battute di gioco la sensazione di braccaggio lo è, ma a lungo andare la voglia sparirà completamente e l’interessamento sarà sostituito dalla frustrazione, magari dopo aver tentato la stessa missione una decina di volte sperando di trovare la via giusta.
A colmare qualche lacuna ci pensa il fucile a pompa di cui saremo armati in alcune fasi del gioco e che faciliterà la lotta contro la morte. Ne avremo dotazione ad esempio durante alcuni boss, ma sempre senza esagerare: per quanto riguarda il resto, siamo quasi costretti a tenere le pistole nel fodero e ad usare il fedele coltello per colpire, senza rischiare, il nemico alle spalle. Altri obiettivi si aggiungono alle nomali missioni: da considerarsi “quest”, potranno essere svolte in qualsiasi momento, tanto per migliorare ed affinare le tattiche di gioco.
Come già accennato, l’intelletto nemico è a dir poco imbarazzante, anche se letali gli avversari sono facili da aggirare: ruotano in continuazione o compiono ritmicamente sempre gli stessi movimenti alla lunga prevedibili, presi alla larga non saranno in fondo un grande problema.

Questa pioggia maledetta

Per quanto riguarda gli effetti grafici, la cosa che sembra essere riuscita meglio è proprio la pioggia che sarà compagna fedele dell’impavido giocatore: ottimi i diversi tipi di suoni che produce a seconda degli oggetti su cui cade: cadaveri, tetti, strade e quant’altro. Anche se i personaggi protagonisti sono disegnati e realizzati discretamente mantenendo buoni poligoni, i personaggi secondari risultano approssimati e quasi abbozzati; verrebbe da chiedersi cos’ha da spartire VR con la next-gen in quanto più appropriato per ps2. Qualche video di ordinaria fattura in computer grafica ogni tanto cerca di risollevare la qualità del gioco, ma nulla di straordinario. Anche il sonoro è abbastanza deludente: il doppiaggio è realizzato alquanto male e i dialoghi, poco coinvolgenti, non contribuiscono nel mantenere quel che di horror che di per se già manca in buone quantità al titolo.
Eccelle, sempre relativamente, nel multiplayer, abbastanza dotato e che può regalare veramente qualche ora di divertimento. Sono disponibili diverse modalità tra cui i classici deathmatch, cattura la bandiera (rinominata “cattura la fiamma”), i nuovi “distruzione” e “distruzione a squadre” che permettono di raggiungere una determinata meta. Il massimo dei giocatori on-line è 8 (è possibile scontrarsi in 4 diverse arene di grande vastità, che permettono una mediocre esplorazione).
La chicca sta nel potersi trasformare all’occasione in un Camminatore, aumentando quindi la propria forza e velocità. Nella suddetta forma la differenza con gli uomini è però netta e svantaggiosa per quest’ultimi, il problema può essere però gestito grazie alle diverse opzioni. Sparse per l’area di gioco si possono inoltre trovare delle particolari bombe in grado di sterminare in un colpo diversi Vampiri e facilitare così il “compito di sopravvivere”.

Riepilogando

Dal canto suo Vampire Rain non è sicuramente il massimo che si possa trovare in circolazione e, seppure molto simile a titoli come Splinter Cell o Metal Gear Solid, non fa sue le caratteristiche migliori degli elencati. I dialoghi sono poco coinvolgenti e il tutto sfocia in una poca impressione “horror” e in un sonoro carente. 
I tipi di armi e gadget utilizzati sono tutti già visti se non per un nuovo radar in grado di scoprire la vera natura di un uomo (umana o vampirica). L’esplorazione deludente permette la visita di pochi luoghi e costringe a trovare solo una via per raggiungere l’obiettivo prestabilito. Sproporzionata la potenza del nemico in grado di uccidere in pochissimi colpi. Fornita invece la modalità multiplayer, con diversi tipi di obiettivi in grado di divertire il giocatore. 
In definitiva Vampire Rain non è un gioco degno di nota, soddisfa poco e non sfrutta ciò che ha da offrire la next-gen, classificandosi quindi agli ultimi posti.

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