Victoria II – Recensione Victoria 2

L’Epoca Vittoriana è sicuramente uno dei periodi più affascinanti della storia umana, ricca di storie affascinanti e teatro di vicende fondamentali i cui segni sono ancora visibili e attuali, come l’Unità d’Italia, l’Impero Tedesco a guida Prussiana, la restaurazione Meiji in Giappone e la Guerra Civile Americana. Purtroppo ben pochi giochi hanno saputo dargli lo spazio che gli spettava, ma fortunatamente una casa come la Paradox Interactive, che da sempre ha avuto sensibilità verso i videogiochi strategico-gestionali a carattere storico, continua con questo seguito di Victoria a mostrarci questo periodo interessante del secolo lungo, permettendoci di vivere gli anni che vanno dal 1836 al 1936.

"BRITANNIA! RULE THE WAVES!" E NON SOLO…

Come già accennato nell’ introduzione, quello Vittoriano è stato un periodo di fondamentale fermento per la modernità e non solo per gli importantissimi eventi già citati. E’ necessario fare un po’ di storia e per prima cosa spiegare perché si chiama proprio periodo "Vittoriano": il termine proviene dal nome della regina Vittoria del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda, ed è sicuramente adatto per descrivere gli anni che vanno dal primo quarto del XIX secolo fino agli inizi del XX; infatti, durante il lunghissimo regno della regina Vittoria, durato 63 anni, l’Impero Britannico si attesta come prima super potenza della storia a livello globale, controlla attraverso colonie e protettorati un quarto del mondo, il suo predominio navale è indiscusso, ha supremazia commerciale in tutti i mercati del mondo ed è patria d’importanti innovazioni tecnologiche nel campo industriale, con profonde trasformazioni sociali. Il secolo lungo tuttavia non è chiaramente solo il secolo di maggior lustro del potere Britannico: come già detto è il secolo delle rivoluzioni sociali, con la comparsa delle ideologie, come il socialismo e il comunismo, del mondo occidentale basato sulla divisione tra classi, capitalismo e proletariato, ma è anche il secolo del colonialismo europeo e della spartizione dell’Africa, della lotta per i diritti e per le costituzioni in Europa, del dibattito sulla schiavitù negli Stati Uniti che poi sfocerà nella guerra civile, ma sopratutto è il secolo del nazionalismo, lo stesso nazionalismo che proprio nel XIX secolo sarà portatore d’ideali positivi di libertà e autodeterminazione, ma che con il tempo degenererà portando alle due grandi guerre mondiali del XX secolo.

 


PRESTIGIO INTERNAZIONALE, PROGRESSO INDUSTRIALE, FORZA MILITARE: COME COSTRUIRE UNA POTENZA

Dopo questa necessaria digressione storica è giunto il momento di entrare nel merito del gioco nei suoi molteplici aspetti. Come nella maggior parte dei prodotti Paradox Interactive ci sarà permesso di scegliere una delle qualsiasi Nazioni sulla faccia della terra nell’anno 1836 tra le decine rese disponibili; una volta effettuata la nostra scelta si può dare inizio alla partita. Il gioco si svolge in tempo reale, ma il giocatore potrà scegliere di mettere in pausa quando lo riterrà più opportuno oppure scegliere tra le diverse velocità disponibili per settare lo scorrere del tempo di gioco. Egli avrà dinnanzi a sé una panoramica del mondo nel 1836 ricreato con una delle mappe più gradevoli alla vista e precise mai create dalla Paradox Interactive (sono presenti piccole imprecisioni geografiche per motivi di gameplay): potremo visualizzare la mappa con diverse modalità come quella politica e fisica; la nebbia di guerra ovviamente permetterà di poter vedere chiaramente gli spostamenti di truppe solo nel proprio paese e in quelli alleati. Ma detto ciò qual è lo scopo del gioco? Victoria II, come altri videogame Paradox, è un prodotto basato sulla filosofia "Sandbox", ovvero in ogni partita non v’è un vero e proprio obbiettivo che decreta la vittoria o la sconfitta, piuttosto il giocatore è lasciato libero di porsi i suoi obbiettivi, scegliere verso quale futuro portare la propria nazione, quali scelte fare e come agire per poi tirare le somme. Tuttavia è anche vero che nel gioco è presente un fattore discriminante che evidenza se una partita è di successo oppure no (oltre l’ essere annientati!), infatti ogni nazione in gioco ha un suo "Rank" definito da una classifica, e quella che ha la prima posizione è anche quella di maggior successo. Questo posizionamento viene deciso in base al punteggio raggiunto dalle varie nazioni in tre aspetti fondamentali dell’epoca Vittoriana: il prestigio, che viene aumentato grazie a scoperte scientifiche e culturali ma anche con vittorie militari ed eventi; la potenza industriale, che viene definita dallo sviluppo e dall’efficienza delle fabbriche e delle infrastrutture sul territorio nazionale; la forza militare, che dipende dalla grandezza e dalla gestione dell’esercito e della marina. In base a questi punti la classifica suddivide le nazioni in varie "classi" che determinano anche la possibilità di avere accesso o meno a determinate possibilità, ad esempio le prime otto sono le "Grandi Potenze" che possono colonizzare e creare sfere d’influenza con cui tenere sotto controllo paesi di classe minore, potendo inoltre intraprendere opzioni speciali che variano da nazione a nazione; gli stati dal nono al sedicesimo posto sono le "Potenze Secondarie", che possono liberarsi se lo desiderano (con qualche sforzo) dalla sfera d’influenza delle grandi potenze ed inoltre possono anch’esse colonizzare a loro volta. Le restanti nazioni in classifica non hanno nessun vantaggio oppure sono nazioni non modernizzate e che quindi rimangono ai margini della classifica e sotto il giogo di quelle più all’avanguardia, e che quindi dovranno fare più fatica per mettersi alla pari delle loro concorrenti.

 

 

GUERRA, RIVOLUZIONI, PARLAMENTI

Prima di arrivare agli aspetti peculiari della serie è importante parlare del sistema di guerra e di combattimento. Prima di tutto occorre precisare, per chi non è avvezzo a questi titoli, che le battaglie tra gli eserciti non si svolgono in un campo di battaglia 3D, ma vengono decise automaticamente quando due eserciti s’incontrano: il vincitore viene deciso sulla base del tipo di unità schierate, sulla loro organizzazione e morale sul momento, la qualità del loro equipaggiamento, il terreno, gli eventi random sul campo di battaglia e ovviamente il rapporto numerico tra le forze in campo. Grazie alla ricerca si potranno sviluppare armi e truppe sempre più avanzate, dalla cavalleria si potrà giungere ai primi modelli di carro armato sviluppati nei primi decenni del XX secolo. Per dichiarare guerra i giocatori potranno utilizzare un sistema di casus belli, con la possibilità di scegliere diverse varietà tra quelli disponibili, come ad esempio dichiarare guerra per contenere un vicino che diventa sempre più scomodo, oltre che un potenziale nemico, oppure reclamare un territorio. Ovviamente i casus belli, in base ad eventi e ad altri fattori, potranno essere più o meno giustificati, se non sono tali l’infamia della propria nazione agli occhi della comunità internazionale salirà fino a che si formeranno delle coalizioni per contenere la vostra aggressività; inoltre, fallire in una guerra o protrarla troppo per le lunghe porterà scontento interno nel vostro stesso paese. Detto questo è ora di passare a ciò che distingue Victoria II da altri giochi Paradox, e innanzitutto la cosa sicuramente più evidente sono le "unità di popolazione" chiamate nel gioco "POP": ogni POP equivale a un gruppo di popolazione che condivide la stessa occupazione, religione, cultura, etc. Il POP simula i cambiamenti sociali nella propria nazione, infatti in base alle politiche scelte (oppure ad eventi) vedremo come la popolazione sceglierà di emigrare all’estero o immigrare nel nostro paese, se essa avrà rispettivamente opportunità che gli permetteranno di scalare la piramide sociale o se invece si creerà una più ampia sacca di povertà. Molto spesso toccherà proprio a noi scegliere di sostenere con i mezzi a nostra disposizione il rafforzarsi di un certo ceto piuttosto di un altro: ad esempio potrebbero servirci più soldati per rendere il nostro esercito potenziale più sostanzioso ed efficiente, oppure più capitalisti per rafforzare lo sviluppo industriale autonomo, oppure ancora trasformare una popolazione contadina in una popolazione urbanizzata di operai. Certo, ovviamente vi sono altri metodi al fine di coinvolgerci nel destino della nostra nazione, e uno dei più evidenti è quello politico: infatti, nel corso del gioco, tramite le nostre scelte oppure con il verificarsi di determinati eventi, cambierà anche la composizione del parlamento del nostro paese, e in base a ciò potremo scegliere leggi con cui riformare l’assetto del paese, potendo ad esempio decretare leggi sanitarie grazie a una maggioranza socialista, oppure togliere diritti civili con il supporto delle forze reazionarie; inoltre potremo scegliere in base al nostro sistema politico quale partito di governo mettere al potere, e ciò avrà ovviamente le sue conseguenze: i liberali, ad esempio, ci impediranno d’imporre tariffe sul protezionismo e di intervenire direttamente sull’economia, ma d’altra parte sosterranno lo sviluppo di un ceto capitalista. Padroneggiare tutte queste opzioni al meglio sarà la chiave per decidere la strada migliore per rendere il nostro paese una grande potenza.

 

 

VICTORIA II: GUSTO OTTOCENTESCO?

Fino ad ora è stato obbligatorio descrivere di cosa stessimo parlando e rendere chiaro a grandi linee qual è il concetto di gioco su cui si basa Victoria II sul piano tecnico e del gameplay, fatto ciò si può iniziare ad evidenziare tutti gli ulteriori aspetti. Abbiamo visto come Victoria II cerchi di simulare tutti gli aspetti di una nazione peculiari dello stato moderno ottocentesca, basandosi sul modello occidentale dell’epoca: rivoluzioni sociali, partiti e parlamentarismo, industrializzazione e forza militare, tuttavia tutto ciò è sufficiente a far calare il giocatore nell’atmosfera dell’epoca e a dargli un reale senso di guida della nazione prescelta? Per prima cosa occorre fare un passo indietro e guardare al predecessore di Victoria II: uno dei cambiamenti più evidenti rispetti al primo capitolo è la scomparsa degli "eventi storici scriptati", ovvero il manifestarsi nelle date storiche di importanti catene di eventi, alcuni dei quali strettamente dipendenti dalla nazione prescelta. Ad esempio, se avessimo preso il Regno di Sardegna intorno al 1860 sarebbe scattata la catena di eventi necessaria a intraprendere l’unificazione politica della penisola Italiana. Questi eventi avevano differenti opzioni da intraprendere con scelte alternative da quelle storiche, tuttavia Paradox ha pensato di cambiare questo sistema in Victoria II rendendo il gioco maggiormente libero, poiché appariva troppo "deterministico" e volto a tenere il giocatore su binari obbligati. D’altra parte però, questi buoni propositi hanno causato il danno di far sentire davvero poco al giocatore l’ impressione di trovarsi nel contesto storico del 1800, infatti gli eventi storici in questo seguito vengono sostituiti con decisioni generiche oppure con eventi eccessivamente semplificati causando una perdita profonda alla bellezza del gioco dopo le prime partite. Altra pecca è quella di un sistema non bilanciato nella gestione delle rivolte: in molte partite, infatti, verso gli anni finali, si verifica uno sbilanciamento che porta a ribellioni incontrollate e frequenti in tutto il mondo; l’intelligenza artificiale, inoltre, sceglie a volte di perseguire opzioni poco coerenti e illogiche, indebolendo così l’esperienza di gioco. Anche il sistema del mercato mondiale, necessario per lo scambio di beni per vari settori delle nazioni, alle volte finisce per sbilanciarsi in modo incoerente. Per ovviare a tutto ciò, in particolare alle mancanze dell’intelligenza artificiale, è da segnalare la possibilità di giocare in multiplayer. Con buoni amici e giocando un po’ di ruolo, il videogame riesce così ad offrire una buona esperienza.

 

 

CONCLUSIONI

Victoria II è un titolo che offre una simulazione di uno dei periodi più affascinanti e importanti (il XIX secolo e gli inizi del XX), anche perché legato strettamente con le vicende del nostro presente. Paradox, con questo prodotto, ha avuto il merito di offrirci tramite ingegnosi meccanismi nel gameplay l’opportunità di gestire gli aspetti più importanti del periodo Vittoriano. L’esperienza di gioco è tuttavia indebolita dalla resa minore degli aspetti storici del periodo e dalla presenza d’importanti pecche sul piano dell’ intelligenza artificiale e su alcuni aspetti tecnici, ma ciò non toglie che Victoria II rimanga un titolo da prendere seriamente in considerazione, specialmente per gli appassionati del genere, nella speranza che Paradox continui con la tradizione di continuare l’aggiornamento e il miglioramento dei propri titoli ben oltre l’uscita di future patch.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento