Warhammer 40.000: Armageddon

Warhammer 40.000 è un marchio che non ha bisogno di presentazioni, essendo senza dubbio il più apprezzato e popolare gioco di guerra da tavolo, che deve il suo successo al brutale universo fantascientifico che lo caratterizza.
Il titolo si è sempre prestato bene alle trasposizioni videoludiche, le quali, grazie alle evidenti potenzialità tecnologiche, sono state grado di immergere il giocatore nelle battaglie superando i limiti di una simulazione basata su modellini. Ciononostante, per quanto apprezzati, i famosi strategici in tempo reale della serie Dawn of War si distaccano dall’esperienza originale per via del diverso ritmo di gioco. Non può quindi non fare piacere l’arrivo di un titolo di strategia a turni: vi presentiamo Warhammer 40.000: Armageddon, di Slitherine Games.

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Il menù principale

Mettiamo da subito in chiaro una cosa: la premessa non deve illudervi, perché Armageddon non ricalca fedelmente le regole di gioco, ma si presenta come un gioco di strategia basato su mappe esagonali – cosa che lo rende comunque un prodotto certamente più vicino all’esperienza originale rispetto a quanto fatto da altri.
Il set narrativo è basato su eventi e personaggi facenti parte della storyline ufficiale di Warhammer 40.000, ovvero la “Seconda Guerra di Armageddon”. Quest’ultimo è il nome del pianeta dove si svolge il gioco, il quale è una preziosa risorsa strategica sotto il controllo dell’Imperium dell’Umanità, ed è minacciato da un’invasione di Orki. La campagna single player si divide in tre atti, in cui il giocatore comanda l’esercito imperiale, e alcuni Capitoli di Space Marine impegnati a respingere l’orda attraverso oltre 30 missioni. Queste ultime possono avere obbiettivi variabili e dinamici: in alcuni intermezzi della trama occorre scegliere quali di questi perseguire nella successiva missione, e all’interno delle stesse missioni possono esserci variazioni a seguito di un certo numero di turni o di determinati eventi.

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Le missioni sono anticipate da intermezzi come questo

Il gameplay di Armageddon ricalca la tradizione dei classici del genere, come la storica saga Panzer General. I giocatori (che sia una persona contro il PC in single player o due in multiplayer) controllano a turno tutte le unità dei rispettivi eserciti, con un ristretto set di ordini (muoversi, attaccare, rifornirsi di munizioni, rinforzare i ranghi) sui quali si basa l’intera struttura di gioco. Ci sono tutti gli elementi desiderabili da un titolo di questo genere: ogni casella esagonale ha dei suoi valori di protezione e copertura a seconda del tipo di terreno, e ogni unità è caratterizzata da informazioni su costo, salute, protezione, danni, velocità di spostamento, armi e area di tiro. Le armi e la distanza sono ciò che caratterizzano maggiormente Armageddon come gioco basato su Warhammer: quasi tutte le unità del gioco hanno a disposizione almeno due armi con differente distanza di funzionamento. Ad esempio, certi carri sono dotati di cannoni devastanti quando usati a distanza, ma inutilizzabili sotto una distanza minima di due caselle, entro le quali hanno solo un debole mitra di supporto. Situazioni come questa sono ciò che rendono la strategia più varia dai classici titoli del genere, generalmente basati sulla Seconda Guerra Mondiale e, conseguentemente, su schemi difficilmente variabili.

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Collo di bottiglia: la tipica situazione in cui non volete trovarvi

Citando la Seconda Guerra Mondiale, iniziamo le critiche al gioco. Dal punto di vista grafico Armageddon è poco più che un re-skin di un precedente gioco della medesima casa, ovvero Panzer Corps. Questo è già sufficiente a far perdere valore al titolo, che peraltro soffre di una evidente carenza di cura: le animazioni sono pressoché inesistenti, le texture sono piuttosto abbozzate, e il sonoro ridotto all’osso negli effetti, nella colonna sonora e nel (pessimo) doppiaggio. Spezzando una lancia a favore, occorre dire che difficilmente nei prodotti di questo genere la grafica ha qualche rilevanza, sulla quale gli stessi appassionati hanno sempre prestato poca attenzione. Il problema vero, però, è proprio questo: difficilmente il titolo in questione attirerà la nicchia dei giocatori di strategia. Il grado di difficoltà è piuttosto basso e lo scarso numero di parametri da tenere in considerazione lo rende poco appetibile per chi questo genere lo mastica sul serio. Anche il multiplayer non offre grandi spunti: le partite online si svolgono in maniera asincrona, permettendo ai due partecipanti di poter effettuare turni anche senza essere entrambi collegati nello stesso periodo temporale. Il problema è che esiste solo ed esclusivamente questa modalità, rendendo di fatto impossibile svolgere una partita completa in tempi brevi se non organizzandosi con un avversario conosciuto. Inoltre, le mappe prevedono una serie di obbiettivi predefiniti, senza possibilità di creare partite di carattere generico o con personalizzazioni rilevanti.

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I tanti carri disponibili all’Imperium

Quanto abbiamo appena detto rende palese come il titolo offra decisamente poco spunto per la ristretta schiera degli appassionati di strategia a turni. Ciò non è necessariamente un male perché, per inverso, lo renderebbe adatto a chi vuole avvicinarsi al genere (purché piaccia Warhammer 40.000, ovviamente). Perché usiamo il condizionale? La risposta è nel prezzo, che per il mercato europeo su Steam è fissato a ben 37€, completamente fuori fascia per ciò che il prodotto offre.

[signoff icon=”quote-circled”]Warhammer 40.000: Armageddonè un titolo di strategia piacevole per i neofiti ma banale per gli appassionati, che nasconde i suoi difetti sotto il velo della licenza di Games Workshop nella speranza di attirare più acquirenti. Fallisce nel fornire un’esperienza ricca di spunti, ed è penalizzato da un prezzo insensato rispetto ai contenuti offerti e alla (scarsa) cura tecnica. Da comprare solo se vi piace Warhammer, solo se siete incuriositi dal genere e, soprattutto, solo sotto una concreta riduzione di prezzo.[/signoff]

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