Warhammer 40,000: Squad Command – Anteprima Warhammer 40 000: Space Marine

Assicurandosi i diritti di Warhammer 40K, THQ ha fatto un colpo grosso: è proprio per mano della casa californiana e del team di sviluppo Relic Entertainment, che negli ultimi anni giocatori appassionati e non all’universo in perenne guerra creato dalle menti di Games Workshop hanno potuto fruire di prodotti di altissima qualità, principalmente di genere strategico (vedasi la pluripremiata serie Dawn of War); e finalmente, dopo una serie di prodotti che malgrado un elevatissimo livello qualitativo fossero pienamente godibili solo dagli appassionati di strategia bellica, THQ ha deciso che è tempo di scendere sul campo di battaglia in prima (anzi, terza) persona, di prendere il controllo di uno Space Marine appartenente al leggendario capitolo degli Ultramarine e di guidare lui e la sua squadra al massacro di schiere di nemici dell’Imperium.
Space Marine, di prossima uscita (9 settembre 2011), si presenta come un TPS commistionato al genere action: usufruendo dei famosi e riconoscibilissimi strumenti di morte dei servi del Dio Imperatore, i giocatori devono farsi strada tra orde di Pelleverde, seguaci del Caos e Tiranidi, possibilmente senza sprofondare nella ripetitività tipica di giochi del genere.

Nella tetra oscurità del 40° millennio, esiste solo la Guerra

Un pò di storia per i neofiti: è il 40° millennio, l’umanità ha espanso il proprio dominio a livello intergalattico sotto la guida dell’onnipotente Dio Imperatore, un umano nato con incredibili capacità psioniche che permette, con il proprio potere, viaggi intergalattici attraverso le rotte del Warp. Guidato dal volere di proteggere i suoi sudditi, l’Imperatore ha plasmato a sua immagine gli Space Marines, protettori dell’umanità geneticamente modificati al fine di divenire guerrieri implacabili; questo perché l’Imperium è continuamente minacciato dagli Dei del Caos, dagli antichi Eldar, dalle razzie dei numerossimi Orki, dagli sciami dei Tiranidi e da numerose altre razze intente a combattere per la supremazia dell’universo. Capitale dell’Imperium rimane però la Terra, sede stabile dell’Imperatore, costretto sul Trono d’Oro a seguito del Tradimento di Horus e delle sue legioni di Space Marines, da cui il Dio mantiene aperte le rotte spaziali e protegge i suoi Fedeli.
 

 

 

Un background estremamente ricco e qui appena accennato, quello di Warhammer 40K si presta ad un’infinità di storie da raccontare senza rinunciare alla caratterizzazione di singoli personaggi più o meno importanti: è il caso di Titus, il nostro alter-ego, e della sua squadra di Ultramarine.

Cut Them Down!

E dunque pad alla mano diamo inizio alla demo da poco uscita su PSN, Steam e XBox Live di questo Space Marine, constatando con piacere il feeling restituito dal controllo del nostro alter-ego: muovere il capitano Titus restituisce alla grande la sensazione di spostare un bestione da due metri per più di cento chili all’interno di un’armatura impenetrabile: anche brandire un’arma e prendere la mira risulta realistico e soddisfacente ai fini dell’immersione nell’apocalittico scenario di guerra in cui ci ritroviamo ad agire. 
I dolori vengono quando si tratta di passare ai fatti: se quando si spara i problemi non sono particolarmente fastidiosi, è nella concitazione delle mischie che affiora la delusione: gli Orki, una delle minacce più consistenti per l’Imperium, sono semplice carne da macello da purgare con pochi fendenti di Spada a Catena, la cui esecuzione (previo stordimento) determina un congruo rimpinguamento della nostra barra di salute (giustificata per lo meno dal poter essere attaccati mentre la si esegue).
 

 

 

E allora ecco che i combattimenti sono un banale susseguirsi di stupri al tasto d’attacco, intervallati a stordimenti per tornare al massimo della forma in breve tempo. A semplificare ulteriormente le cose subentra la modalità "Furia", che ci permette di eseguire esecuzioni istantanee anche contro i nemici più coriacei e di recuperare salute continuamente e ad un tasso vertiginoso, rendendo dunque ancor più blandi quelli che dovrebbero essere scontri a dir poco epici (chiunque abbia mai giocato una partita al gioco da tavolo sa bene quale sia l’atmosfera che si respira in quelle organizzate a dovere). Apprezzabile se non altro la variazione inserita da un’apposita sessione della demo che permette di provare gli zaini a reazione, strumenti con i quali calare dall’alto sui propri nemici dando vita a vere e proprie esplosioni d’arti e sangue.

Onori del Terminator

Se non ancora in toto dal punto di vista del bilanciamento dell’azione, Space Marine risulta essere spettacolare dal punto di vista tecnico: i modelli poligonali di Space Marines ed Orki sono semplicemente sublimi, fedelissimi alle loro controparti plasticose e lo stesso può dirsi delle molteplici armi a disposizione sia di amici che di nemici. La palette di colori selezionata risalta alla grande quello che è un enorme campo di battaglia, con colori opachi perfettamente contrastanti col verde vivo delle armate nemiche e che contribuisce in maniera determinante all’immersione del giocatore in scenari asettici nella loro ricchezza di dettagli.
 

 

 

Purtroppo però, anche in questo caso c’è da considerare l’altra faccia della medaglia: durante i combattimenti (guarda il caso) si manifestano spesso (troppo spesso Ndr.) fenomeni di bad clipping, con una compenetrazione poligonale spesso ridicola grazie ad interi modelli che spariscono dietro ad un muro, senza contare il mai troppo raro effetto pop-up di elementi dello scenario e nemici che spariscono e riappaiono all’improvviso, o che appaiono solamente dopo diversi secondi dall’inizio di percorrenza di una data zona del campo di battaglia.

Su il casco

Inspiegabile, infine, la scelta di tradurre oralmente il titolo in lingua italiana: da quando la serie si è imposta anche nel mondo dei videogiochi, i giocatori hanno sempre potuto fruire di un espressivo e coinvolto doppiaggio in lingua inglese, capace di esaltare le tipicità dei personaggi a cui gli aficionados del brand sono affezionati. Giunge dunque inatteso un doppiaggio che, per quanto discreto, non può assolutamente rivaleggiare con quello in lingua anglosassone (provare per credere): la speranza è che gli sviluppatori includano un’apposita opzione per mantenere i sottotitoli in lingua nostrana accoppiati ad un doppiaggio in grado di rendere onore al prodotto in questione, in maniera analoga a quanto fatto da Naughty Dog per titoli come Uncharted 2.
 

 

 

Ci siamo quasi

Manca poco al 9 settembre, e dispiace constatare come, a così poco dalla data d’uscita, nel titolo THQ permangano difetti più o meno evidenti. Certo, la versione testata è una demo e dunque si può permettere qualche piccola smagliatura e l’età del codice in questione è sconosciuta, ma la prova di Space Marine ha lasciato senz’altro l’amaro in bocca a noi di GameSource: è facile prevedere che l’azione si riduca ad un pigia-pigia casuale a cui anche i giocatori più inesperti possano dedicarsi, rendendo il titolo eccessivamente user-friendly, oltre che ripetitivo sulla corta gittata. Un plauso va invece fatto al lavoro citazionistico fatto: i fan ritroveranno nelle poche decine di minuti giocabili tutti gli stilemi del famoso brand Made in Games Workshop e proveranno sicuramente più di qualche brivido nel vedere i loro eroi frantumare (letteralmente) teste d’orco, ma da quello che si è visto tutto ciò è destinato a restare un divertimento breve e fine a sè stesso, salvo un pesante lavoro di revisione.

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