Wild Arms 3 – Recensione Wild Arms 3

Wild Arms 3 è il terzo capitolo della fortunata saga uscito nel 2003 per Playstation2 in Europa.
Questo titolo è caratterizzato da un’atmosfera "Wild West" che lo rende peculiare nel suo gruppo e lo fa differenziare dai suoi predecessori.
Chiaramente non è necessario aver giocato agli altri due per goderne a pieno, poichè le trame non sono collegate, proprio come accade nelle più famose saghe JRPG

It’s a Wild, Wild, West

La storia vede i 4 protagonisti, dei "Drifters", cioè cacciatori di tesori che percorrono le lande deserte del mondo di gioco chiamato Filgaia, affrontare una caccia al tesoro sproporzionata, che li porterà poi a decidere delle sorti di tutta la loro terra.
Inizialmente la trama ci mette qualche tempo di troppo a ingranare, ma i personaggi giusti e ben caratterizzati (a cominciare dalla protagonista vera e propria, Virginia, ma passando anche per i personaggi secondari e i boss) consentono di mantenere sempre viva l’attenzione del giocatore.
Vi annoierete raramente, anche durante i numerosi e spesso lunghi dialoghi tramite i quali la storia si dipana.
All’inizio avrete addirittura ben 4 prologhi da giocare distintamente, ognuno appartenente a un membro del cast principale che vi spiegherà le sue origini e in che modo si è trovato ad unirsi agli altri Drifters.
L’atmosfera Western poi non fa che rendere più attraente lo svolgimento della trama, in uno scenario ancora molto poco sfruttato dai JRPG.

 

"Non solo potrete percorrere le zone della mappa a cavallo del vostro ronzino, ma potrere anche combatterci"

 

To cell shade or not to cell shade??

Il mondo di gioco e i suoi personaggi presentano una resa sicuramente molto avanzata per gli standard Ps2, ma presenta il "jolly" che spesso viene mal sviluppato o male interpretato dal giocatore: il comparto grafico è interamente in cell shading.
Come mi è capitato già di dire, ma come è sempre giusto ricordare, la propensione positiva o negativa verso questa tecnica grafica in genere influenza largamente il giudizio che si ha di un titolo, almeno dal punto di vista puramente visivo.
Bisogna ammettere, però, che graficamente Wild Arms 3 non sembra mai deludere; tutto è caratterizzato in maniera più che attenta e non si rischia praticamente mai di cadere nell’infantile o nell’eccessivamente  kawaii, rischi plausibili data la natura spesso fumettistica di molti prodotti in cell shading.
Decisamente buone anche le animazioni delle invocazioni e gli effetti di luce che molto spesso calzano a pennello.
I personaggi risentono positivamente di queste scelte grafiche, poichè risultano gradevoli alla vista e allo stesso tempo particolareggiati, proprio come nei migliori manga.
Non dimentichiamo anche dal lato positivo una splendida colonna sonora tutta in stile "wild wild west", ma dal lato negativo la totale assenza di dialoghi doppiati. Too bad!
 

"I risvolti della trama, anche se attraverso dialoghi un po’ lunghi, risultano sempre interessanti"

Le battaglie si svolgeranno secondo il dottrinale sistema turn based: vi troverete all’inizio del turno a scegliere le azioni di ognuno dei vostri pg, che verrano svolte sul campo di battaglia a seconda della loro velocità, dando la precedenza a quelli più svelti.
Se amate il turn based, non rimarrete delusi, anche se all’inizio, dovendo scegliere da subito le azioni per tutti e 4 i personaggi, ci metterete forse qualche momento a capire come meglio gestire le vostre azioni in base anche agli attacchi nemici. Se sbaglierete a calcolare la posizione dell’attacco nemico nella successione temporale del turno, vi potrete trovare in situazioni scomode, come cercare di lanciare un incantesimo di guarigione ad un alleato ormai morto.
Per il resto il gioco presenta un numero di elementi positivi che lo rendono ancora più fruibile e vario: la mappa di gioco è esplorabile proprio in vecchio stile FFVII, sul dorso di un cavallo, a piedi o su mezzi d’occasione; sul campo, per rintracciare le città o i punti di interesse, dovrete usare un sistema di rilevamento a onde che farà comparire sulla mappa i luoghi, ma solo se siete abbastanza vicini da rilevarli.
I vostri personaggi in battaglia si affideranno alle loro ARMs, cioè le loro amate pistole che potranno essere potenziate (ma ahimè non personalizzate) nel corso del gioco con pezzi e parti di ricambio che daranno svariati bonus.
In fine, anche se è presente il classico sistema di random encounter, abbiamo in questo titolo la possibilità di evitare le battaglie, ma sempre attenendoci a un indicatore che, se sceglieremo di evitare uno scontro, si svuoterà di un quantitativo relativo a quanto forti erano i nemici appena skippati. Questa caratteristica risulta tremendamente utile nei momenti in cui il giocatore vorrà ripercorrere dei tratti di gioco già visitati, permettondogli di evitare tutti i nemici che ormai sono di livello troppo basso per costituire un pericolo.
 

"Ogni personaggio può usare differenti abilità, anche utili al di fuori delle battaglie!"

Il gioco offre all’incirca una sessantina di ore per essere portato a termine, numero piuttosto buono per un JRPG.
Certo, un giocatore veramente avido potrebbe scegliere di portare a compimento il dungeon segreto chiamato "Abyss", ma data la sua natura particolarmente frustrante (100 piani infestati di mostri in cui non si può salvare) è più probabile che ci si voglia concentrare nell’esplorazione dell’intera mappa e nel potenziamento dei propri pg per scoprire tutti gli incantesimi e le invocazioni.

In conclusione, facciamo un grosso applauso al gruppo di sviluppo di Wild Arms, perché grazie a un sistema di gioco semplice ma allo stesso tempo divertente, una grafica in cell shading dettagliata, e dei personaggi che si faranno apprezzare da subito, è di nuovo riuscita a "colpire il bersaglio", è proprio il caso di dirlo!

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