Yakuza 0 – Recensione

Recensito su PlayStation 4

La giungla può essere di alberi, fitti e impenetrabili, o può essere di asfalto, simbolo di un’urbanizzazione selvaggia, densa e pericolosa almeno quanto la vegetazione che ha dilaniato per espandersi. La giungla di Yakuza 0 è fatta di ipnotizzanti neon, ma non per questo è meno spietata e irta di pericoli: i distretti di Kamurocho e Sotenbori esistono soltanto nella realtà videoludica del gioco SEGA, ma le luci in questo prequel ci hanno sedotto quel tanto che basta da farci dimenticare i confini tra la dimensione del videogioco e la Tokyo reale.

In men che non si dica, ci siamo ancora una volta ritrovati a passare ore di avventure in compagnia – più o meno amichevole – della mafia giapponese, risvegliando in noi tutte le emozioni che soltanto un titolo come Yakuza è in grado di offrire.

Yakuza 0

Il lotto vacante

Quante guerre sono state combattute per il possesso di un pezzo di terra? Yakuza 0 parte da questo presupposto per regalarci una trama articolata e appassionante come non mai, sviluppata attorno alle vicende di due personaggi che i fan della serie conoscono e amano da sempre: Kazuma Kiryu, protagonista indiscusso dei primi tre capitoli di Yakuza, e Goro Majima, antieroe per eccellenza, per l’occasione un po’ meno (ma non troppo) pazzo di come diverrà in futuro.

In futuro, sì, perché Yakuza 0 è un prequel della serie originale, ormai giunta in Giappone al sesto episodio: le vicende di Kazuma e Goro si intrecciano nel torbido Natale del 1988 quando, per ragioni assai differenti, si ritrovano entrambi espulsi dalla Yakuza. Il collante di tutte le sotto trame raccontate nel gioco è il lotto vacante, un piccolissimo pezzo di terra in pieno centro città: tutte le più forti organizzazioni (criminali e non) fanno carte false per accaparrarselo, in quanto chi lo possiederà potrà prendere il controllo dell’intera area circostante e arricchirsi grazie al piano di urbanizzazione della città al momento bloccato proprio dall’impossibilità di trovare il reale proprietario del lotto vacante.

Yakuza 0

Ci è stato esplicitamente richiesto di non rivelare particolari troppo dettagliati sulla trama, ma siamo comunque in grado di presentarvi la già molto interessante infarinatura di base. Il gioco sarà diviso in capitoli, dedicati interamente a Kazuma e Goro: il primo dovrà fuggire dalla polizia e dalla Yakuza, cercando nel contempo di dimostrare di non essere colpevole per l’omicidio di cui è accusato, avvenuto proprio nel lotto vacante.

Il secondo cercherà invece di tornare nella Yakuza: essa gli chiederà di assassinare un personaggio che, da vittima, diverrà un pretesto per combattere la stessa malavita nella quale Goro desidera tanto essere riaccolto. Ogni due capitoli prenderemo il controllo di Kiryu e Majima, portando avanti due storie parallele nelle due aree fittizie di Kamurocho e Sotenbori. Seguire solamente la trama principale sarà praticamente impossibile, dal momento che spesso e volentieri ci si imbatte in sotto trame così interessanti che è impossible resistere.

Allo stesso tempo, in alcuni momenti Yakuza 0 costringe il giocatore a girare a zonzo per la città alla ricerca di oggetti o indizi, espediente chiaramente studiato per farlo imbattere nei tanti personaggi e luoghi con i quali è possibile interagire. Come negli altri capitoli della serie principale, Yakuza 0 racconta una storia lunga e complessa: quando a circa quindici ore di gioco siamo stati sorpresi dall’ennesimo colpo di scena – il primo che finalmente unisce le storie dei due protagonisti, fino a quel momento apparentemente fini a sé stesse – abbiamo compreso l’immensità di questa produzione, che era proprio quello che ci aspettavamo da SEGA per un titolo dall’eredità così importante.

Yakuza 0

Tra GDR e GTA

L’errore più diffuso – e più grave – è accomunare la serie di Yakuza a Grand Theft Auto. Sebbene i due titoli abbiano all’apparenza un sottoinsieme di caratteristiche comuni, nel profondo si tratta di tipologie di videogioco molto differenti. Innanzitutto, Yakuza 0 è considerato un gioco di ruolo, fatto che si traduce in una centralità assoluta dei dialoghi: dai personaggi principali al semplice avventore, al giocatore è richiesto di parlare con moltissimi personaggi per proseguire nella storia.

Da una parte vi sono quindi i filmati di intermezzo – molto scenici e adibiti a raccontare i colpi di scena più importanti – dall’altra le lunghe chiacchierate con numerosi interlocutori differenti, dal semplice negoziante alla comparsa protagonista di una breve missione secondaria: come per gli altri capitoli della serie, anche in Yakuza 0 questi momenti sono molto frequenti e di primario rilievo nell’intera avventura, tanto che – soprattutto nel passaggio da un capitolo all’altro – ci si ritrova ad assistere a dieci minuti o più di dialogo incessante senza toccare minimamente il pad.

Affrontare il titolo SEGA nella giusta maniera significa innanzitutto essere ben consci di questo fondamentale aspetto di Yakuza 0, che per dare risalto all’ottima trama raccontata alterna l’azione pura a righe e righe di sottotitoli (la lingua del doppiaggio è giapponese, e comunque soltanto i filmati più importanti sono interamente doppiati).

Yakuza 0

Tra un lungo dialogo e l’altro, comunque, non mancano le giuste dosi di violenza e azione: dalla boss fight più impegnativa al semplice teppista di strada, ogni occasione è buona per dar vita a un combattimento dove tutto è consentito. A dimostrazione di come le fasi di battaglia siano cruciali tanto quanto i dialoghi, SEGA ha previsto un sistema di combattimento di tutto rispetto.

Innanzitutto ognuno dei due personaggi controllabili dal giocatore ha diversi stili di lotta, selezionabili senza soluzione di continuità direttamente in combattimento con la semplice pressione di un tasto: Kazuma Kiryu può così passare dalla classica rissa da strada a uno stile di combattimento improntato sulla velocità e sull’elusione dei colpi del nemico, oppure optare per uno stile che prevede movimenti assai più lenti ma violentissimi e devastanti; allo stesso modo, Goro Majima può armarsi di mazza da baseball, battersi a mani nude o volteggiare vorticosamente contro i nemici ballando una letale break-dance.

Tutti gli stili di combattimento godono di un apposito menu di potenziamento all’interno del quale è possibile migliorare le singole abilità o acquistare nuove devastanti mosse, spendendo il denaro raccolto durante l’avventura. Per ogni stile sono previste inoltre delle coreografiche e improbabili mosse finali, attivabili una volta riempita l’apposita barra che si carica con i normali attacchi: è in questi frangenti che emerge lo stile tutto giapponese degli sviluppatori, per i quali è normale che nell’universo di Yakuza i personaggi possano alzare di peso una motocicletta o un cartello stradale e brandirli come se fossero di cartapesta, dando vita a devastanti combo.

A tutto questo aggiungete la possibilità di equipaggiare armi, vestiti e oggetti in grado di cambiare i valori di attacco e difesa del personaggio in uso – oppure di assegnargli abilità speciali come una maggior resistenza o l’abilità di scovare oggetti nascosti – e avrete il quadro completo di come il sistema di combattimento in Yakuza 0 sia profondo, completo e altamente appagante una volta padroneggiato.

Yakuza 0

Altra imprescindibile caratteristica di un gioco di ruolo è l’esplorazione, e anche su questo aspetto certamente SEGA non ha lesinato nell’inserire dettagli degni di nota: sebbene non si possa entrare in ogni negozio o strada visibile, è sicuro che le azioni possibili sono talmente tante che i completisti arriveranno tranquillamente a contare più di ottanta ore passate all’interno del mondo di gioco.

Volendo tralasciare l’avventura principale e lo sviluppo della trama, si possono fare talmente tante cose che sarebbe un vero peccato andare dritti al sodo: perchè non entrare in un bar per un drink, una partita a freccette o due tiri a biliardo (volendo, anche in multiplayer a 2 giocatori)? Perchè non sfidare la fortuna in una sala giochi, dove tra l’altro è possibile prendere posto e giocare ai cabinati di Space Harrier e – udite udite – Outrun? O ancora, perchè non godersi la compagnia di una bella hostess in uno dei tanti club, fare due tiri a baseball, esibirsi al karaoke, guardare video erotici in tv o cercare di sedurre un’operatrice telefonica per strapparle un incontro galante?

Tutto questo – e molto di più – è possibile in Yakuza 0, in cui la giungla di neon della città pulsa di vita e di personaggi interessanti. Anche le semplici missioni secondarie non sono mai ripetitive, a dimostrazione di come l’intero mondo di gioco sia studiato per spingere il giocatore a perdersi tra le vie della città: imparare nuove mosse, proteggere un punk bullizzato, insegnare a un gruppo rock a esibirsi, acquistare una rivista hard a un ragazzino sono soltanto alcune delle divertentissime missioni che abbiamo portato a termine nelle prime ore di gioco e vi possiamo garantire che il divertimento dato dalle side quest vale da solo il prezzo del biglietto.

Yakuza 0

Ieri Yakuza, oggi Manager

Un discorso a parte va dedicato a due minigiochi che hanno addirittura una voce dedicata nel menu di pausa a manifestazione dell’importanza all’interno del gioco: stiamo parlando delle simulazioni di gestione dell’area immobiliare e dei club. Il business immobiliare è materia esclusiva di Kazuma Kiryu: nei suoi panni è necessario girare per Kamurocho cercando proprietà commerciali da acquistare, assegnarvi un manager, scegliere in quali immobili investire e, ovviamente, combattere le offerte monetarie dei rivali e garantire ai propri sottoposti la protezione dalla malavita avversaria. Un’oculata gestione dei propri possedimenti porta a entrate monetarie fisse e sempre più ingenti, che permettono a Kazuma di fare ulteriori investimenti o di spendere i guadagni in punti abilità o altri oggetti utili ai fini del gioco.

Yakuza 0

L’idea di business di Majima certamente è più volgare, ma non per questo meno redditizia: nei panni dell’ex Yakuza il giocatore è infatti chiamato a reclutare belle ragazze in tutta Sotenbori, per poi vestirle, truccarle e agghindarle per metterle al lavoro in un hostess club. Dopo aver preparato le ragazze per l’apertura si entra nella frenesia del minigioco, che richiede di assegnare tempestivamente una hostess ai tavoli con nuovi clienti, controllare lo stato di salute del proprio staff e gestire eventuali lamentele, con lo scopo di far sganciare laute mance agli avventori più facoltosi. Ovviamente ogni ragazza ha le proprie caratteristiche e può aumentare di livello guadagnando punti esperienza, trasformando in passatempo che ruba la scena al gioco principale quello che all’apparenza può sembrare essere un semplice minigioco.

Proseguire nei due minigiochi, oltre che aumentare a dismisura la longevità di Yakuza 0, permette di sbloccare gli stili di combattimento di Majima e Kazuma, che come gli appassionati della serie Yakuza già sanno, in futuro saranno rispettivamente conosciuti come Mad Dog e Dragon of Dojima.

Yakuza 0

Paradiso al neon

Il lato tecnico di Yakuza 0 è un ottimo argomento di discussione sia per i fan della serie che per i nuovi giocatori: Yakuza 0 mischia volutamente una grafica retrò con elementi moderni: risulta così un titolo che valorizza gli elementi del vecchio arrivando a stupire ancora di più quando sfoggia tutta la potenza del suo comparto tecnico. Se come noi avete giocato a tutti i capitoli precedenti, vi commuoverete a camminare per Kamurocho e vi divertirete a scovare le differenze tra la città virtuale del 1988 rappresentata in Yakuza 0 e quella che per anni siete stati abituati a vedere negli altri Yakuza.

Se vi state avvicinando per la prima volta al brand, rimarrete invece sorpresi dalla qualità delle texture – soprattutto dalla realizzazione della pelle e dei tessuti dei vestiti nei primissimi piani – e dalla giungla di neon che di notte illuminano la città ma, allo stesso tempo, potreste trovare datato il comparto tecnico nel normale gameplay, con animazioni qualitativamente non al top e modelli poligonali un po’ troppo spigolosi rispetto a quanto ci hanno abituato i videogiochi di più recente uscita.

Bisogna comunque ammettere che si tratta di un gioco rilasciato in Giappone per Playstation 3 e Playstation 4 già nel Q1 2015, pertanto è ovvio che avvicinarlo nel 2017 significa non aspettarselo al top della forma. Si tratta comunque di grattacapi di minore importanza, perchè vi garantiamo che il carisma dei personaggi principali e la forza devastante della storia sono perfettamente in grado di trascinarvi nel mondo di gioco senza farvi notare qualche piccola imperfezione qua e là.

Il doppiaggio è interamente in lingua giapponese. Questo costringe a leggere continuamente i sottotitoli, che comunque sono sempre ben in risalto grazie a uno sfondo più scuro che permette di leggere agevolmente le pagine e pagine di testo presenti nel gioco. Dal canto nostro preferiamo le voci giapponesi, che aiutano a immedesimarsi nel mondo di Yakuza 0, evitando quella patina di occidentalità – e di ennesimo confronto con GTA – che la parlata inglese porterebbe inevitabilmente con sé. Le musiche di sottofondo, infine, pur non entrando nella storia delle colonne sonore sono ben realizzate e adatte alle diverse situazioni. Si tratta di una manciata di brani strumentali che accompagnano i dialoghi e assecondano il mood delle varie scene senza mai prendere il sopravvento sui dialoghi e sulle immagini.

Yakuza 0


Yakuza 0 è il gioco che tutti i fan di Yakuza si aspettavano. SEGA ha lavorato duramente per realizzare una ricostruzione di Kamurocho e Sotenbori nel 1988, riempiendo le strade di cose da fare e dando al giocatore mille motivi per perdere tempo nel mondo di gioco. Graficamente il titolo risente dello sviluppo risalente al 2015 e dell’essere cross-platform PS3/PS4, ma ugualmente le strade sono popolate di vita, le luci al neon sono ammalianti e la voglia di tornare di tanto in tanto a Kamurocho per una passeggiata è tanta, con una longevità che si conta in decine di ore di gioco.

A noi tanto basta per considerare Yakuza 0 un passaggio obbligato per chiunque abbia apprezzato la serie in passato. Ai nuovi aspiranti criminali giapponesi, ricordiamo soltanto di non confondere Yakuza con GTA: il gioco SEGA è l’erede spirituale di Shenmue: è riflessivo, è pieno di dialoghi, è un gioco di ruolo in cui azione frenetica e trama hanno la stessa prevalenza. È un gioco dai combattimenti esagerati, dai personaggi carismatici e dal sapore orientale come pochissimi altri. È un gioco che sì, si porta dietro difetti mai corretti nei vari episodi della serie, ma talmente interessante da spingervi a perdervi per le strade per ore: tirate le vostre conclusioni, se ci cercate, noi siamo là.

8.8

Pro

  • Storia affascinante e ricca di colpi di scena
  • Protagonisti incredibilmente carismatici
  • Sistema di combattimento profondo e personalizzabile
  • Tantissime cose da fare, tutte divertenti

Contro

  • I tanti dialoghi annoieranno i meno pazienti
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