Quel pazzo venerdì sempre più pazzo Recensione
In quel pazzo venerdì sempre più pazzo, Jemie Lee Curtis e Lindsay Lohan tornano nel sequel che esplora genitori imperfetti e famiglie contemporanee
A più di vent’anni dall’amatissimo remake del 2003, Disney torna a premere il pulsante della nostalgia con Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, sequel ufficiale con Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan che tornano nei ruoli iconici di Tess e Anna Coleman, in arrivo nelle sale il 6 Agosto 2025.
Diretto da Nisha Ganatra, il film si propone come una riflessione attuale e multigenerazionale sulla genitorialità moderna, pur inciampando in una prima parte un pochino confusionaria.
Quel pazzo venerdì sempre più pazzo | Una partenza…pazza.
La prima mezz’ora del film è, senza mezzi termini, la parte più debole. La narrazione ci catapulta direttamente in una situazione familiare nuova: Anna è ormai madre della giovane Harper, e sta per sposarsi con Ryan, un vedovo con una figlia, Lily. Nel frattempo, Tess è diventata nonna e sembra adattarsi al nuovo ruolo con entusiasmo (ma anche con una certa invadenza).
Tuttavia, la presentazione dei personaggi è confusa: i legami non sono spiegati con cura, le dinamiche familiari vengono appena abbozzate e i nuovi personaggi (in particolare Lily e Ryan) appaiono piuttosto piatti all’inizio.
Lo spettatore ha poco tempo per orientarsi e connettersi emotivamente con questa nuova configurazione familiare. Un difetto narrativo che rischia di penalizzare proprio quello che dovrebbe essere il cuore del film: una riflessione sulla complessità delle famiglie contemporanee.

Genitorialità 2.0: imperfetta, incerta, condivisa
Una volta superata la partenza zoppicante, il film ingrana, grazie all’ormai collaudato meccanismo dello scambio di corpi, che questa volta coinvolge ben quattro personaggi: Tess, Anna, Harper e Lily. È in questo caos comico che il film trova il suo tono, mescolando gag irresistibili con momenti di profonda introspezione sul ruolo del genitore oggi.
In una società dove le famiglie sono sempre più allargate, ricomposte, ibride, il film affronta con leggerezza ma lucidità il tema centrale della genitorialità come apprendimento continuo. Non esistono più ruoli fissi: la madre può essere anche amica, la figlia può farsi carico del genitore, la nonna può essere influencer su TikTok, e una figliastra può insegnare più di un figlio biologico.
Il film mostra che essere genitori nel 2025 non significa dare ordini, ma sapersi mettere in discussione, adattarsi, osservare e — soprattutto — ascoltare.
Tre generazioni allo specchio
La forza tematica del film sta nella costruzione del confronto fra tre generazioni di donne:
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Tess (Jamie Lee Curtis), convinta di aver già vissuto tutto, scopre quanto siano cambiate le sfide dell’adolescenza moderna — e che anche lei può sbagliare.
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Anna (Lindsay Lohan), al centro del ciclone, rappresenta il genitore diviso tra doveri e sentimenti, che cerca di fare da ponte tra nonna e figlie, ma spesso si ritrova schiacciata da aspettative contrapposte.
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Harper e Lily, le più giovani, ci mostrano una generazione che sente il peso dei social, dell’ansia da prestazione, del bisogno di trovare una voce propria. Ma che è anche più sveglia, emotivamente consapevole e capace di empatia di quanto gli adulti credano.
La commedia del caos che si scatena quando i loro corpi si scambiano è piena di momenti esilaranti — come Tess che ci prova con un ragazzino guidando una Mustang, o Anna che cerca di riconquistare il suo ex provocandolo in maniera goffa — ma dietro le risate si cela una verità commovente: per capire davvero l’altro, dobbiamo letteralmente metterci nei suoi panni.

Risate al servizio della riflessione
Il film è ricco di momenti comici genuinamente riusciti. Non si limita alla slapstick fine a sé stessa, ma usa la comicità per mettere in luce i limiti e i pregiudizi di ogni generazione.
Una delle scene simbolo è la “cena disastrosa” in cui tutti fingono di essere ancora nel proprio corpo: un pasticcio di ruoli, identità e comportamenti che si trasforma in una metafora perfetta della famiglia moderna — dove nessuno ha il controllo, ma tutti cercano di fare del loro meglio.
Il ritorno del brano Take Me Away, cantato dai Pink Slip nel finale, è una strizzata d’occhio nostalgica, ma anche un messaggio potente: ogni generazione ha qualcosa da dire, basta saperla ascoltare.
Un film che parla a chi ha genitori… o figli
Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo non è solo una commedia per famiglie. È un film che parla di famiglie reali, con i loro malintesi, i loro tentativi maldestri di capirsi, i loro errori e le loro riconciliazioni.
Il messaggio finale — senza moralismi — è che nessun genitore è perfetto, e nessun figlio è solo “problematico”. Tutti portano dentro ferite, desideri e aspettative. E la chiave per convivere, oggi più che mai, è la reciprocità emotiva: smettere di impartire lezioni e iniziare a condividere esperienze.

Conclusione: imperfetto ma sincero
Pur con una struttura iniziale debole, Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo riesce a costruire una storia che diverte e commuove, e che parla in modo onesto della difficoltà di essere genitori nel mondo di oggi. Curtis e Lohan brillano di nuovo insieme, le giovani attrici portano freschezza e verità, e la regia di Ganatra guida con sensibilità una storia che, sotto la superficie brillante, ha molto da dire.
È un film che ci invita a ridere dei nostri ruoli, a smettere di cercare la perfezione e ad accettare che, a volte, essere un buon genitore significa solo continuare a provarci — anche dopo un venerdì davvero, davvero pazzo.
Questa estate si preannuncia all’insegna di Disney, dopo l’uscita de I Fantastici 4: Gli inizi (qui la recensione), Quel pazzo venerdì sempre più pazzo è un giusto momento di relax da vivere con tutta la famiglia in sala.
Essere genitori oggi è un vero scambio di ruoli.
Pro
- Riflessione attuale sulla genitorialità e sulle famiglie contemporanee
- Comicità ben dosata con gag riuscite e originali
- Ritorno convincente di Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan
Contro
- Introduzione iniziale confusa e poco curata
- Troppi personaggi coinvolti nello scambio di corpi
- Eccessiva dipendenza dalla nostalgia del film del 2003