Blue Lock Recensione
Alla ricerca dell'attaccante definitivo

Blue Lock è uno spokon (genere del quale abbiamo già parlato nella recensione di Episode Nagi) nel quale si lasciano perdere sentimentalismi e si dà importanza all’egoismo del protagonista, che sarà qui di importanza fondamentale come nuovo grande attaccante della nazionale giapponese. Per farlo, i giocatori del Blue Lock dovranno lasciar perdere il gioco di squadra e concentrarsi solo su sé stessi per poter sfruttare al massimo le proprie capacità e vincere ogni partita.
Guardiamo insieme la trama di questo anime, che ne dici?
Sinossi e giudizio delle due stagioni di Blue Lock
Yoichi Isagi è un giovane calciatore della prefettura di Saitama. La squadra di calcio del suo liceo fallisce la qualificazione per i campionati nazionali, e Isagi viene invitato a unirsi al Blue Lock, un’accademia diretta da Jinpachi Ego che ha lo scopo di creare l’attaccante più forte del mondo che porterà il Giappone alla vittoria della Coppa del mondo. In reazione alla sconfitta del Giappone contro il Belgio al Mondiale in Russia, Ego invita trecento tra gli attaccanti più forti dei campionati liceali per sottoporli a una serie di allenamenti speciali.
Nel corso della prima stagione vediamo come il concetto di Egoismo diventa fondamentale per poter andare avanti dentro l’accademia e come sia necessario essere egoisti per potersi evolvere e sbloccare le proprie qualità.
La prima stagione riesce a scorrere in maniera più che fluida, senza grossi rallentamenti o grossi intoppi. Le partite sono disegnate in maniera molto dinamica e spettacolare, cosa che enfatizza profondamente le giocate che fa ogni singolo giocatore durante la partita e che mette in scena azioni tanto incredibili per coefficiente di difficoltà quanto spettacolari per disegni e animazioni.
La seconda stagione perde un po’ del buono fatto dalla prima, con una narrazione che rallenta in modo molto netto. Viene poi fatto un uso della CGI molto più invasivo, scelta che fa perdere qualità a tutta la serie; tutto questo è molto evidente all’inizio della stagione, salvo poi una ripresa dell’anime che riesce a tornare ai livelli qualitativi della prima stagione.
In questa stagione viene dato inoltre molto più spazio agli altri personaggi del Blue Lock, staccandosi da Isagi e facendo vedere la backstory di Rin Itoshi, altro fenomeno e numero 10 della stagione, ma la serie riesce a farlo senza mai perdere di vista l’obbiettivo narrativo e senza mai dimenticarsi troppo del resto del cast.
Considerazioni finali
Blue Lock risulta un ottimo spokon in grado di intrattenere e di attirare lo spettatore fino in fondo. La trama risulta chiara ed efficace, e il cast è più che azzeccato, dando il giusto spazio ad ogni character sullo schermo e permettendoci di conoscere la storia di ognuno, e il loro modo di giocare e intendere il calcio.
Croce e delizia della serie è la seconda stagione, incentrata interamente sulla partita contro l’U-20 del Giappone, che risulta si lenta, ma a conti fatti è più che ben congeniata; questa sua esagerata lunghezza permette di viverla appieno e di poter vedere come gli stessi giocatori affrontino questo evento, soprattutto come cercano di migliorarsi costantemente durante tutto il match per poter emergere e per far vincere la Blue Lock.
Avvincente, con qualche difetto
Pro
- Ottimi disegni
- protagonista ben scritto
- cast di personaggi avvincente e in cui ad ognuno viene lasciato il suo spazio
- animazioni più che spettacolari
Contro
- Uso eccessivo della CGI
- eccessiva lunghezza della partita contro u-20 giapponese