Captain America: Brave New World Recensione

Grazie a Disney siamo stati all'anteprima di Captain America: Brave New World e nonostante i difetti, il nuovo Cap convince e diverte

Captain America Brave New World Cover

Captain America: Brave New World è un film che già in partenza non viveva di grandi aspettative da parte del fandom, ormai sempre più nostalgico e che desidera quello che ormai non c’è più: la vecchia guardia degli eroi più potenti della terra, non riuscendo più a vedere quello che di buono può offrire la nuova generazione.

Dopo il finale di Endgame e la serie Falcon and The Winter Soldier, lo scudo è ormai passato da Steve Rogers a Sam Wilson, interpretato da Anthony Mackie. Nella serie tv, che trovate su Disney Plus, Wilson ha fatto fatica a prendere l’eredità così pesante, scomoda, con il mito di Steve Rogers che viene sempre ricordato da tutti (un po’ come avviene con i fan del MCU).

Ma sul finale questo passaggio di consegne avviene con un discorso finale degno di uno Steve Rogers in grande spolvero, anzi forse più carico di critica sociale al mondo reale come non lo è stato mai.

In Captain America: Brave New World vediamo il ritorno di Thaddeus “Thunderbolt” Ross interpretato da Harrison Ford che ha preso il posto del compianto William Hurt che da persecutore degli Avengers e cacciatore di Hulk diventa presidente degli Stati Uniti che, lasciatemelo dire, tira un bel colpo di spugna al finale di Secret Invasion.

Le new entry nel film sono Giancarlo Esposito nel ruolo di Sidewinder, Shira Hass che introduce il personaggio di Sabra e i ritorni di Carl Lumbry come Isaiah Bradley, Danny Ramirez come Joaquin Torres, il nuovo Falcon e Tim Blake Nelson che riprende il suo ruolo di Samuel Sterns (The Leader/Il Capo) direttamente dal film L’incredibile Hulk del 2008.

Julius Onah è riuscito a mettere insieme un buon film nonostante i grossi problemi di produzione e di scrittura che hanno richiesto diversi reshoot e durante la visione della pellicola si notano e non poco. Ma nell’insieme Captain America: Brave New World è un piccolo miracolo che arriva in sala dal 12 febbraio 2025.

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Sam Wilson come Captain America è un personaggio che ispira i suoi compagni

Captain America: Brave New World | Spionaggio politico per un nuovo mondo

La storia di Captain America Brave New World è abbastanza semplice e mette insieme sul piatto diverse storyline, intrecciando le azioni dei personaggi con un mood che ricorda molto Captain America: The Winter Soldier. Lo ricorda, ma ovviamente non lo è.

Il neo presidente Thaddeus Ross rivela al mondo l’esistenza dell’Adamantio ricavato dai resti del celestiale Tiamut semi emerso nell’oceano pacifico. Ross ha quindi intenzione di creare un’alleanza con diversi paesi del mondo per condividere questa nuova scoperta per essere usata per medicina, sicurezza e scoperte scientifiche.

Dopo il recupero di un campione di Adamantio da parte di Captain America e Falcon sconfiggendo alcuni mercenari della Serpent Society capitanata dal temibile Sidewinder, non fanno che accrescere la fiducia e la popolarità di Ross nei confronti degli altri paesi e dell’opinione pubblica.

Ma come spesso accade, un’attentato ai danni del Presidente degli Stati Uniti fa cadere tutto nel caos mostrando la vera natura di Ross che, nonostante tutto nutre ancora dei risentimenti nel modus operandi di Sam Wilson ricordandogli che ”può essere Captain America ma non è Steve Rogers”. Questo avvenimento  mette in moto il film dando vita a una caccia all’uomo per scoprire chi si trova dietro a questo gioco per screditare la figura di Ross e mettere in scacco Sam Wilson.

Ross nasconde più di quello che vuole raccontare, sia come politico, come uomo e come padre. Harrison Ford sorprende ancora con una performance fenomenale che sembra mettere in ombra gli altri personaggi, anche quando il suo alter ego rosso entra in scena.

Captain America Brave New World Ross e Cap
Harrison Ford ha dato il meglio di se con il personaggio di Taddheus Ross

La trama di Captain America: Brave New World è ben scritta, senza pretese ma che svolge il doppio lavoro di mettere in scena un sequel del Capitano alato e, perché no, anche de l’Incredibile Hulk.

Ripercorre la strada tracciata dalle pellicole passate, (e non vuole di certo essere a livello di quest’ultime) unendo thriller e fantapolitica alla ricerca della mastermind dietro le quinte con un ritmo ben calibrato anche se nella parte centrale sembra allungare un po’ il brodo lasciando indietro alcuni personaggi, come ad esempio Sidewinder, sprecando la bella performance di Giancarlo Esposito, sempre micidiale e in parte.

Il personaggio che non ha avuto modo di spiccare è quello Tim Blake Nelson, il suo The Leader ha tantissimo potenziale, riuscendo a fare quello che il barone Zemo ha fatto in Captain America: Civil War, battere i suoi avversari con l’astuzia.

Come accade nei fumetti i poteri del Capo sono potentissimi, la sua abilità di calcolare le probabilità quasi al limite della preveggenza gli permetterebbero di vincere senza nemmeno troppi problemi ma, a causa di una scrittura debole e una storyline alquanto forzata, non riesce ad essere incisivo quanto basta da impensierire lo spettatore.

Una grandissima occasione sprecata quella di Onah nel fare una forte critica all’attualità e alla situazione politica americana, sfruttando il personaggio di Ross che può benissimo richiamare Donald Trump nel modi e nel temperamento, ma che invece preferisce non osare puntando sul fantastico rimanendo nel mondo Marvel.

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Un Hulk che torna a spaccare davvero

Un Frankenstein produttivo

I difetti di Captain America: Brave New World si notano principalmente nel montaggio, mostrando quanto il film è stato rimaneggiato nel corso di questi anni, inciampando anche nella CGI in alcuni frangenti poco rifinita e frettolosa.

Fortunatamente le scene d’azione sono ben girate e coreografate, con le scene di volo ben gestite anche grazie alla location dell’isola celestiale molto evocativa e imponente. Anche l’aspetto di Hulk rosso risulta credibile e minaccioso; è sempre bello vedere un Hulk spaccare tutto senza controllo, se poi lo fa con la faccia di Harrison Ford è ancora più epico.

Non si può dire lo stesso per alcune scelte stilistiche del costume di Captain America, il nuovo costume ha delle belle trovate utili al personaggio per sopperire alla mancanza del siero del super soldato come alcuni reattori che aiutano il personaggio a muovere o fermare oggetti enormi o pensanti, le ali che assorbono i colpi, come la tuta di Black Panther, per poi rilasciare tutto in una volta sola, Red Wing ecc.

Ma perché il casco in nano particelle che appare e scompare nemmeno fosse un pop up di internet? Perché utilizzare la CGI per i costumi? Tutto questo crea un senso straniante allo spettatore in particolar modo se la post produzione è stata posticcia, rende tutto molto finto. Almeno per personaggi come Captain America, che è sostanzialmente un uomo con un’uniforme e un casco, bisognerebbe usare dei costumi reali. Passi per le ali ma per il resto, basta CGI.

In soldoni i difetti di questo film possono essere sorvolati, si tratta di errori tecnici che non inficiano nel pacchetto finale che, come detto in precedenza, risulta un piccolo miracolo messo insieme dopo una gestione travagliata della pellicola. C’è decisamente di meglio, questo è vero, ma se guardiamo i film usciti da dopo Endgame a oggi, questo quarto capitolo di Cap è oro colato.

Concludendo, questo Captain America: Brave New World vale la pena?

E la risposta è si. Captain America: Brave New World è un film solido con qualche difetto, questo è vero; ma si fa guardare, intrattiene e diverte, settando la figura di Captain America con il volto di Anthony Mackie e rimanendo con i piedi per terra, lasciando per ora le faccende multiversali ad altre occasioni e con altri personaggi.

Sarebbe un peccato fare un paragone con i capitoli precedenti della saga, figli di tempi di produzione e di gestione, delle varie fasi narrative, ben diverse da oggi. Il film di Onah strizza l’occhio al passato ma punta lo sguardo al futuro seppur non esagerando troppo rimanendo in una comfort zone narrativa per portare a casa il risultato.

Consigliatissimo per chi vuole passare due ore con un buon thriller fantapolitico, la performance di Harrison Ford vale tutto, e per chi è ben consapevole che nonostante i difetti questo film è il migliore della fase cinque.

Tolti Guardiani della Galassia 3 e Deadpool & Wolverine, il primo figlio di una trilogia scritta e gestita unicamente da James Gunn, mentre il secondo è da ritenersi un omaggio all’ormai defunto universo Fox che con il grande disegno dei Marvel Studios centra poco e nulla.

Ricordatevi sempre, se volete criticare Captain America: Brave New World, che arriviamo da The Marvels, Antman: Quantumania e Thor: Love and Thunder, e ho detto tutto.

7
Captain America che tiene testa ad un Hulk è da vedere

Pro

  • Harrison Ford sontuoso
  • Trama che intrattiene
  • Anthony Mackie come Cap è credibile

Contro

  • Montaggio delle scene a volte confuso
  • CGI zoppicante
  • Il Combattimento finale sembra arrivare da un altro film
  • I personaggi di Giancarlo Esposito e Tim Blake Nelson poco incisivi
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