Five Nights at Freddy’s 2 Recensione

Five Nights at Freddy's 2, ispirato al videogioco di Scott Cawthon, prova a farsi più maturo, ma perde tensione, ritmo e fascino retrò

Five Nights at Freddy's 2 cover

Five Nights at Freddy’s 2 è la conferma che il rapporto tra cinema e videogiochi resta ancora una bella formula. Non si tratta solo di adattamenti, ma di una vera contaminazione di linguaggi che, pur senza conquistare sempre la critica, continua a garantire grandi incassi.

Five Nights at Freddy’s rientra perfettamente in questa dinamica: un fenomeno web diventato franchise globale grazie alla sua lore stratificata e a una fanbase estremamente attiva.

Dopo l’exploit commerciale, in parte inatteso, del primo capitolo, Five Nights at Freddy’s 2 arriva al cinema con l’obiettivo di consolidare il successo e ampliare l’universo narrativo creato da Scott Cawthon, ancora fortemente coinvolto nella produzione insieme alla Blumhouse.

Un incipit audace che si esaurisce in fretta

Il sequel diretto da Emma Tammi si apre con un prologo ambientato nel 1982, introducendo la Marionetta e un immaginario visivamente interessante, che richiama suggestioni kabuki e un’idea di orrore infantile disturbante. È un inizio coraggioso, forse il momento migliore del film, capace di evocare atmosfere più cupe e mature.

Tuttavia, questa energia iniziale viene rapidamente dispersa. La storia principale si sposta a un anno dagli eventi del primo film: la tragedia del Freddy Fazbear è diventata leggenda urbana, tanto da ispirare il primo Fazfest, una celebrazione kitsch che ignora completamente gli orrori del passato.

Five Nights at Freddy's 2 Marionetta
L’introduzione della Marionetta è l’unico elemento inquietante del film

Una trama schiacciata da una lore gigante

Il vero punto debole di Five Nights at Freddy’s 2 è la sceneggiatura. Nel tentativo di fondere trama originale e riferimenti al secondo videogioco, il film accumula spiegazioni, plot twist e collegamenti forzati che appesantiscono la narrazione.

Mike, Vanessa e la giovane Abby restano figure funzionali ma emotivamente piatte, soffocate da dialoghi lunghi e pretenziosi.

L’introspezione tentata dal film risulta più seriosa che profonda, disperdendo la tensione invece di amplificarla. Il risultato è una struttura narrativa che procede senza vero slancio, incapace di costruire suspense o coinvolgimento.

Five Nights at Freddy's 2 Protagonisti
Chi ne esce male da tutto il film sono i protagonisti “umani” del film

Più horror, ma senza coraggio

Rispetto al primo capitolo, Five Nights at Freddy’s 2 prova ad accentuare la componente horror. L’introduzione della Marionetta e delle sue incarnazioni possedute rappresenta il segmento più inquietante, anche grazie alla prova convincente di McKenna Grace.

Eppure, l’orrore resta costantemente trattenuto. Il rating PG-13 si avverte chiaramente e l’abuso di jumpscare prevedibili smorza qualsiasi tensione. Il film sembra avere il freno a mano tirato, rinunciando a scelte realmente disturbanti.

Gli animatronics restano il vero punto di forza

A emergere, ancora una volta, sono gli animatronics. Le nuove versioni di Freddy, Bonnie e Chica sono tecnicamente riuscite, realizzate quasi esclusivamente con effetti pratici e pochissima CGI. Sono loro a incarnare il fascino retrò e la nostalgia inquietante che hanno reso celebre la saga.

Paradossalmente, proprio questi elementi vengono penalizzati dal bisogno costante di spiegare tutto attraverso la lore, rendendo il film più cervellotico e sorprendentemente noioso.

Five Nights at Freddy's 2 Freddy e Bonni
Gli animatronics di Five Nights at Freddy’s 2 risultano credibili per la poca CGI utilizzata

Conclusioni: Five Nights at Freddy’s 2 convince solo i fan più accaniti?

Five Nights at Freddy’s 2 è un sequel impassibile e atrofizzato, che confonde maturità con seriosità e perde di vista il puro intrattenimento.

Pensato chiaramente per un pubblico di fan, rischia di non soddisfare nemmeno loro, offrendo un’esperienza che somiglia più a un gameplay live action che a un film horror compiuto.

Gli animatronics restano l’elemento migliore, ma non bastano a salvare una narrazione confusa e priva di mordente. Un’occasione sprecata che dimostra come la fedeltà cieca al videogioco non sia sufficiente a costruire un adattamento cinematografico efficace.

5
Un sequel fedele per i fan, ma povero di tensione.

Pro

  • Animatronics convincenti
  • Incipit interessante
  • Citazioni al secondo capitolo fedeli

Contro

  • Trama confusa
  • Protagonisti poco incisivi
  • Componente horror non molto ispirata
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche