Floppy Disk – Chi ha incastrato Roger Rabbit? compie 35 anni
Nell'ultima puntata del retropodcast Floppy Disk abbiamo parlato di Chi ha incastrato Roger Rabbit? e dei suoi appena compiuti 35 anni.
Ispirato al romanzo di Gary Wolf del 1981 “Who Censored Roger Rabbit?”, di cui la Disney acquistò i diritti nel 1982 per realizzarne l’adattamento cinematografico, Chi ha incastrato Roger Rabbit è un vero e proprio film ibrido che porta su schermo attori in carne e ossa e cartoni animati disegnati a mano.
La formula dei film a “tecnica mista” era già stata utilizzata con successo dalla Disney e sembrava perfetta per il romanzo di Wolf, ambientato in una distopica Hollywood del 1947 in cui i cartoni animati convivono con l’umanità.
Chi ha incastrato Roger Rabbit, a dispetto del titolo, ha come protagonista il detective privato Eddie Valiant: ingaggiato da R.K. Maroon, proprietario dei famosi studi di animazione che portano il suo nome, per indagare su Jessica, moglie del suo cartone animato-attore, Roger Rabbit.
La trama di Chi ha incastrato Roger Rabbit?
Questo bizzarro attore-cartoon (realizzato con una tecnica mista già vista in, ad esempio, Elliott, il drago invisibile del 1977) è infatti causa di continua insoddisfazione per Maroon che reputa Roger Rabbit troppo distratto sul set a causa della gelosia nei confronti dell’affascinante consorte la quale, secondo il coniglio, sarebbe sul punto di compiere un tradimento coniugale.
Eddie Valiant accetta con riluttanza il caso poiché nutre del disprezzo e del risentimento verso Cartoonia, luogo in cui era solito lavorare, a causa del trauma legato alla morte del fratello, nonché ex-socio in affari, proprio per mano di un cartone animato durante l’indagine su una rapina.
La Cartoonia di Chi ha incastrato Roger Rabbit non è il luogo felice che vuole apparire, in quanto rappresenta una sorta di ghetto dove vengono relegati i cartoni animati, quindi un mondo decisamente più cupo e meno puro rispetto a ciò che i cartoon rappresentavano poi in scena.
Nonostante la riluttanza iniziale Eddie svolge a dovere il suo lavoro e, recatosi nel locale di Marvin Acme dove lavora Jessica, fotografa di nascosto l’affascinante moglie di Roger mentre gioca alla “farfallina” proprio col magnate della Acme Corporation nonché proprietario dei terreni su cui sorge Cartoonia.
Seppur risulti un gioco innoncente, visionate le foto di Jessica e Acme, Roger vede confermate le sue paure su un possibile tradimento e cade nello sconforto più totale per poi fuggire furibondo dopo aver bevuto un bicchiere di un non meglio identificato alcolico.
L’arma letale per i cartoon: la salamoia
Il giorno dopo Eddie scopre che quella stessa notte Marvin Acme è stato assassinato e, ovviamente, tutti i sospetti ricadono proprio su Roger Rabbit. Il caso di omicidio viene affidato all’ambiguo e cinico Giudice Morton, il quale vuole sperimentare la “salamoia”, un composto chimico in grado di uccidere i cartoon.
Per la loro natura peculiare i cartoon sono pressoché immortali e riescono a sopravvivere alle situazioni più improbabili, ma questo miscuglio verde fatto di trementina, acetone e benzina può rappresentare una sentenza di morte assicurata anche per il povero Roger Rabbit.
Il destino di Eddie e Roger è però ormai legato strettamente quando il detective, convinto dell’innocenza del coniglio, cercherà di aiutarlo a salvarsi e trovare il vero assassino del defunto magnate Marvin Acme, colui che poteva essere definito il vero proprietario di Cartoonia.
La sceneggiatura di Chi ha incastrato Roger Rabbit, scritta da Jeffrey Price e Peter Seaman, presenta tantissimi spunti interessanti, situazioni surreali e divertenti, supportate dall’eccellente colonna sonora composta da Alan Silvestri, un nome noto a tutti i fan di “Ritorno al Futuro”.
Se la pellicola a tecnica mista di Zemeckis funziona alla perfezione, però, è in larga parte dovuto al grandissimo lavoro delle varie maestranze della troupe, dell’incredibile team di animatori guidati da Richard Williams e, ovviamente, di tutti gli attori coinvolti.
Il cast vedeva del resto l’immenso e compianto Bob Hoskins come protagonista e, nel ruolo del cattivo, un attore che aveva già collaborato con Zemeckis proprio in “Ritorno al Futuro” del 1985: il mitico Christopher Lloyd che, lasciati i panni dell’amatissimo Emmet “Doc” Brown, qui interpreta il malvagio e ambiguo giudice Morton.
Ma anche tra le voci dei cartoon si nascondono attori famosi degli anni Ottanta, come Kathleen Turner che presta la voce a Jessica Rabbit, la femme fatale del film. La Turner aveva lavorato con Zemeckis in “All’inseguimento della pietra verde” del 1984 come co-protagonista al fianco di Michael Douglas.
Come venne realizzato Chi ha incastrato Roger Rabbit?
Chi ha incastrato Roger Rabbit, per la sua natura ibrida, venne girato in due fasi: nella prima gli attori mimavano tutte le interazioni coi cartoon, come se fossero realmente sul set, mentre la seconda fase, in post-produzione, riguardava l’inserimento dei cartoon sulla pellicola da parte degli animatori.
Il produttore esecutivo del film Steven Spielberg, visionando il materiale girato prima della post-produzione, rese bene l’idea di cosa voleva dire guardare le varie scene senza il lavoro di post-produzione, paragonando il film a “Il ritorno dell’uomo invisibile” e confermando l’ottimo lavoro degli attori in scena.
Agli attori, i quali preparavano ogni ciak con la supervisione di Robert Zemeckis e degli altri membri della troupe, vennero poi dati dei pupazzi per provare le scene e renderle più semplici nella loro esecuzione, grazie anche al supporto dei doppiatori che recitavano le loro battute “in diretta” durante le riprese.
Charles Fleischer, che prestava la voce al protagonista Roger Rabbit, ebbe inoltre la bizzarra ma simpatica idea, forse per immedesimarsi maggiormente nel ruolo, di indossare un vestito da Roger Rabbit sul set, ogni giorno, durante le riprese che lo riguardavano direttamente.
Per Chi ha incastrato Roger Rabbit vennero create delle speciali braccia robotiche che venivano controllate dagli operatori e potevano quindi afferrare o spostare gli oggetti. Allo stesso tempo vennero impiegati vari marionettisti esperti per muovere gli oggetti di scena tramite l’ausilio di fili invisibili.
Il grande lavoro degli animatori completa la magia del film
Tutti gli effetti speciali e di scena venivano poi coperti, in post-produzione, dal lavoro manuale degli animatori guidati da Richard Williams che, senza l’ausilio dei computer e basandosi sulle foto delle varie scene per realizzare e colorare manualmente i disegni, realizzarono un totale di circa 82.000 fotogrammi.
Il risultato finale, con 24 diversi disegni per ogni secondo di girato, è di altissimo livello e superiore, per fluidità, anche alle animazioni della Disney di quegli anni. Non a caso il lavoro di Williams venne riconosciuto con uno speciale Oscar per la creazione e direzione delle animazioni.
Il lavoro su questi meravigliosi disegni non finì col lavoro del team di Williams in quanto ci fu un lavoro d’eccellenza della Industrial Light & Magic di George Lucas che si occupò di imprimere ombre e luci ai disegni, donando ai cartoon quella tridimensionalità che li ha resi famosi.
Durante la produzione di Chi ha incastrato Roger Rabbit non è tutto filato liscio e più volte il film ha rischiato di essere cancellato dalla Disney. Nel far cambiare idea alla compagnia di Topolino troviamo la mediazione di Zemeckis ma, probabilmente, anche lo zampino di Spielberg.
Un omaggio al cinema noir e ai cartoon degli anni ’30-’40
Chi ha incastrato Roger Rabbit è entrato senz’altro nella storia del cinema di animazione anche per scene memorabili (Io non sono cattiva, è che mi disegnano così – come non citare la battuta iconica di Jessica Rabbit quando fa visita a Valiant nel suo ufficio) e la presenza di numerosi easter egg a tema cartoon anni 30-40.
A questi si aggiungono i personaggi più recenti di Walt Disney e della Warner Bros. in improbabili team up resi possibili dall’intermediazione del solito Spielberg, grazie al quale abbiamo potuto assistere a sequenze memorabili come il duello al pianoforte tra Paperino e Daffy Duck o la caduta nel vuoto di Eddie Valiant in compagnia di Topolino e Bugs Bunny.
Oltre al già citato Oscar assegnato a Williams, Chi ha incastrato Roger Rabbit incassò altri tre importanti riconoscimenti tecnici durante la notte degli Oscar del 1989: miglior montaggio per il lavoro di Arthur Schmidt, miglior montaggio sonoro al duo Campbell-Edemann e migliori effetti speciali.
Furono importanti anche i numeri che la pellicola fece registrare alla sua uscita il 22 giugno 1988: distribuito in 1045 cinema americani, incassò circa 11 milioni di dollari nel primo week-end, piazzandosi al primo posto nella classifica del box office americano e diventando il film Disney con il miglior lancio di sempre fino a quel momento.
Al di là dei numeri e dei premi, non è un caso se dopo 35 anni dalla sua uscita siamo ancora qui a guardare, riguardare e discutere di Chi ha incastrato Roger Rabbit, uno dei tanti memorabili film usciti fuori da quell’incredibile decade rappresentata dagli anni Ottanta.
I contenuti di questo editoriale sono recuperabili anche in forma audio sul podcast Floppy Disk:
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