The Walking Dead Daryl Dixon Recensione Ep 1-4

The Walking Dead Daryl Dixon è il nuovo spin-off del franchise, in arrivo su Sky

The Walking Dead Daryl Dixon Recensione Ep 1-4 cover

Con un ritardo di circa due anni dalla release americana, arriva finalmente in Italia The Walking Dead Daryl Dixon, uno dei principali spin-off della famosissima serie zombie, incentrato comprensibilmente sul personaggio di Daryl Dixon, interpretato da Norman Reedus.

Ciò che invece è meno immediato comprendere dal titolo è il concept della serie stessa. Daryl infatti si ritrova ben lontano dal Commonwealth, ad un oceano di distanza. La storia inizia nei dintorni di Marsiglia e nei primi quattro episodi che ci sono stati mostrati in anteprima con doppiaggio italiano (e che voi potrete vedere dal giorno d’uscita di questa recensione) lo scopo del protagonista è quello di trovare una nave per tornare a casa.

Dopo un finale ricevuto male dal pubblico e diverse serie spin-off fallite, The Walking Dead Daryl Dixon deve cercare di riportare la serie ad avere un certo livello di qualità…e si nota molto come lo sceneggiatore senta questo peso, nel bene e nel male.

Come per quanto riguarda altre recensioni che vi abbiamo portato nell’ultimo periodo, questa non prevede un voto ma più una discussione sul contenuto dei primi quattro episodi, i suoi temi e il valore che ci ho trovato. Non avendo ancora a disposizione la versione italiana degli episodi 5-8, riserverò il voto a una potenziale recensione futura.

The Walking Dead Daryl Dixon Recensione Ep 1-4 pisodio 4
Con l’episodio 4 si arriva all’apice di un arco narrativo ma la storia è ancora lontana dall’essere completa.

The Walking Dead Daryl Dixon Recensione Ep 1-4

In una serie che porta il peso delle storie che la precedano, come può essere The Walking Dead Daryl Dixon, ha senso porsi subito la grande domanda. Ma è bella? Ed è dalla risposta a questo quesito che inizierò la discussione: si, questo spin-off non inizia male e penso possa piacere sia ai fan del franchise che più generalmente agli appassionati di titoli ambientati in post-apocalissi zombie.

Anzi, The Walking Dead Daryl Dixon trova il suo principale pregio e il suo principale difetto proprio nel fatto che voglia piacere molto ai fan delle apocalissi zombie. I due sceneggiatori Angela Kang (ritiratasi a metà produzione) e David Zabel han prodotto una storia solida che però segue un po’ troppo da vicino il manuale. 

Ogni stereotipo e cliché a cui potete pensare immaginandovi la possibile trama di una serie zombie è stato integrato nella scrittura. Dal concentrarsi sulla crudeltà dei gruppi umani sopravvissuti, all’inclusione di un “salvatore” immune all’infezione (spiegato tramite un altro grosso cliché del genere che non spiegherò) fino ai personaggi soliti di questo tipo di storie.

The Walking Dead Daryl Dixon Recensione Ep 1-4 episodio 2
L’episodio 2 si ambienta parzialmente durante lo scoppio dell’epidemia, dando quindi una visione su come l’apocalisse sia scoppiata in Francia.

Entrando un pochino più nello specifico, la storia lega due filoni narrativi. Il primo è la già citata missione di Daryl che vuole ritornare in America, la seconda invece riguarda i personaggi originali dello spin-off, i quali si uniranno al viaggio con l’obiettivo di portare in salvo un ragazzo immune.

C’è da dire che Daryl Dixon si adatta molto bene al ruolo di “uomo duro dal cuore d’oro, rovinato dalla realtà” quindi non trovo sia strettamente una cattiva idea puntare su una narrazione molto basilare, considerando che la serie esiste proprio perché esiste Daryl e non perché i produttori abbiano pensato fosse interessante mostrare la situazione a Parigi.

Di contro, la storia sa ovviamente di già visto. The Last of Us e A Plague Tale sono i primi franchise con narrazioni estremamente simili a venirmi in mentre ma si tratta di una tipologia di sceneggiatura molto comune nel genere.

Quindi banalotto ma non brutto

L’interpretazione di Norman Reedus è come al solito di buonissimo livello, trattandosi di un personaggio del quale veste i panni da un decennio. I comprimari hanno alti e bassi, con alcuni degni di nota come la co-protagonista Clémence Poésy e l’antagonista Adam Nagaitis. 

Altri invece molto più dimenticabili, senza però che nessuno risalti per interpretazioni particolarmente negative. Sulla parte registica ho trovato che le scene siano praticamente sullo stesso livello della sceneggiatura, mi è piaciuta ma non saprei evidenziare scene che mi sono rimaste particolarmente impresse.

A differenza di quanto discutemmo M – Il figlio del secolo, qui non saprei prendere esempi in cui la regia ha elevato la storia ma nemmeno riprese strane che possano risultare confusionarie. Paragonare The Walking Dead Daryl Dixon e M (paragone che faccio solo perchè sono le ultime due serie Sky che ho recensito) mette in risalto quello che ho già definito croce e delizia dello spin-off di Walking Dead.

Cioè che in generale tutto è reso nel modo più semplice possibile. La serie non prende rischi, quindi riesce ad essere intrattenente e generalmente anche bella, grazie al talento di attori e artisti coinvolti, tuttavia non è un’opera che metta in risalto tutti i punti di forza di tali artisti, semplicemente mostra il loro talento tenendone nascosta la vera anima.

The Walking Dead Daryl Dixon è una serie carina che penso possa piacere sia ai fan del franchise che a neofiti appassionati del genere post-apocalittico zombie. Tuttavia è una produzione che sente il peso di anni difficili per The Walking Dead, quindi decide di non prendere rischi. Il risultato, nei primi 4 episodi, è un prodotto solido ma che non sorprende mai.

Ricordiamo che troverete la serie disponibile su Sky dalla sera del 2 Giugno, quando uscirà anche questa recensione

 

 

 

 

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