Vivo V50 Recensione
Il telefono fotografico che divide
Il Vivo V50 è arrivato a inizio 2025 come un mid-range audace: con la promessa di fotocamere di qualità superiore grazie alla partnership con Zeiss, un display OLED ultra luminoso e una batteria mastodontica da 6.000 mAh, tutto sulla carta era orientato a rientrare – ed entrare – nella fascia media con vaghe ambizioni premium.
Tuttavia, l’impressione d’insieme è mista: è un dispositivo sicuramente carismatico sotto l’aspetto estetico e fotografico, ma in molte cose sembra essere stato fatto il compitino. È un “ci siamo quasi”, ma dipende anche molto dal tipo di utente che, tu che mi leggi, sei.
Vivo V50 Recensione
Il primo impatto è sicuramente quello estetico, di design del telefono. Vivo V50 presenta un design asciutto e tradizionale sul fronte, concedendosi invece qualche libertà nel retro. Stai leggendo le parole di qualcuno che già sul sup iPhone 15 Pro Max odia che le fotocamere debbano sporgere così tanto dal rendere il telefono sbilanciato quando usato senza cover e appoggiato su una superficie.
Il Vivo V50 non è da meno, ma è sicuramente più esteticamente discreto di tanti altri smartphone su questa fascia. Sul retro, come accennavo, a saltare subito all’occhio è proprio il blocco fotocamera, che però, lo confesso, fra la ring light Aura e le lente ZEISS con il contorno zigrinato, è molto piacevole alla vista e, curiosamente, al tatto.
Mi viene genuinamente da domandarmi perché lo spazio non sia stato utilizzato anche per qualche funzionalità aggiuntive, come un lettore d’impronta posteriore per lo sblocco del telefono, giusto per citarne una.
Il corpo del telefono è sottile e leggero (sotto i 200g). Se il doppio vetro restituisce subito un’esperienza tattile premium, le certificazioni IP68/IP69 metteranno a tacere le ansie di chi con il telefono ci va in lungo e in largo. È insomma un telefono bello e solido, con componenti resistenti e materiali gradevoli al tatto.

Dove eccelle il Vivo V50
È giusto continuare qui: il V50 mira prima di tutto a sorprendere grazie al “setup” fotografico curato in collaborazione con Zeiss, e ci riesce a piene mani.
Il sensore principale da 50 MP con stabilizzazione ottica dell’immagine, l’ultra-grandangolo da 50 MP e la selfie camera da 50 MP mettono sul piatto un’ossatura già vista, sì, ma mai attorno alla soglia dei 500€ (in Italia il V50 si trova a 599€), tanto che Digital Camera World lo definì “probabilmente la miglior fotocamera su smartphone sul mercato a questo prezzo”.
Punta e clicca
Ho da poco abbracciato la passione della fotografia, sia su rullino che digitale, e in un paio di uscite ho portato con me la mia fidata Fujifilm XE2 con un Fuji 35mm f2, accompagnata dal Vivo V50. Le foto di paesaggi ed edifici mi hanno lasciato sorpreso, e quel poco di street photography che ci ho potuto fare è risultata piacevole, anche soprattutto al design del telefono, del quale vi parlerò dopo, ma anche e soprattutto per la velocità della camera.
Parlo di velocità dell’avvio dell’app fotocamera, chiaro, ma anche velocità di scatto e ritorno alla funzione di foto. I prodotti finiti sono piacevoli da guardare, ma soffrono, come già fanno le foto che ogni tanto – ma sempre meno – scatto sul mio iPhone 15 Pro Max, di quella “finzione” cromatica alla quale siamo talmente tanto abituati da non farci nemmeno più caso.
Non lo vedo assolutamente come un difetto legittimo di uno smartphone che, per sua stessa natura, vuole essere un point and shoot che non ti costringa a pensare troppo e che comunque permette di scegliere fra 3 “interpretazioni” del colore, ma una volta tanto non mi dispiacerebbe vedere i colori come sono, e non come lo smartphone interpreta che debbano essere per risultare più vivi o vivaci – in toto, più “instagrammabili”.
L’Aura Light, una sorta di piccola ring light posta sotto il corpo ottico sul dorso del telefono, è piacevolmente morbida nel raggio di luce che fornisce al soggetto, soprattutto all’imbrunire e di sera. Ha due funzioni di luminosità diverse, ma non ci ho sperimentato troppo, bastandomi la sua funzione più basilare.
Non ho d’altronde sperimentato troppo nemmeno con la modalità ritratto multifocale o con la camera Group Selfie, ossia la ZEISS da 50mp con grandangolo a 92°, ma nella mezz’ora di utilizzo con un paio di amici mi sono sembrate funzioni piacevoli e facilmente gestibili da un utente core o power. Personalmente le trovo piuttosto inutili, ma conosco fasce di utenza che potrebbero affezionarsi a queste feature, soprattutto a fine condivisione sui social.

Ti stai accorgendo anche tu di quanti device attuali si stanno conformando all’onda di egocentrismo social? Stiamo stretchando quei 15 minuti di celebrità all’inverosimile, mi sa. Back to the review.
Le opportunità di editing foto sono quelle che ti aspetteresti: filtri, adesivi, effetti, aggiunta di bokeh, correzione di piccoli errori, rimozione di elementi della foto tramite IA, ecc. Sono funzioni che dovresti ormai conoscere, quindi non mi ci soffermo troppo perché non fanno miracoli né sono pessime: stanno nel mezzo, proprio come la fetta di utenza alla quale il Vivo V50 sembra voler mirare.
Tutti registi
Devi concedermi una piccola parentesi, però, sulle funzionalità video di questo Vivo V50. Data l’apertura piuttosto bassa della lente (f1.55), lo stacco fra soggetto e background/foreground è sensibile, ma mai indelicata.
Avere in mano un dispositivo così comodo per girare contenuti per YouTube o per uno dei tanti social è non solo comodo all’inverosimile, ma professionalmente elastico dal punto di vista della qualità del girato. La capacità del Vivo V50 si riconoscere il soggetto in primo piano e di isolarlo con un leggero effetto sfocato su background e foreground è già di per sé una piacevole sorpresa, ma vedere quanto velocemente riesce a farlo in modalità video restituisce un senso di frizzante creatività in qualcuno come me. Brava Vivo, buon lavoro in questo.
Una batteria impossibile
Venendo da iPhone, i miei occhi non si possono non spalancare davanti ad una batteria da 6000 mAh che non sia solo un numeretto (il mio iPhone, piuttosto recente, vira attorno ai 4400). Stuff e El País ne lodavano le capacità, e confesso che, tolta la blink charge da 90W che, in situazioni normali e non di recensioni, non userei mai, avere in mano uno smartphone che tenga la batteria così a lungo è una ventata d’aria fresca.
Insomma, chiunque usi lo smartphone a lungo, in modo intenso o per giorni, con Vivo V50 può davvero stare tranquillo, perché la batteria di questo smartphone garantisce 2 giorni di durata, senza troppo stress, gestione sicuramente facilitata dalla presenza di un display AMOLED.

Brilla di luce propria
Il display da 6,77″ AMOLED con refresh rate a 120 Hz raggiunge una luminosità – sulla carta, perché i test parlano di numeri leggermente più modesti – di 4.500 nits, è uno schermo HDR10+ e mi ha regalato costantemente un’esperienza di utilizzo nitida, anche sotto il sole diretto. Non mi perderò dietro le caratteristiche estetiche dello schermo in sé, perché il fatto che lo schermo sia inclinato di un tot numero di gradi, all’utente finale core, frega davvero poco.
È un bello schermo? Sì, bellissimo. Sembra resistente? Assolutamente.
Dove, invece, si resta indietro
Sotto la scocca del Vivo V50 c’è lo Snapdragon 7 Gen 3, lo stesso già usato nel Vivo V30 e V40.
Nelle operazioni quotidiane lo Snapdragon si comporta bene, e per l’utilizzo core credo che il manchevole passo avanti che ci si aspettava da un evoluzione – e dai 600€ di prezzo – credo il processore faccia il suo senza urlare al miracolo. Alcuni titoli più impegnativi, in particolare su Roblox, spingono forse un po’ troppo il Vivo V50, cosa che risulta in un surriscaldamento evidente della scocca e alcuni lag di sensibilità variabile.
Il Vivo V50 ha insomma un processore stabile, ma non aspettarti di sorprenderti… in alcun modo.
Nonostante l’interfaccia Funtouch OS sia moderna, alcune scelte risultano discutibili. Fluidità e l’ottimizzazione delle app sono piacevoli, ma mi aspettavo software di gestione e modifica delle foto più raffinati, per un dispositivo che mette così tanto al centro il proprio feature set di lenti ZEISS.
Trovo anche che in molti telefoni Android, questo compreso, ci sia sempre un po’ troppo “bloatware”, ossia app preinstallate che, diciamocelo, non servono a nulla se non a confondere i nostri genitori boomer quando inevitabilmente una scompare, si corrompe, o si mette a mandare 800 notifiche al giorno.
In generale non sono nemmeno eccessivamente felice della UX in toto del Vivo V50, in particolare le interazioni utente quando il telefono è bloccato e gli swipe dal lato e dall’alto, non sempre reattivi o corretti in ciò che avviano. È invece piacevole la presenza di una barra veloce laterale con tutte le app che l’utente ritiene essenziali per il flow di utilizzo del dispositivo, ma anche in questo caso avrei voluto un passetto in più, tanto da questo Vivo V50 che dal mondo Android in generale.
Per essere il sistema libero e spensierato che molti accusano Apple di non essere, sento ancora catene piuttosto rumorose e pesanti nelle limitate capacità di personalizzazione dell’intera esperienza utente di questi smartphone.

Vivo V50 Recensione – Conclusioni
Il Vivo V50 è un telefono che mi lascia sensazioni contrastanti. Da un lato, offre una fotografia che può competere con i flagship, una batteria generosa, un display eccellente e un design davvero premium. È un dispositivo che avrei considerato “ottimo” fino a quando non guardo il processore e l’esperienza utente tra programmi, giochi e funzionalità.
La decisione di mantenere lo Snapdragon 7 Gen 3 può andare bene per tenere i costi bassi— e in parte la strategia funziona: l’esperienza quotidiana è fluida, l’autonomia è stellare, ma molti elementi di questo smartphone mancano di sprint. A 600 €, forse mi aspetterei qualcosa in più da un vero mid-range.
In sintesi: è un telefono da fiore all’occhiello della fotografia mid-range, ideale per chi mette le foto e la batteria in cima alle priorità. Ma è un prodotto con riserve, che perde punti su alcuni aspetti nei quali un po’ meno di pigrizia non avrebbe guastato.
Sei un core user, una/uno che con il telefono ci fa di tutto e vuole uno smartphone reattivo e flessibile? Vivo V50 potrebbe fare per te. Se però sei qualche passo oltre il core, se un telefono lo “sfondi” tra app, giochi e mille altre modifiche, ho idea questo smartphone non sia il mid-range che cerchi o, in tutta onestà, che meriti.
Fotografia al top, design piacevole, ma c'è un po' di pigrizia diffusa
Pro
- Design funzionale e aspetto solido
- Le lenti ZEISS mostrano, soprattutto con i video, la loro qualità intrinseca
- La batteria, nelle giuste condizioni, dura fino a 2 giorni
Contro
- Da uno smartphone così tanto fotografo-centrico mi aspetto più software di gestione delle immagini o un'evoluzione più coraggiosa dei software esistenti
- Il processore invecchierà, temo, molto velocemente
- Diversi compromessi in fatto di UX