Chronicles of the Wolf Recensione
Chronicles of the Wolf è il nuovo titolo firmato Migami Games, che vede ancora una volta Mig Perez e Jeffrey Montoya alle prese con un progetto ispirato a una delle saghe che ha reso celebre il genere Metroidvania.
Se in passato il team Migami si era concentrato nello sviluppo di fan game con protagonista Trevor Belmont o comunque con storie legate all’universo di Castlevania, questa volta la scelta è stata diversa. Con Chronicles of the Wolf si dà il via a una nuova linea narrativa che si allontana, almeno in parte, dal classico immaginario del vampiro come nemico.
Chronicles of the Wolf Recensione – La bestia di Gévaudan
Il protagonista è Mateo Lombardo (nome che suona un po’ strano a noi italiani), apprendista dell’Ordine della Rosacroce. Terminato il suo addestramento, Mateo si unisce ai Cavalieri dell’Ordine in missione verso la Francia meridionale. Nella regione del Gévaudan, la popolazione è terrorizzata da una immonda creatura, un’enorme bestia dalle sembianze di un lupo mannaro che deve essere fermata.
All’arrivo del gruppo nelle foreste del Gévaudan, la bestia si mostra e massacra i Cavalieri della Rosacroce. Mateo Lombardo resta l’unico sopravvissuto e sarà lui a dover affrontare da solo la battaglia contro la creatura e il culto che l’ha evocata, così da liberare la regione dall’oscurità.
Un metroidvania tradizionale
Chronicles of the Wolf si presenta come un Metroidvania estremamente tradizionale, che ricorda grandi classici come Castlevania: Symphony of the Night e Simon’s Quest. Gli elementi tipici del genere ci sono tutti: il backtracking, l’esplorazione del mondo alla ricerca di stanze nascoste, pareti da frantumare e power-up da raccogliere. Questi ultimi non sono sempre indispensabili per progredire nella storia, ma risultano comunque molto utili.
La parte iniziale si svolge nelle aree vicine ai villaggi, tra foreste, cimiteri, cripte e vecchi manieri, fino ad arrivare finalmente al castello, dove Chronicles of the Wolf mostra il meglio di sé. A supporto dell’esplorazione troviamo una mini mappa che mostra la percentuale di completamento delle varie aree, utile per orientarsi all’interno di un mondo colmo di aree e percorsi intricati. Non mancano poi le classiche stanze di teletrasporto, fondamentali per spostarsi rapidamente da una parte all’altra della regione o tra le diverse aree del castello.

Esplorare completamente il mondo di gioco potrebbe sembrare complesso, ma con la dovuta calma, e grazie ad alcuni oggetti, non risulta affatto impossibile. Gli enigmi non sono mai particolarmente ostici e il livello di difficoltà generale rimane sempre accessibile. Chronicles of the Wolf non può essere considerato un titolo puramente skill-based: certo, imparare i movimenti dei boss è fondamentale, ma trattandosi di un gioco che si basa sui parametri e sui livelli, spesso è sufficiente potenziarsi un po’ per riuscire a superarli.
Anche l’equipaggiamento gioca un ruolo fondamentale nell’economia di gioco. Sono presenti diverse tipologie di armi, ognuna con caratteristiche uniche in termini di velocità, portata e quantità di danni. La scelta dell’arma, così come quella degli equipaggiamenti con abilità diverse, può rivelarsi decisiva per superare determinate aree. Personalmente, contro i boss ho preferito armi rapide per sfruttare meglio le loro aperture, mentre per affrontare le orde di nemici nelle stanze ho optato per armi più lente ma con un raggio d’attacco più ampio.

Volendo trovare un difetto, Chronicles of the Wolf soffre un po’ di rigidità nei controlli. I movimenti di Mateo risultano piuttosto legnosi con mosse fin troppo ancorate al passato. Non compromettono l’esperienza complessiva, ma possono creare qualche difficoltà nelle sezioni platform più complesse.
Nintendo Switch 2 è la scelta giusta per giocarlo?
Personalmente trovo che i Metroidvania siano tra i titoli migliori da gustarsi su console portatile e anche in questo caso la scelta si rivela azzeccata. Attenzione però! Nella mia prova su Switch 2 ho riscontrato qualche piccolo bug nei menu e in alcune aree di gioco. Nulla di grave, parliamo di problemi risolvibili facilmente andando a ricalibrare alcune impostazioni della console. Non è quindi un limite del gioco. Per aiutarti, puoi seguire la nostra guida per configurare al meglio la tua Nintendo Switch 2. In ogni caso prova a disattivare l’hdr automatico e a regolare la batteria della console.

Una chicca per i fan
Se come me sei un fan di Castlevania, c’è una curiosità che ti farà piacere sapere che la voce narrante è quella di Robert Belgrade, doppiatore che prestò la voce ad Alucard in Castlevania: Symphony of the Night. La colonna sonora, invece, perfettamente riuscita, porta la firma di Jeffrey Montoya, elemento fondamentale del duo di Migami Games.
In conclusione
Chronicles of the Wolf si presenta come un Metroidvania tradizionale di alto livello, nato dalle mani di veri appassionati della saga di Castlevania con una pixel art curata e un comparto sonoro di ottima fattura. Il titolo offre finali alternativi e contenuti endgame che ne aumentano la longevità. L’unico vero difetto rimane la legnosità dei movimenti del protagonista, che può risultare frustrante in alcuni frammenti di gioco. In definitiva, si tratta di un must-have per i fan del genere che potrebbe tuttavia convincere meno chi si avvicina per la prima volta al genere.
Ti ricordo che Chronicles of the Wolf è disponibile in versione digitale per PC (Steam), Nintendo Switch, Nintendo Switch 2, PlayStation 4, PlayStation 5 e Xbox Series X/S.
Un must-have per i fan di Castlevania
Pro
- Tantissima Esplorazione
- Backtracking ben organizzato
- Tanti boss da affrontare
- Sfide finali complesse
- Bella colonna sonora
Contro
- Movimenti un po' legnosi