Lost Soul Aside Recensione

Molti titoli conosciuti al giorno d’oggi sono partiti dall’idea di un singolo individuo che, con mezzi e volontà, ha dato vita alla sua visione.

Per Lost Soul Aside il processo che ha portato alla sua creazione è stato più o meno simile: Yang Bing, uno studente cinese, propose una sua idea al grande pubblico tramite Youtube e grazie a Sony, che avviò tempo fa il “China Hero Project”, riuscì a ottenere finanziamenti e mezzi per iniziare a lavorare proprio su quello che sarebbe diventato Lost Soul Aside.

Parliamo quindi della storia di un ragazzo che ha concretizzato un suo sogno, facendolo diventare realtà, e messa così sembra una favola a lieto fine ma spesso fra sogno e realtà si celano molti ostacoli e anche qualche rinvio, come quello di qualche mese fa (clicca qui per più dettagli). Vediamo quindi cosa è andato bene e cosa meno in questo action RPG ispirato da Devil May Cry e Final Fantasy.

Lost Soul Aside Recensione

Questo mix fra azione pura ed elementi da gioco di ruolo, colpì Sony che pose Yang Bing alla guida della neonata Ultizero Games, team di sviluppo formato da circa quaranta persone. Di queste non so di preciso quante si siano occupate dello sviluppo dell’intreccio narrativo. La trama di Lost Soul Aside purtroppo è molto poco coinvolgente, piena di cliché e di personaggi scritti in maniera superficiale, coinvolti in dialoghi scialbi.

Lo stesso aspetto di Kaser, l’eroe di cui vestiremo i panni in Lost Soul Aside, sa di già visto, infatti la somiglianza con Noctis di Final Fantasy XV non sembra affatto essere una casualità. Le sue origini però differiscono dal principe caduto in rovina: Kaser si è arruolato al Barlume, una fazione di ribelli nata per volontà di rivalsa e protesta nei confronti dell’impero che domina sul mondo.

Alla fazione si è unita anche Louisa, sorella minore di Kaser, e a cui lui è molto affezionato (sì, altro cliché). Basteranno però poche ore di gioco per vedere l’anima di Louisa assorbita dai Voidrax, una razza aliena che invade la città proprio durante una missione del Barlume. Con questo incipit narrativo, inizia l’avventura di Kaser che, entrato in contatto con il drago Arena che gli conferirà i suoi poteri, dovrà salvare sia la sorella che, ovviamente, il mondo intero.

Come anticipato, la trama di Lost Soul Aside sembra più un pretesto per menare le mani e quello che appare è che voglia accalappiare il giocatore semplicemente con qualche “citazione” a livello estetico con dei richiami a delle saghe più longeve. Tutto gira intorno a Kaser e Arena e fra gli stessi NPC non sembra spiccarne nemmeno uno.

Ad aiutarli non c’è nemmeno lo stile in quanto buona parte dei nemici sono copie dei Cavalieri dello Zodiaco meno riuscite e privi di profondità ma pieni di frasi fatte.

Insomma quello che voglio dirvi è che se per voi la trama è un aspetto molto importante non considerate Lost Soul Aside come uno dei titoli a cui mirare.

Contrattacchi volanti, fendenti velenosi

Uno dei fulcri di Lost Soul Aside è sicuramente il gameplay, specialmente nella fase di combattimento. Nei primi minuti di gioco le fasi di lotta sono molto basilari, ci si limita a usare attacchi leggeri, pesanti, schivate e parate. Quando, dopo le prime battute di gioco, Kaser entrerà in contatto con Arena le cose inizieranno a cambiare e le meccaniche di gioco entreranno nel vivo, spezzando la monotonia e ampliando le azioni da poter compiere in combattimento, rendendolo più frenetico con contrattacchi, parate e mosse speciali.

Queste si potranno ampliare e potenziare man mano che si progredirà nella trama e forniranno un minimo di varietà agli approcci contro gli avversari.

Il resto invece non si può dire per lo skill tree o per i potenziamenti applicabili alle varie armi che ci lasceranno i boss su cui avremo la meglio: questi infatti saranno sì utili ma non offrono varietà dal punto di vista strategico, in quanto si parla di potenziamenti di statistiche nella maggior parte dei casi.

iò fa sì che a lungo andare anche i combattimenti diventino ripetitivi, il che è un vero peccato, considerando che le basi per fare qualcosa di più particolareggiato ci sono. Quindi le lotte diventeranno un continuo parare/schivare per poi sferrare le nostre mosse e annientare gli avversari, senza perdere troppo tempo con le ondate di nemici che ci si porranno di fronte.

La cosa cambia un po’ quando si parla di battaglie contro i boss, che sono più di quanto si possa pensare e alcuni di loro si susseguiranno anche abbastanza velocemente.

Dal punto di vista del concept, alcune boss battle sono molto carine da vedere ma non arrivano mai a eccellere: i moveset dei boss sono abbastanza vari, le battaglie sono più strategiche e ci sono momenti della battaglia dove l’attacco non è un’azione da prendere in considerazione.

Bisognerà affidarsi alla fidata schivata e a volte alle parate, leggendo bene il ritmo del moveset nemico e gestendo bene anche le risorse a disposizione (soprattutto le pozioni di cura). Prima di ogni boss battle vi sarà Liana, uno fra gli NPC più fidati, che fungerà da save point e crafting, oltre che come  punto d’accesso per delle sfide aggiuntive (che però non danno un grande apporto all’esperienza di gioco, anzi).

Il mondo di gioco è molto simile, come struttura, a quello di Final Fantasy XIII: è un lungo corridoio che si alterna fra ambientazioni futuristiche e altre più esotiche e selvagge. Ciò comporta che anche la componente esplorativa ne risenta, venendo ridotta di molto: girare per scoprire qualche anfratto comunque riconduce, la maggior parte delle volte, a procurarsi materiale da crafting o qualche moneta, e nulla più.

L’unica variazione è data da qualche interazione ambientale molto basilare o puzzle veramente molto semplici. Non andate in cerca quindi di missioni secondarie o scorci nascosti: rimarrete delusi.

Un anima persa e non molto originale

Purtroppo anche a livello tecnico il titolo non è proprio una roccia. Non è raro assistere a qualche calo di frame. Le animazioni dei personaggi non sono proprio rifinite: Kaser si muove in maniera leggermente legnosa durante la corsa e anche nelle cutscenes le animazioni non sembrano proprio brillare.

Proprio nelle cutscenes, ma anche nei dialoghi, si nota un’assenza totale delle espressioni facciali e questo è probabilmente uno dei problemi più evidenti del lato “visivo” di Lost Soul Aside. Non è raro assistere a scene in cui dovrebbe esserci del pathos dove ci sono volti privi di qualsivoglia espressione, dove in compenso l’intonazione della voce sta comunicando tutt’altro.

Proprio a proposito della voce: il doppiaggio inglese ha più di qualche problema, oltre a non combaciare molto coi sottotitoli in italiano. Le altre due varianti di doppiaggio presenti al momento (giapponese/cinese) si prestano meglio.

Come scritto in precedenza, il mondo di gioco è abbastanza vario e non è male da vedere, seppur non mostri nulla di particolarmente evocativo. A livello registico infatti ci sono svariati elementi che non lo fanno decollare ma lo lasciano nella mediocrità, sia per quanto riguarda le sopracitate espressioni che i dialoghi e le inquadrature.

Musicalmente invece ci siamo: anche qui si nota l’ispirazione a vari altri titoli o autori (alcune tracce, ad esempio, sembrano essere ispirate a Nier: Automata).

Ricorda che puoi acquistare Lost Soul Aside tramite il nostro link referral!