Star Wars: Visions – Volume 3 è il ritorno all’anima giapponese della Forza

Nove episodi, solo studi giapponesi e alcuni momenti molto audaci nell’universo di Star Wars: ecco la mia opinione su Star Wars: Visions - Volume 3, rigorosamente senza spoiler.

Star Wars Visions Volume 3 Recensione Gamesource.it

Star Wars: Visions torna su Disney + con una terza stagione, o meglio con il Volume 3, a fine mese. Dopo l’exploit extra-giapponese del secondo volume, Star Wars: Visions – Volume 3 torna in mano a soli studi nipponici e, pur non volendo impostare l’intera recensione come un confronto con la seconda stagione/Volume 2, sono convinto si noti il ritorno ad una matrice orientale uniforme.

La seconda stagione ci aveva sicuramente messo davanti ad una deviazione più o meno evidente rispetto al percorso tracciato dal Volume 1, ma questo Volume 3 non sembra volersi scusare o giustificare, decidendo invece di tornare semplicemente agli scenari più “eclettici” dei primi episodi e regalando qualche picco di qualità innegabile e uno dei finali più assurdi, avant-garde e narcoticamente onirici ai quali ho assistito… da quando esisto, ad essere sincero.

Insomma, Disney mi ha concesso di guardare tutti gli episodi in anteprima e sono qui per parlartene.

Star Wars: Visions - Volume 3 torna a guardare all'oriente dopo la parentesi non-giapponese della seconda serie
La copertina di Star Wars: Visions – Volume 3

Star Wars Visions e il ritorno alla visione giapponese di Star Wars

Anche questo volume è costituito da 9 episodi, della durata di circa 20 minuti l’uno. Vista la stanca generale verso l’universo di Star Wars devono confessarti che, a mio parere, Star Wars: Visions – Volume 3 è il tipo “giusto” di contenuto.

Una manciata di episodi interessanti, slegati fra logo, digeribili senza troppo impegno, mentre si aspetta la prossima produzione sci-fi su più larga scala o il prossimo gioco.

Gli studi di animazione coinvolti e lo stile visivo

Star Wars: Visions – Volume 3 non è fatto di soli episodi straordinari ma, a differenza di entrambe le stagioni precedenti, credo che un paio di questi mi resteranno impressi nella memoria per più di quanto pensassi.

Dato che sicuramente, in tu che mi leggi, c’è una cultura anime leggermente più sviluppata della mia, ecco una lista degli studi coinvolti nei vari episodi.

  • Kamikaze Douga + ANIMA
  • Project Studio Q
  • Production I.G.
  • WIT STUDIO
  • Kinema citrus Co.
  • TRIGGER
  • Polygon Pictures
  • david production

Più che in altre produzioni antologico-episodiche (Love, Death & Robots, ad esempio), Star Wars: Visions – Volume 3 ha 3-4 episodi particolarmente di spicco ed una certa linearità visiva negli altri. In particolare il primo episodio, il finale e 2 episodi relativamente centrali offrono un’identità visiva d’impatto e che, pur non contribuendo eccessivamente al susseguirsi delle vicende, crea una cifra stilistica importante e onestamente memorabile.

Il sequel de "Il Duello"
È bello vedere alcuni episodi continuare storie iniziate nel Volume 1

I migliori episodi del Volume 3: quali e perché funzionano

“Il Duello: La Vendetta”, “Il Tesoro di Yuko”, “L’Uccello del Paradiso” e “Nero” sono i picchi di questa produzione, con tratti – o metodi di creazione dell’immagine – davvero unici. Chi per un tratto a matita molto pesante nei bordi ma pastelloso negli spettri colore, chi per un utilizzo ottimo del 3D, chi nella sua capacità di emulare l’epicità di uno Studio Ghibli senza discostarsi da una propria identità, ognuno dei 9 episodi di Star Wars: Visions – Volume 3 ha il potenziale di rimanerti impresso.

Una location in particolare, per uno degli episodi, mi ha stuzzicato a livello di potenziale narrativo per il futuro, ma in generale i 9 episodi di Star Wars: Visions – Volume 3 sono debitamente più preoccupati a “venderci” personaggi ed eventi, che location straordinarie, ma apprezzo lo sforzo di quell’episodio, nell’offrire qualcosa di nuovo, per l’universo di SW.

Non insisto oltre sulle tecniche di alcuni di questi episodi perché ritengo che il goderteli da sola/o senza spoiler sia essenziale.

Alcuni episodi usano un tipo di animazione non tradizionale
Alcuni stili sicuramente sono più memorabili e d’impatto di altri ma si nota uno sforzo comune nella definizione di un’identità visiva

Temi narrativi e libertà creativa oltre Jedi e Sith

Narrativamente, riconosco un certo – piacevole – allontarsi dalle solite tematiche di bene contro male, Jedi contro Sith, ribelli contro impero, che, al di fuori di capolavori come Andor, iniziato a risultare un po’ indigesti, soprattutto se in mano ad un reparto script poco volenteroso di spingere l’asticella o di offrire nuove prospettive.

Non fraintendermi, Star Wars: Visions – Volume 3 ha anche storie di Jedi contro Sith, ma il più delle volte queste sono sempre un escamotage per parlare di qualcosa “di più” o per alterare, anche solo di una sfumatura, le pennellate morali che i film e molte delle opere più mainstream di Star Wars hanno stabilito e noi abbiamo passivamente inglobato.

Ritrovarsi a tifare per un sith – anzi, per due – in uno degli episodi è sicuramente una ventata d’aria fresca, ma i momenti più forti di Star Wars: Visions – Volume 3 sono quelli lontani dalle spade laser, come oggetti e come “scuse” narrative. Non mi dispiace immaginare una futura linea di prodotti Star Wars che, un po’ come le parti migliori di The Walking Dead nel modo che hanno di utilizzare i walkers, usano la Forza come palcoscenico delle vicende, e non come protagonista.

Alcune storie sono più efficaci di altre

Episodi, personaggi e protagonisti del nuovo Volume

Persino i cambi di tono, inevitabili in una serie antologica e soprattutto in una serie animata, sono evidenti ma essenziali all’equilibrio di Star Wars: Visions. Certo, alcuni episodi funzionano meno come isole narrative che si aprono e chiudono e sembrano di più ritagliati da un concept più ampio che non riesce ad esprimersi benissimo nei 20 minuti di limite dell’episodio, ma è strutturalmente difficile anche solo immaginare più coesione di questa, nel concept di Star Wars: Visions – Volume 3.

Le protagoniste e i protagonisti di questo volume 3 sono tra i più disparati, tra cacciatrici di taglie, a bambine rimaste orfane, a Padawan cocemente sconfitti. Ognuno aggiunge un tassello all’universo già enorme di Star Wars, e se anche potrei slacciarmi e dire che non siamo davanti ai migliori personaggi di quel canon, molti di essi ti lasceranno qualcosa, se non dal punto di vista morale, almeno da quello caratteriale.

Devo tessere però le lodi dell’ultimo episodio, in mano a David Production: l’episodio in questione è la cosa più sperimentale che io abbia visto da un po’ a questa parte, una sorta di ibrido fra “La ballata del vecchio marinaio” di Coleridge e il finale di “2001: Odissea nello spazio”.

Potrei definirlo senza problemi come un episodio indecifrabile, ma appositamente tale, una di quelle opere che sembrano esistere solo per essere testimoniate, e non, per forza, capite. È un episodio al quale tornerò, più e più volte.

A volte vedremo buoni contro cattivi, ma per lo più si va in territori morali più ambigui
Non sempre la definizione di buoni e cattivi in Star Wars Visions è definita come nei film

Doppiaggio giapponese vs inglese: due modi di sentire la Forza

Star Wars: Visions – Volume 3 ha un aspetto nel quale si rivela in tutto e per tutto, più ceh altrove, una produzione giapponese: il doppiaggio. Volume 3 è infatti disponibile in 2 lingue, ossia l’inglese e il giapponese. La seconda traccia è costantemente perfetta, con i toni, l’armonia e la gravitas che solo una voce giapponese allenata e consapevole riesce a restituire.

Sul doppiaggio inglese, invece, abbiamo più alti e bassi. In alcuni momenti è davvero troppo over-the-top, con interpretazioni uscite da dub amatoriali, ma poi ci sono episodi che funzionano anche in inglese, e casualmente sono quelli che meglio usano il cast assurdo che Star Wars: Visions – Volume 3 ha.

Freddie Highmore, Anna Sawai, Joseph Lee, Jodie Turner-Smith, Steve Buscemi, Karen Fukuhara, Mark Strong, George Takei sono solo i nomi più noti di una lista lunghissima, e gli episodi nei quali ho riconosciuto un attore o attrice “nota” sono quelli che, consapevolmente o meno, si comportano meglio dal punto di vista dell’interpretazione attoriale.

Conclusioni: un’antologia solida che guarda al futuro

Star Wars: Visions – Volume 3 è un’altra solida compilation di episodi strappati all’universo espanso di Star Wars. Pur non eccessivamente memorabile dal punto di vista narrativo, questa terza stagione riesce al meglio quando si stacca dagli ormai noiosi conflitti fra Jedi e Sith, per concentrarsi sulle emozioni umane e reali di chi non ha sempre modo di scegliere da che parte stare.

Stilisticamente siamo di fronte ad un’altra manciata di episodi solidissimi, con 3 in particolare da inserire nei migliori episodi della serie in toto. Alcuni tasselli di questo complesso puzzle non funzionano bene come altri nell’isolamento che la durata obbligatoria di 20 minuti forza su di essi, altri invece mi fanno sperare in un futuro con più tempo dedicato alle loro scintille narrative.

8.5
Il ritorno a studi giapponesi alza il livello di Star Wars Visions Volume 3 ai livelli della prima stagione

Pro

  • Alcuni episodi proseguono storie iniziate nel volume 1
  • Il finale è un trip
  • Vista la stanca dell'universo Star Wars, prodotti così funzionano davvero bene

Contro

  • Determinati episodi funzionano meno come parentesi narrative e avrebbero avuto bisogno di più tempo
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