Lucca Comics & Games 2025 – Talk con Luca Galante
Il creatore di Vampire Survivors racconta passato e futuro di Poncle
A Lucca Comics & Games 2025 abbiamo avuto il piacere di partecipare al Talk moderato da Andrea Porta con Luca Galante, creatore di Vampire Survivors e fondatore di Poncle, casa editrice di videogiochi indipendente.
Luca Galante entra come di consueto con il volto coperto da una maschera di Vampire Survivors, nonostante ciò visibilmente emozionato e con l’aria di chi si è trovato catapultato in qualcosa d’impensabile fino a poco tempo fa. Come spiegato in altre occasioni (qui l’intervista rilasciata a Repubblica), la maschera non è un vezzo né una trovata pubblicitaria, piuttosto quasi un’esigenza per tutelare la sanità mentale di chi si dichiara imprenditore per necessità, terrorizzato dalla fama e desideroso solamente di programmare videogiochi che lo divertano.

Chiacchierata con Luca Galante a Lucca Comics & Games 2025
Come nasce Vampire Survivors?
Vampire Survivors nasce per caso: l’esigenza era quella di creare un gioco per divertirmi, lo scopo era il puro divertimento, facile ed immediato senza le frustrazioni che troviamo nei videogiochi moderni, con tutti gli elementi che personalmente adoro in un videogioco, come il bombardamento sonoro; le aspettative erano quelle di farci giocare 200 persone, ma quando siamo arrivati a centinaia di migliaia di persone ho capito che si era evoluto in qualcosa di diverso.
Quando hai capito che Vampire Survivors sarebbe diventato la tua vita?
Quando ho raggiunto centinaia di migliaia di giocatori, con il gioco che era ancora in early access e con solo 8 personaggi. A quel punto è stato facile e naturale abbandonare tutto quanto e dedicarsi esclusivamente a Vampire Survivors. Capita spesso che quando c’è un titolo che velocemente ottiene visibilità, altrettanto velocemente venga dimenticato. Vampire Survivors no, dopo 4 anni oltre 7.000 giocatori giornalieri valgono tanto.
Il motore grafico semplicistico di Vampire Survivors è stata una scelta o una necessità?
Come detto all’inizio nn c’era nemmeno un piano di fare un gioco, volevo solo divertirmi, durante il covid studiavo Real Engine che è un programma difficilissimo, perciò usavo Feisar, molto più intuitivo. Se ho mai avuto il desiderio di spingere sulla grafica? Passato a Unity sì, ma niente di particolare come avrete visto. Tante altre feautures del gioco si sono rivelate primarie e necessarie.
Come ti ha influenzato la tua esperienza precedente allo sviluppo di videogiochi?
Il modo in cui giocavo ai videogiochi mi ha influenzato: per anni ho giocato roba con molte cutscenes, oggi che non ho tempo cerco di togliere dai miei giochi tutti gli elementi che non rispettano il tempo del giocatore. Non sottolineerò mai abbastanza che tutto il gioco è nato per caso e così è rimasto: ho inserito immagini ispirate a Castelvania nel prototipo e da lì’ in poi si è verificata tutta una serie di incidenti, senza pianificare nulla, proprio come prendere blocchi di lego a caso e poi procedere nel migliore dei modi improvvisando.
E’ stato difficile evitare di rovinare l’idea base con l’ambizione?
E’ stato difficile rimanere con i piedi per terra quando ha iniziato a scrivermi Nintendo, le recensioni erano tutte positive e c’è stata gente che si è presa la briga di mandarmi una mail per complimentarsi con me. Non un like o un commento sui social, ma addirittura una mail, capite? A quel punto ho cercato di concentrarmi solamente sul finire il gioco (ancora nn ce l’ho fatta) e sul creare l’azienda Poncle per avere una mano ed approfittare di eventuali opportunità interessanti.
In Poncle siamo tutti giocatori e i giochi sono fatti per noi. La nostra missione oggi è cercare di applicare i concetti di accessibilità e di divertimento anche ad altro. Oggi a mio parere fare il tutorial di un gioco è un po’ pesante, o meglio l’accesso al videogioco e’ diventato complicato.

Quali sono i progetti futuri ed attuali di Poncle?
Vampire Survivors è diventato addirittura un genere, che non vogliamo abbandonare ma anzi espandere. Vampire Survivors sta già collaborando con altri team per progetti grossi che al momento preferiamo tenere segreti. Posso dirvi che avremo Spin off di Vampire Survivors per dare interpretazioni nuove di generi già esistenti, sono tentativi nati da collaborazioni in Giappone.
Successo vuol dire pressione ed aspettative, non facili da gestire. In Poncle proviamo a farlo ponendo le persone al centro. Io ed i miei più stretti collaboratori di Poncle siamo emigrati (io a Londra, altri in Giappone) che siamo riusciti a fare della nostra passione il driver delle nostre vite, per questo sentiamo molto forte la necessità di raccogliere persone che riescano a fare del bene con la loro passione.
Il Giappone è un paese molto fertile da questo punto di vista: li conosciamo, sono matti, sono unici culturalmente: Poncle ha pubblicato un gioco fatto da un cinquantenne dove sbatti fortissimo le mani sulla tastiera! E’ importante anche condividere la fortuna avuta con Vampire Survivors con altri sviluppatori che abbiano idee originali ed interessanti.
Sta bollendo tanto in pentola, ma per il momento non posso dirvi altro; ribadisco che in futuro ci saranno spin off per esplorare nuovi generi, andando a confrontarci con il mercato atomizzato e pieno di titoli incredibili di oggi: gli indie sono floridi, anche più dei tripla AAA, vedi Balatro.
Sarà importante sfruttare Vampire Survivors per il nuovo spin che vogliamo dare ad altri generi, anche per un’esigenza tecnica: far quadrare tutto e’ pesante sia economicamente che a livello di tempo necessario, ma avere un mondo già conosciuto ed uno stile umoristico collaudato ti permette di lavorare liberamente perche’ ti toglie tanta parte del costo dello sviluppo.
Ci saranno anche nuove IP. Magari anche un Vampire Survivors 2, ma per ora ogni nuova idea la sto inserendo nel primo.
Questo successo puo’ cambiare l’industria italiana?
Boh, io ne faccio parte da poco, sono uscito 15 anni fa dall’Italia. Oggi vedo però in Italia una fame ed una voglia di voler fare videogiochi, una cosa che non ho notato altrove: in Inghilterra è tutto più avviato ma c’è meno voglia. Dobbiamo renderci conto che l’Italia spacca: in USA, Giappone, Cina, ci vogliono bene così come vogliono bene ai Giapponesi.
In Italia c’è passione vera, un contesto dinamico e di cultura (ad esempio chi nasce a Lucca cresce nel bello), c’è più talento che in altri paesi. Gli italiani sono artisti, è tutto bello in Italia, la sensibilità artistica è per forza diversa: l’arte ci rende unici, ma c’è anche talento e fame.
Poncle fa parte della scena Indie italiana?
Mi vedo fuori dal sistema perchè ci sono appena entrato e 4 anni sono pochi per capire. Vampire Survivors è l’unico esempio di successo così improvviso, quindi non saprei risponderti; io vorrei concentrarmi solo sul fare giochi. Poncle sta collaborando con piccoli studi italiani, ti dirò, anche per lavorare con gente con cui puoi fare una risata: fare videogiochi è un lavoro infame e difficile, avere un’affinità culturale ed un background comune aiuta.
Mi chiedi se col senno di poi Vampire Survivors ha raggiunto i suoi obbiettivi? Se un obbiettivo è stato raggiunto, questo è che “se po’ fa“: Luca Galante emigrato in Inghilterra e dipendente di fast food per anni ha fatto un gioco da solo inserendo Giovanna solo per ridere; in un mondo così, se ti svegli e segui il tuo progetto è già un grande traguardo.
Il nostro successo è che noi possiamo fare videogiochi, ce lo possiamo permettere, possiamo dare opportunità a nuove persone, possiamo fare nuovi giochi. Con Vampire Survivors abbiamo parlato con interlocutori incredibili, tutti vorrebbero collaborare con noi, abbiamo 20 progetti attivi e fra poche settimane vedrete.
Vampire Survivors è una macchina complessa, bisogna mantenerlo con update, ma ci vuole cautela perche’ è un’idea fragile, ma verrà implementato l’on line (qui potete approfondire questa specifica notizia). Abbiamo molti progetti, e vogliamo dargli la stessa attenzione: Vampire Survivors e’ solo l’inizio. Poncle si sta strutturando e crescendo, ma la mission rimane semplice: fare giochi.
In maniera semplice, come fa Nintendo: studi piccoli ma con soldi e tempo infiniti (si fa per dire). Io non sono imprenditore, non è una cosa facile e perciò ci muoviamo un passo alla volta. Vampire Survivors è semplice, potevo fare un update a settimana da solo, ora ci sono più piattaforme, passa un mese solo in burocrazia.
Ma i giocatori sono sempre al centro del progetto: qui a Lucca ci siamo affittati la Casa del Boia con un sacco di cose fatte a mano, abbiamo organizzato una caccia al tesoro con premi per tutti, un bel concerto. L’abbiamo fatto per voi semplicemente perche’ lo possiamo fare, così come in Giappone abbiamo fatto la trattoria di Poncle e i Giapponesi non capivano: è per farci una risata, che la vita è dura, e fare una cosa solo per ridere e’ il massimo.
Dal pubblico si alza uno ragazzo che ha studiato con Luca Galante e rivolgendosi a lui gli dice: “Questo successo è incredibile, cosa hai provato? Ricordati che ho ancora la tua Xbox a casa mia…“
Ho provato una fatica enorme… Lavoro molto più di prima, e quando inizi a vedere scatole di pizze che si accumulano in camera tua, capisci che c’è qualcosa che non va… Sono 4 anni che non mi fermo 1 minuto, ma ne vale la pena. Tanta fatica comunque.
Finisce qui l’intervista a Luca Galante, il quale ci lascia con la netta impressione di essere grato per la grande opportunità che ha avuto, e proprio per questo di non volerla sprecare. Chi vivrà vedrà, ma il presentimento è che ne vedremo delle belle.